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capitolo 85


NIKOLAJ


Cercai di dormire, lo desiderai ardentemente ma il volto disgustato e ferito di Matt mi appariva davanti ogni volta che chiudevo gli occhi. Lui era andato via la sera prima, era uscito con quel tipo ed io non smettevo di pensarci, non riuscivo a darmi pace. Poi sentii dei rumori al piano di sotto e in un secondo momento lungo il corridoio, delle risate, la pelle mi si accapponò, era la voce di Matt.
- Shh non facciamo casino – ridacchiava – se continuai a spingermi finiremo per cadere , Juriiii! –
No, non potevo credere che lo avesse portato a casa, in camera sua, mi si strinse lo stomaco.
Un'altra risata – fai piano, Cristo, stanotte vuoi per caso non farmi chiudere occhio? –
La porta della camera da letto si chiuse e quel tonfo rimbombò nella mia testa per un po', mi girai nel letto più volte, ma sapevo che non avrei mai potuto dormire.

La mattina dopo ero un straccio, scesi le scale e mi diressi in cucina quasi per inerzia, quando varcai la soglia mi investirono una serie di risate. Due persone erano sedute al tavolo e stavano mangiando dei dolcetti, Matt era la prima e poi c'era lui ... il famoso Juri. Quello se ne stava in boxer, i capelli scuri arruffati, gli occhi cerchiati da un contorno sbavato di matita ed un modo di fare tutt'altro che innocente. Stava continuando a ridere, il suo viso era fin troppo vicino a quello di Matt.
- Dio Juri, potrei morirci di questa roba che diavolo ci mette tua madre? – chiese al ragazzo infilando in bocca un altro dolcetto – ero sul serio in astinenza! - poi si accorse della mia presenza e la sua espressione rilassata scomparve.
Io rimasi lì impalato ancora un po' a fissarli, il tipo di nome Juri si voltò e mi lanciò una lunga occhiata annoiata, poi però il suo sguardo si fece più intenso fino a quando non si voltò verso Matt, entusiasta.
- E' lui?! – esclamò eccitato alzandosi in piedi.
Matt arrossì di colpo – Juri piantala ... -
Quello non lo ascoltò affatto, anzi si piazzò davanti a me e sorrise – ha proprio l'aria di uno scrittore dei primi del novecento ... dall'animo tormentato e ricco di profondità ... ora capisco perché hai perso la testa, Matty! –
Lo fissai sconvolto – cosa... -
Quello rise ancora e fece il giro del tavolo si piazzò dietro le spalle di Matt e lo strinse forte in un abbraccio quasi possessivo – tratta bene il mio piccolo Matty ... altrimenti mi toccherà vendicarlo e potresti farti male. –
- Senti ragazzino non so di cosa tu stia parlando ... non ti conosco nemmeno – sbottai, quel modo di fare mi stava irritando.
- Ma io conosco te ... Matt mi ha parlato molto di voi due ... - mormorò compiaciuto – Dio, è così romantico! E poi quello sguardo rabbioso che hai, ti da fastidio che lo tocchi per caso? – mi chiese e poi scese con una mano ad accarezzare l'addome di Matt.
Avrei voluto strappargli quella mano da lì, urlargli che lui era mio, ogni parte di me lo voleva.
- Dovresti spostarti – ringhiai ad un tratto, non riuscii a trattenermi.
- Altrimenti? – quello rise, evidentemente divertito – metti tu le mani addosso a me ? Sono curioso -
- Smettila di fare così Juri ... - disse alla fine Matt con voce quasi triste – non è il caso che tu lo provochi in quel modo ... - distolse lo sguardo a quel punto ma sapevo che stava parlando con me – siamo solo amici ... noi ... -
A quel punto qualcosa nel mio petto si distese – ah ... io non ... avevo capito ... ieri tu mi hai fatto intendere ...-
- So cosa ti ho fatto intendere – mi interruppe – ero arrabbiato –
- E adesso non lo sei? –
- Certo che lo sono! – sbottò – ma ... -
- Niente ma – disse poi Juri ridendo gioviale – basta fare i sostenuti .... Sai come la peso Matty, se ti piace, buttati! –
Lo vidi arrossire – ma piantala! –
A quel punto ne approfittai – stasera .... Se fosse possibile ... vorrei parlarti chiaramente -
- Lui accetta! – si intromise di colpo l'amico.
Matt parve sul punto di voler dire qualcosa ma dovette tacere, Monica arrivò in cucina con un enorme sorriso, si diresse verso il ragazzo e quello si gettò su di lei abbracciandola forte.
- Juri, tesoro, come stai? –
Quello la stringeva con un enorme sorriso – sto bene Monica, sono contento di vederti. In forma come sempre, la migliore milf del Minnesota!–
- Ma dai! Sei sempre il solito - mia sorella rise, imbarazzata - I tuoi stanno bene? –
- Sì, al momento sono in viaggio in chissà quale parte del mondo ... hanno preso una roulotte e sono parti ... staranno via fino a Settembre –
- E tu sei tutto solo? –
- Già ... mi sono organizzato con alcuni amici! – rispose quello senza smettere un attimo di sorridere – fanno un tour in un paio di città, così viaggio con loro ... stasera mi tocca ripartire –
- E' un vero peccato che tu non rimanga di più ... è andata bene la festa? –
- Sì ... anche troppo! – ammise con un tono parecchio ambiguo – mi dispiace per il casino di stanotte –
- Non preoccuparti! – disse quella divertita – non abbiamo sentito niente! Ma Chris? Non è rientrato? –
A quel punto vidi Matt assumere un espressione un po' tesa – era rimasto con Sean ... - buttò lì.
- Sean è a casa da ieri sera ...ho sentito Maurice stamattina, si è divertito molto ... Jane si preoccuperà, appena scoprirà che Chris non è ancora tornato e nessuno sa nulla! –
A quel punto apparve Seth, il silenzio calò nel notare il suo viso pesto, quello ci fissò scocciato, come se avesse appena intuito i nostri pensieri.
- Sì ho fatto a botte, sì sto bene e no ... non sono affari vostri – esordì riempiendo una tazza di caffè.
Monica rise appena – Seth sei sicuro di stare bene? –
Quello sbuffò – devo ripetermi? –
Mia sorella sembrava preoccupata – ma cos'è successo? Chi te lo ha fatto? – insistette – quando tua madre lo vedrà ... -
Lui la interruppe – quando lo vedrà darà di matto, non cominciare tu ad aprire le danze! –
Quella alzò le mani in segno di resa, chi poteva discutere con Seth? - hai per caso sentito tu fratello? Non è ancora tornato a casa, come se il tuo occhio nero non farà agitare Jane a sufficienza –
Quello si guardò intorno per un secondo, poi sbuffò e alla fine disse – certo, mi ha chiamato ... restava a dormire da un amico ... tutto sotto controllo –
Poi se ne andò per evitare altre domande, non seppi dire se fosse una bugia momentanea o la verità ma sembrò andare bene a Monica, che alla fine lasciò la cucina.
- Ehi Nik – disse poi Juri fissandomi con sguardo compiaciuto – io posso anche non essere un rivale per te ... ma sappi che Matt ha parecchi corteggiatori ... uno di questi ieri ha quasi fatto canestro! Ti conviene darti una svegliata se non vuoi ritrovarti a dover scrivere tristi poemi su un amore ormai perduto ... –
Matt era rosso di vergogna ed io li fissai allibito, poi Juri lo afferrò per le spalle e lo trascinò fuori, blaterando di andare a nuotare in piscina. Io rimasi immobile a pensarci, era vero, Matt era incredibilmente bello, giovane, non c'era da stupirsi che altri ambissero a conquistarlo e per uno come me tenerselo era davvero impegnativo. La verità era che mi ero crogiolato fin troppo sulla sua indole fedele e sincera, lui aveva fatto così tanti passi verso di me, era ora che io facessi quello definitivo verso di lui.

CHRIS

Mi lasciai trascinare fuori dalla villa, senza rendermene conto Tyler aveva mollato la presa su di me, conoscendolo doveva essere successo non appena avevamo incontrato le prime persone sulle scale, eppure continuavo a seguirlo ed ogni mio movimento adesso poteva soltanto essere attribuito a me e alla mia incontestabili stupidità. Salii in macchina dopo di lui, cercai di non guardare il suo profilo pesto, mi ero mostrato abbastanza patetico per quella notte, non era necessario cadere così in basso.

- Voglio andare a casa. - dissi ferocemente.

Tyler mi lanciò un'occhiata delle sue, un brivido mi percorse immediatamente la schiena. Non andava bene, porca puttana.

- Perché? Pensavo ti andasse bene passare del tempo con me. -

- Pensavi male, come sempre del resto. - commentai guadagnandomi un suo sorrisetto.

- Possiamo anche rimanere in macchina se preferisci ... - la sua mano era sulla mia coscia adesso, in un moto di rabbia gliela afferrai, riponendogliela con poca grazia addosso – Smettila di allungare la mani e smettila di trattarmi in questo modo. Ti odio, Tyler, e questo non cambia nonostante tutte le tue moine... -

- Non sto facendo nessuna moina, non so neanche cosa significhi, Wayright, calmati ... - come no, pensai, era soltanto un lurido bastardo ed io ero anche tornato ad averci a che fare. Cosa c'era di sbagliato in me? Come avrei fatto a guardarmi allo specchio da ora in avanti? Però ... quella sensazione opprimente al petto era andata via, questo non potevo negarlo, era bastato parlare con lui, sentire quelle poche parole sfrontate per farmi stare meglio. Mi odiavo anche per questo, soprattutto per questo. Avevo cercato di andare avanti, "essere forte" come si diceva in quei casi, mi ero circondato di amici ed avevo partecipato a qualsiasi cosa mi venisse proposta, ma alla fine ogni mio pensiero era sempre finito inesorabilmente da lui.

Mi ero perso nei miei pensieri, mi guardai intorno, confusamente, non eravamo vicini a casa, Tyler mi aveva portato verso il molo ed adesso stava smontando dall'auto. Rimasi immobile, mentre lo sentivo trafficare con qualcosa dietro. Che cosa avrei dovuto fare adesso? Seguirlo sarebbe stata l'ammissione della mia resa. No, mi dissi, non sarà così se riuscirai a mantenere il tuo amico nelle mutande e, soprattutto, quello di Tyler lontano dalle tue. Avevo un piano, adesso bastava soltanto seguirlo ... come se fosse semplice.

- Su quali sistemi massimi stai riflettendo adesso? Dai, datti una mossa. Ho anche un plaid per stare al caldo, è un'occasione più unica che rara questa. – Tyler mi voltò le spalle, poi chiuse la macchina ed iniziò a camminare noncurante verso la spiaggia.

Non guardalo, mi dissi, non pensare a lui, concentrati sulla tua rabbia, ricorda come ti ha trattato e ricorda che sei stato tu a permetterglielo. Non commetterai di nuovo un errore del genere.

- Ho fatto un casino con Rachel. - Tyler si sdraiò sul plaid che si era portato dietro, era abbastanza spazioso, ma non così tanto da impedirmi di sdraiarmi lì accanto e non toccarlo. Decisi che sarei rimasto seduto al momento.

- Che cosa le hai detto? Le hai chiesto di me? - Rachel era venuta a chiamarmi con una strana espressione sul volto, avevo capito subito che ci fosse qualcosa che non andava.

- Già ... - Tyler era in evidente difficoltà, si portò una mano sul volto a coprirsi gli occhi – che cazzo ... -

- Non è detto che abbia capito ... - dissi stupidamente, guadagnandomi subito una sua occhiataccia.

- Wayright, indorare la pillola non serve ad un cazzo ormai. Va bene, è mia sorella, sarebbe successo prima o poi, finalmente adesso smetterà di interrogarsi su un suo potenziale futuro con te. -

- Io sono gay e lei lo sa ... - dissi con convinzione – non credo sia questo il problema principale ... beh, che importa, se sta bene a te ... -

- Non mi sta bene, ero soltanto troppo ubriaco per controllarmi. - ammise lui.

- Quindi è così che è andata? Se non avessi bevuto in quel modo adesso non saremmo qui insieme ... - dissi con un nuovo peso sul cuore – mi dispiace per te, Bradbury.

- Non dispiacerti, è tardi per piangere sul latte versato. -

- Quanto siamo saggi oggi ... - lo fulminai con lo sguardo, la sua mano si stava di nuovo inoltrando sulla mia coscia – toglila subito o giuro che te la spezzo. Le cose sono cambiate tra di noi, te l'ho detto, dovresti cominciare ad affrontare la realtà dei fatti. - dissi incazzato.

- Quante proteste per una semplice palpatina fugace ... - lo sentii ridere appena, poi si mosse dietro le mie spalle, si stava avvicinando ed io avrei dovuto trovare la forza di scattare in piedi e scappare – hai detto niente sesso se non sbaglio, ma questo ci lascia ancora aperti ad una vasta gamma di cose altrettanto divertenti che potremmo fare ... -

- Sesso e derivati. - precisai, godendomi l'espressione esasperata che si dipinse sul suo bel volto arrogante – e poi qual è il problema, Bradbury? Non ti sei dato abbastanza da fare in questa settimana? Eppure mi è sembrato di averti visto piuttosto indaffarato a pomiciare con una bionda l'altro pomeriggio in spiaggia. Forse non era abbastanza per te? - soltanto il pensiero mi faceva incazzare, perché avevo tirato fuori quel discorso?

Il viso di Tyler si incupì subito, senza rendermene conto avevo toccato un tasto dolente – che ti prende? -

- Vorrei saperlo anch'io ... - commentò con voce bassa, senza rendermene conto mi ero appena sdraiato accanto a lui – non sono riuscito ad andarci ... -

Lo guardai, perplesso – In che senso? -

- Non fare il coglione, Wayright, quanti sensi diversi di "non sono riuscito ad andarci" conosci? - Tyler mi fulminò con lo sguardo. No, non potevo crederci, per un attimo dovetti rimanere a bocca aperta.

- Non ha collaborato? - chiesi, sgomento. No, continuavo a non crederci. Il suo amico non aveva collaborato!

Quello scosse il capo ed io non riuscii più a trattenermi, scoppiai a ridere, devastato dalle immagini di un Tyler nudo ed imbarazzato che continuavano a bombardarmi la mente. Per poco non mi beccai un pugno, mi spostai appena in tempo per evitare il suo fendente. Mi facevano male le costole adesso, non riuscivo a fermarmi .

- Fanculo Wayright, sei una merda! -

- Oddio, ti prego, non riesco a smettere, te lo giuro ... non posso crederci! Questa è una punizione divina! -

- Non dire cazzate, ero soltanto abituato a te, tornare alle donne è stato una sorta di trauma, ma niente di irrecuperabile, ne sono sicuro ... - commentò quello stizzito.

- Certo, come no! Questo è quello di cui ti sei convinto per continuare ad andare avanti? - lo provocai, godendomi la confusione che affiorava dal suo viso attimo dopo attimo – apri gli occhi, Tyler, a te non piacciono proprio le donne ormai. E' questo il punto. - e mentre lo dicevo mi sentivo terribilmente bene, soltanto in quel momento mi resi conto che era quello di cui avevo bisogno.

Il suo sguardo sfuggì dal mio, non accadeva quasi mai, potevo vedere il tormento nei suoi occhi mentre li puntava al cielo e taceva. Avrei voluto consolare quel dolore, ogni fibra del mio corpo voleva toccare il suo, stringerlo e riempirlo di baci per compensare tutti quelli che erano andati perduti in questa lunga settimana spaventosa, ma non potevo farlo. Non avrei ceduto a tanto.

- Scusami, non volevo essere così rude – dissi un attimo dopo, tornando giù – comunque ci sono stati anche dei cambiamenti positivi, no? Luis è andato via, alla fine ce l'hai fatta, ne sono felice. -

- Mmm. -

- Cosa c'è? Che ti prende? -

- C'è una cosa che devo dirti ... - il suo viso era spaventosamente serio, il mio cuore stava galoppando veloce, lo guardai, in attesa – sono andato a letto con un tipo ... -

Per un attimo non credetti alle mie orecchie, rimasi a fissarlo per quello che doveva essere un secolo. Scossi la testa, non potevo crederci, poi qualcosa scattò dentro di me, di nuovo quella rabbia.

- T-tu ... perché? Insomma, un altro uomo?? - stavo tremando mentre mi allontanavo da lui carponi.

- Ma avresti dovuto vederlo, Chris! Era così alto ed aitante! Il suo nome era Sven ... - mi voltai a guardarlo, poi scoppiò a ridere forte, avrei voluto ucciderlo. Quel fottuto figlio di puttana.

- Sei una merda, Tyler! Perché cazzo devi uscirtene con queste stronzate? Che bastardo ... -

- Avresti dovuto vedere la tua faccia, Wayright! Considerala una vendetta per prima ... ma come diavolo puoi credere a queste stronzate poi?-

Senza rendermene conto stavo riprendendo a respirare soltanto in quel momento, scossi la testa, incredulo – Cosa c'è di tanto assurdo? Sei venuto a letto con me, no? -

Tyler mi lanciò un'occhiata profonda, che avrebbe potuto voler dire tutto o niente – Non è la stessa cosa ... -

Il mio cuore mancò un battito, il modo in cui aveva parlato ...

- Perché no? - chiesi in un sussurro timoroso.

- Tu andresti a letto con un altro? -

- Aspetta, rispondi prima alla mia domanda. -

- No, non capisci ... è questa la risposta, Chris. Sai qual è il mio problema e non ha nulla a che fare con te. Non è il tuo corpo a non bastarmi, non mi comporto così perché non mi piaci abbastanza, il punto è che ... sei un uomo. -

- Ti piaccio quindi, ti vado bene ... - dissi stupidamente con un'enorme punta di dubbio nella voce.

Tyler si coprì gli occhi con le braccia ancora una volta, si era fatto più vicino senza che me ne fossi reso conto. Mi abbassai anch'io, facendo vagare lo sguardo sulla camicia stropicciata e sporca di sangue qui e lì, era per lo più distrutta e lasciava ben poco all'immaginazione di cosa ci fosse sotto. I suoi pettorali si intravedevano alla grande, il collo muscoloso e poi quelle labbra perfette ... l'unica componente del suo viso che fosse rimasta visibile. Mi avvicinai ancora, sentendo subito il pericolo sulla mia stessa pelle. Tyler mi aveva intercettato, i suoi occhi glaciali erano fissi nei miei adesso, ci mise poco a trascinarmi in basso sul suo corpo. Trattenni il respiro, deglutii, mi stavo perdendo in quelle pozze fredde, profonde come abissi mentre lasciavo che mi sfiorasse appena, le sue mani vagavano delicatamente lungo la mia schiena ed io non potei fare a meno di stringermi a lui.

