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Capitolo 15

Peyton annusò aria di tempesta appena mise il piede a terra, quella mattina. Il sonno l'aveva gettata nel confortante oblio del vuoto e aveva potuto, seppur per poco, dimenticare tutto ciò che era successo la sera prima e ciò che li attendeva quella mattina. Damien aveva sfidato apertamente Liam e lui non gliel'avrebbe fatta passare liscia, anche perché era stato umiliato di fronte a tutti. Non riusciva a togliersi dalla testa lo sguardo cupo che le aveva lanciato prima di iniziare quella stupida sfida con Walker. Odiava il modo in cui la fissava, non era uno sguardo di desiderio o di apprezzamento, era qualcosa di più tetro e inquietante che le faceva scaturire un forte senso di pericolo. Mai e poi mai avrebbe voluto restare da sola con lui. E sapeva che in qualche modo, dopo la sera precedente, l'avrebbero pagata anche loro e ne ebbe la conferma quando varcò la soglia del liceo.

Di solito la sua compagna di squadra, Clare, le andava in contro non appena entrava a scuola e la inondava di domande su quali esercizi intendeva concentrarsi quel giorno. Quella mattina, invece, non appena la ragazza la vide le mandò un frettoloso saluto con la mano e si allontanò a grandi passi piena di panico. E non solo lei, molti compagni quel giorno evitavano di incrociare il suo sguardo o la salutavano in modo svelto e imbarazzato. Il mostro aveva già iniziato a spaventare la plebaglia...

Mai come in quel momento sentì la mancanza di Sienna, almeno la ragazza l'avrebbe distratta col suo parlare, o lamentarsi, incessante. Fece un sospiro profondo e si avviò verso il suo armadietto, ignorando i mormorii e le occhiate furtive che la maggior parte dei ragazzi le lanciavano, sperando di riuscire a superare quella giornata di scuola senza perdere la testa. Odiava sentire addosso quegli sguardi che la giudicavano, era assurdo e lo sapeva, soprattutto perché le persone la fissavano sin da quando aveva iniziato il liceo ed era entrata nelle cheerleader, però non erano mai stati così soffocanti. Provava l'impulso di nascondersi nei bagni o di tornare a casa, invece raddrizzò la schiena e prese i libri che le servivano prima di dirigersi in classe, lei non aveva fatto niente di sbagliato e la sua coscienza lo sapeva, peccato che il suo stomaco non smettesse di contorcersi per l'ansia.

Non riuscì a spiegarsi come, ma riuscì a sopportare quella situazione fino all'ora di pranzo, peccato che non avesse nessuno che le facesse compagnia. Sienna era dalla sera prima che non si faceva sentire, Mason aveva gli allenamenti e Damien quel giorno aveva, evidentemente, deciso di prendersi una giornata di sciopero dal loro accordo. Varcò la soglia della mensa, come se nulla fosse, afferrò un vassoio e si diresse verso il bancone con il cibo anche se non aveva assolutamente fame. Le mancava Damien e rendersi conto di quella cosa la preoccupò, eppure sapeva che se ci fosse stato il ragazzo accanto a lei nessuno avrebbe avuto il coraggio di fissarla. Vicino a lui provava la strana sensazione che mai niente e nessuno potesse farle del male, anche soltanto l'averlo accanto la rassicurava, non importava se la ignorasse o meno, la sua presenza era come una coperta: calda, rassicurante e confortante. E non sapeva il perché.

«Oh, ma guarda chi abbiamo qui!»

Peyton si voltò immediatamente, avrebbe riconosciuto quella voce orribile tra mille altre. Liam, sempre accompagnato dalla sua compagnia di fedelissimi, la fissavano come se avessero davanti una succulenta pecora da sbranare.

«Sei sola oggi? Non c'è quell'essere orripilante che ormai vi portate sempre dietro?» chiese ridacchiando mentre i suoi amici lo imitavano.

«Non osare chiamare Damien in quel modo, tu non vali nemmeno un decimo di lui!»

Strinse tra le mani il vassoio, reprimendo l'impulso di tirarglielo in faccia, doveva stare calma perché era da sola e quel mostro avrebbe potuto farle di tutto, nessuno sarebbe mai intervenuto. Purtroppo le parole le erano scappate dalle labbra prima che potesse fermale, sentirlo parlare in quel modo di Aldous l'aveva fatta infuriare senza una motivazione razionale e aveva smesso di pensare.

«Non mi dire!» esclamò in tono divertito Liam, spiazzandola. «State insieme adesso?»

Peyton sentì calare il completo silenzio nella mensa, tutti gli studenti che l'affollavano avevano smesso di far finta di non essere interessati alla scena e si erano voltati verso di lei. Poteva avvertire ogni loro sguardo sorpreso addosso e si sentì come la protagonista di una soap opera molto scadente. Tuttavia, raddrizzò le spalle, alzò il mento con fare altezzoso e fiero e guardò il ragazzo dritto negli occhi.

