capitolo 88
WES
Camminavo a passi svelti verso l'interno del bar. La mia rabbia era come un fiume in piena, avrebbe distrutto ogni cosa se non fossi stato abbastanza astuto da non permettergli di spingermi ancora una volta al limite.
Le minacce non erano servite a nulla nel mio caso, avevo capito che più si allontana una persona dall'altra più entrambe cercheranno di raggiungersi, in un modo o nell'altro nessuno dei due aveva voluto comprendere la pericolosità di quella storia, adesso avrei seguito un'altra via, decisi.
Una decisamente più incisiva.
Osservai l'uomo seduto in fondo alla sala, ad uno dei tavoli più lontani ed isolati dall'ingresso. Dylan May stava fissando il suo cellulare con occhi spenti, le dita percorrevano l'orlo del bicchiere ormai vuoto, quell'immagine non fece altro che incentivarmi a percorrere la distanza che ci separava e ad occupare la sedia davanti alla sua un attimo dopo.
Quello alzò lo sguardo, sembrava perplesso, ma non durò molto, la sorpresa lasciò il posto ad un flebile sorriso di riconoscimento.
- Ehi ... ciao, tu sei un nipote di Nik, vero? -
- Proprio così, Wes Reed, il figlio maggiore di Monica ... - risposi al suo sorriso – tutto bene? Non ti sei fatto più vedere a casa ultimamente, credevamo fossi ripartito! -
Il viso di Dylan si incupì inesorabilmente, quel bastardo aveva intenzione di mollarlo, mollarlo per poter stare con mio fratello! Cercai di nascondere i brividi di orrore che mi percorsero il corpo e di concentrarmi su quella questione che avrebbe potuto risolvere ogni cosa.
- Sì, beh, a dire il vero ho avuto da fare ... inoltre Nikolaj sta cercando di creare un rapporto con tutti voi, non volevo distoglierlo dalla sua famiglia, in fin dei conti tra poco più di qualche settimana dovrà ripartire. - spiegò con il solito sorriso gentile impresso sul volto.
Su quello ero d'accordo con lui, quel bastardo stava tentando disperatamente di instaurare un rapporto con noi, soprattutto con mio fratello Matt – tu che ci fai qui? Aspetti qualcuno? - chiese dopo, curioso.
Sorrisi – Oh, no ... sono venuto qui per parlare con te, Dylan - ammisi sotto le sue occhiate confuse.
- Con me? Ok ... è un po' strano, ma dimmi pure. -
- So cosa c'è tra te e Nik, l'ho capito subito ... - andai subito al dunque, godendomi l'espressione imbarazzata che si stava dipingendo adesso sul volto di Dylan nel sentire quelle parole – ma tranquillo, non è un problema per me. Non giudico nessuno.
Dylan tentennò appena – Felice di sentirtelo dire, Nikolaj si preoccupa sempre troppo, capisco però il suo imbarazzo, dopotutto vi conosce da appena qualche mese ... comunque abbiamo deciso che sarei stato presentato come un semplice amico per il momento, più avanti si vedrà ...- c'era una punta di tristezza adesso ... probabilmente il tipo si stava chiedendo se sarebbero davvero arrivati abbastanza in là da dover un giorno affrontare una conversazione del genere con gli zii. Ovvio che no, quel bastardo aveva altri progetti per tutti loro.
- Preferirei che non lo dicessi a nessuno, Wes ... non voglio che Nik si senta in imbarazzo. -
Sorrisi, rivelando la mia migliore espressione degna di fiducia – Puoi stare tranquillo, Dylan, come ti ho già detto non è mia intenzione rovinare la vita a nessuno, più che altro ... mi chiedevo come stessero andando le cose tra voi due di recente ... -
Quello cambiò espressione, il semplice fatto che avesse appena ordinato altri due drink la diceva lunga – Non bene ... sinceramente non ne capisco neanche il perché, Nikolaj non si è mai comportato in questo modo prima di adesso ... c'è qualcosa che non va, lo percepisco ed anche lui mi ha fatto capire che potrebbero esserci dei problemi tra di noi ... - era un fiume in piena adesso, mi resi conto che doveva essersi sentito molto solo, in fin dei conti non conosceva nessuno qui in città ... con ogni probabilità ero il primo essere vivente con chi avesse potuto parlarne lì intorno – gli ho chiesto di vederci per parlarne, dobbiamo farlo domani ma nel frattempo non riesco a capacitarmi ... - concluse sfiduciato.
Era una scena penosa perfino per me quella, mi ritrovai a bere una sorsata dal mio bicchiere. Sì, stavo facendo la scelta giusta, pensai.
- Beh, ci sono cose di cui tu non sei a conoscenza, Dylan. - quello sollevò immediatamente il viso, i suoi occhi chiari erano in attesa.
- Cosa sai? Cosa vuoi dire? - chiese interdetto.
- Mi riferisco al motivo per cui Nikolaj sia cambiato così tanto in questo periodo ... - Dylan pendeva letteralmente dalle mie labbra adesso – tu non ne sai proprio nulla? -
Quello scosse la testa – No, ma credo che abbia conosciuto un altro, questa è l'unica idea che mi sia venuta in mente, non so dove sbattere la testa, davvero. -
- Hai ragione – vidi chiaramente il gelo calare su ogni fibra del suo corpo mentre rimaneva immobile, a fissarmi – ha un altro e non si tratta di una di quelle storielle estive dettate dalla passione ... lui ti lascerà per questo tipo. Intende farlo domani sera. -
La bomba era stata sganciata, bevvi l'ultima sorsata di liquore dal mio bicchiere con gli occhi ancora puntati al volto frastornato di Dylan che scosse la testa.
- T-tu ... lo hai sentito, vero? Te lo ha raccontato lui? Conosci questo tipo con cui si vede? -
- Oh, Dylan ... certo che lo conosco, ed anche molto bene, ma proprio per questo motivo Nikolaj si è guardato dal raccontarmi la verità dei fatti ... siamo stati raggirati, io e te ... - non capiva, in fin dei conti come avrebbe potuto immaginare lo spesso strato di melma che ricopriva quello che doveva essere stato un fidanzato modello prima di quel momento?
- Non capisco ... che cosa vuoi dire? Dimmi soltanto chi è ... -
Mi alzai da lì, lasciando i soldi sul tavolo, Dylan fece lo stesso, sapevo che era pronto a seguirmi anche in capo al mondo pur di ottenere quella risposta, ma non era necessario. Mi avvicinai al suo orecchio ed in un sussurro feci quello per cui ero andato lì.
- E' mio fratello Matt. Il tuo ragazzo vuole lasciarti per poter stare con suo nipote. -
Orrore. Dylan era incredulo, il suo viso una maschera di emozioni troppo forti da poter essere gestite – N-no ... impossibile ... Nik n-non ... -
- Credimi, è così. E credimi, tu puoi cambiare le cose. - non aggiunsi altro, andai via da lì, lasciando Dylan a combattere contro i terribili demoni che gli avevo appena sguinzagliato dietro. Sarebbe stato meglio per lui trovare un modo per risolvere quella situazione, altrimenti sarei dovuto subentrare io ed a quel punto i miei rapporti con Matt ne avrebbero risentito davvero ed inesorabilmente.
Eppure sarei stato disposto anche a quello, prima o poi avrebbe capito, mi avrebbe perdonato. Non avrei permesso alla maledizione dei Wayright di portare a fondo anche mio fratello, l'avrei salvato dalla miserabile esistenza che gli si sarebbe abbattuta addosso. Non avrebbe sofferto per un amore per cui non valeva la pena combattere. Matt avrebbe avuto degli anni felici, non avrebbe seguito le orme dei cugini o del fratello, lo avrei protetto con ogni arma a mia disposizione.
Mi incamminai verso casa con quei pensieri cupi, sperando che Dylan avesse trovato il coraggio di affrontare Nik per porre fine a quel terribile follia.
TYLER
Avevamo deciso di fermarci per qualche ora nei dintorni di Los Angeles, essendo tutti e due troppo sbronzi per metterci alla guida e tornare a casa prima dell'alba. Chris aveva trovato una zona isolata verso la spiaggia, poi aveva spento il motore e senza aggiungere nulla si era arrampicato sul tettuccio dell'auto.
Il cielo era luminoso davvero stavolta, le luci della città erano abbastanza lontane da fornirci uno scenario perfetto, le ultime stelle stavano lasciando il posto al bagliore purpureo dell'alba in lontananza. Il metallo caldo dell'auto sotto le mie spalle mi rilassava, così come il capo di Wayright sulla mia spalla, mi mossi appena, stiracchiando ulteriormente le gambe e voltandomi verso di lui.
Lo baciai, gustando il sapore delle sue labbra, crogiolandomi nel calore assoluto del suo corpo adesso disteso sul mio.
- Mi rifiuto di tornare alla normalità - sussurrò quando si sciolse dal nostro bacio, poi sospirò e si appoggiò di nuovo a me – non voglio che tutto questo finisca ... -
Risi appena – Per te questa è quasi una certezza, vero? -
Lo sguardo di Wayright fu di nuovo sul mio viso, mi ritrovai ad allungare la mano sui suoi capelli quasi senza rendermene conto, sfiorandoli e passandomeli tra le dita.
- Potrebbe essere diverso, no? - ricambiai l'occhiata, incuriosito da ciò che stava cercando di dirmi adesso – insomma, potremmo continuare così per un anno, quanto può essere complicato? In fondo siamo anche vicini di casa, potremmo vederci senza dare nell'occhio e poi, una volta finita la scuola, ce ne andremo lontano da qui, frequenteremo un College dove saremo dei perfetti sconosciuti per tutti. Nessuno ti giudicherebbe, non saprebbero neppure chi siamo . -
- Non è questo il punto, Wayright, ancora non capisci? - vidi la frustrazione prendere possesso del suo viso – non è soltanto il giudizio degli altri il problema ... quello che sono adesso è qualcosa che non riesco ad accettare io prima di ogni altra persona. -
Chris scosse la testa, incurante – Ci riuscirai prima o poi, non c'è altra via, no? Cosa vuoi fare? Nasconderti per sempre? Fingere che niente sia cambiato? Non puoi vivere una vita del genere, perché sarebbe più simile ad un incubo. -
Cercai di non badare a quelle parole, di non pensare a quanto senso avessero. Perché ci ritrovavamo sempre a parlare dei miei problemi? Perché non potevamo semplicemente tacere e guardare le stelle almeno per una notte?
- Non ti lascerò perdere. - aggiunse Chris con una strana nota cupa nella voce – non esiste, so che non è quello che vuoi. Hai soltanto bisogno di uno sprone, non ti starò addosso, ma non posso neanche lasciarti incasinare la tua vita. -
- Ah, davvero? - mi venne da ridere dal nervoso – ma Chris, non lo hai ancora capito? La mia vita ha iniziato ad incasinarsi nel momento stesso in cui sei entrato in scena tu ... -
- Sarebbe successo comunque prima o poi, è successo con me, ma sarebbe potuto accadere con chiunque, lo sai anche tu, Bradbury. - sbuffò lui, ancora decisamente affranto. Lo lasciai stendersi su di me ed affondare il suo viso sul mio petto. Inspirò forte, le sue mani stringevano un lembo della mia camicia adesso stropicciata. Nonostante tutto mi resi conto che non avevo mai smesso di accarezzarlo, il mio istinto agiva sempre prima della mia ragione, purtroppo.
- Non preoccupiamoci per adesso, ok? - le mie parole dovettero sorprenderlo perché per un attimo tutto ciò che vidi sul suo volto fu un accenno di perplessità, tuttavia ben presto la confusione fece posto ad un sorriso appena accennato.
- Detto da te che non fai altro che rimuginarci sopra ogni istante della tua vita fa proprio ridere ... - sospirò lui – beh, personalmente mi sono rotto le palle di aver paura di farmi male, è già troppo tardi per pormi dei problemi simili. Mi hai già fatto male e me ne farai ancora.
- Non deve essere necessariamente così ... -
Chris mi fulminò con lo sguardo – Ah, no? E come dovrebbe essere? Andiamo, Tyler, è così che funziona con te, lo sappiamo tutti e due. Meglio non pensarci affatto alle conseguenze. E' come prima di un salto nel vuoto, non serve a niente preoccuparsi di cosa accadrebbe dopo, bisogna solo saltare e io l'ho fatto. -
- Ti sfracellerai contro una roccia, Wayright – lo avvertii come se ce ne fosse davvero bisogno. Aveva preso la sua scelta molto tempo prima, lui almeno l'aveva fatto quel salto. Ed io? No, io ero ancora in cima, sullo strapiombo, a guardare in basso e tremare, senza riuscire a decidermi se fosse più saggio tornare indietro o lasciarmi semplicemente andare. No, non era una scelta sensata quella a cui davo la caccia, io avevo soltanto bisogno di quella più facile. E purtroppo non esisteva.
- Sono i rischi del mestiere questi ... o forse dovrei chiamarli i rischi dell'essere nato con un dna dannatamente perdente – rise ancora, sembrava meno agitato adesso, lasciai che mi baciasse – non mi importa di sfracellarmi, Tyler, tutto ciò che conta è questo. - sussurrò dopo essersi staccato dalle mie labbra.
- Questo? A cosa ti riferisci? A noi due? Non devi contare su questo, Wayright. -
- Dovresti badare agli affari tuoi, Bradbury, davvero. Credi che sia stupido? La tua non è soltanto una mera attrazione fisica verso di me. - disse con una sicurezza nella voce che mi lasciò basito. I suoi occhi grandi e chiari mi fissavano senza neanche una punta di dubbio.
- Come fai ad esserne così sicuro? -
- Non avresti messo in discussione il tuo intero mondo per una semplice attrazione fisica, ti saresti trattenuto, anche tu ci riesci quando vuoi. -
- Credi che non ci abbia provato? - ribattei sollevando un sopracciglio.
- Non ci sei riuscito proprio perché siamo andati oltre alla semplice attrazione, Tyler. Scommetto che c'è qualcosa che ti piace di me, andando oltre l'aspetto fisico, intendo. -
Mi venne da ridere – Non contarci troppo, Wayright – poi finsi di pensarci un attimo su – in effetti hai ragione, mi piace quando taci ed eviti di portarmi in locali ambigui come quello di prima! -
Chris mi diede un colpetto sul braccio, si mosse un po' su di me, incastrandomi ulteriormente tra il tetto dell'auto e il suo corpo – Invece credo proprio che sia il mio fantastico favellare ad averti così inesorabilmente attratto a me! -
- Il tuo che? - chiesi confuso.
- A volte dimentico di avere a che fare con uno che conosce al massimo una decina di parole, tra cui la metà sono essenzialmente imprecazioni – commentò storcendo il naso.
Stavolta fu il mio turno di colpirlo, lo spinsi via, per poco non cadde dal tettuccio. Chris urlò, a quel lo attirai di nuovo a me, impedendogli di scivolare di lato.
- Ma sei idiota? Mi stavi facendo ammazzare! -
- Te lo saresti meritato, saputello di un frocio del cazzo. - commentai, inacidito guadagnandomi di rimando una risata da parte sua – e forza, sentiamo, visto che mi dipingi come un primate ... -
- Non ho mai detto questo, non ho mai voluto offendere le scimmie. -
- Taci – gli premetti la mano contro le labbra, facendolo zittire immediatamente – quindi per quale cazzo di motivo continui a girarmi intorno dal momento che sono privo di quelle qualità che apprezzi in una persona? -
Gli permisi di parlare, allontanando la mia mano dalla sua bocca, Chris riprese respiro, i suoi occhi erano ancora pieni di ilarità però, così come dovevano esserlo i miei.
- Io me lo sono chiesto, a differenza tua – ecco la frecciatina, pensai, ruotando gli occhi per l'esasperazione – e alla fine ho capito che ti trovo adorabile nonostante tu sia una merda patentata. -
- Oh, ma non mi dire ... c'era anche un complimento sotto quella montagna di insulti? - ci ritrovammo a ridere come due idioti.
