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capitolo 87


SETH



" Non aspettatemi per cena"



Questo era il messaggio che mio fratello mi aveva mandato in risposta alle ripetute chiamate che gli avevo fatto. Tutti in casa non smettevano di chiedere di lui e la cosa cominciava a scocciarmi. Sospirai e sentii una risata provenire da dietro le mie spalle, Koll mi dedicò un sorriso divertito ed io lo fulminai.


- Piantala di gongolare! Dovrei riportare quel moccioso all'ordine, non sono il suo dannato segretario! – protestai.


- Su Seth! Non essere tanto rigido ... è un adolescente! – rincarò la dose – non fare la mammina pedante! –


Mi voltai stizzito – attento a te Koll! E poi da quanto ti piace impicciarti così degli affari della mia famiglia? A stare chiuso qui tutto il tempo stai diventando peggio di una vecchia pettegola! –


Lui mi afferrò i polsi stringendoli saldamente – ma io sono una vecchia pettegola ... e la tua famiglia è dannatamente interessante! Ecco da chi hai ereditato i tuoi casini –


Poi mi tirò verso di se e mi baciò, uno di quei baci intensi che mi dava sempre più spesso, stava tutto tornando dannatamente ordinario. Che ti prende Seth? Dove sono finiti i tuoi propositi? Non riuscirai mai a lasciartelo alle spalle o a ragionare lucidamente se giocate alla coppietta.


- Che succede? – disse staccandosi e puntando gli occhi nei miei, mi scrutò per un secondo – ha a che fare col fatto che non mi hai più detto di andarmene? –


Il mio cuore perse un battito, lo aveva fatto di nuovo, mi aveva letto dentro – io ... tu ... in effetti non te ne sei andato ... -


Quello rise – non mi hai più ripetuto che mi avresti buttato fuori, ho supposto che potessi restare – rispose semplicemente.


Sospirai e poggiai la fronte sulla sua spalla – devi andare Koll ... lo sai anche tu, se continui a restare qualcuno prima o poi si accorgerà della tua presenza ... - mormorai – non posso continuare ad accampare scuse per non far entrare nessuno qui, se ti trovassero dovremmo spiegare troppe cose e saresti tu il primo a rimetterci –


- Lo so ...- fece una pausa e mi accarezzò la schiena – anche se me ne vado ... non vuol dire che mollo la presa su di te, lo sai ... -


- Sei tornato per farmi tuo – dissi – lo hai chiarito bene -


- E che ne pensi al riguardo ? – c'era un po' di nervosismo nella sua voce.


- Penso che tu non meriti niente – dissi schietto – penso che sia Dominik a meritarsi tutto quanto, penso che tutti avrebbero a che pretendere da me tranne te ... - il suo viso era duro adesso, marmoreo – ma se c'è una cosa che ho imparato in questo periodo è che sono solo, Koll ... era qualcosa che mi rifiutavo di credere. Io sono solo e devo smettere di eleggere qualcun altro a mio salvatore ... devo tenermi insieme da solo e capire ... cosa voglio io ... perché conosco a memoria tutti coloro che mi stanno intorno ed ora voglio scoprire cosa desidero io –


Si spostò appena – per capirlo suppongo vorrai il tuo spazio ... -


Io abbassai lo sguardo, lo vidi amareggiato ma contemporaneamente non c'era risentimento nei miei confronti, mi accarezzava il braccio leggermente con nostalgia, sapevamo entrambi che era giusto così.


- Non voglio che tu abbia dubbi o ripensamenti – disse – che tu ti senta forzato a scegliere ... o che debba rimpiangere qualcosa ... sarò lì appena sarai pronto ed appena avrai deciso sarò pronto a stare con te fino alla mia morte o sparire per sempre –


- Grazie – sussurrai.


- Prendo la mia roba ... andrò via quando sono tutti in sala da pranzo ... -


- Ho il turno al Pub stasera – gli ricordai, lui sorrise.


- Lo so, ricordo i tuoi orari ... se hai bisogno di me, chiamami –


Io annuii.



Quando arrivai al locale la sera mi ritrovai la faccia del mio migliore amico osservarmi intensamente, mi stava studiando con attenzione, cercava di essere discreto ma stava facendo un pessimo lavoro fino a quel momento.


- Hai qualcosa da chiedermi? – mormorai alla fine sorridendo.


Lui parve in imbarazzo – beh ... come vanno le cose? –


- Sto mettendo ordine sul serio ... voglio ragionare un po' con me stesso prima di scegliere ... non voglio più cadere preda dei miei istinti, chiunque sceglierò sarà per me stesso e non evitare di far soffrire qualcuno. –


Il suo volto era pieno di stupore – beh ... sono felice che tu ci sia arrivato ... l'importante è la tua felicità, non devi compiacere nessuno ... -


- E' andato a stare da un'altra parte ... voglio capire come sto da solo ... come mi sento se scegliessi volontariamente di separarmi da lui ...- precisai per rispondere alle domande rimaste latenti.


- Non ha a che fare con il tuo occhio nero spero ... - buttò lì con tono preoccupato.


- No – risi – questo me lo ha fatto Jack – lo informai tranquillo, Byron parve sconvolto.


- Scherzi? Quel bastardo! –


- Tranquillo giocava solo a fare il maschio alpha ... come se Dominik fosse un bambino di scuola elementare che ha bisogno che papino gli risolva i problemi – continuai.


- Un po' lo pensi, vero? – chiese quello ridendo sotto i baffi – che Dominik sia un ragazzino ... si vede quando lo guardi ... ti comporti con lui come se volessi tenerlo al sicuro, come si fa con i bambini, come se fossi una balia ... -


Risi, si era in parte questa la realtà, Dominik era così ingenuo ed insicuro che alle volte sembrava davvero un bambino, persino quel suo atteggiamento possessivo, somigliava più allo scalpitare di un bambino capriccioso che al desiderio di un uomo. Ad un tratto l'ingresso di una persona a me nota mise a tacere quei pensieri, Wes si diresse verso di me e si sedette al bancone con sguardo severo. Non disse nulla si limitò ad occupare quel posto. Io riempii un bicchiere e glielo porsi, conoscevo bene quella faccia, poteva significare soltanto guai in arrivo.


- Wes ...- mormorai.


- Non dire niente .... – disse in un sussurro tagliente – cazzo, non dire niente ... -


- Che ti prende? Tutto bene? Kevin? –



- Non si tratta di lui – rispose lapidario – quel figlio di puttana ... quella lurida merda ... credono che io sia stupido forse? Che non abbia immaginato cosa ci sia sotto? –


Rimasi impietrito a quel punto, avevo capito a cosa stesse alludendo e maledii anche io quel povero idiota, Nikolaj dannazione, è così che stai attento?


- Cos'è successo? –


- Non hanno smesso ... - rispose acido – e sai cosa vado a sentire mentre torno in camera mia? Che lui non solo sta con quel Dylan! No! Ma ha intenzione di mollarlo per assecondare questa sorta di fantasia perversa! Intende stare con Matt di nascosto! Per fottere la vita di mio fratello per sempre! –

- Wes ... -


- Non dirmi Wes! Dannazione Seth, tu lo sapevi e non mi hai riferito un cazzo! È una cosa seria e sono stato chiaro con loro! L'avevano passata liscia, avevo deciso di dare il beneficio del dubbio a Matt ... ma invece sai cosa succede? Succede che passo per il corridoio e sento mio fratello borbottare parole sdolcinate mentre quel verme se lo scopa! Evidentemente non sono stato convincente! – ringhiò.


- Matt è abbastanza grande da decidere da solo – tentai di dissuaderlo.


- Non capisci niente ... non dipende da lui ... questa è la dannata maledizione della famiglia! I Wayright sono destinati a soffrire! A struggersi e nessuno può sottrarsi ... nè io ... nè tu ... nè Chris! Cazzo nemmeno Debby si sottrarrà! E questo è il turno di Matt ... non capisci? Io non voglio vedere mio fratello a pezzi – disse accorato – non voglio vederlo annegare, non voglio che lui passi l'inferno che noi abbiamo patito e con Nikolaj è quello che accadrà ... è nostro zio! Come pensi che finirà questa storia, Seth? Questo è il dannato destino che si presenta a riscuotere –


- E cosa avresti in mente di fare? - chiesi rassegnato.


- Quello che serve ... quello che è giusto – rispose poi buttò giù il bicchiere e si sollevò, gettò i soldi sul tavolo e sparì.



Sospirai, la maledizione dei Wayright? Sì, doveva trattarsi di quello, ma di certo Wes in questo modo non la stava evitando, anzi, stava facendo il suo volere. Potevo quasi vedere la falce pronta a mietere vittime, persone che non si sarebbero più riprese, che non sarebbero state più le stesse.



Quando tornai a casa quella sera ed aprii la porta della mia stanza la ritrovai vuota, aveva mantenuto la promessa, era andato via. Un nodo mi si strinse nello stomaco ma cercai di non pensarci, mi spogliai e mi misi al letto. Mi strinsi nel lenzuolo gelido e chiusi gli occhi, pensando e ripensando a quello che accadeva intorno a me e dentro di me. Pensai alla sensazione della pelle di Dominik a contatto con la mia, pensavo alla bocca di Koll e alle sue braccia intorno a me, pensavo alla prospettiva di non avere più niente di tutto questo. Era una famiglia complicata e misteriosa la nostra, Koll aveva ragione, una famiglia segnata che a stento riconosceva il giusto dallo sbagliato, che confondeva amore ed egoismo. Era tempo che tutti noi comprendessimo qualcosa in più su noi stessi e sugli altri, chi non era pronto ad accettare ciò che non capiva avrebbe sempre mantenuto viva la maledizione di famiglia. Matt avrebbe sentito su di se il peso della sofferenza, perché qualunque tipo di amore, persino quello fraterno, è profondamente egoista. La fine era prossima, sia di quell'estate che di quella parentesi folle in cui Richard ci aveva trascinati, chi avrebbe avuto la forza di rialzarsi? Era la domanda. A quale prezzo avremmo fatto il bene delle persone che amavamo ... e soprattutto, cos'era il bene a quel punto?


CHRIS

- Eccoci arrivati! - esclamai, felice. Allora quel posto esisteva veramente, pensai tra me e me, soddisfatto della buona riuscita del mio piano, almeno fino a quel momento.

Tyler smontò dall'auto un attimo dopo, lo vidi arricciare appena il naso e socchiudere gli occhi. Avevamo iniziato a bere molto presto quel pomeriggio, avevamo scoperto che entrambi ci sopportavamo di gran lunga di più quando i nostri sensi erano ottenebrati dall'alcohol, quindi una birra aveva tirato l'altra. – Che cazzo di posto è questo? -

- Un locale! Solo un locale alla moda, caro vicino sospettoso. - dissi cercando di mettere la parole al posto giusto. Ovviamente gli avevo appena rifilato una cazzata colossale, ma sapevo anche che quello era l'unico modo per poterlo attirare in un luogo del genere.

Santo Wes e le sue conoscenze strane, mi dissi, mentre mi aggrappavo al braccio di Tyler e lo costringevo ad incamminarsi insieme a me verso la fila di gente che accalcava l'entrata.

- Ne sei sicuro? - Tyler si guardava intorno confusamente, presto avrebbe notato il tipo in minigonna e autoreggenti che ci stava accanto ed io non potevo permetterlo, non prima di averlo condotto lì dentro con l'inganno almeno, così mi aggrappai a lui facendolo ruotare di quaranta gradi dall'altra parte – ma che cazzo ti prende? -

- Guarda il cielo ... guarda quante stelle ... - dissi con una punta di romanticismo che lo sconvolse.

- Che cazzo dici, siamo a Los Angeles, con tutte queste luci non si vede un cazzo, Wayright. - commentò lui, confuso.

- Guarda meglio! -

Tyler mi stava assecondando, sollevò appena il viso ed io rimasi immobile, a contemplare la perfezione di ogni suo tratto come se l'avessi visto per la prima volta soltanto in quell'istante. Era bello, di una bellezza che mi lasciava senza fiato, avrei voluto trascorrere l'eternità a fissarlo, sapevo che non mi sarei mai stancato di farlo. Ne ero praticamente ossessionato ormai.

- Sarà ... io continuo a non vedere niente. - era stranito – senti, come hai detto che si chiama questo locale? C'è qualcosa di strano ... -

- Ma no, è la tua impressione, sei stanco, hai dormito poco. Su, vieni. - dissi, trascinandomelo dietro per farlo avanzare più velocemente verso i buttafuori all'entrata.

Fu soltanto un attimo, Tyler si voltò come un fulmine, fece un balzo in avanti mentre i suoi occhi incontravano quelli ammiccanti di un ragazzo biondo, truccato di tutto punto – Mi hai toccato il culo!!! Porca puttana, ma che cazzo ... - era incredulo mentre l'altro sorrideva appena e avanzava verso di noi, ammaliante.

- Ciao carino ... - poi diede una gomitata all'amico – hai visto che avevo ragione? Non ha soltanto un bel culo, è proprio bello tutto. -

Tyler rimase pietrificato, le labbra dischiuse e l'aria di uno che era appena stato travolto da un treno ... non lo avevo mai visto rimanerci tanto di merda prima. Mi ripresi anch'io e soffocando le risate agii precedendo tutti quanti, gli afferrai le mani con forza mani e velocemente lo spinsi in avanti, cercando di smuoverlo da quella posa da mastino che aveva assunto. Maschio Alpha, ecco cosa emanava ogni suo poro.

- Wayright, dove cazzo mi hai portato? Giuro che stavolta ti lascio sulla sedia a rotelle! E tu!!!! Tu non ridere, porca puttana! Con te non è finita, hai capito? Brutto frocio del cazzo!!!! Ti prendo! Ti troverò, hai capito?? Ti spacco il culo!!! - gli puntò un dito contro, fomentato ulteriormente dalle risate dei due tipi.

- Lo spero proprio, bel fusto. Ci si becca dentro, eh? -

L'ultima scena che vidi prima di venir risucchiato dal caos più totale di quel luogo fu il sorriso soddisfatto sulle labbra del biondo. Poi Tyler mi fu letteralmente addosso, mi strinse forte le spalle, stava urlando di brutto, ma la musica era così forte da impedirmi di sentire le sue minacce di morte. Il fumo ci avvolse, per forza di cose ci ritrovammo ad avanzare all'interno sempre più velocemente mentre gente di ogni tipo ci passava accanto.

Ok, forse avevo esagerato, pensai, dando velocemente un'occhiata sommaria in giro, Wes mi aveva descritto quel posto come un locale carino per coppie gay ... non avrei dovuto fidarmi, in effetti. Sembrava più un baccanale per gente strana, molto strana. Ero stato un idiota a fidarmi di mio cugino, dopotutto lo conoscevo abbastanza bene da sapere quanto fosse particolare la sua definizione di "carino".

Tyler stava fumando rabbia da ogni poro, potevo sentirlo bollire toccando soltanto un lembo della sua canottiera. Ci ritrovammo appiattiti contro un gruppo di gente che si dimenava sulle note di closer dei Nin inch nails. Tyler non ce la fece più ad avanzare, mi bloccò il viso con il volto ma non c'era dolcezza in quel gesto, poi mi urlò direttamente sul timpano.

- DOVE CAZZO SIAMO FINITI, WAYRIGHT? DIMMI DOVE CAZZO MI HAI PORTATO!!! -

Mi avvicinai al suo orecchio con l'altro timpano indolenzito – NON CREDEVO FOSSE COSI'. WES AVEVA DETTO CHE ERA UN POSTO CARINO ... -

Adesso mi ammazza, pensai, facendomi più piccolo – POSTO CARINO? SEMBRA LA VERSIONE FIN TROPPO REALISTICA DI UN ROMANZO DI DE SADE QUESTO!!!! -

- NON TI FACEVO COSI' ACCULTURATO, BRADBURY! - risi, ma di rimando mi beccai una sua manata contro il petto che mi fece piegare dal dolore per un attimo – MA PERCHE' NON TI CALMI UN ATTIMO ADESSO? - urlai incazzato.

- CALMARMI??? CALMARMI? IO TI AMMAZZO. ME NE VADO! -

- DAI, NON VEDI CHE C'E' UNA CALCA ASSURDA AL MOMENTO? ANDIAMO A BERE QUALCOSA! LI' SOTTO SI STA MEGLIO, LA MUSICA E' PIU' BASSA. -

- NON E' LA MUSICA CHE MI PREOCCUPA ... - seguii il suo sguardo, alcuni tipi a poco più di un metro da noi ci stavano salutando, il più giovane doveva avere circa cinquant'anni – ADESSO VADO LI' E GLI SPACCO IL CULO. TE LO GIURO. -

- TYLER, SPACCARE IL CULO NON E' LA FRASE PIU' ADATTA IN UN POSTO DEL GENERE, ANCHE PRIMA ... TE LO VOLEVO FARE NOTARE. -

Avrei dovuto tacere, pensai, ma non ce l'avevo fatta, non riuscivo a frenare le mie risate mentre fissavo il volto sempre più indignato di Tyler. Alla fine fu lui stesso a trascinarmi lontano dalla pista, diretto alla zona dei privè con il suo solito passo da macho che attirava un sacco di occhiate ambigue a cui cercava di non badare, ovviamente senza riuscirci. Lo vidi scuotere appena la testa, non lo avevo mai visto così tanto in difficoltà in vita mia.

- Voi due, avete prenotato? - un tipo alto e grosso ci si parò davanti, bloccandoci il passaggio.

Tyler mi fulminò con lo sguardo, io dovetti scuotere il capo – Emh, non per un privé. -

- Allora non potete passare, mi dispiace. -

- Andiamo, possiamo pagare. Quanto volete? - Tyler stava sudando freddo.

- No, non è possibile, tutti i tavoli sono stati prenotati, quindi non accettiamo più prenotazioni. -

- E invece voi li accettate, perché io non ci torno in quel bordello, va bene? - Tyler aveva assunto la sua posa aggressiva e ciò significava che le cose si sarebbero messe male. L'uomo ci fissò con un cipiglio minaccioso.

- Perché? Fammi capire, altrimenti cosa intendi fare? -

- Intendo spaccarti ... emh, intendo prenderti a calci fino a quando non avrai tirato fuori un fottuto tavolo per me, va bene? -

- Ah, davvero? Un ragazzino che probabilmente non ha neanche raggiunto la maggiore età e non potrebbe neanche trovarsi qui viene a minacciare me! -

- Sarebbe il mio sogno non trovarmi qui, idiota! -

- Tyler, ti prego ... - l'uomo stava chiamando qualcuno, ero nel panico più totale adesso, mi voltai alla mia destra, pronto al peggio, ma poi mi ritrovai davanti un volto conosciuto – Martin? -

L'amico strambo di Scott mi illuminò con un enorme sorriso – Lewis! Ma che piacere averti qui ... non mi aspettavo di vederti a Los Angeles ... c'è qualche problema? - chiese un attimo dopo rivolto all'omaccione davanti a noi.

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- Capo, questi due stanno facendo casino. Continuano ad insistere nel voler un tavolo ma non ce ne sono. -

- Per Lewis ed il suo avvenente amico ne troveremo uno, Don. Non disperare. -

L'incredulità più totale ci avvolse tutti, ma nessuno ebbe niente da ridere, perfino Tyler rimase immobile, come pietrificato.

- Certo ... in questo caso ... - rispose l'uomo con un pizzico di imbarazzo.

- Venite, seguitemi. Vi porto in un posticino speciale! - Martin era perfino più assurdo del solito, pensai, mentre i miei occhi ricadevano per forza di cose sui suoi pantaloni di pelle bucherellati ovunque, ma la componente più inquietante era quella sorta di camicia a rete nera che lasciava ben poco all'immaginazione purtroppo. Ed il corpo di Martin non era assolutamente un bel vedere – un posticino romantico e soprattutto lontano da occhiate indiscrete, se sai cosa intendo! A proposito, dove hai lasciato Scott? Guai in paradiso? - mi chiese un attimo dopo sempre ammiccando.

- Emh, sì ... più o meno ... - biascicai, nell'imbarazzo più totale.