«Sì, stiamo insieme.»

La mascella di Liam s'indurì esattamente come la sua espressione, il suo sguardo aveva perso ogni traccia di divertimento. Lei conosceva il motivo di tale cambiamento, non gli andava giù che lei lo avesse respinto preferendo uno come Damien a lui. Eppure, se avesse messo in moto quel cervello ormai essiccato che si ritrovava, avrebbe compreso che non valeva nemmeno un capello di Aldous e che era normale preferirlo a lui. In cuor suo, avrebbe sempre preferito essere la ragazza di Walker, o anche una semplice conquista occasionale, piuttosto che di Liam.

Ignorando i mormorii che avevano iniziato ad affollare la stanza, ormai non più silenziosa, lasciò la mensa senza abbassare mai il capo né voltarsi indietro.

* * *

La seconda parte della giornata fu ancora peggio della prima per Peyton, Sienna si era finalmente fatta viva, dopo aver saltato la maggior parte delle lezioni, e si era resa subito conto che qualcosa non andava.

«Tuhai fatto cosa?» le chiese la ragazza dopo aver ascoltato del suo colpo di testa in mensa. La bionda aveva gli occhi che quasi le uscivano dalle orbite e un rossore che prendeva possesso del suo intero e perfetto visetto tondo.

«Ho detto a Liam, e all'intera scuola, che io e Damien stiamo insieme» ripeté, iniziando ad avvertire un nodo allo stomaco. Non riusciva, né voleva, immaginare la faccia del ragazzo appena avrebbe saputo della bugia che aveva raccontato praticamente a tutti, né alla furia che lo avrebbe indotto ad ammazzarla. Sì, quella volta l'avrebbe strangolata. Ne era certa!

Sienna sospirò, portandosi una mano tra i capelli biondi mentre si lasciava cadere sul letto. «Hai solo una vaga idea del guaio in cui ci hai cacciate?» le domandò con tono quasi isterico?

Peyton inarcò un sopracciglio fissandola incredula. «Ci siamo

«Sì! Hai appena detto a tutta la scuola che tu e quello sfigato di Walker state insieme, hai idea di cosa succederà ora?» Lasciandosi andare all'isteria più pura, la ragazza si alzò come una furia dal letto e iniziò a camminare avanti e indietro nella sua camera, facendola innervosire.

«Appunto, io sono la sua ragazza, non tu!» ribadì. «Non vedo come questo possa toccarti personalmente.»

La bionda la fulminò con uno sguardo di fuoco. «Certo! A te non importa mai delle conseguenze che le tue azioni hanno sugli altri, no?»

Il tono d'accusa con cui le rivolse quella domanda non le piacque affatto. Peyton si alzò lentamente dal letto e le si avvicinò, parandosi di fronte alla ragazza e restituendole uno sguardo glaciale. «Non mi sembra di averti tirato in ballo, o sbaglio?»

La bionda arretrò di un passo, sgranando gli occhi allibita prima di riprendersi e ritornare rossa in viso. «Allora davvero non capisci? Da domani scordati di poter passeggiare come se nulla fosse per i corridoi della scuola, sei la ragazza di uno sfigato quindi lo sei anche tu e in quanto tua amica lo sono anche io!» gridò Sienna, ormai completamente rossa e sudata.

«Quindi è questo il tuo problema? Hai paura del giudizio altrui? Di perdere la tua inutile popolarità?» Peyton si lasciò sfuggire una risata nervosa e sconcertata prima di ritornare seria e fissare la ragazza con rimprovero. «Dimmi, Sienna, in che modo la tua amata popolarità ti darà da vivere in futuro? Quali amici ti ritroverai un domani, quando fra dieci o vent'anni tutti si saranno fatti una vita? Credi forse che le persone ti stiano intorno perché sei loro simpatica? Perché ti vogliono bene? No, ti stanno accanto perché in questo modo posso usare la tua visibilità per risaltare, anche solo per cinque minuti. E la stessa cosa capita a me» le sussurrò a pochi centimetri di distanza. «Ma la differenza tra noi due è che io so qual è la verità, della popolarità non me ne frega nulla perché non mi dà tanto quanto mi toglie: la libertà di essere me stessa. E se essere la ragazza di uno come Damien mi condanna agli inferi, ebbene ne abbraccerò le fiamme e sarò felice piuttosto che farmi leccare i piedi da persone che mi vogliono diversa! E tu dovresti imparare a capire quali sono le tue priorità, le cose davvero importanti, e fare la stessa cosa.»

Senza aspettare una sua risposta, si avvicinò alla porta della propria camera e fece gesto all'amica di andarsene. Sienna si prese qualche secondo per ricomporsi prima di uscire senza nemmeno guardarla in faccia.

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