MAYA
Un piccolo fiatone si poteva sentire davanti a un campo da coltivare, la zappa era incastrata nella terra come fosse una spada incastonata nella roccia in attesa del vero re, in questo caso era in attesa della sua proprietà che però non si vedeva.
La donna che emetteva il respiro affannoso sorrise...sapeva dove trovarla.
La serie di pugni continuava a catena mentre le nocche si scontravano con un sacco nero che non faceva altro che piegarsi alla furia della ragazza davanti a lui.
"Attenta così lo rompi".
Fu allora che la ragazza al sacco, Maya Tallmadje, smise di allenarsi: era una tigre abbastanza robusta e forte, pelo arancione e pieno di strisce nere, capelli castani legati con una piccola coda e delle fasce nere che coprivano dorso, palmo e nocche.
"Non dovresti essere a coltivare la terra?"
Chiese la donna davanti a lei.
"Ehm...controllavo se era imbottito bene".
Rispose Maya alla madre, Sierra Lione, poco più alta della figlia, pelo sul giallo con le strisce nere sempre presenti e capelli castani lunghi e lisci, poggiava la mano destra sul comodino della stanza della figlia mentre con la sinistra accarezzava il pancione.
Aspettava un figlio da quasi otto mesi.
"Fatti una doccia e scendi in salotto ti devo parlare".
Pochi minuti dopo Maya era sotto la doccia a togliere il sudore e il cattivo odore generato da esso, si massaggiava le nocche nel frattempo e pensava a ciò che la madre doveva dirle...anche se un'idea si era fatta strada nella sua mente come un treno che parte.
Ci vollero circa quindici minuti prima che la tigre più piccola uscisse dal bagno pulita, vestita e con i capelli asciutti che ora teneva sciolti e con ciò si notava che come lunghezza fossero simili a quelli del genitore che l'aspettava sul divano verde intenta a fissare il figlio nascosto e nutrito dal suo stesso corpo sorrideva ma se si guardava bene una sfumatura di tristezza era presente nei suoi occhi.
Maya si sedette di fianco a Sierra.
"Tuo padre sicuramente aveva preparato un bel discorso e sono sicura che sarebbe stato migliore del mio".
Le due femmine stettero in silenzio perché davanti a loro attaccata sul muro c'era una cornice rettangolare con tre tigri, Sierra sorridente che teneva in braccio una Maya di soli otto anni ma era già abbastanza pesante e a darle una mano c'era suo marito Benjamin Tallmadje: una tigre con un fisico scolpito, pelo arancione con strisce nere, il fondo del mento era bianco e sorrideva con gli occhi chiusi...non era molto fotogenico ma quella foto era preziosa per le due perché la tigre più giovane aveva perso suo padre e la felina incinta suo marito.
Ben, come veniva chiamato da Sierra e da i suoi amici della squadra, era stato ucciso dai Razziatori circa due mesi prima e aveva lasciato un posto vuoto a tavola e nei cuori delle feline.
"Domani Maya prenderai parte nella Task Force".
Sierra fu diretta e dopo aver sospirato si alzò aiutata dalla figlia.
"Usa le mani...tuo padre anche se disarmato quando usava i pugni era sempre armato e tu hai preso la sua forza quindi ti prego usa le mani se serve".
La tristezza già presente aumentò come fosse nebbia che celava il futuro cosa che lo rendeva più incerto.
"Si mamma".
Rispose Maya mentre stringeva il genitore con cautela.
"Ora vai a zappare la terra".
"Ma...".
"Lo farai fino all'oradi cena".
Maya cercò invano di controbattere e si diresse al campo, Sierra quando la tristezza si alzava la scacciava con un po' di allegria e un pizzico di umorismo e il motivo era così facile da essere invisibile.
CIAO A TUTTI, che ne pensate di Maya? E del fatto che ora si parte? Spero che il capitolo vi sia piaciuto se avete domande o curiosità scrivetele nei commenti e ci vediamo al prossimo capitolo CIAU.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro