Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo II

La mattina successiva a svegliarmi non è la solita sveglia, ma la suoneria del mio cellulare. Strizzo gli occhi quando mi rendo conto che ad aver chiamato -o meglio, videochiamato- sono Nathan e Luis.

Sono gemelli, attualmente al college dove mi piacerebbe andare e, per mia disgrazia, sono anche i fratelli maggiori di Morgan. Solo che, così come non riesco proprio a stare vicino a lei, con i suoi fratelli ho un legame strettissimo. «Perché mi chiamate alle otto del mattino?» Chiedo, mettendomi una maglietta e scendendo le scale per andare a fare colazione. La fotocamera mi inquadra la faccia, mentre vedo i gemelli già pronti per andare a lezione -e sono dei pazzi, perché inizia tra un'ora-, poggiati entrambi su uno dei letti. Sono andato a trovarli una volta: hanno un letto a castello e due scrivanie, e anche se la camera è per tre persone non hanno mai assegnato a nessuno la loro stanza.

«Perché ci vogliamo assicurare che ti comporti bene. Ieri, quando Morgan ha saputo di questo accordo, ha dato di matto.» Risponde Nathan, passandosi una mano tra i capelli biondi. Sono più lunghi rispetto a quelli di Luis ed ha la mascella più pronunciata, gli occhi leggermente più scuri. Se non fosse per queste piccole differenze sarebbero identici.

Quasi mi scappa un sorriso. Lei ha dato di matto? L'ho maledetta così tanto che stamattina non si sarebbe dovuta svegliare. «Sì, lo so. Le ho mandato un messaggio ieri pomeriggio, ma non ha risposto.» Non che mi aspettassi diversamente, soprattutto considerando che nel messaggio "saputo le novità, Hill?" la stavo palesemente provocando. «E state tranquilli. Ci ignoreremo il più possibile.» Poi chiedo come stanno procedendo i corsi e se hanno conosciuto qualcuno di nuovo, prima di chiudere la chiamata e iniziarmi a preparare sul serio. Ci manca solo che io arrivi in ritardo.

Quasi non saluto i miei genitori -ma in realtà un "ciao" generale lo borbotto mentre sto uscendo per non ritrovarmi anche senza casa, oggi pomeriggio- ripensando alle urla di mia mamma ieri sera. Sono ritornato a casa per ora di cena, dopo casa di Sebastian ho fatto un giro in macchina per calmarmi, e mia madre ha urlato per venti minuti per come sono evaso dalle sue grinfie. Per fortuna mio padre è stato più clemente e l'ha calmata.

Arrivo sotto casa di Morgan alle nove meno venti. Casa sua è delle stesse dimensioni, bene o male, della mia. Saluto dal finestrino con la mano sua mamma, Claire, che potrei tranquillamente definire una zia. Mi conosce letteralmente dal mio primo giorno di vita e non si è mai persa niente, nessun evento importante di cui mia mamma la metta al corrente.

Lei ricambia con un sorriso solare e mi indica le scale prima di scomparire alla mia vista, segno che è andata a chiamare la figlia. Dieci secondi dopo vedo Morgan attraversare il vialetto di casa con un'espressione esasperata, lo zaino messo distrattamente su una sola spalla. Entra senza salutare né fare un cenno, si limita a sedersi al mio fianco e sbattere lo sportello così forte che per un attimo temo l'abbia rotto. Stringo i denti ed il volante così tanto che le nocche mi diventano bianche.

Resisti, Cricchetto. Qualche mese e ce la leviamo dalle scatole.

Almeno ha la decenza di mettersi la cintura mentre io abbasso il finestrino per far passare l'aria. Maledetta scuola che inizia a metà agosto e maledetta mia madre, che per questa stupida punizione mi impedisce di venire con la moto. Perché con il cavolo che porto Morgan sull'amore della mia vita.

Sorrido però mentre inizio a guidare, mettendo in atto il mio piano per infastidirla. Ieri sera, prima di addormentarmi, ho avuto questa bellissima illuminazione: sono io che guido. È mia la macchina. E quindi per me sarà più facile infastidirla, farle passare ogni mattina come l'inferno prima di arrivare a lezione.

Potrà essere da incoscienti, ma non ho messo la cintura di sicurezza. Se c'è una cosa che innervosisce Morgan sono i rumori continui a prima mattina, come gli allarmi anti incendio o quelli della macchina. «Vuoi metterti quella dannata cintura?» Sbotta infatti dopo qualche secondo.

Metto la freccia per avvisare le macchine di dietro che sto per girare a sinistra e poggio il gomito sul finestrino aperto. «Fammici pensare...» Vorrei dire o fare qualcosa che la stizzisca ancora di più, tamburello con le dita mentre ci penso. Ma, alla fine, non trovo niente. «No.»

Morgan sbuffa e fa una smorfia. È una delle sue espressioni facciali riservate solo a me. Quando avevo una cotta per lei ne andavo fiero, ora pensare che mi riservi qualcosa -anche una stupida smorfia- mi fa pensare che sia quasi dolce, intimo e decisamente non consono per due nemici. Lei ancora non se n'è mai resa conto, però, altrimenti mi eviterebbe come cerco di fare io la maggior parte delle volte. La maggior parte. Poi ci sono anche i giorni e i momenti in cui il mio cervello non è connesso. «Sei un cretino.» Borbotta, poggiando le mani sui suoi jeans scuri.

«Grazie, Hill.» Le mando un'occhiata truce. La sto accompagnando a scuola e mi sento pure i suoi insulti. Decido di provocarla un altro po'. «Sai che siamo in questa situazione per colpa tua, vero?»

Se lei mi ignorasse come cerco di fare io, le cose sarebbero diverse. Morgan mi fa un brutto gesto con le dita prima di rispondere. «Non è vero, è colpa tua.»

