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Capitolo 22, Un bicchiere di troppo

Ero seduta al tavolo in cucina a casa di Levi, sorseggiando il thé che aveva preparato.
Erano giorni che passavamo i nostri pomeriggi a non fare quasi nulla attendendo incessantemente di essere chiamati dal direttore.
"Ci hai di nuovo messo poco zucchero" borbottai.
"Metticelo tu." Rispose lui indicando la zuccheriera accanto a me.
"Ma avresti dovuto farlo tu."
"Metticelo e smetti di rompere." Disse stufato.
"Ma dovevi farlo tu." Insistettì.
"Sei di una pigrezza mai vista!" concluse esasperato, infilandomi una zolletta di zucchero nella tazza.
"Ma ormai è inutile, l'ho praticamente finito. Adesso sarà così zuccherato da risultare imbevibile."
Il ragazzo mi lanciò un'occhiata ghiacciata ed aprì la bocca nel tentativo di dire qualcosa, quando il suo telefono squillò.
Ci guardammo: "oh".
Levi allungò lentamente il braccio verso il telefono e rispose.
"Pronto?"
"Signor Levi Ackerman?" Una voce maschile rispose dall'altro capo del telefono.
"Sì sono io, con chi parlo?"
"Sono Matthew Moore, il direttore del teatro, l'ho chiamata per darle l'esito del provino."
Levi mi guardò un po' spaventato.
"Bene, dica pure."
"Ovviamente vi abbiamo presi, tutti e due. Non potevamo lasciarci sfuggire un'opportunità del genere di fronte agli occhi! Sarete un grandissimo successo, un enorme investimento, vedrete."
Quasi sputai il thé sulla tovaglia, ma Levi era talmente sorpreso da non rimproverarmi nemmeno con lo sguardo.
"Venite domani pomeriggio verso le 16:00 al teatro per parlare dei dettagli ed iniziare subito a lavorare. E adesso mi scusi ma ho delle faccende da sbrigare, devo lasciarla. A domani."
"A domani, grazie mille per l'assunzione."
Levi attacco il telefono e restò immobile a metabolizzare l'informazione.
Poi si riprese e si girò soddisfatto verso di me, che cercavo di trattenermi dall'urlare qualcosa come mio solito.
"E va bene, abbiamo appena bevuto il thé, ma adesso beviamo qualcos'altro, dobbiamo festeggiare"
Aprì la credenza e ne trasse fuori una bottiglia bassa e tozza.
"Non ho champagne. Accontentati."
La posò sul tavolo e tirò fuori due bicchieri.
"Cos'è?"
"Non lo so, me l'ha data mio zio."
Ne versò una mezza tazza ad entrambi e mi passò il bicchiere.
Sorrisi. "Sono così felice che siamo stati assunti!"
Levi annuì. "Anche io. Grazie Hanji."
"Grazie a te!" risposi, buttando giù tutto d'un colpo il contenuto del mio bicchiere.
Sentì la gola andare a fuoco e mi misi a tossire.
"Ah ma che.. che mi hai dato.."
Vidi Levi bere tranquillamente dal proprio bicchiere.
"Te l'ho detto, non ne ho idea. Lo trovi così terribile?"
"T-terribile?" Dissi io, sentendo un po' girare la testa.
"Ho creduto di bruciare viva!"
Intanto una piccola euforia aveva iniziato a prendere forma dentro di me.
"Però sai... non era poi così male." Dissi versandomene un altro po'.
"Hanji, forse è meglio che tu non-"
"Dai, per chi mi prendi. Non mi ubriacherò di certo per questo."
Bevvì e sentii di nuovo la testa girare e la gola bruciare.
A quel punto, l'occhio scese sull'etichetta, e lessi "45% vol."
Risi stupidamente, senza controllarmi.
"Oh Levi lo sai.. lo sai che reggo malissimo l'alcool? Mi ubriaco anche col vino!"
Levi mi guardò sconcertato mentre mi divincolavo ridendo sulla sedia.
"Hanji. Sta calma."
"Ma io non voglio!" Dissi ancora, sfilandomi la maglietta e buttandola per terra.
Ero in preda a forti sentimenti che non riuscivo a tenere a freno, e non capivo pienamente cosa stavo facendo.
Vidi Levi arrossire con un'espressione contrariata.
"Ho capito."
Si avvicinò a me per prendermi in braccio e probabilmente portarmi in camera a dormire, ma io lo strinsi a me, creando attrito fra il mio petto ed il suo, e gli feci un succhiotto sul collo, lasciando un segno evidente.
"No Hanji.. non farlo.. non possiamo farlo così." Disse lui cercando di staccarmi.
"Io ho sempre amato il tuo corpo, sai." risposi senza ascoltarlo.
"Mi stai dicendo che non posso averlo?"
Era sorpreso
"Sicuramente non ora e non così."
Riuscì a prendermi in braccio e a trascinarmi in camera.
Io, stretta a lui, accarezzavo il suoi addominali, forti e robusti.
Il suo corpo era teso, mi accorsi subito che stava cercando di trattenersi, e visto che nell'euforia di quei momenti non volevo altro che unirmi a lui, decisi che avrei fatto di tutto per farlo cedere.
Mi posò sul materasso.
"Hanji, adesso fa la brava."
"Sdraiati qui con me."
"No." disse risoluto lui.
"Come vuoi." Risposi furbamemte io, sganciandomi il ferretto del reggiseno e sfilandomelo.
"Sei sicuro di non volermi?"
L'espressione di Levi variava dal compiacimento all'imbarazzo totale, su uno sfondo paonazzo.
Strinse i pugni.
"Sicurissimo!"
Girò le spalle e inizio a dirgersi verso la porta, ma io mi alzai e lo strinsi da dietro.
Affondai il viso nella sua schiena.
"Tu non lo sai, ma io ti amo veramente tantissimo, così tanto che quando ti vedo mi viene da piangere."
Iniziai a piangere e singhiozzare improvvisamente, allarmando Levi, che si girò lentamente verso di me.
"Hanji...?"
Lo abbracciai continuando a piangere, e lui mi prese in braccio e mi portò di nuovo a letto.
"N-non andare" dissi stringendolo più forte.
"Non vado, va bene."
Levi si sdraiò accanto a me, lasciandosi cingere dalle mie braccia, ed io smisi lentamente di piangere, per poi addormentarmi di colpo.
Aprii gli occhi diverso tempo dopo, ritrovandomi sola, nel letto, con una coperta addosso e l'impressione che qualcuno mi stesse trapanando le tempie con un martello.
Ricordai i fatti accaduti e pregai che fosse solo un sogno, ma la vista della mia maglietta piegata perfettamente sul letto accanto a me mi fece capire che sfortunatamente, era tutto successo sul serio.
Mi sentii tremendamente stupida e imbarazzata, arrossendo violentemente.
Come avevo potuto? Sapevo benissimo di reggere male l'alcool, e invece avevo bevuto lo stesso, come se fosse cosa da nulla.
D'altra parte, non mi aspettavo che mi sarei comportata in quella maniera.
Mi coprii il viso con le mani, pensando che non sarei più riuscita a guardare Levi in faccia in vita mia.
Gli avevo detto delle cose davvero imbarazzanti, e non me lo sarei perdonata facilmente.
Ma dovevo scusarmi, così mi vestii ed uscii lentamente dalla stanza.
Entrai nello studio, dove Levi stava accordando il violino. Percependo la mia presenza, si voltò verso di me con l'aria di chi voleva controllare il mio stato mentale attuale.
Io arrossii ancora di più, e Levi sospirò, capendo che ero di nuovo me stessa.
"Ah, ehm, scusa per prima! Io... sapevo di non reggere l'alcool, ma ho bevuto comunque, sono davvero un'idiota, ho fatto un sacco di cose stranissime e..."
Lo sguardo tranquillo e privo di rimprovero di Levi mi stupì.
Non era imbarazzato anche lui?
"Non importa, può capitare. Io stesso avrei dovuto impedirti di bere qualcosa di così forte."
Poi si alzò e mi scompigliò i capelli come suo solito.
"E comunque, il giorno che ti vorrai concedere a me, sobria e in piena consapevolezza..."
Si fermò guardandomi sgranare gli occhi ancor più imbarazzata di prima, se possibile.
"...ti accetterò senza riguardi."
Poi mi accosto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e tornò ad accordare il violino, lasciandomi completamente senza parole.

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Due Parole All'Autrice

Buongiorno prodi lettori!
Questo capitolo rasenta il trash.
Voi che ne pensate? Vi è piaciuto?
Si che probabilmente volevate succedesse qualcosa di più ma...
Aspetterete.
Birboni questi lettori.
Come al solito se vi è piaciuto il video lasciate un mi piace, un commento e iscrivetevi al canale, noi ci vediamo al prossimo video, bella ragazzi.

(Sì.)

((Wou Tubad))

Theme Song Capitolo 22:
Shadows

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