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Capitolo 9, Temporale

"Allora, ti piace?
Suppongo che tu non esca spesso dalla città, eh?"

Mi distrassi e prendemmo l'ennesima buca.

"Il posto non è male, ma il tuo modo di guidare lascia parecchio a desiderare, quattrocchi."

Risi.

Scendemmo dalla bici e l'appoggiai ad un albero, dopodiché ci addentrammo nei giardini.

Il cielo era bianco e completamente coperto da una fitta coltre di nubi, che minacciava pioggia da un momento all'altro, ma non me ne curai.
Il brutto tempo mi piaceva.

Camminavamo per una delle stradicciole, circondati da alberi e piante.

"Venivo spesso qui da piccola, è un posto importante per me."

Lo vidi contemplare in silenzio l'ambiente circostante.

"Il modo in cui l'hai detto mi fa pensare che non vieni più da un po', vero?"

"Già... Moblit mi aveva promesso che ci saremmo tornati in primavera, ma abbiamo litigato..."

Passammo di fronte ad una panchina circondata da crisantemi, e ci sedemmo.

Posò lo sguardo su uno dei cespuglietti.
"Crisantemi, eh?
Mi piacciono.
Li coltivava mia madre."

Rimasi colpita dal fatto che per la prima volta avesse nominato qualcuno della sua famiglia.
Famiglia che, da quello che avevo capito, aveva completamente perso.

"Sì, sono belli..."

Ne stacco uno e me lo porse.

Arrossii.

"Ah... grazie..."

Presi dalle sue mani il fiore arancione: aveva un profumo amaro e particolare, non era apprezzabile da chiunque come poteva essere quello di una rosa, ma aveva una sua bellezza.

Quel gesto da parte sua era valso per me molto più di quello che poteva sembrare.

"Perché non hai paura di me?"

Quella domanda mi spiazzò.

"Paura?"

"Sì. Per quanto ti riguarda sono un ladro che vive in uno scantinato abbandonato.
Non sai nient'altro, eppure ti fidi.
Lo sai che fidarti di chiunque non ti porterà da nessuna parte?"

Sorrisi.

"Tu mi hai salvata e non tutti lo avrebbero fatto.
Tu non sei chiunque."

Mi guardò per qualche secondo.

"Stupida quattrocchi."

Ci fu silenzio per un po'.

"Ma tu...
quanti anni hai?"

Ero curiosa, non gliel' avevo mai chiesto.

"...tra due mesi 20."

Più di me, come immaginavo.
Ma non c'era molta differenza.

"Mi sembrava strano che anche oggi non avessi iniziato col tuo solito interrogatorio."

"Che c'è, ti mancava?"

"......forse sì."

Quel giorno lo sentii particolarmente vicino.
E poi, probabilmente, agli occhi degli altri dovevamo sembrare una qualche specie di strana coppia, lì seduti su una panchina l'uno accanto all'altra.

"Hey Levi."

"Oi."

"Qual'è il tuo sogno?"

"Il mio sogno, dici?"

Alzò gli occhi al cielo grigio.

"Forse portare a termine quello di una persona che non ci è riuscita."

"E sarebbe?"

Una goccia fredda mi scivolò sul naso. Poi ne sentii un' altra, ed un' altra ancora.
Pioggia.

"Su, mettiamoci al riparo." Disse lui, ignorando la mia curiosità.

In effetti in quel giardino di riparo non che ce ne potesse essere molto.

Ci avviammo verso il tandem cercando di coprirci grazie alle fronde degli alberi.

Colta da una frenesia, lo presi per un braccio ed iniziai a correre sotto la pioggia.

"Oh ma che... sta ferma!"

Non lo ascoltai e continuai a trascinarmelo dietro.

Arrivammo alla bici e mi fermai, ridendo e ansimando.

"Tu... sei davvero strana.."

Forse era solo una mia impressione, ma mi sembrò che avesse fatto una specie di mezzo sorriso.

Salimmo sul tandem ed io pedalai più veloce che potevo.
Pioveva ormai a dirotto e quando finalmente scorsi la "casa" di Levi eravamo bagnati fradici.

Scese dalla bici ed io lo salutai.
"Beh allora vado..."

"Sei fradicia, vieni con me."

Detto questo entrò nell'edificio, lasciando la porta aperta.

"Così non mi dai possibilità di scelta!"

Scesi le scale. Amavo quando lui mi faceva queste, seppur piccole, dimostrazioni d'affetto.

Come il fiore che tenevo nella tasca del giacchetto, facendo attenzione che non si sciupasse.

"Levi dove s-"

Venni avvolta da un asciugamano, e sentii due mani strofinarmi un po' ovunque.

"Guarda qui, mi hai bagnato la stanza."

Levi, dietro di me, mi aveva bloccata sulla soglia.

"Ma sei stato tu a dirmi di scen-"

"Zitta quattrocchi, mi distrai."

Il cuore mi batteva forte: sentivo le sue dita sul mio corpo, sul mio viso, e volevo che non smettesse mai di sfiorarmi.

Era una sensazione bellissima.

Poi Levi si sposto di fronte a me e piegò l'asciugamano.

"Adesso puoi entrare."

"Quella strana sono io, dici?"

"Certo che sì."

Si sedette sul letto.

"Vorrei del té, ma non ce l'ho.
Sono anni che non ne bevo."

"Ti piace il té?"

Mi avvicinai.

"Sì."

"Interessante.
Quindi, ricapitolando, ti piacciono la musica, il pulito, i crisantemi ed il té... ma allora non odi proprio tutto! Questa sì che è una grande scoperta!" Dissi, prendendolo in giro.

"Molto divertente..."

Sorrisi.
Spostai lo sguardo e vidi il violino, che mi fece ricordare una cosa.

"Oh, mi è venuta in mente una cosa. Hai un pianoforte qui in giro?"

"Un pianoforte?"

"Sì! Un pianoforte!"

"A che ti serve?"

"Tu mostramelo."

Il ragazzo sospirò, si alzò e si diresse verso il teatro.

Entrò nelle quinte dietro il palco, ed io lo seguii.

Una parte del soffitto era crollata, e noi dovemmo farci strada fra le macerie.

"Eccolo."

Un pianoforte a coda, seppur in condizioni pessime, si era miracolosamente salvato dal fuoco e dal crollo.

Ne osservai i dettagli incisi sul legno, accarezzandoli con le dita.

Pressi dei tasti, e il suono rese evidente il fatto che andasse accordato.

"Però è un bel pianoforte."

"Già..."

Sospirò e posò la mano sui tasti.

A quanto pare, anche a quel pianoforte era legata una parte del suo passato.

Ma cosa?

Cos'era successo a quel ragazzo, che tanto mi affascinava ma anche forse... impauriva?

"Bene. Te lo accordo e te lo aggiusto io."

"...sapresti farlo?"

"Sì, suppongo di sì.
Suono il pianoforte da quando ero piccola, e sono abbastanza brava nelle cose manuali."

"Va bene, fa come vuoi."

Il rombo di un tuono squarciò l'aria.

"A quanto pare dovrò rimanere qui un altro po'.
Ti dispiace?"

"Forse."

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Due parole all'autrice

Ma ciao, miei prodi lettori!
In questo capitolo breve ma intenso vediamo i due protagonisti avvicinarsi un po' di più ehehe.
Per il giardino, dovrebbe essere qualcosa di molto simile alla Reggia di Caserta...

Ad ogni modo, volevo dirvi che per oggi ho scelto una Theme Song un po' diversa. Probabilmente dal prossimo capitolo tornerò alle solite, ma questa canzone mi sembrava particolarmente adatta al contesto.
Si chiama "L'Amour Dans Les Mauvais Temps" ed è davvero bellissima, ascoltatela, vale veramente tanto.
Detto ciò, vi lascio il link e buon weekend🌸

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