- Tranquillo, io ho le labbra cucite. So che Scott a volte è piuttosto pedante, beh, tu lo saprai meglio di me visto che lo frequenti da anni. Sarà per via della sua professione. Capisco che tu possa cercare svaghi diversi, insomma, voi due avete esigenze diverse, considerando il divario di età che intercorre tra di voi ... - Tyler mi stava fissando con un'espressione allibita sul volto, gli feci segno di tacere – ad ogni modo ... - avanzammo ancora, perdendoci in un dedalo di angoli e piccoli corridoi bui che cominciavano a sembrarmi tutti uguali- io qui non vi ho visto! Divertitevi ragazzi – poi aprì un'altra porta e si spostò di lato con quel suo grande sorriso ancora impresso sul volto.

Rimasi a bocca aperta nel constatare che lì davanti a me non c'era nulla di quanto avessi immaginato. Avanzai, sconvolto, verso l'enorme jacuzzi che si estendeva sotto i nostri piedi. Tutto intorno c'erano delle pareti in legno, un televisore enorme incassato al muro ed una lunga sfilza di petali di rose rosse sparsi qui e lì. Oltre ad un secchiello ricolmo di bottiglie da bere.

- Martin, ma ... -

- Sì, questo è il mio posto speciale. Chiamiamolo studio, ad ogni modo stasera sono troppo impegnato per godermi questa bellezza, quindi la cedo a voi con piacere. Ahh, la gioventù ... godetevela ragazzi – disse quello accorato prima di prendere le nostre mani nelle sue, Tyler se la riprese subito dopo – ricordate di osare adesso, perché tra qualche anno avvertirete i primi acciacchi e allora la vita smetterà di sorridervi. -

- Oh, beh ... sicuro – biascicai – grazie ... -

- E di cosa! Ci si vede più tardi. Se avete bisogno di qualcosa deve esserci un telecomando lì intorno, il mio segretario accorrerà subito – poi sghignazzò appena – è un ragazzo molto carino, sapete com'è ... se volete provare qualcosa di diverso, magari ... - con quelle ultime strane parole andò via, chiudendosi la porta dietro le spalle.

Tyler doveva essere sotto shock, perché rimase immobile, impalato, incapace di proferir verbo. Gli passai accanto, toccandolo appena sul braccio e soltanto in quel momento si riscosse.

- Ho bisogno di bere. - commentò ed io decisi che ne avevo bisogno anch'io. Mi diressi verso il tavolino con tutto l'occorrente decisamente imbarazzato.

- Beh, alla fine abbiamo fatto bene a venire ... guarda un po' – quanto lusso, perfino le bottiglie erano le migliori in commercio.

- Quel tipo ... come lo conosci? - Tyler prese una bottiglia e si attaccò direttamente al collo.

- Una storia lunga, che prevede travestimenti e scambi di personalità ... e minacce. - commentai sorseggiando la vodka alla pesca dalla mia. C'era un'atmosfera strana lì, doveva essere la musica in sottofondo, quel tepore emanato dalle pareti, il profumo delle rose che sembrava sprigionarsi da ogni anfratto di quella stanza. Nel giro di qualche minuto iniziammo a metterci al nostro agio.

Mi sedetti sul parquet caldo, accanto a Tyler che adesso non aveva più nulla di cui lamentarsi finalmente. Lo guardai, attirando subito la sua attenzione. I suoi occhi glaciali si muovevano sul mio viso, poi più in basso. Alla fine posò la bottiglia ormai quasi vuota sul pavimento e, con un gesto veloce, che fece guizzare i suoi fantastici addominali si liberò della sua canotta. I capelli scuri creavano un contrasto perfetto con il resto della sua pelle, ancora troppo chiara nonostante fossimo in piena estate, si mise su, facendo forza sulle braccia i cui muscoli erano ben visibili.

Ero accaldato e lo stavo fissando come un perfetto idiota, eppure non mi importava.

- Ti dispiace? - Tyler mi stava sovrastando mentre sbottonava i suoi jeans neri e li faceva cadere a terra, insieme alle calze e alle scarpe che spinse più in là con il piede. Mi dava le spalle adesso, ed io mi sentivo mancare il fiato, la perfezione che trasudava da ogni poro della sua pelle mi stava dando alla testa. Mi ritrovai a deglutire, gli occhi che vagavano dalle sue spalle larghe e muscolose fino a scendere più giù, alla vita stretta e a quelle fossette ... mi sarei alzato e l'avrei fatto io stesso se non fosse stato lui ad anticiparmi. I suoi boxer neri caddero a terra mentre Tyler avanzava verso la vasca immergendosi del tutto, non prima che fossi riuscito ad imprimermi in testa la perfezione di quel suo sedere sodo e muscoloso. Lo sentii gemere piano al contatto con l'acqua calda dalla quale si sollevava una piccola nube di fumo.

Avevo la gola secca, cercai di coordinare i miei movimenti, mi misi in piedi con estrema fatica, attirato da lui come una falena verrebbe attirata dalla luce luminosissima di un lampione.

Mi ero liberato dei miei indumenti in un istante, la sensazione dell'acqua calda e piena di bollicine contro la pelle era fantastica, ma non quanto la visione di un Tyler tutto bagnato e con i capelli tirati all'indietro che mi apparve davanti in quel momento. Ci nuotavamo incontro, le sue labbra erano a pochi centimetri dalle mie, scagliai la mia passione incontenibile su quelle, aggrappandomi con forza a quel corpo nudo e perfetto, fino ad insinuarmi con la vita tra le sue cosce frementi.

Quel contatto fu pazzesco, ci ritrovammo boccheggianti, mentre le nostre erezioni scalpitavano dal desiderio di venire stimolate. Ci baciammo con forza, esplorai la sua bocca con la lingua, sapeva di vodka alla fragola, un perfetto mix con la mia che sapeva di pesca. Tyler si staccò da quel bacio per lasciare vagare le sue labbra sul mio petto, tremavo sotto le sue attenzioni, chiusi gli occhi, le sue labbra coprivano ogni lembo della mia pelle, facendomi sussultare. Mi aggrappai meglio al suo corpo, facendo passare le cosce intorno alla sua vita. Gememmo insieme, quel contatto era distruttivo per entrambi, potevo leggerglielo negli occhi.

Non riuscivo più a trattenermi, la mia mano scese lungo il suo corpo, accarezzando le cosce tornite e sode, fino a sfiorare la sua erezione pronta. Tyler abbassò il capo, lo sentii sospirare e vederlo in quelle condizioni non faceva altro che eccitarmi ulteriormente, spingermi a continuare, a stringere la sua erezione nel mio palmo e farlo godere.

- W-Wayright ... -

- Puoi chiamarmi Chris almeno in occasioni del genere ... - sussurrai ad un centimetro dal suo orecchio senza smettere di muovere le mie mani su di lui.

- Ho un'idea migliore, Chris. - i suoi occhi grigi erano intrisi di desiderio, fu un gesto veloce, le sue dita artigliarono i miei capelli mentre guidava il mio viso verso il basso, in una richiesta eloquente – con la bocca. -

Quella frase ed il suo sguardo mi eccitarono immediatamente, un nuovo fuoco divampante si accese dentro di me e obbedii subito alla sua richiesta. Le mie labbra scesero sulla sua erezione, posando dei baci delicati sulla pelle tesa e rosea, perfetta, poi leccando appena la punta, con un colpo secco Tyler mosse il bacino verso il mio viso ed in un attimo lo accontentai. I suoi gemiti erano forti quando iniziai a leccarlo con forza, prendendolo in bocca fin dove potevo, spinto alle estreme conseguenze dai suoi sussulti sconsiderati che mi faceva impazzire.

- C-chris ... -

Avevo appena trovato il metodo giusto per farmi chiamare con il mio nome, pensai, mentre le mie attenzioni si facevano sempre più violente e veloci. Senza preavviso Tyler si ritrasse, stava respirando a fatica, il suo viso era accaldato quando mi strinse a lui e senza troppe cerimonie fece aderire il mio petto contro il parquet della stanza.

- Non pensavi davvero che avrei concluso in quel modo, vero? - la sua voce era bassa e graffiante, le sue labbra si muovevano sul mio orecchio, poi mi avvolse la vita con le braccia, sentivo la sua erezione contro il mio sedere. Non avevo più fiato in gola, per un attimo pensai che sarei morto lì, di infarto o qualcosa del genere.

- E guarda un po' dove mi hai portato con l'inganno ... in un locale gay ... no, stavolta non sarò gentile con te, Wayright. - fu soltanto un sussurro contro la mia guancia il suo, poi entrò dentro di me con la punta senza alcun preavviso, eccetto quello delle sue parole cattive. Urlai, straziato dal dolore che quell'intrusione mi aveva provocato dentro.

- Bradbury! Porca puttana! Fa piano! - ansimai, volevo abituarmi a quel dolore, lo volevo davvero, cercai di calmarmi, di lasciare che entrasse senza lottare, Tyler si fermò subito, la sua mano stava stringendo la mia erezione adesso, così come la sua bocca continuava a cospargere baci e leccate sul mio collo, facendomi subito eccitare di nuovo.

- Voglio affondarti dentro, Wayright ... non hai idea di quanto lo voglia – gemette contro il mio orecchio, facendomi rabbrividire da cima a fondo. Gli andai incontro, stavo iniziando a perdere del tutto la ragione, faceva male, ma non troppo, presto il dolore lasciò il posto ad altro, scariche di piacere che si irradiavano per tutto il mio corpo a mano a mano che Tyler aumentava le spinte e gemeva sempre di più. Gli andavo incontro adesso, le sue mani mi allargarono le cosce, ogni centimetro di lui era dentro di me, mi toccai, al culmine del piacere mentre le spinte continuavano e crescevano sempre di più ed io le assecondavo. Ansimavo e gemevo come non avevo mai fatto con nessun altro prima di allora, lo amavo, amavo quello che mi faceva, ero del tutto perso in Tyler e non potevo farci un cazzo.

- T-Tyler ... - fu un sussurro strozzato. Ci liberammo nello stesso istante, sopraffatti da troppe sensazioni che non potevamo più controllare. Ricaddi a terra, girandomi sulla schiena e godendomi i rimasugli di quell'orgasmo da brivido. Avevo il corpo a pezzi.

- Ci sei andato pesante stasera ... - dissi con un filo di voce, appoggiandomi alla sua spalla.

Tyler era ancora in fase di recupero, lo vidi boccheggiare – è colpa tua. Hai iniziato a farmi incazzare da quando ti sei presentato a casa stamattina! -

- Da così poco? Pensavo da quando sono nato come minimo... - lo provocai, passandogli la mano sulla guancia arrossata. Quello rise forte prima di bloccarla tra le sue dita.

- Hai ragione, ecco perché dovrò punirti un sacco e per molto tempo ancora. Se poi continui a combinarmene di tutti i colori ogni giorno direi che la tua punizione potrebbe estendersi all'infinito ... -

Ah, se tutte le punizioni fossero così, pensai, estasiato – Tyler, sta zitto, ok? Baciami. -

- Non ce la faccio ... - si lamentò, incapace di sollevarsi – vieni tu. -

Lo accontentai avvicinandomi a lui che accolse il mio bacio con entusiasmo, finimmo per immergerci di nuovo nella nostra fantastica jacuzzi. Certe notti farebbero bene a non finire, pensai, con un pizzico di tristezza.



ANGOLO AUTRICI:

Buona Domenica! Eccoci con il nostro immancabile aggiornamento! Siete contente? XD speriamo che la nostra storia dia allegria ai vostri pomeriggi anche se qualcuno qui sembra doversi preoccupare! Sapete di chi sto parlando, giusto? :P Sembra che a smorzare la monotonia del Celtic Druits sia arrivato un certo cugino con un aria davvero nera e pessime notizie per la nostra coppia incestuosa di South Gate XD Che credete che accadrà adesso? Matt farà ragionare il fratello oppure ha ragione Seth? L'egoismo del presunto fare il bene per gli altri distruggerà il poco di equilibrio che i due innamorati avevano conquistato?
Poi passiamo all'altro piatto forte XD una serata allegra e divertente ha finalmente messo piede nella vita di Chris e Tyler XD Che sia la prima di tante? Vogliamo assolutamente sapere la vostra opinione sulla coppia più chiacchierata della California XD
Vi aspettiamo! Grazie come sempre a tutti voi, infaticabili lettori, recensori e chiunque trovi questa storia appassionante come lo è per noi!
Alla prossima.

BLACKSTEEL

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