- Non capisci? Ho detto che ti trovo adorabile nonostante sappia quello che sei ... -
- E questo fa di te il coglione che ho sempre creduto che fossi. - commentai smorzando sul nascere ogni suo tentativo di ribellarsi a quelle parole, in realtà Chris non fece nulla, si adagiò sul mio petto ancora con quel sorriso impresso sul volto – che hai da ridere? -
- Mi piace quando mi lanci quelle occhiatacce incazzate, mi piace quando sorridi, non so se ci hai mai fatto caso, ma non posso fare a meno che rimanere a fissarti, del tutto perso. E' così raro vedere un sorriso spontaneo sul tuo viso ... questo lo rende meraviglioso.
Ero imbarazzato, mi ritrovai a guardarmi intorno, incerto sul da farsi. Non volevo guardarlo, sapevo che lui lo stava facendo, studiava ogni mia mossa, ogni espressione del mio volto, era pronto ad analizzarla.
- Voglio dormire con te, Ty ... -
- Lo facciamo anche troppo spesso per i miei gusti. - commentai ancora stordito da quelle parole.
- Intendo proprio dormire, dormire e basta ... nello stesso letto. Voglio farlo prima che finisca l'estate ... -
Ci guardammo, c'era attesa nel suo sguardo, nel mio non avrei saputo dirlo. Confusione? Perché continuava a chiedere sempre di più?
- Dovrei accontentarmi di quello che ho, è vero? - chiese, affranto – ma non posso fare a meno di tentare comunque a smuoverti ... -
- Domani Rachel e mia madre saranno via, il tipo con cui si frequenta mia madre vuole portarle a visitare la sua città ... passeranno la giornata a casa sua. - dissi senza sapere perché lo avevo fatto. Gli avevo appena dato il mio ok?
- Non stai scherzando? - chiese timoroso.
Sbuffai, estenuato – Wayright, perché continui a rompere? Hai appena avuto quello che vuoi. Goditi il momento e smettila di fare domande, porca puttana. - me lo scostai di dosso in malo modo, ero incazzato ... più con me che con lui a dire il vero.
Cedevo terreno, giorno dopo giorno mi ritrovavo a cedere sempre un pezzetto in più della volta precedente. Dove sarei arrivato se avessi continuato in quel modo? Ad andarmene in giro con lui per South Gate mano nella mano? A portargli un fottuto vassoio con la colazione a letto? Quella possibilità mi fece rabbrividire. No, non sarebbe mai successo, neanche dopo una lobotomia con i fiocchi.
Mi alzai da lì, saltando giù un attimo dopo – Andiamo, hai smaltito la sbronza, puoi guidare adesso. - Chris mi seguì senza aggiungere altro.
Il viaggio di ritorno fu silenzioso, nessuno dei due era in vena di parlare. Raggiungemmo il nostro quartiere ormai a mattinata inoltrata, così Chris parcheggiò davanti casa.
- Quindi ci vediamo stasera? - mi chiese tra uno sbadiglio e l'altro.
- Sì, ti chiamo io. - per un attimo il mio corpo stava agendo oltre il buonsenso, spinto dall'istinto, ci stavamo avvicinando entrambi, pronti a darci un bacio di commiato, fortunatamente ci fermammo in tempo. Chris rise appena ed abbassò lo sguardo, io ero sempre più furente con quella nuova modalità di me.
- A dopo. -
Lasciai l'auto e mi diressi impettito verso casa. Era assurdo, che cosa diavolo stavo facendo? Errori su errori, Tyler, mi avvertì la vocina saggia dentro di me, un enorme casino di portata immane. Bravo, portatelo pure in casa, dormici insieme ...
- Come siamo mattinieri. - scherzò Rachel non appena mi vide entrare in salotto, sperai soltanto che anche lei non si mettesse a infierire.
- Quando andate via? - le chiesi seccamente.
- Perché? Non ci vuoi tra i piedi per caso? - sghignazzò maliziosamente. Avrei voluto pestarla, se solo non fosse stata femmina ...
- Tranquillo, dopo pranzo andremo via! Però rispondi alle telefonate ... non fare stare mamma in pensiero. Stanotte non ha chiuso occhio ... -
- Sì, sì ... va bene. - dissi sbadigliando.
- Passi parecchio tempo con lui di recente ... non è che ti stai dimenticando di me? -
Quella domanda mi sorprese, guardai Rachel e capii che la sua battuta era qualcosa in più in realtà
- Smettila, sei mia sorella -
- Già ... -
Non avevo voglia di affrontare nessun tipo di conversazione impegnativa, ero troppo stanco per farmi tartassare anche da Rachel, alla fine andai direttamente a letto senza smettere di pensare a cosa sarebbe successo più tardi, quando la casa si sarebbe svuotata.
NIKOLAJ
Era quello il giorno tanto atteso, da quando mi ero svegliato quella mattina ero consapevole del fatto che non sarei potuto tornare indietro e nemmeno lo volevo. Avevo approfittato dell'invito che Maurice aveva proposto alla famiglia per avere la casa libera e parlare con calma e privacy con Dylan. I miei fratelli erano andati a passare la giornata sulla sua barca, Celine e Debby si erano uniti a loro, Wes era uscito con Kevin con tutta probabilità e Seth si era chiuso in camera alle prese con il lavoro da presentare all'accademia. Di Chris non avevo alcuna notizia, mentre Matt era con me, teso anche lui per ciò che stava succedendo.
Quando sentimmo il campanello suonare i nostri occhi si incrociarono in una preghiera muta. A quel punto ci alzammo e lui andò ad aspettarmi in camera come avevamo stabilito, io, invece, scesi di sotto ed aprii la porta. Il viso di Dylan era teso quanto il mio, aveva intuito che le cose non andavano e a quanto sembrava la prospettiva di parlarne non doveva allettarlo. Mi seguì in silenzio fino al piano di sopra e ci chiudemmo in camera mia.
Non sapevo francamente da dove cominciare e lui non osò dire niente finché alla fine mi decisi.
- Dylan .... So che di recente mi sono comportato in modo strano ... - articolai a fatica – e so che te ne sei reso conto e che tutto questo ti ha ferito ... sono stato distante ... -
- Quello che mi ferisce davvero è che tu non me ne abbia parlato affatto ...- mi interruppe all'istante – mi hai trattato come un estraneo ... nascondendomi delle cose, per questo sono qui adesso ... ti sto dando la possibilità di dirmi la verità fino in fondo ... -
Deglutii – non avrei mai voluto dirti delle cose come queste ... non credevo che questo giorno potesse mai arrivare, sono sincero – raccolsi tutto il coraggio che avevo – io ... ho conosciuto un altro e ho provato a battermi con questi sentimenti ma ... ho perso, ogni giorno, pensavo a te e mi reputavo un verme, perché sei la persona a cui voglio più bene al mondo ma mi sono reso conto che non è più amore –
Ero mortificato e questo era chiaramente visibile dal mio volto, quello di Dylan era una lastra di granito, quasi cereo – lo conosco? – chiese con un filo di voce.
A quel punto distolsi lo sguardo da lui, era doloroso infierire ancora, mentire ancora, ma la verità era troppo rischiosa, troppo compromettente, troppo devastante.
- No – mormorai – è uno della zona ... -
A quel punto non mise in pratica nessuna delle reazioni che mi sarei aspettato, si alzò in piedi senza dire una parola. Era rigido e profondamente ferito, si mosse verso la porta ed uscì in corridoio, io lo seguii e poi vidi qualcosa che mi lasciò basito, aprì di colpo la camera di Matt piombando all'interno. Io mi precipitai dietro di lui e vidi Matt sconvolto che ci fissava senza capire, gli occhi di Dylan erano infuocati.
- Quindi mi stai dicendo che lui non c'entra?! – sbottò all'improvviso.
Vidi Matt totalmente spiazzato, quanto lo ero io – di che parli? – chiese tremante.
- Del fatto che il mio ragazzo mi sta mollando – urlò Dylan – e lo sta facendo per te bastardello malato! Perché tu lo hai traviato! –
- Dylan! – cercai di invitarlo alla calma ma non servì.
- Il mio Nik non avrebbe mai fatto una cosa del genere! È tutta colpa tua! Che gli hai fatto? Mi fai schifo –
- Dannazione smettila di urlare! – mi intromisi – non è colpa sua, non è colpa di nessuno ... è successo ... non avrei mai valuto che accadesse, che tu dovessi soffrire così –
- Sei disgustoso! – sbraitò allontanandosi da me – qual'era il tuo piano? Tenermi all'oscuro? Mollarmi e passare la tua vita con quel ragazzino? Devo essere davvero stato incomodo a spuntare qui così! Porca puttana, Nik! Credevo di valere di più! Di meritare la verità! Ed invece ecco che mi metti davanti altre menzogne ... io ti chiedo la verità e tu mi sputi in faccia! –
- Mi sembra ovvio il perché ti abbia mentito – risposi – andiamo Dylan, ti saresti mostrato forse comprensivo? –
- Beh di certo mi sarei sentito abbastanza importante da aver meritato una spiegazione ... invece non hai fatto altro che mentire in favore di questo stronzo! Che come una puttana si è infilato nel letto del mio ragazzo! – lo vidi scattare verso Matt – per rubarmi l'amore della mia vita! Ti sei scopato il tuo fottutto zio, bastardo! Sei stato tu! Te lo sei preso! Me lo hai rubato! –
Mi frapposi tra loro che sembravano pronti a farsi a pezzi, trattenni Dylan che continuava ad inveire mentre Matt era stanco di farsi accusare.
- Fanculo non è colpa mia! Lui lo vuole quanto me! Noi ci amiamo, non me ne frega un cazzo del tuo giudizio! Se lui ha scelto me evidentemente non ti ama più! –
- Sei un piccolo bastardo! – urlò ancora – in tutte queste settimane ...- adesso stava piangendo aggrappato alla mia spalla – come hai potuto non dirmi niente? Tutte quelle volte che ti ho chiesto come stessi .... Non sai ... non sai come mi sentivo, era come un dolore che mi stringeva il petto ... una tensione continua e credevo che venire qui l'avrebbe fermata ... ed invece ho solo trovato conferma delle mie paure -
A quel punto lo strinsi a me, era tutto quello che temevo, era proprio lì, Dylan in lacrime, Matt sconvolto, io dannatamente perduto. Doveva essere la maledizione di cui parlava Seth, la condanna dei Wayright, non sapevo come Dylan avesse scoperto tutto ma era evidente che le cose dovevano procedere nel peggiore del modi.
- Mi dispiace tanto Dylan ... avrei voluto dirtelo in tutti i modi ... in ogni momento pensavo a te e credimi farei di tutto per alleviare il tuo dolore .... Sarai sempre una delle persone più importanti per me. Mi hai sempre dato coraggio ... -
- Noi ... noi – singhiozzò – abbiamo fatto l'amore quella sera ... credevo che potessimo risolvere ... credevo che fosse solo la distanza ... ma ... tu ... -
Ad un tratto mi spinse via e uscì rapidamente dalla stanza, Matt mi guardò sgomento, gli occhi traboccanti di incertezza e timore, io lo invitai alla calma.
- Resta qui ... ti spiego tutto – gli dissi.
Poi corsi giù a raggiungere Dylan che se ne stava fermo sul portico, inspirava ed espirava profondamente mentre le lacrime ormai bagnavano il suo viso ed arrossavano i suoi occhi.
- Tutto questo non sta accadendo ... - mormorava fra sé e sé quasi in tralice.
Io gli andai vicino – Non avrei voluto fosse così, lo sai ... -
- Davvero? – si voltò verso di me con una strana luce negli occhi, quasi folle – e chi dice che deve andare così? –
- Dylan ... so che tu non lo reputi giusto o possibile ma quello che provo per Matt ... -
- No! - mi interruppe con un urlo rabbioso - È solo uno sbaglio! Un momento di debolezza che non si ripeterà mai più perché tu tornerai a casa con me! – il suo tono non ammetteva repliche – aspetterai la fine di Agosto, prenderai l'eredità e torneremo a casa insieme ... come una volta! –
- Non esiste più quello che avevamo Dylan ... – tentai di spiegargli.
- Zitto! So io cosa esiste e cosa no! Tu non mi lascerai per lui! Non te lo permetto! Non mi farai una cosa del genere ... io ...- mi fissò con uno sguardo spaventoso, privo di compassione o di incertezza – lo dirò ai tuoi fratelli! Se alla fine dell'estate non torni con me mi assicurerò che tu non sia neanche suo ... se non posso averti io ... nessuno ti avrà! Non lui!- sentenziò – vediamo come ti andrà la vita in prigione ... -
- Dylan ...- ero devastato e sconvolto – ti prego ... so che sei furioso .... So che mi odi ma –
- Odiarti? – rise istericamente – io non ti odio affatto! Ti sto salvando! Quando saremo a casa ci lasceremo tutto questo alle spalle! – si voltò e si incamminò verso il cancello – mi aspetto che tu faccia quello che devi o ci penserò io, Nikolaj. Non sto bluffando. –
Mi lasciò così, con i brividi in tutto il corpo ed un'altra decisione da prendere, anzi senza alcuna decisione da prendere. Avrebbe parlato, ne ero certo, la furia nelle sue parole era palese, era un uomo sconvolto e ferito, non c'era limite alle azioni che avrebbe potuto commettere una persona in quelle condizioni.
Rientrando in casa dovetti fare i conti con quello che era successo davanti a Matt, a quello che Dylan aveva detto sulla nostra notte insieme e sulla realtà che mi attendeva adesso. Sollevai gli occhi lungo le scale e vidi in cima Seth, mi stava fissando, lo sguardo severo, le braccia rigide lungo i fianchi, aveva sentito tutto.
- Ti avevo avvisato di essere prudente Nikolaj ... ti avevo detto che lui non avrebbe tollerato altre stronzate... il mio avvertimento è andato sprecato – sputò quelle parole con una severità ed un disprezzo palpabili.
Lui ... allora capii, era stata opera di Wes, lui lo sapeva e Seth a quanto sembrava se n'era accorto.
- Se lo sapevi ... perché non ci hai avvisati? – chiesi sgomento.
- Ho detto quello che andava detto a suo tempo ... l'ingranaggio si è messo in moto comunque , indipendentemente dai miei moniti ... la profezia si è compiuta, Wes sa, Dylan sa ... deponete le armi ... il sangue ha vinto– mi vennero i brividi nel sentire quelle parole – la maledizione ha colpito anche voi due, Matt conoscerà la sofferenza e anche tu hai davvero accolto l'eredità di un Wayright, sei uno di noi adesso. –
Lo vidi voltarsi e risalire le scale ... ero devastato, non avevo la forza di pensare, di rendermi conto di niente, il dolore dal mio petto si stava espandendo ad ogni lembo della mia pelle. Anche se Dylan alla fine non avesse parlato, anche se ci fosse stata un briciolo di speranza, avremmo dovuto fare i conti con Wes, lui non conosceva pietà.
- Ci deve essere un modo ...- mormorai prima che si allontanasse.
- Fa quello che ti dice ... hai perso questa guerra come tutti noi prima di te ... sforzati di andare avanti – mormorò – forse è proprio vero che non ci si può ribellare al destino inesorabile ... game over – poi sparì dalla mia vista.
Rimasi lì con quelle parole che mi vorticavano in testa, quelle di Seth, quelle di Wes, quelle di Dylan, il giudizio del mondo non sarebbe stato clemente con noi. Avevamo perso, Seth aveva ragione, ci eravamo battuti ma avevamo commesso degli errori che non ci sarebbero stati perdonati. Eravamo dei Wayright, lo eravamo fino in fondo e questo non poteva cambiare, questo significava tutto a quanto sembrava.
Sì, Seth aveva ragione. Ti amo Matt. Game Over.
ANGOLO AUTRICI:
Un nuovo capitolo succulento! Abbiamo visto attuarsi il piano di Wes ed anche osservare le conseguenze che la verità ha scatenato, cosa ne pensate? Voi cosa avreste fatto al posto di Nik, con un segreto tanto grande da mantenere, sareste andate avanti o condividete la sua decisione? Nel frattempo Chris mantiene la sua linea nei confronti di Tyler XD Ormai il legame fra questi due è innegabilmente stretto, tanche che persino Bradbury ha smesso di sottrarsi dall'universo Wayright, che ci sia una speranza? Non vediamo l'ora di sapere cosa ne pensate! Il tempo stringe ed i capitoli si assottigliano ;)
A presto!
BLACKSTEEL
oBm1SuXsu
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