Mi sentivo infinitamente bene, pensai, disperato, prendendo respiro. Tyler mi stava accarezzando con una delicatezza che mi stava uccidendo attimo dopo attimo.

- V-vorrei ... vorrei che tu sentissi quello sto provando io in questo preciso istante ... lo vorrei davvero. E non lo dico perché desidero profondamente che tu ricambi i miei sentimenti, almeno non solo per quello, vorrei che anche tu ... capissi cosa vuol dire non aver bisogno di nient'altro al mondo. -

Lo sentii muoversi, il suo viso contro il mio collo, le sue mani strette intorno a me – Se lo capissi non sarei più io, non trovi? -

Amarezza, una profonda, assoluta amarezza – Hai ragione ... -

Mi scostai da lui che mi lasciò andare senza provare a trattenermi. Ricadde al mio fianco, mi voltai a fissare il suo profilo perfetto e tristemente gelido – sai che ti amo da impazzire? -

Tyler chiuse gli occhi, era incredibile constatare quanto dolore ci fosse adesso nel suo volto – Lo so ... - fu un sussurro straziato.

- Non puoi fare niente per evitarlo, Ty ... -

- So anche questo ... - la sua voce era bassa, tremante – e so che non merito nulla di buono ... tanto meno un tuo sguardo o una tua parola. Non merito un cazzo di quello che mi viene costantemente dato da tutti ... amore e comprensione, ed io non faccio altro che sputarci sopra ... -

- Forse invece lo meriti proprio per questo – dissi con il cuore in gola – tutto quello che non dai qualcuno deve pur fartelo sperimentare ... -

- Perché? - Tyler scosse la testa, amareggiato – cosa credi che cambi? Ah, è quello che vorresti anche tu, no? Un cambiamento in me, una luce nel mio sguardo, una parola meno cattiva del solito, qualcosa a cui aggrapparti per poter andare avanti e non sentirti tanto sciocco nel voler continuare a starmi vicino. -

Mi venne da ridere, era una risata amara la mia – Ma non capisci, Tyler? Dopo tutto quello che mi hai fatto ... io sono ancora qui. Non c'è più alcuna fottuta scusa che regga per me, sono completamente perso e ne sono consapevole. Non mi aspetto niente, so che non c'è niente in te, eppure eccomi qui ... a sbattere la testa ancora una volta contro lo stesso muro invalicabile che mi ha distrutto appena qualche giorno fa ... -

- Non so lasciarti in pace – ammise lui, con lo strazio sul volto – non ne sono capace, è tutto quello che so. Non posso lasciarti vivere e sopravvivere ... non ce la faccio. Dovresti andartene via per sempre o dovrei farlo io ... ma adesso, fin quando ci troviamo in questo posto, insieme, non posso. Mi dispiace. -

- Ed io sono così patetico da esserne anche felice, la tua incapacità è la mia fonte di gioia. -

- Non è niente di bello, Chris, il mio è soltanto un profondo egoismo, niente di più ... -

- Lo so ... - dissi seccamente – ma sono io quello che non riesci a lasciar andare e mi sta bene. Sono io ... - sono comunque speciale, pensai, senza trovare il coraggio di dirlo per terrore di venir smentito, stavo tremando adesso, anche Tyler dovette notarlo, ci ricoprì entrambi con il plaid, ma non era abbastanza – non è quello di cui ho bisogno. -

- Vieni allora ... - le sue braccia mi avvolsero ed io mi rifugiai ancora una volta in quella sensazione di perfezione e felicità che esisteva soltanto nella mia mente, scivolai nell'abisso dell'illusione, mi lasciai trascinare giù, cullare da quell'abbraccio mortale che mi avrebbe condotto soltanto alla rovina più assoluta. Lasciai che le sue labbra cercassero le mie, assaporai ogni centimetro della sua pelle, succhiando la sua ferita, gemendo contro la sua bocca dischiusa, le nostre lingue si cercavano, quel contatto mandò in corto circuito ogni mio pensiero.

Non avevo mai immaginato cosa volesse dire sentire il proprio corpo a quel modo, ogni terminazione nervosa, ogni fibra che rispondeva ai suoi tocchi come se fosse stata scossa da corrente pura, ed era meglio così, pensai, lasciare che le sensazioni perfette che Tyler mi procurava prendessero possesso sul resto, sui miei pensieri in continua lotta l'uno con l'altro.

Che senso aveva combattere se eravamo comunque destinati a perdere?

Eravamo nudi adesso, non c'era fretta tra di noi, né la solita violenza che ci contraddistingueva, Tyler si muoveva lentamente su di me, il suo corpo bollente ricopriva il mio, ma continuavo a tremare, e non era dovuto al freddo, soltanto alla sensazione della sua pelle che sfiorava la mia. Gemetti sotto i baci leggeri con i quali mi stava cospargendo il petto, le sue mani vagavano lungo le mie cosce, frementi, vogliose di me. Era tutto lì ... era soltanto questione di chimica, no? Solo la sua eccitazione che si accendeva con il mio corpo nudo davanti. Niente di più.

Mi aggrappai alla sua vita stretta e muscolosa, le mie mani non riuscivano a concentrarsi su un punto preciso, volevo toccare ogni lembo del suo corpo, volevo tutto di lui e allo stesso momento. I suoi capelli lisci che scivolavano sotto le mie dita, le spalle muscolose e larghe che amavo accarezzare, la morbidezza della sua pelle, la durezza dei muscoli al di sotto, che si tendevano e fremevano sotto i miei tocchi.

Tyler si fermò un attimo, lo vidi deglutire, la sua voce era roca, gli occhi intrisi di qualcosa di oscuro, un desiderio arcano e spaventoso – Questo ... questo non l'ho mai fatto con nessuno prima di adesso. Ok? -

Non capii, non subito, la mia mente vacillava, l'eccitazione era alle stelle – n-non avresti potuto scegliere momento peggiore per dirmi una cosa del genere. P-proprio adesso che ... - la mia mente era lontana, non riusciva a concentrarsi su quelle parole, troppo sconvolta da tutto il resto.

Lui sorrise appena e bastò quel semplice gesto per mozzarmi il fiato – Perché credi che lo abbia fatto allora? - mi baciò di nuovo, affondando la lingua nella mia bocca, le sue dita erano intrecciate alle mie, il mio cuore stava esplodendo, ma non potevo permetterglielo, non adesso. Non con un Tyler del genere. Dovevo godermelo, tutto quanto, perché non sarebbe più tornato. Quella tenerezza, quella cura ... non erano da lui. Doveva essere un regalo, un'offerta di pace ... forse soltanto un modo per chiedermi scusa.

Inarcai la schiena, perso nel piacere più totale, le sue dita si muovevano dentro di me. Il cielo sembrava essere infinito sul mio viso, così buio, eccetto per quelle stelle brillanti che danzavano. Stavo gemendo, troppe sensazioni insieme, Tyler mi stava tormentando il collo con le sue labbra, poi con la lingua, infine mi morse il lobo dell'orecchio e quel contatto mi fece perdere il senno. Mi aggrappai a lui mentre mi penetrava lentamente, facendomi sentire ogni dannata sensazione amplificata mille volte.

- D- dio ... C-chris ... -

Mi mossi con il bacino verso i suoi fianchi senza rendermene conto, quel gesto lo fece gemere più forte, annegò in me, stringendomi contro il suo petto senza sciogliere quel bacio infinito. Non avevamo bisogno di ossigeno, il mio corpo era in fiamme, i suoi sospiri si perdevano con i miei.