Mi viene da ridere. Rido così forte che penso che dovrei fermarmi con la macchina per evitare un incidente. E, ovviamente, la drama queen si copre le orecchie con le mani fingendo di non sopportare la mia risata. Se è così, io allora non sopporto la sua voce. «Colpa mia?» Cerco di fare un respiro profondo prima di calmarmi. L'omicidio non è ancora legale, Kyle, ricordo a me stesso. «Sei tu che hai iniziato mentre parlavo a tavola. Per non parlare dello schiaffo.» L'altro ieri la discussione è iniziata perché mi ha iniziato a prendere in giro mentre parlavo con i suoi genitori, ma almeno non mi ha colpito. Due domeniche fa mi ha dato uno schiaffo così forte che ho provato dolore alla guancia per tutta la notte.

«Tu mi provochi!» Quasi urla quando inchiodo con la macchina e metto la freccia per accostarmi vicino al marciapiede. Ora ci uccidiamo, lo so, ma non sono ancora così incosciente da litigare e guidare contemporaneamente. Senza cintura, poi.

Chiudo gli occhi, spegnendo il motore dell'auto. Non so con che forza non la sto per lasciare qui a piedi. «Non dire cazzate. Per lo schiaffo sì, ma l'altro ieri non ho fatto nulla.» Mi rendo conto che dandole dell'idiota lo schiaffo me lo sono anche meritato.

Continuo a tenere gli occhi chiusi, ma so che sta sorridendo. È sadica quasi quanto me, perciò sono sicuro che sia felice perché io sono nervoso. «E levati quel sorriso dalla faccia.» Borbotto passandomi una mano tra i capelli e finalmente aprendo gli occhi. La guardo.

Lei è confusa all'inizio, poi si schiarisce la voce. «Non stavo sorridendo.» Guarda un paio di volte lo zaino, poi lo prende per la bretella di sinistra e apre lo sportello senza dire assolutamente nulla.

Ora sono io quello confuso. «Ma che stai facendo?» Devo abbassare il finestrino e mettere un po' la testa fuori per farmi sentire.

Morgan si gira sorridendo verso di me. «Sto andando a scuola. Non voglio farmi vedere con te.» Fa un occhiolino che mi diverte. Il suo odio nei miei confronti è esilarante. Sembra quasi che stia facendo un favore anche a me camminando per non farci vedere insieme, quando in realtà non mi fa né caldo né freddo. Certo, non la sopporto, ma se il problema sono le chiacchiere delle persone allora che parlassero pure. Io so di odiarla e lei ricambia, è tutto quello che conta.

Aspetto comunque un paio di minuti credendo che torni indietro -forse sono troppo gentile-, prima di ripartire e andare sul serio a scuola. Parcheggio al primo posto che trovo libero e noto subito che Morgan è già circondata dal suo gruppo di amici. Non ho mai parlato con nessuno di loro -tranne Olivia la sanguisuga- per poterli giudicare.

Mi incammino piano verso i miei amici, Sebastian sta ridendo per una battuta fatto da un nostro compagno di corso, Charlotte invece ha lo sguardo perso nel vuoto e sta distrattamente giocando con la cinghia dello zaino. «Buongiorno.» Saluto tutti, dando di proposito un colpetto con la mano sul fianco di Charlie per farla riprendere. So cosa le frulla nella testa e mi sale un magone alla gola al solo pensiero.

«Eccolo qui.» Ryan Taylor mi dà una pacca sulla spalla in segno di saluto e io accenno un sorriso. Non vedo nessun altro della squadra di football, né dei nostri corsi. «Gli altri sono già entrati tutti, hai quasi fatto tardi.» Mi spiega, quasi leggesse nel pensiero.

La campanella suona in quell'esatto momento e i miei due amici si iniziano a incamminare, io prendo delicatamente per il polso Charlotte in modo che non vada. «Va tutto bene?» Le chiedo, quando siamo "soli" -per quanto possiamo esserlo davanti l'ingresso principale di scuola-. Tian sa della situazione, Ryan no.

«Non proprio.» Charlie si stringe nelle spalle, i capelli biondi le coprono il viso di lato. «So che siamo a scuola, ma possiamo mettere in atto quell'accordo che abbiamo stipulato qualche giorno fa? Ho bisogno di non pensarci.» Ha le lacrime agli occhi, così alte che sono certo mi veda sfocato.

Mettere in atto ora quell'accordo significa essere etichettato come il ragazzo di Charlotte. Neanche Tian sa di questo. E più guardo la mia amica, più mi rendo conto che farei qualunque cosa per toglierle un po' del dolore che porta ogni giorno con sé. Perciò chiudo gli occhi per un secondo, poi annuisco.

Il nostro accordo consiste nel dolore di Charlie. Ogni volta che quel bastardo le fa male, la minaccia, ogni volta che ha bisogno di distrarsi, può usare la sua attrazione verso di me per non pensarci. Può baciarmi e abbracciarmi o prendermi la mano senza che io chieda spiegazioni o faccia qualcosa per impedirglielo.

Tanto non è che io sia innamorato di qualcun altro o qualcosa di simile. Perciò accenno un sorriso perché voglio bene a Charlotte e premo le mie labbra sulle sue.

Eccomi qui con il nuovo aggiornamento 🥰 Spero che il capitolo vi sia piaciuto <3 Questo capitolo ha una parte in comune con quella di Mr. Arroganza, mentre vi avviso che il prossimo sarà completamente inedito e ci sarà un personaggio che conoscete ma che ancora non avete visto in questa storia. Qualche idea? 🙈
Aggiornerò tra qualche giorno, vi voglio bene ❤️

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro