POV Gale:

- Ehi, idiota, svegliati! Non ho alcuna voglia di prepararmi la colazione da sola, per cui ora tu mi farai il sacrosanto piacere di muovere quelle due belle chiappette che ti ritrovi ed andare a farne una anche per me, altrimenti sarò costretta a dover rispolverare la mia cara vecchia amica ascia, è tutto chiaro?
Sospiro, cercando di trattenere un sorriso e fallendo miseramente. Da quando Johanna si è trasferita a casa mia, questo è l'unico buongiorno che mi dedica ogni benedetta mattina, senza fare alcuna eccezione.
Mi alzo dal comodo giaciglio su cui mi trovavo fino ad un attimo prima piuttosto svogliatamente, ribattendo a tono alla giovane donna che si trova nella mia cucina: - Guarda che se mi fai fuori, sarai costretta a prepararti da sola non solo la colazione, ma anche tutti gli altri pasti!
- Troverò una soluzione, prima o poi, ed allora vedrai, oh, se vedrai con quanta facilità mi libererò di te! - esclama, accogliendomi con un sorriso diabolico stampato sul viso, uno sguardo assassino diretto nella mia direzione e le mani sui fianchi.
Roteo gli occhi. - Certo, Johanna, credici pure, se ti fa piacere! - dico, sorpassandola per raggiungere i fornelli.
- Mi stai forse sfidando, Hawthorne? - mi domanda glaciale, con un toni che non ammette repliche.
Una risata fuoriesce dalla mia bocca. - Hawthorne? Sul serio? Dormiamo nello stesso letto da due mesi e ni chiami ancora per cognome? E poi non mi sembra che io ti abbia mai chiamata Mason, o sbaglio?
La sento fare un respiro profondo. - Lascia da parte le faccende personali ed avvisami quando hai preparato tutto, intesi? - E, detto ciò, esce come una furia dalla stanza, lasciandomi solo.
Mai nella mia vita avrei pensato di potermi innamorare di nuovo, tantomeno di Johanna Mason, la vincitrice del Distretto 7, né avrei potuto immaginare che lei ricambiasse i miei sentimenti.
Forse, dopotutto, un po' di felicità in questo mondo me la merito anch'io.

POV Johanna:

- Ehi, Hawthorne, ti ricordi che avevamo stabilito in precedenza che oggi ci saremmo recati al 12, vero? - gli dico non appena ho terminato di mangiare.
Lui si irrigidisce. - Non me la sento - mormora a denti stretti.
- Sciocchezze. Ho già preparato tutto. Sbrigati, il treno sta per partire.
Quel che succede dopo è di una monotonia allucinante. Il viaggio dura solo mezza giornata, visto che quel genio di Lampadina ha trovato il modo di aumentare la velocità del veicolo, ma è lo stesso di una noia mortale.
Non appena arriviamo, Gale, o meglio, il mio ragazzo, anche se mi suona ancora strano chiamarlo in questo modo, mi trascina a vedere la sua vecchia casa, raccontandomi, lungo il tragitto, aneddoti su aneddoti delle giornate che ha trascorso nei boschi, molti dei quali hanno come protagonisti lui e Katniss.
Verso sera, ci dirigiamo a casa di una sua vecchia conoscente, una certa Sae la Zozza, per chiederle di ospitarci fino a quando non ripartiremo. Lei accetta di buon grado, anche se si vede che prova diffidenza nei miei confronti.
La notte, dormiamo abbracciati come al solito, perché gli ho spiegato che questo è l'unico modo con cui riesco a scacciare gli incubi ed a sentire la sua presenza al mio fianco contemporaneamente, e credo di non essere mai stata più sincera di così in vita mia.

A/N: TANTI AUGURI, SARIMACK! Ed ecco la quarta ed ultima storia che ti dedico, visto che so che shippi la Ganna, al contrario di me. Questa sarà una mini-long di tre capitoli che spero apprezzerai. Per chiunque altro dovesse soffermarsi a leggere queste righe: andate immediatamente a leggere tutte le storie di SariMack, perché meritano davvero. A presto! Baci!