Prologo
ช่วงเวลา
(tèmpo)
s. m. [lat. tĕmpus -pŏris, voce d’incerta origine, che aveva solo il sign. cronologico] L’intuizione e la rappresentazione della modalità secondo la quale i singoli eventi si susseguono e sono in rapporto l’uno con l’altro (per cui essi avvengono prima, dopo, o durante altri eventi), vista volta a volta come fattore che trascina ineluttabilmente l’evoluzione delle cose (...)
(;)
Nevin aprì gli occhi di scatto e si accorse che non riusciva a respirare. Iniziò a tossire, poi improvvisamente i suoi polmoni si riempirono nuovamente d'aria. La stanza nella quale si trovava era semibuia, ma soprattutto, faceva un caldo insopportabile. Tentò di alzarsi e solo in quel momento si accorse che era stato legato al letto, situato al centro della camera. Iniziò a dimenarsi con furia, ma i polsi iniziavano a fargli male a forza di sfregarli contro le manette di metallo. Tentò di urlare, ma la sua voce non ne voleva sapere di uscire dalla sua gola. E poi, chi l'avrebbe sentito?
Passarono minuti infiniti, minuti nei quali il giovane ragazzo iniziò a pensare a suo fratello Ethan, a sua madre, a suo padre, ai suoi amici. A lui.
Sentì dei passi provenire dal corridoio ed il suo corpo iniziò a tremare, incontrollabile: era la paura causata dalla consapevolezza di essere in una situazione assurda e senza via d'uscita. Si morse il labbro inferiore fino a farlo sanguinare, mentre delle lacrime andavano a rigare le sue guance, rosse per gli sforzi di qualche momento prima.
È davvero la fine? È così che finisce tutto?
I passi si fermarono, così come il cuore di Nevin per un istante. Chiuse gli occhi e singhiozzò per l'ennesima volta, rilassando il corpo: si era arreso.
Poi la porta si spalancò.
È la fine.
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