capitolo 56
KEVIN
Era impossibile non percepire la tensione, da quando Nik aveva lasciato la cucina dentro di me mi sentivo fremere, anche Matt alla fine era andato via ed ora mi ritrovavo solo con lui. Al contrario di me, Wes non sembrava minimamente turbato, se stava seduto a mangiare i cereali con un espressione incurante che mi faceva capire che non mi considerava neanche in quella stanza.
- Wes ... - Quasi mi maledii quando le mie labbra si fecero sfuggire il suo nome.
Quello non si voltò, se ne stava lì seduto con la testa china, un fremito di rabbia mi attraversò il corpo, dovevo stare calmo, ma come potevo? Se mi fermavo a riflettere per più di dieci secondi mi ricordavo della sera precedente. Mi avvicinani al tavolo poggiando le mani sul ripiano e portando le nostre teste alla stessa altezza.
- Per favore ... Io ... Ti devo parlare ... - Cercai di dire con tono sicuro, ma la verità era che non sapevo minimamente come affrontare quel discorso né da dove cominciare.
- Spiacente ho da fare adesso ... - Disse in un sussurrò e si sollevò dal tavolo, pronto ad abbandonare la cucina.
Fu un impulso istintivo che non riuscii a trattenere, gli afferrai il braccio bloccandolo e voltando il suo corpo verso di me – Non andare .... – Sussurrai.
Lui rimasi immobile, rigido e la cosa che più mi uccideva era che continuava a non guardarmi in faccia.
- Lasciami ...- Mormorò strattonando il braccio ma io non mollai la presa.
- Dove vai? – Chiesi con una punta di disperazione nella voce – Vai da lui? Hai passato la notte lì ed adesso non vedi l'ora di tornarci? –
- Che cazzo vuoi esattamente da me? – Sbottò a quel punto – Non ho forse diritto di fare anche io quello che mi pare? Tu hai scelto lei ... Beh fattene una ragione io ho scelto Wayne, non ho intenzione di stare ai tuoi comodi ... Assecondare la tua vigliaccheria –
Il cuore mi batteva forte, quelle domande mi premevano nel cervello ma avevo paura delle risposte che avrebbe potuto darmi, presi un respiro.
- Tu mi piaci Wes ... Cristo mi piaci da morire ... Io ho perso la testa per te, ho perso me stesso ...- Confessai con voce tremante.
Il suo viso era ancora duro però, come se quelle parole non lo avessero minimamente raggiunto.
- Tu sei sempre tu Kevin ... E io sono sempre io ... Non hai perso un bel niente ... Tornatene dalla tua donna e lasciami stare – Ed a quel punto lasciai la presa, completamente incapace di trattenerlo oltre.
- Ma ... Tu non provi niente per me? Dopo ... quello che è successo fra di noi? Per una volta Wes, ti prego, ho bisogno che tu sia sincero con me ... -
- L'unica cosa che c'è stata fra di noi è il sesso ... È stata una parentesi divertente Kev ma sappiamo entrambi che non hai le palle per andare oltre e sappiamo che io non ho alcuna intenzione di diventare la tua concubina – Disse amaro – Quindi risparmiamoci i sentimentalismi e i melodrammi ... Non importa quello che dici o che provi, la nostra parentesi si è chiusa –
Non volevo arrendermi, qualcosa dentro di me non accettava quelle parole, mi avvicinai, volevo baciarlo, stringerlo a me, riportarlo dalla mia parte con la forza, proprio come lui avrebbe fatto con me. Per un solo istante lui percepì in me quella volontà e mi fissò curioso, ma prima che le mie mani potessero afferrare quel viso un suono alle mie spalle arrestò i miei movimenti. Voltandomi mi trovai davanti il sorriso di Celine.
- Buongiorno – Salutò.
Ogni mia intenzione morì in quell'istante e mi distanziai nuovamente da lui, il volto di Wes tornò nuovamente una maschera di orrore, incattivito e sprezzante, io mi facevo sempre più piccolo sotto quello sguardo.
- Vuoi ancora aggiungere altro al nostro discorso Kevin? – Disse ad un tratto – Vuoi ancora ribadire qualche nobile proposito? Sei solo un debole –
Detto questo uscì dalla porta ed io crollai sulla sedia alle mie spalle, sentii una mano sfiorarmi la spalla, Celine mi guardava preoccupata.
- Che succede? –
Sospirai – Non è niente di grave ... Wes ... Diciamo che ha riacquistato la memoria ... -
Quella parve incupirsi – Ti ha di nuovo dato problemi? –
- Credo che questa sia l'ultima volta - Dissi più a me stesso che a lei.
Uscii in giardino a prendere un po' d'aria, lasciai che il sole mi riscaldasse il viso e che i rumori della città mi distraessero per qualche secondo, dando un po' di pace al mio cervello. Credevo che sarei riuscito ad esprimere chiaramente quello che volevo, che sarei stato in grado di convincerlo ma la realtà era che io stesso non avevo chiaro niente. Ero davvero pronto a lasciare tutto? A dire a Celine quello che provavo per suo cugino? Con che coraggio avrei mai potuto fare una cosa del genere? Arrecare a lei così tanta sofferenza dopo quello che aveva passato mi sembrò un crimine troppo grave. Puntai gli occhi verso il bel giardino di casa Wayright come alla ricerca di un segno, un miracolo vivente che mettesse fine ad ogni mio dramma interiore, non fu quello che trovai, lì c'era solo una massa di capelli rossi che spuntavano da un cespuglio. Mi diressi da quella parte e vidi Seth intento a disegnare seduto sul prato, con la schiena appoggiata ad un albero. Avevo lo sguardo incredibilmente triste e non sembrava neanche avermi notato, continuava a tracciare segni sul foglio con assoluta concetrazione. Così mi sedetti accanto a lui e solo in quel momento si voltò a guardarmi.
- Che fai qui? – Chiese inquisitorio.
- Scappo dai miei problemi – Dissi io con la massima sincerità.
Questo lo fece ridere.
- Tu cosa fai? – Domandai osservando meglio il disegno, ritraeva il profilo di un ragazzo, mi era familiare in qualche modo.
- Annego nei miei problemi – Rispose lui ed io riconobbi il soggetto del disegno, era il ragazzo che avevamo visto mesi fa al pub, quello che doveva essere il fidanzato di Seth.
- Perché lo ritrai? –
- E' l'unica cosa che la mia testa riesce ad elaborare ... In ogni angolazione ... È come se i miei occhi ce lo avessero ancora davanti ... Posso inserire ogni più piccolo dettaglio ... Come se fosse qui davanti a me –
- Deve essere doloroso –
- Forse questo dolore mi ricorda che sono vivo ... - Sussurrò passando distrattamente una mano alla collana che aveva addosso – tu non dovevi parlare con Wes? –
- Ci ho provato ... è stato un disastro totale – ammisi – non ho fatto che ribadire ai suoi occhi quanto sono debole –
- E con Celine ci hai parlato? – chiese spostando i suoi occhi scuri su di me.
- No ... - mi portai le mani alla testa – non ci riesco Seth ... il pensiero di doverle confessare questa cosa, di doverla fare soffrire così ... se fra me e Wes è davvero finito tutto, che bisogno c'è di farlo sapere a lei? –
- Tra te e Wes non finirà mai niente Kevin ... ogni volta che lo vedrai, ogni volta che stringerai la mano di Celine e ricorderai il suo viso quei sentimenti torneranno a galla ... - mi spiegò – tu tieni molto a lei, credi che sarebbe quello che merita? Passare la vita con un uomo che non la ama completamente? Passare la vita con qualcuno che non è totalmente suo? Io credo che la cosa più crudele che tu possa fare a Celine è restare con lei e fingere di amarla –
Quelle parole mi colpirono duramente, come sempre. Seth sembrava avere tutte le risposte anche se incredibilmente la sua vita era lontana dall'essere semplice. Non potevo negare che avesse ragione, probabilmente anche Wes aveva ragione, ero un vigliacco, forse non ero davvero capace di prendermi quello che volevo, di essere felice, ma per lei sarei dovuto essere più coraggioso, avrei dovuto lasciare che trovasse davvero il suo cavaliere, perché non potevo più essere io?
WES
Ero nervoso, mi sentivo come un toro davanti ad un telo rosso, pronto a balzare addosso al primo malcapitato pur di sfogare quella rabbia in continuo accumulamento, ma ovviamente non potevo, né desideravo dare un altro spettacolino dei miei.
Kevin aveva perfino avuto il barbaro coraggio di venirmi a parlare, aveva preteso spiegazioni che non gli dovevo né gli avrei mai dovuto dare. Cercai di non pensare a quel viso dapprima mortificato che cercava la mia assoluzione, alla sua espressione risoluta quando mi aveva detto di essere completamente pazzo di me, quella stessa risoluzione che si dissolveva un attimo dopo di fronte all'avanzare in cucina della sua ragazza.
Era patetico, ogni suo tentativo di volermi dimostrare ciò che provava per me era un fallimento.
Con quei pensieri pressanti decisi di salire in stanza per evitare la gente in salotto, sapevo che tra quelli doveva esserci Matt, forse perfino quel bastardo, approfittatore di Nikolaj. Sperai che avesse davvero mollato la presa su mio fratello, volevo credere nelle parole di Matt, volevo disperatamente credere che avrebbero sistemato le cose senza che fosse stato necessario il mio intervento nella questione. In quel caso non sarebbe finita bene, non poteva e basta.
Decisi di fare una doccia per poi raggiungere Seth al pub dopo di che ... chi poteva sapere come si sarebbe messo il resto della serata. Non riuscivo ad immaginare di dover trascorrere un altro mese ed anche di più in questo stato, non potevo sopravvivere a quella situazione, non quando ero costretto a vivere con le persone che più detestavo.
Entrai nella stanza di Seth e Chris, fu proprio quest'ultimo a guardarmi con espressione scocciata sul volto – Non si bussa più? - era intento a confrontare alcuni paia di pantaloni.
Bussai svogliatamente sulla porta di legno – Ecco fatto, va bene così? - ribattei, acido – dove stai andando comunque? Perché tanta eleganza? Hai rimorchiato uno stilista e non dici niente al tuo cuginetto preferito? - avevo dimenticato quanto mi fosse sembrato diverso Chris in quegli ultimi giorni, aveva un'espressione cupa sul volto che mi apparve anche un po' più scarno del solito.
- Come no ... l'unica cosa che rimorchio è il caos – disse quello dopo aver gettato da parte gli indumenti ed essersi accasciato sul letto – e i guai, quelli sembrano non riuscire a starmi lontano neanche per un istante. -
- A chi lo dici, ma questa è una prerogativa di noi Wayright, qualcosa di cui andare fieri ... quanto meno non riesco a ricordare l'ultima volta in cui ho provato qualcosa di simile alla noia. Alla fine i guai riempiono la giornata. - mi venne da ridere, perché diavolo avevo detto quelle cose? Non le pensavo più, forse non le avevo mai pensate, mi ritrovai a riflettere, era quello che tutti si aspettavano da me però, un'elegia alla vita smodata e piena di avventure. Ecco chi era Wes Reed, ecco quali erano i pilastri indissolubili su cui si reggeva la sua intera esistenza.
- E' questo il punto, essere un Wayright è una maledizione. - commentò lui con amarezza, poi prese una polo blu dalla pila di t-shirt e se la mise addosso.
