Capitolo 21, Destino
Il signore grassottello che ci aveva aperto la porta si sedette ad un tavolo, accanto ad una signora coi capelli argentati ed un grosso cappello a tesa larga viola ed un tale dal fisico allungato e due baffetti folti.
"Accomodatevi pure" disse il primo, indicando il palco ed asciugandosi con un fazzoletto il sudore dalla fronte.
Poi continuò: "Io sono Matthew Scott, il proprietario di questo teatro, e sto cercando un violinista abile a muovere l'archetto tanto quanto lo sia a smuovere i cuori delle persone."
Io e Levi ci dirigemmo sul palco, sul quale per grazia divina si trovava anche un pianoforte.
Dentro di me sorrisi: se Levi non sapeva smuovere i cuori delle persone con la propria musica, allora non poteva farlo nessuno.
"È che, vedete, parecchi anni fa, in un teatro di questa città, mi capitò di incontrare una delle creature più deliziose di questo mondo.
Una ragazzina con un talento unico, una tale bravura nel suonare il violino da farmi scoppiare in lacrime dopo solo poche note.
Ma purtroppo, quella ragazza non c'è più. Sono anni che cerco qualcuno al suo pari, ma ahimé, nessuno, e dico nessuno, credo che suonerà mai più in quel modo."
Al sentire le parole dell'uomo, mi girai istintivamente verso Levi, che guardava abbastanza sorpreso il tale di fronte a noi.
Poi una nota di tristezza comparve nei suoi occhi:
Stava proprio parlando di Isabel.
"Oh, scusate, mi sono perso in chiacchiere e non vi ho presentato i gentili signori che oggi vi giudicheranno insieme a me:
qui abbiamo la signora Petunia Patel, insegnante di violino del conservatorio, ed il signor Harry Collins, il direttore d'orchestra di questo teatro.
La signora Patel si alzò: aveva uno sguardo serio e appariva piuttosto severa, e non potei fare a meno di notare il bizzaro color lavanda del quale era completamente vestita.
"Stiamo cercando qualcuno con una grande perfezione tecnica. Presentatevi pure, ditemi chi di voi due suonerà e quali titoli di studio avete in ambito musicale."
Ci guardammo un secondo, poi fu Levi a rispondere.
"Mi chiamo Levi Ackerman, e lei è Hanji Zoe. Abbiamo deciso, nonostante non steste cercando un pianista, di fare un duetto, io al violino e la mia compagna al pianoforte, e abbiamo composto una sonata per l'occasione. Non abbiamo alcun titolo di studio, sarò sincero, ma sono figlio di musicisti, e l'arte del violino mi è stata insegnata da mia sorella. Per Hanji garantisco io, è una pianista eccezionale."
La signora Patel fece una smorfia: "Credete davvero di riuscire a sostenere un provino senza aver mai studiato da nessuna parte? Non metto in dubbio la bravura di tua sorella, ma vedi, prima di voi sono entrati in questa sala musicisti con anni ed anni di esperienza in teatri di tutto il paese. Credete di poter essere alla loro altezza?"
Levi stava per rispondere, ma venne interrotto dal signor Collins, il direttore d'orchestra.
"Petunia.. guardali. Hanno una luce negli occhi che mi piace. Lasciali provare, sono curioso di sapere che storia vogliono raccontarci."
La donna lo guardò un attimo, poi sospirò.
"E va bene, in fondo il tuo intuito difficilmente sbaglia, Harry.
Ebbene, iniziate, evitiamo di perdere altro tempo."
Venni presa dal panico, avevo davvero paura.
Cercai lo sguardo di Levi, e lo trovai: pareva così tranquillo da riuscire addirittura a rassicurarmi.
Mi avvicinai al pianoforte quasi tremante, e ne sfiorai velocemente i tasti come per farci conoscenza.
Mi sedetti quindi, e aspettai, come ad un patibolo, che Levi desse la prima nota.
Furono secondi interminabili e carichi d'ansia, poi finalmente sentii quel dolce stridio, e le mie dita cominciarono a scivolare autonomamente sui tasti.
Non pensavo a cosa stavo facendo, non potevo, suonavo e basta, perché se avessi cercato di ricordare mentalmente quali tasti avrei dovuto premere dopo, avrei sbagliato. È una strana sensazione che solo chi suona può capire.
Le melodie dei due strumenti si fondevano perfettamente l'una con l'altra, come se si stessero unendo, come se fossero la proiezione dei miei sentimenti e di quelli di Levi che si intrecciavano insieme nell'aria.
Riuscivo a sentire il suo respiro, appena dietro di me, e percepivo che in realtà, al contrario di come mi avevano suggerito i suoi occhi, era teso pure lui.
Quanto avrei voluto rassicurarlo: stava suonando splendidamente, come suo solito, e forse anche un pochino meglio. Avrei voluto complimentarlo per il grande sforzo che stava facendo. Ma ovviamente non potevo, e mi limitai a cercare di suonare ancora meglio di prima, chiedendomi se effettivamente fossi alla sua altezza.
Arrivammo alla conclusione prima che me ne potessi rendere conto. Le ultime note si alzarono tremolanti nell'aria, e calò il silenzio.
Mi girai lentamente verso i giudici, aspettando in una risposta.
Vidi il signor Collins ridere e la signora Patel sbuffare, mentre il direttore del teatro continuava ad asciugarsi il sudore con particolare insistenza, senza smettere un attimo di guardare Levi.
Poi il signor Collins prese parola
"Direi che con questo possiamo dichiarare conclusi i provini, e io posso tornarmene direttamente a casa."
"Non così in fretta." Sbuffo ancora la signora Patel, per poi guardarci con aria fredda e spegnere le speranze che l'uomo baffuto aveva acceso in noi poco prima.
"Prima, lascia a me e al direttor. Scott la possibilità di esprimere il nostro giudizio."
Un sorriso inaspettato si accese sulla sua bocca, per quanto minimo e sottile.
"Devo ammettere di essere stata sorpresa in positivo da questa giovane coppia. Non mi aspettavo una tale destrezza con gli strumenti. Ho apprezzato anche la musica in sé, che avete detto essere di vostra composizione, giusto?"
"Giusto!" Risposi io, senza riuscire a tenere a freno l'eccitazione.
Prese di nuovo parola il signor Collins.
"Anche io sono molto colpito. Nonostante nell'annuncio non fosse stato richiesto altro strumento se non il violino, avete fatto l'interessante ed infine proficua scelta dell'azzardare a portare qui una pianista. Signorina, io adoro il pianoforte, e mi sono semplicemente innamorato della grazia con cui ha suonato. È stato commovente, avete toccato il cuore di tutti e tre qui, vi assicuro che ricevere complimenti dalla signora in viola qui accanto non è affatto semplice. Congratulazioni."
Il mio cuore batteva a mille. Guardai il viso di Levi, cercando di cogliorne una sfumatura di entusiasmo, ma lo vidi completamente perso in chissà quali pensieri.
Poi parlò anche il signor Scott, il cui giudizio era decisivo, poiché sarebbe stato lui stesso ad assumerci del caso gli fossimo piaciuti.
"Io sono sbalordito, stupito, allibito, stupefatto, sorpreso, meravigliato, sbigottito da questa esecuzione.
Dopo tanti anni, ho riprovato emozioni simili a quelle che mi hanno invaso l'anima ascoltando la musica di Isabel Ack-"
L'uomo si bloccò un attimo.
"Scusa ragazzo, come hai detto di chiamarti?"
"Levi Ackerman, signore. Sono il fratello minore di Isabel Ackerman, salvatosi per miracolo dall'incendio avvenuto nel teatro della mia famiglia anni fa e creduto a lungo morto."
Il direttore rimase qualche istante senza parole, poi sorrise.
"Forse era destino che ci dovessimo incontrare. Non ci sono parole per descrivere la mia felicità in questo momento."
Afferrai il braccio di Levi, sfoggiando il miglior sorriso possibile.
"Non cantate vittoria!", disse canzonandoci il signor Collins.
"I provini non sono ancora finiti.
Avete lasciato i numeri di telefono in reception, no? Vi chiameremo nei prossimi giorni per informarvi dei risultati. Andate pure adesso."
Levi ripose il violino nella custodia e, prendendomi per mano, si avviò all'uscita.
"Grazie. Arrivederci."
Una volta in strada gli saltai letteralmente addosso, stringendolo più forte che potevo.
"Levi! Ma è fantastico!"
"Sentito il signor Collins? Non cantare vittoria." Rispose Levi spettinandomi i capelli.
"Ma cosa me ne frega! È fantastico perché sei stato bravissimo!"
Levi mi guardò sorpreso.
"Ah sì?"
"Assolutamente!"
Mi prese il viso fra le mani e mi dette un bacio sulle labbra, facendomi arrossire.
"Andiamo adesso." Disse poi superandomi e facendo strada verso casa sua.
E io lo seguì, come avevo sempre fatto e come, probabilmente, avrei fatto per sempre.
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Due Parole All'Autrice
Buongiorno prodi lettori!
Iniziano qui gli extrafactor.
Eh? Che dite dalla regia?
Non siamo ad X Factor?
Ma c'era pure Morgan prima...
Va bene, farò finta di nulla.
È stato un capitolo non molto incentrato su Levi ed Hanji forse, ma direi abbastanza decisivo riguardo la trama.
State tranquilli piccoli coraggiosi avventurieri della mia storia, presto avrete un capitolo che credo trverete "interessante" (capitemi, furbastri, lo so che avete inteso).
Ultima buona notizia:
Mi sono decisa, pubblicherò questa storia il martedì ed il venerdì di ogni settimana, come ai vecchi tempi * lacrimuccia *.
E adesso basta, o gli extrafactor vengono fuori più lunghi del capitolo.
Alla prossima!
Theme Song capitolo 21:
Hope
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