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ESPER

Lucy prese un bel respiro quando davanti a sé vide il quartier generale dove avrebbe alloggiato, era enorme con delle pareti grigie e sembrava avere la forma di un pentagono visto dall'alto, sopra l'entrata era incisa una stella verde dentro un cerchio.

Esper...Speranza, questo era il nome della città e quella stella era il suo simbolo, la stella che portava la speranza come il sole portava il calore, rappresentava la speranza che gli eventi accaduti quasi due secoli prima non si ripetessero più, la speranza di pace e prosperità.

"Ti ci dovrai abituare...".

Luois raggiunse la figlia sorridente.

"...sarà la tua seconda casa".

Entrambi varcarono la soglia.

Rita era già dentro e seduta su una sedia blu guardava le pagine cifrate del libro di famiglia, aveva già pensato a diversi metodi ma ognuno era risultato efficace il suo avo ne aveva di stoffa.

"Mi sembri tuo padre".

Jessica si sedette nella sedia libera di fianco alla figlia.

"La prima volta che l'ho visto era chinato con la faccia sul libro non si era neanche accorto che era caduta la penna con cui prendeva appunti...".

La lupa più grande sorrise ai bei ricordi e al pensiero che se non avesse raccolto la penna blu ora potrebbe non avere un lupo da chiamare marito e una lupa da chiamare figlia.

"Magari ogni Amada ha conosciuto così la sua futura moglie".

Ironizzò sorridente anche se lei avrebbe incontrato un futuro marito.

"Fra poco si inizia".

Legoshi spuntò sorridente, anche se per metà, dall'uscio di una porta.

Pamela invece tolse la plastica da un piccolo sandwich ripieno di insalata e pomodoro, in procinto di dare il primo morso incrociò lo sguardo della sorella che sembrava quasi improrlarle un pezzo con la forza degli occhi, l'orsa maggiore sorrise e strappò pane e ripieno e consegnò la parte esterna a Patricia.

"Pamela!"

L'orsa polare arrivò all'improvviso e per lo spavento la figlia interessata perse la sua parte che si schiantò a terra e divenne irrecuperabile.

"Fra poco devi prestare giuramento non puoi avere l'alito cattivo".

La madre estrasse dalla tasca anteriore sinistra del pantalone una scatoletta di mentine blu.

"Ma non ho dato neanche un morso".

"Non si sa mai".

Non appena Masha si ritirò Patricia da brava sorella divise in due il suo pezzo e lo porse alla sorellona che sorridente lo afferrò.

"Pamela".

Logan chiamava la figlia dalla stanza di fianco, quest'ultima mise tutto il pezzo in bocca mentre Patricia faceva da scudo visivo.

"Pamela?"

Chiamò nuovamente mentre l'orsa ingoiava un intero pezzo stoppaccioso per i pochi morsi dati e cancellò tutte le prove con una mentina.

"Arrivò".

Prima di andarsene fece l'occhiolino alla sorella che rispose con il medesimo gesto, segno che erano complici in quel piccolo strappo alla regola.

"Conan sembrava leggermente turbato".

Iris tornò al giorno prima quando il simile e coetaneo uscì dal negozio.

"Nulla di che".

Erik voltò lo sguardo nella speranza che la figlia cambiasse discorso, la cosa avvenne soltanto perché Isolde si aggregò al gruppo con Serena in braccio leggermente triste.

"Sorellina che hai?"

La gatta più piccola passò dalla madre alla sorella maggiore.

"Te ne andrai?"

Chiese senza perdere quel velo di tristezza, Iris pensò e sorrise per la risposta.

"Vado in vacanza".

"Per quanto tempo?"

"Diciamo che mi farò viva spesso".

"Però sei cattiva".

La piccola mise il broncio.

"Perché?"

"Vai in vacanza da sola".

I gatti più grandi trattennero una risata mentre la seconda per giovinezza realizzava che la sorellina fosse molto più sveglia del previsto.

"C'era solo un posto...vuoi una caramella?"

"Siii!"

Mentre le figlie si allontanavano i genitori le fissavano speranzosi di assistere ad altri momenti simili.

Tamara insieme al padre aspettava la madre andata chissà dove, i due erano simili se si trattava di attesa...piccole camminate intorno a loro e senza dire una parola.

"Soldato Eller".

I due si voltarono di scatto, un lupo dal pelo grigio molto robusto avanzava su una sedia a rotelle a causa del gesso sulla gamba destra, lo aiutava un'infermiera, una volpe dal pelo viola e molto snella.

"Ero sull'altopiano Telkan una settimana lei soccorse me e altri quattro...pochi minuti fa ho visto la mia bambina per la prima volta".

Disse con un velo di gratitudine misto a commozione per poi guardare l'infermiera.

"Tirami su".

"Non è necessario soldato".

Ma il soldato sembrò avere ovatta nelle orecchie.

"Ho detto tirami su".

La volpe si portò di fianco e mise una mano sul fianco più lontano e una sulla mano vicina e anche se un po' traballante il soldato fu in piedi e portò la mano destra tremante fin sulla fronte per formare il saluto militare.

Poco dopo Tim aiutò l'infermiera a far sedere il militare, Tamara mentre fissava la scena sentì odore di pastarelle e come per magia la madre spuntò con un vassoio coperto da portar via.

"Mamma".

"Te le do dopo il giuramento, papà dice che avrai un frigorifero nella stanza che dividerai con le altre visto che a volte non potrete mangiare per il lavoro...stasera voglio che tu le divida con le altre".

Virginia sorrise e lo stesso fece Tamara.

Maya aveva la madre sottobraccio e con dolcezza avanzava.

"Dovrei condurti io".

Sorrise Sierra con un leggero fiatone.

"Io ti sto seguendo non ti sto guidando".

Rispose Maya per poi fermarsi...era lei? Si chiese mentre fissava la lupa seduta che a sua volta la fissava quasi apatica: pelo marrone, robusta ma secca, capelli marroni a cresta portati su un lato come fosse un ciuffo.

"Tutto bene?"

Chiese la madre.

"Si".

L'avanzata delle due ricominciò mentre la tigre più giovane continuava a chiedersi...era lei?

CIAO A TUTTI, spero che il capitolo vi sia piaciuto se avete domande o curiosità scrivetele nei commenti e ci vediamo al prossimo capitolo CIAU.

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