Choice
In un terribile giorno passato, loro arrivarono. Non si sapeva cosa fossero, ma si sapeva che viaggiavano sempre in compagnia e uccidevano esseri indifesi, giovani o vecchi che fossero. Anche adesso decorano le loro abitazioni con parti del corpo delle loro vittime. Del sangue di quegli esseri innocenti sono sporche le loro anime.
I loro compagni sono servi, traditori o prigionieri, maltrattati o elogiati per i loro crimini. Questi sono i cacciatori. Questa storia però non riguarda questi, bensì un piccolo esserino indifeso e di una scelta che dovrá fare.
Iniziò tutto un giorno molto tranquillo, una papera era nascosta tra i cespugli a covare le sue uova. Mentre si udivano ancora gli spari dei fucili dei cacciatori, lei si accorse di un uovo poco distante dal suo "rifugio segreto". Che fare? Lasciare l'uovo e la creatura al suo interno morire per mano di quegli assassini o andare a salvarlo? L'anatra iniziò a correre sentendo gli spari e i passi di quegli ignobili umani avvicinarsi, i cani abbaiavano senza sosta. A lei non importava di morire per una giusta causa: meglio morire per aver cercato di salvare qualcuno che sopravvivere avendo lasciato a una sorte crudele un essere indifeso. Preso l'uovo, tornò immediatamente al riparo. I cani iniziarono a fiutare l'odore dell'anatra, ma decisero di lasciarla sopravvivere vedendo che dovevano nascere degli anatroccoli. Per quella volta sarebbe sopravvissuta.
I giorni passarono e l'anatra continuava a covare le uova in attesa della nascita dei piccoli, ma gli spari e i versi di dolore degli altri animali rendevano tutto cosí terrificante.
Un giorno, le uova si schiusero e portarono alla luce tanti piccoli anatroccoli. Erano uno più bello dell'altro, ma uno era l'eccezione. Questo, era grigio con le penne arrufate. Tutti al lago lo prendevano in giro, lo chiamavano brutto, sgorbio e altre cose che lo facevano stare male. Solo sua mamma lo proteggeva e lo amava.
Un giorno di fine estate, dovettero partire tutte le anatre per paesi più caldi e quel giorno, avvenne tutto così in fretta. Il brutto anatroccolo decise di seguire gli altri nuotando. C'era una tempesta in arrivo, ma lui era troppo deciso per ritirare la sua parola. Durante quella tempesta, il piccolo anatroccolo venne travolto da un sacco di onde e tutte parecchio alte, ma una sola lo fece sparire dalla vista degli altri e fu in quel momento che tutti pensarono che fosse morto...
Si risveglió su una riva a lui sconosciuta e lì incontrò delle anatre che iniziarono subito a prenderlo in giro, ma a lui non importava. Non gli importava perchè stava osservando dei meravigliosi uccelli dal piumaggio bianco e dal viso grazioso.
Subito chiese di cosa si trattasse e loro risposero che si trattava dei cigni.
《Tu non sarai mai al loro livello, ti conviene ucciderti adesso e farla finita》 disse una delle due anatre scoppiando a ridere.
Il brutto anatroccolo scappò via in lacrime. Lo sapeva di essere brutto, ma non pensava di far parte della feccia del mondo.
Si fermò dietro un albero e incontrò lo sguardo di un cane da caccia che, appena lo vide, cominciò ad abbaiare e a correre nella sua direzione. Il brutto anatroccolo inizió a correre e, ovunque passasse, vedeva sangue e pezzi di carne. Erano organi? I cani avevano sbranato alcuni animali? Non voleva saperlo, continuava a correre con lo sguardo dritto davanti a sé e decise di fare una cosa che non avrebbe mai fatto prima: decise di farsi prendere. Che senso aveva sopravvivere per essere odiato? Si fermò e attese di essere ucciso. Ma il cane lo risparmiò, disse che non avrebbe potuto ucciderlo. Diceva che lui era troppo giovane e debole per essere considerato un buon trofeo o un buon pasto.
Il cane aggiunse che lo avrebbe ucciso più avanti.
Il piccolo anatroccolo, decise allora di fare le cose più impensabili per mettere fine alle sue sofferenze.
Chiese alle anatre di beccarlo a morte, ma si rifiutarono di ucciderlo e di averle il suo sangue maledetto addosso.
E dopo altri tentativi si arrese, decise anche di smettere di morire e si nascose in un tronco bucato nel mezzo.
I giorni passarono e l'inverno iniziò. L'anatroccolo non aveva preso nessuna provvista, ma si convinse a mangiare le piantine che ancora non erano morte. Durante l'inverno pensò a come morire, non in fretta e non in modo gentile. Se proprio doveva scegliere, voleva essere ucciso dai cigni. Morire a causa delle creature più belle che avesse mai visto, a causa della loro superioritá e provando dolore emotivamente e fisicamente.
L'inverno finì e l'antroccolo si svegliò e sentì il ringhio di un lupo affamato.
Uscì dalla sua tana e iniziò a correre nella direzione opposta, ma il lupo se ne accorse e lo inseguì, famelico e ingordo. Era schelettrico e furioso, si vedeva che non mangiava da tempo e corse nella direzione dell'anatroccolo. Ululò e ringhiò sbavando sentendo l'odore dell'anatroccolo nel panico.
Dove poteva andare? Quanto poteva resistere? Erano domande alle quali non riusciva a trovare risposta. Pensava che sarebbe morto, pensava che non sarebbe sopravvissuto. Quando arrivò sulla riva di un lago e saltó dentro lo speccio d'acqua. Il lupo andò via furioso, giurò che lo avrebbe ucciso senza pietá. Ma il piccolo anatroccolo non voleva morire così, non meritava una fine veloce per come era nato.
Si voltò e vide dei meravigliosi cigni volare e giocare nell'acqua ancora fredda. Nuotò in fretta da loro.
《Uccidetemi! Non sono degno di voi, non merito una vita. Sono solo uno scarto del mondo e sono una disgrazia anche per voi》 disse il brutto anatroccolo in lacrime《Solo guardandovi, sto sprecando la vostra bellezza.》
I cigni lo fissarono stupiti. Lui non capendo questa reazione, si chiese se fosse diventato ancora più brutto. Si fece coraggio e guardò il suo riflesso nell'acqa e ciò che vide fu... un cigno.
Non credeva ai suoi occhi, doveva andare da sua madre e mostrarle questo miracolo. Forse sarebbe arrivata un giorno. Voleva andare da sua madre per salutarla e mostrarle la sua bellezza, ma decise di mandare un cigno per consegnarle un messaggio e invitarla lì.
I giorni trascorsero sereni e spensierati, si divertiva un sacco con i suoi amici cigni il nostro "brutto anatroccolo". Aveva anche trovato una compagna dalla quale avrebbe avuto dei piccoli, tutto sembrava così perfetto.
Ma i giorni belli devono finire e il dolore deve tornare. Il cigno che aveva mandato da sua madre tornò e gli comunicò che i cacciatori avevano ucciso lei e alcuni dei suoi fratelli. Raccontó del sangue che aveva visto e delle membra sul verde prato.
Il piccolo anatroccolo non sapeva che fare, aveva fallito come figlio. Poteva scegliere di andare da lei per ritrovarla, ma sarebbe morto sicuramente. Ma cosa gli importava? Voleva morire, giusto? Avrebbe preferito morire con lei che vivere nel rimpianto di non averla vista di nuovo. Forse, straziata, aveva deciso di morire. Lei lo amava e pensava che fosse morto, il "brutto anatroccolo" si odiava a morte .
Uscì dall'acqua, era scosso e andò nel bosco a rifugiarsi. Pianse.
Avrebbe vissuto per sempre con questo rimpianto, per tutta la sua vita. Si addormentò e quando si svegliò, tutto avvenne così in fretta...
《Te lo avevo giurato》disse la voce del luoo e, dopo quell'affermazione, tutto finì.
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Okay, okay... Non è okay T.T
La storia non mi convince, ma il tempo è scaduto. In ogni caso, oggi ho fatto tante di quelle cose e ho lavorato (faccio volontariato in un ristorante che da soldi in beneficenza... ma sono comunque crudele).
Allora, premetto che non sapevo cpsa fare... andiamo, è impossibile rendere inquietante una storia del genere, fa più paura un caspita di peluche!
Detto questo, spero che la storia vi sia piaciuta! È tipo la quarta volta che cerco di scriverla.
Grazie per aver letto, significa molto per me.
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