- P-piano ... - cercò di frenarmi, le sue spinte lente mi straziavano, ero senza fiato, bloccato sotto il suo corpo, costretto a sottostare a quei movimenti che mi stavano spingendo sempre più al limite. E ci arrivai, nello stesso istante in cui Tyler cedette del tutto e riversò il suo seme bollente dentro di me. La mia vista si offuscò, l'elettricità pure sembrava aver preso possesso di ogni lembo del mio corpo mentre le sue braccia non mi lasciavano e continuavano a stringermi.

- M-mio Dio ... è stato ... - Tyler provò a riprendere fiato, avevo la gola secca, non sarei riuscito a suggerirgli alcun termine per completare la frase – è stato ... assurdo ... e tu volevi rinunciarci ... - poi ricadde accanto a me, con un calcio ci scoprì dal plaid che ci stava soffocando, la brezza fresca della notte mi investì del tutto, facendomi sentire come appena rinato.

- Sì, infatti ... ti ho resistito per ... - non avevo neanche la forza necessaria per controllare l'orario sul display del mio cellulare, ancora intrappolato nella tasca dei pantaloni, così lasciai ricadere il braccio sulla sabbia, inerte – un'ora? -

Tyler rise – Facciamo due, dai. -

- Sono stato bravo. - scherzai.

- Ho visto di peggio. -

- Non ne dubito ... - lo fissai, inacidito.

- Non sarai geloso delle donne che non riesco neanche a scoparmi! -

Mi ritrovai a ridere, ogni muscolo del mio corpo era ammaccato e dolorante, me ne resi conto soltanto in quell'istante, anche Tyler doveva aver appurato quella triste realtà, perché chiuse gli occhi e si tenne il petto – Cazzo, picchiarci e subito dopo scopare ... è da noi, senza dubbio, ma prima o poi tutto questo ci farà secchi. -

- Credevo che fossimo entrambi d'accordo nell'asserire che non era più sesso, ma qualcosa di simile all'amore. - puntualizzai, guadagnandomi un'occhiata confusa da parte di Tyler.

- E questa dove l'hai sentita? -

- Sei proprio una merda, Tyler Bradbury - provai a colpirlo sul fianco con una manata, ma il braccio sembrava pesarmi un quintale ed il mio colpo fu subito deviato dai riflessi veloci di Bradbury. Mi strattonò un po', il suo viso era di nuovo accanto al mio adesso, poi mi strinse forte.

- E tu devi essere proprio una mosca allora ... - commentò sorridente.

- Eh?- ero confuso

- Ti piace proprio la merda, caro. Non provare a dissentire adesso. Sshh, bacia la tua merda. - mi tappò la bocca con la sua, non sapevo più se disperarmi o ridere, nell'incertezza lo lasciai fare e cedetti a quel bacio. Passammo la notte in quel modo, tra baci e risate, fino a quando non ci addormentammo improvvisamente. Fu l'arrivo dell'alba a svegliarci e a portare con sé i dubbi crudeli che entrambi dovevamo avere, ma non importava ... quella notte fu magica ed indimenticabile.

ANGOLO AUTRICI:

Tra esami e malanni siamo qui anche oggi a postare questo capitolo che non poteva proprio farsi attendere! Vi avevamo promesso un confronto fra l'eccentrico Juri ed il perplesso Nik XD ed eccolo! Fra alti, bassi e fraintendimenti, Juri ha fatto il suo lavoro e sembra che ci sarà un incontro fra Nik e Matt .... che pensate accadrà?
E dopo ... rullo di tamburi .... il post serata diu Chris e Tyler è stato più movimentato di quando il nostro Wayright pensasse ... diciamo che Tyler aveva altri piani ed ha portato a buon fine i suoi propositi ... voi cosa ne pensate? soprattutto delle parle che si è fatto sfuggire qui e lì! Alzi la mano chi non vedeva l'ora che accadesse una cosa del genere! Siamo curiose di sentire i pronostici per il finale visto che ci avviciniamo spediti!
A presto, un abbraccio!

BLACKSTEEL

tate||".�u�ci 

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