- Poteva andarti peggio, potevi nascere a qualche metro da qui ed essere un piccolo, pazzo Bradbury! - mi aspettai di trovarlo divertito dalla mia battuta, ma il suo sguardo si incupì anche più di prima senza che riuscissi a capire dove diavolo avevo sbagliato – emh, ok ... ci do un taglio. Allora? Mi vuoi dire dove stai andando? -
- Ad una festa, a fingere di essere il ragazzo del tipo che mi sta minacciando da qualche settimana, se te lo chiedi è l'ex fidanzato di quello che mi ha minacciato per primo – spiegò quello con una voce piatta – sì, sono nella merda, hai capito bene. -
- Aspetta, aspetta ... frena. Che diavolo stai cercando di dire? Chi ti minaccia? - chiesi sconcertato e confuso allo stesso tempo.
Chris scosse la testa – Lascia stare, non importa. Devo sbrigarmi adesso, tra poco sarà qui ... - disse mentre scostava appena le tendine della finestra e dava un'occhiata in strada, preoccupato.
- Chi sarà qui? E' il tipo a cui davi ripetizioni? - ero perplesso e mi sentivo anche in colpa per non essermi più interessato alle vicende di Chris negli ultimi tempi – senti, con me puoi parlare, lo sai. E' solo che in questo periodo sono stato parecchio incasinato ed in qualche modo Seth sembrava aver bisogno di aiuto dopo quello che è successo con Koll, poi c'è stato l'incidente e ... -
- Smettila, non hai nulla di cui giustificarti, Wes – Chris scosse la testa – va tutto bene, me la caverò come ho sempre fatto. Sto soltanto cercando di capire come muovermi per evitare che tutto quanto mi crolli addosso. -
- Se sei nei guai voglio saperlo ... che cos'è questa storia della minaccia? - ero preoccupato, non mi piaceva quell'oscurità nel suo sguardo, una componente che non avevo mai visto impressa così duramente su quel viso.
- Va tutto bene, te lo ripeto. - non era vero, ma Chris non mi era mai sembrato tanto risoluto mentre riuniva velocemente chiavi, cellulare e portafoglio e li infilava nelle tasche dei pantaloni scuri che aveva scelto. Lo vidi passarmi oltre, lasciandomi a vagare in un turbinio di profumo delicato ma persistente allo stesso tempo – e se proprio vuoi risolvere qualche casino ... forse dovresti iniziare dai tuoi. - aggiunse prima di chiudersi la porta dietro le spalle e lasciarmi lì da solo come un idiota.
Incredibile, perfino il mio cugino diciassettenne mi faceva notare quanto fossi nella merda per potermi permettere di preoccuparmi degli altri. Non aveva tutti i torti, ma non mi andava di pensare alla mia situazione. Mi mossi da lì, deciso a tornare per qualche momento in stanza per prendere i miei indumenti puliti da portare in bagno quando la porta si aprì nuovamente, rivelando questa volta la figura di Seth.
- Ehi ... credevo fossi già uscito ... -
Seth scosse la testa – è il mio giorno libero questo, spiacente. -
- Ah ... niente Celtic Druids allora per stasera. -
- Perché no? Le cose non vanno di nuovo con Wayne? Puoi andarci con lui. - butto lì quello come se stessa parlando del più e del meno. Era stato Kevin a nominare Wayne a Seth ovviamente. Il povero, piccolo, capriccioso Kevin che si era ritrovato con un gioco in meno tra le mani.
- E' complicato. - lo era davvero. I sentimenti che Wayne diceva di provare per me erano qualcosa a cui non volevo né potevo pensare al momento, non ero del tutto certo che fosse stato sincero la notte passata, ma non avevo neppure motivo di supporre il contrario. Dopotutto mi aveva ospitato a casa sua senza richiedere nulla in cambio, aveva trascorso la notte accanto a me senza provare ad allungare le mani, evento più unico che raro per uno come lui.
- E Kevin? E' a pezzi, te ne sarai accorto. - mi fece notare Seth lanciandomi un'occhiata in obliquo.
Il solo sentire pronunciare quel nome mi provocò una fitta allo stomaco – a pezzi? E perché mai dovrebbe esserlo? Non ha quello che ha sempre ribadito di desiderare? Sono uscito dalla sua vita così come mi aveva chiesto, li sto lasciando in pace, evito perfino di ritrovarmi nella loro stessa stanza per non turbare il loro triste rapporto di coppia. Che altro vorrebbe adesso? - ringhiai fulminando Seth con lo sguardo – non so a che gioco tu stia giocando, Seth ... ma non puoi davvero berti questa storia ... non gliene fotte un cazzo di me, o meglio, non mollerà mai Celine. -
- Potresti sbagliarti ... forse stai sottovalutando il suo grado di coinvolgimento in questa storia. Credo che sarebbe disposto a tutto per te, se tu gli dessi qualche certezza ... -
Scossi la testa, non se ne parlava proprio – Ho chiuso con questi giochi, Seth. Non rischierò di bruciarmi una seconda volta, non dopo quello che è successo tempo fa ... -
- Ma Kevin non è Wayne. -
Annuii alla volta di mio cugino – Infatti, Kevin è molto peggio, in fin dei conti Wayne è pur sempre Wayne, nessuno si aspetta molto da un tipo del genere, ma lui ... con quella sua aria da povero ragazzo in balia degli eventi. L'inglese non è la vittima qui dentro ... lui è il carnefice. L'indecisione uccide più di ogni altra cosa e potrà anche prendere in giro quell'idiota di Celine, ma non me. -
- Lasciamo perdere, sei troppo incazzato per vedere le cose così come stanno – stavo per ribattere ma Seth mi precedette – usciamo ... -
- Usciamo dove? - chiesi confuso.
- Fuori, che diavolo ne so, in un pub ... usciamo e basta. -
Rimasi a bocca aperta, certo che le mie orecchie mi stessero giocando un tiro mancino – perché? Lo fai per tirarmi su il morale? Non capisco ... -
Quello rise amaramente – Come no, prima ci vorrebbe qualcuno che lo tirasse su a me ... forza, cambiati e non fare troppe storie. Dobbiamo fare qualcosa, no? -
Sentii un velo di disperazione nella sua voce, di urgenza. Nonostante non avesse più parlato di Koll sapevo che continuava a pensare a lui notte e giorno, tenersi impegnato lo aiutava, immergersi nella vita caotica del Celtic Druids, poi dormire fino a tardi ed infine riprendere quella routine giorno dopo giorno, cercando di non fermarsi mai per paura di cedere una volta per sempre.
- Tra dieci minuti ti voglio pronto. Esci da qui adesso. -
- E va bene, andiamo a deprimerci in gruppo! Tanto peggio di così ... - lasciai la stanza, riflettendo sulla triste sorte che sembrava affliggere i Wayright.
ANGOLO AUTRICI:
HOLAAAA!!!! Ci ritroviamo ancora qui ... ad Agosto ... ad aggiornare il capitolo 56 XD dite un pò, vi state rompendo le palle vero? XD a noi potete dirlo XD quante tribolazioni .... quanti tormenti .... ma quanto è lunga questa storia? perdonateci per i fiumi di parole ma i ragazzi ne combinano tantissime ed il meglio deve ancora venire ... siamo più o meno a metà di Luglio e c'è chi dice che Agosto è il mese del fuoco ;) Qui notiamo il povero Kevin allungare la mano verso un Wes per niente persuaso ... ma come dargli torto? La presenza di Celine è davvero ingombrante mi darete ragione XD Ma il prode Seth che tende mani a destra e a manca ha deciso di intervenire ancora una volta .... che questa uscita segni forse una svolta nella storia? Lo scoprirete! ;)
Come sempre ringraziamo tutti coloro che leggono la storia, in particolare chi con questo caldo ci incoraggia tramite recensioni! Sono rimasti in pochi superstiti ma ci teniamo davvero ad abbracciarle fortissimo .... ai nuovi lettori diciamo benvenuti e speriamo che questa storia vi piaccia e vi tenga con il fiato sospeso! C'è ancora tanto da scoprire!
Un Bacione
BLACKSTEEL
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