Capitolo IV
Guardo con un sorriso divertito la ragazza dai capelli castani chiari entrare mezza scocciata nella stanza, si siede di fianco a me e allunga le gambe sulle ginocchia. «Non posso credere che vieni a casa mia solo per giocare alla PlayStation. Quanti anni hai, tredici?»
Le lascio un pizzicotto sulla gamba, continuando a rimanere concentrato sullo schermo. «Lo so che nonostante questo sono il tuo cugino preferito.»
Hilary alza gli occhi al cielo. «Sei il mio unico cugino, Kyle.» Poggia la testa sulla mia spalla e deve essere in una posizione scomoda -con le gambe sulle mie e rannicchiata sullo stomaco sempre per poggiarsi su di me-, tuttavia non si sposta. Poi aggiunge sottovoce: «Purtroppo.»
Basta quello per darmi la spinta a mettere in pausa la partita e girarmi verso di lei. In realtà ogni volta che ci vedono insieme ci prendono sempre per fratelli: abbiamo gli stessi occhi azzurri, stesso colore dei capelli e persino lo stesso naso dritto. Le nostri madri ci hanno fatto con lo stampino, anche se sono i nostri padri ad essere fratelli. «Cosa hai detto?» Assottiglio gli occhi cercando di essere minaccioso, ma passa nel momento in cui Hilary mi manda un bacio volante.
Abbassa la guardia e, preso da un'idea improvvisa, inizio a farle il solletico sui fianchi. Lei si dimena e mi lascia alcuni schiaffi sulle braccia, finché non decido di piantarla e di ricominciare la partita di football alla PlayStation. «Capisco perché Morgan ti detesta.» Borbotta, aggiustandosi la coda di cavallo che si è spettinata, dimenandosi da me.
Alzo gli occhi al cielo al suo nome. Per mia sfortuna sono grandi amiche, proprio come io lo sono con i suoi fratelli. Ci deve essere stato qualcosa nel nostro DNA di incompatibile, perché siamo gli unici a non sopportarci. «Lei mi detesta perché respiro.» Osservo, inarcando un sopracciglio. A parte le nostre provocazioni e gli insulti sottili che ci lanciamo -ma che non sono univoci, bensì da entrambe le parti- non le ho mai fatto niente.
«Forse.» Hilary si stiracchia, allungando le gambe sulle mie ginocchia. «Se vuoi consigli su come conquistarla, basta chiedere.» La guardo male, e forse anche un po' divertito perché significa che allora non ha proprio capito niente del nostro rapporto. «Che c'é? È bella e lo sai.»
Mi costringo a riportare gli occhi sul gioco. Non voglio parlare di lei. Non dopo che ha fatto quella scenata ieri mattina in macchina, scendendo come se si vergognasse farsi vedere con me. E non dopo essere salita in macchina con il suo nuovo forse ragazzo, mentre io mi sono comportato come un idiota. Ieri è stata una di quelle giornate in cui ho perso il senno della ragione a causa sua. «Non me ne sono mai accorto. Ogni volta che la guardo sono impegnato a maledirla.»
Mia cugina ridacchia leggermente. «Va bene, Mr. Arroganza.» Le lancio un'occhiataccia. Morgan mi ha dato quello stupido soprannome. Non pensavo però che Hil lo sapesse: in genere mi chiama così quando siamo solo noi due e al massimo davanti ai gemelli.
Un piccolo sorriso di scherno mi incornicia il volto. «Parlate di me, quindi?»
Hilary si mette composta, levando persino le gambe da sopra le mie. «Lei mi parla di te solo per maledirti, proprio come fai tu.» Non credo che lei mi venga dietro da quando ho nove anni. Non ci malediciamo allo stesso modo. «So che non vuoi consigli, ma te ne darò uno lo stesso. Credo che per iniziare qualcosa -qualunque cosa, che sia una relazione o un'amicizia-, dovresti farti notare sul serio. E non come le tue solite battutine o le sue, intendo qualcosa di più.»
Effettivamente prima di questa domenica il nostro rapporto si basava solo sulle cene della domenica sera organizzate dalle nostre madri. Ma non saprei come farmi notare ora, diciotto anni dopo. «Grazie per l'inutile consiglio.» Le rispondo, ma dall'occhiata che le mando lascio intravedere davvero un minimo di riconoscenza. Probabilmente non farò proprio niente, soprattutto ora che quasi sicuramente ha un nuovo fidanzato.
Mia cugina e io passiamo il resto del pomeriggio insieme, le tengo compagnia finché non torna mia zia. È strano vedere Hilary sorridere, dato che qualche giorno fa piangeva disperata per il tradimento del suo ragazzo. Tizio a cui ho provato a rompere il naso, tra l'altro, ma Sebastian e Charlotte me l'hanno impedito. Un vero peccato. «Kyle, che bello vederti qui.» Zia non ha niente in comune con Hilary, ma questo non toglie che è una bella donna. Alta, con capelli castani e lisci, occhi grandi e ciglia lunghe. «Non hai compiti da fare?» In teoria sí, in pratica li farò stanotte.
«Non hai una casa?» Prende in giro Hilary, che si guadagna un pizzicotto sul fianco da parte mia.
«Sì, zia Aimee, ma la famiglia viene prima della scuola.» Faccio un piccolo sorriso a mia zia, che scoppia a ridere. Effettivamente nessuno della mia famiglia crederebbe a questa frase.
Hilary avvicina le labbra al mio orecchio. «Paraculo.» Sussurra e io faccio un altro sorrisetto. «Ho sentito dire che a Morgan non piacciono, sai?» Questa volta parla a voce abbastanza alta, in modo che anche sua madre possa ascoltare. Le si illuminano gli occhi prima di dire: «Morgan? Come sta quella bella ragazza?»
Non so la strega cosa ha fatto alla mia famiglia, ma tutti sembrano adorarla. «Sapete una cosa? Ho proprio tanti compiti per casa da fare. Ci vediamo presto, parenti.» Mi alzo di fretta e furia, neanche scottasse il divano, e mi avvio verso la porta.
Zia Aimee scoppia a ridere, mentre Hilary mi accompagna con un sorriso malizioso fino alla porta. «Fatti notare.» Mi fa un occhiolino e per un attimo vorrei che fosse un ragazzo, così potrei darle una leggera spinta per farla stare zitta.
«Smettila di immischiarti nella mia vita amorosa.» Apro la porta ed esco, con i nervi a fior di pelle. Se sento un'altra persona nominarla giuro che potrei commettere qualche reato. Cricchetto è parcheggiato proprio fuori casa dei miei zii, perciò arrivo allo sportello in pochi secondi.
Ma Hilary ha progetti diversi, perché sull'uscio della porta mi grida: «Hai appena ammesso che Morgan fa parte della tua vita amorosa, lo sai vero?»
Per un attimo mi paralizzo. Non intendevo in quel senso. Intendevo dire che pensa sempre di trovarmi una ragazza e finisce sempre male. Ho perso il conto delle amiche che mi ha presentato perché "interessate a me". In realtà erano solo interessate al mio corpo, perciò è finito tutto abbastanza in fretta.
Mi giro verso Hil, le faccio un brutto gesto di cui non vado fiero e mi infilo in macchina. Parto prima di ripensarci o di avere il tempo di ribattere. Sono stanco di stare male per Morgan. Ho già passato la mia prima delusione d'amore per colpa sua, quando si è fidanzata con Omar. Non ne ho bisogno di un'altra. Ho bisogno di concentrarmi sul football, sulla scuola e devo aiutare Charlotte ad uscire da quella situazione di merda con suo padre. Non dovrei pensare alla mia nemica e al suo forse-quasi-ragazzo, non dovrei pensare che dopo un'estate passati lontani mi sono accorto di sentire la sua mancanza più del dovuto.
Non so neanche come andrà quest'anno, se la rivedrò più dopo che andremo al college. Forse sì, quando torneremo a casa dalle nostre famiglie e le nostri madri prepareranno cene di Natale insieme o cose simili. Ma non sarà lo stesso. Sarà come rivedere un vecchio compagno di scuola con cui non hai mai avuto rapporti, quegli sguardi imbarazzanti che sotto intendono la domanda "e di che vogliamo parlare?". Forse dovrei iniziare da subito a ignorarla, a non provocarla e a non rispondere se è lei la prima ad iniziare. Sarebbe più semplice e sicuramente mi farebbe passare gli strani pensieri che mi balenano in testa ogni volta che la guardo.
Prima di arrivare a casa mia devo passare davanti la sua, venendo da casa di Hilary. E quando sono sotto la sua finestra non posso evitare di alzare gli occhi per vedere se è lì. Probabilmente è seduta alla scrivania per studiare, perché non la vedo. Riesco a distogliere lo sguardo solo qualche secondo dopo, usando tutta la mia forza di volontà. Ed è così che un pensiero mi colpisce così forte che sembra un pugno al centro dello stomaco: non voglio essere uno sconosciuto per lei. Voglio le sue occhiatacce, le sue battute, i suoi soprannomi dedicati solo a me. Voglio tornare dal college e vederla ancora più bella, ma uscirmene con qualche battuta per farla arrabbiare. Voglio che le cose rimangano così, o al massimo migliorino.
Se avere il cuore spezzato un'altra volta significa averla nella mia vita, ben venga.
Metto la freccia e accosto la macchina vicino il marciapiede, facendo attenzione a non essere troppo vicino a casa Hill. Non vorrei che lei o i suoi genitori mi vedano. Prendo velocemente il cellulare e scrivo a Sebastian. Devo ricordarmi, un giorno, di ringraziare mia cugina per i suoi consigli. Non ora, né domani, ma forse tra qualche anno.
A Tian:
Ho bisogno del tuo aiuto.
Ciao ragazz* 💕
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, sinceramente mi dissocio da qualunque cosa io abbia scritto perché ero 1) assonnata e 2) in aereo da tipo 6 ore, perciò il mio cervello non connetteva bene. Il prossimo capitolo è sempre inedito (non l'avete mai letto), ma spero vi piaccia. So che magari Kyle può sembrare ripetitivo con la questione "Morgan" e la sua cotta, ma è solo per farvi capire meglio alcune cose, giuro che andando più avanti la storia si farà più interessante. Se volete scrivere cosa ne pensate di questo capitolo mi rendereste la persona più felice del mondo <3
A presto, vi voglio bene ❤️
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro