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Capitolo 2, Chiunque Tu Sia

Vidi la testa di Erwin fare capolino dal vicolo.

"Eccoti qui.. mi hai fatto correre parecchio, ma adesso sei in trappola"

Rise.

Rimasi immobilizzata, non sapevo che fare. Io non potevo difendermi, e Moblit non mi avrebbe salvata di nuovo.

Erwin mi prese per la maglietta.

"Ripetimi in faccia ciò che mi hai detto stamattina"

Non risposi.
Allora lui mi tirò uno schiaffo, poi un altro, ed un altro ancora.

"Io...t-ti spacco il naso..." dissi, travolta dalla rabbia, accompagnando la frase col goffo tentativo di tirargli un pugno.

Ovviamente, questo non servì a nient'altro che a farlo arrabbiare ancora di più.

Mi diede una ginocchiata nella pancia, ed io mi accasciai a terra, cercando di coprirmi il viso.

Perché? Di solito i ragazzi non prendevano di mira le ragazze. Perché invece a me sì?

Forse perché non mi truccavo e non mi vestivo come le altre?
Mai mi ero interessata di moda, non sentivo il bisogno di rendermi esteticamente bella.
Ero forse costretta a cambiare il mio modo di essere, se non volevo più essere trattata in quel modo?

Avrei solo voluto tornare a casa, e invece ero riversa a terra sul freddo e sporco asfalto di un vicolo, mentre ricevevo calci in abbondanza dalla persona che odiavo di più al mondo.

E lo sentivo ridere, ridere di me.

La vista inizio ad appannarsi, ed i suoni a confondersi.

L'ultima cosa che sentii fu quel suono di violino che aveva tristemente fatto da sottofondo al mio tormento.

Rinvenni non so dire esattamente dopo quanto tempo. Ero spaesata e non capivo molto, ma sapevo di essere sola. Di Erwin nessuna traccia.

Mi faceva male tutto, ero completamente ricoperta di lividi.

Mi alzai e, barcollando, mi avviai lentamente verso casa. Non sapevo cosa avrei detto ai miei. Come spiegare tutto quel sangue?

Fortunatamente non erano in casa (loro non c'erano mai..) e quando arrivai, dopo essermi medicata come potevo, mi gettai sul letto, addormentandomi poco dopo.

Volevo trovare un modo per vendicarmi. Dovevo.

il giorno dopo mi resi conto di aver perso gli occhiali. Probabilmente mi erano caduti quando Erwin mi aveva picchiata nel vicolo, così decisi di tornare lì a cercarli prima di recarmi a scuola.

Raggiunsi il vicolo e iniziai a tastare l'asfalto.

Nel preciso istante in cui trovati i miei occhiali mi accucciai per raccoglierli, ecco di nuovo quel dannato violino.

Il suono era un po' più forte e chiaro del solito.

Mi girai verso sinistra, dove un edificio ormai abbandonato da anni attendeva di essere demolito.

Notai che in basso, sul muro, c'era una specie di finestrella con una grata. Che il suono provenisse da lì?

"Com'è possibile?" Pensai. "Questo posto è chiaramente abbandonato da anni."

Mi vennerò in mente varie storie horror su case abbandonate e spiriti che suonavano strumenti, ma, nonostante l'inquietudine, venni presa dalla curiosità, e mi affacciai alla finestrella.

Era buio e non si vedeva molto, ma c'era una sottospecie di stanza. Quando gli occhi si abituarono alla scarsa luce di quella "cantina", notai quella che sembrava essere la sagoma minuta di un ragazzo con un violino.

Il suono che produceva era perfetto e tremendamente triste, ed io rimasi incantata da quella melodia.

Dopo però mi resi realmente conto della situazione: un ragazzo stava suonando il violino nel sotterraneo di un edificio abbandonato.

Era alquanto bizzarro, e io volevo vederci chiaro. Magari aveva bisogno di aiuto.

Così presi coraggio e dissi:

"Hei tu! Che ci fai là sotto?"

La melodia cessò all'istante ed il ragazzo si dileguò nel buio della cantina.

"No aspetta, non andare!..."

Rimasi alquanto delusa dalla situazione.
Restai qualche minuto a fissare la grata, magari il ragazzo sarebbe tornato.

Mi chiesi se mi fossi immaginata tutto, in fondo il giorno prima avevo ricevuto così tanti colpi..
Sì, ero solo molto stanca e confusa..

Mi alzai sconsolata ed uscii dal vicolo, ma quando stavo per svoltare nella strada principale, ecco di nuovo la melodia.

"Non sono pazza! Esisti davvero! E chiunque tu sia, giuro che lo scoprirò!" Dissi ad alta voce, dopodoché mi diressi decisa verso scuola.

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Due parole all'autrice

Ecco che la storia inizia ad "ingranare". Spero di essere riuscita a renderla abbastanza interessante.
E, cari fan di Erwin, perdonatemi vi prego :(((

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