8. What are you hiding?
Arrivati a casa, Ethan ed Amelia si chiusero nella propria camera da letto, così come gli altri. Nevin decise che avrebbe rimandato la conversazione con suo fratello a più tardi. Decise di concentrarsi su un altro problema, altrettanto importante.
Arrivato davanti alla porta della sua camera bussò, ma non sentendo alcuna risposta decise di spalancarla ed entrò, per poi richiudere il battente subito dopo per evitare che qualcuno lo vedesse.
La stanza di Ryan era un po' sotto sopra, come se qualcuno avesse appena sfogato la propria rabbia su qualunque cosa gli capitasse sotto tiro.
La porta del bagno che era collegato alla stanza si aprì con uno scatto deciso e Nevin sobbalzò appena.
Ryan si avvicinò alla finestra e prese il pacchetto di sigarette che aveva lasciato sul davanzale, ne posizionò una tra le labbra ed iniziò a fumare, senza nemmeno degnare l'altro di uno sguardo.
Nevin studiò la schiena di Ryan, sulla quale vi erano incise due lunghe cicatrici. Il biondo aveva solo un asciugamano sulla vita e dai suoi capelli, delle goccioline d'acqua cadevano di tanto in tanto fino a raggiungere il pavimento.
"Come ti sei fatto quelle cicatrici, non le ho mai viste prima-..."
"Non penso tu sia venuto in camera mia per parlare di questo." lo interruppe Ryan in tono freddo e continuando a dargli le spalle.
Nevin si fece coraggio ed andò dritto al punto.
"Hai detto ad Amelia di noi?"
Un lungo silenzio aleggiò sulla stanza per un tempo che sembrò infinito, poi Ryan si mise a ridere e finalmente le sue iridi incontrarono quelle color ambra del più giovane. Gli occhi del biondo erano gonfi e spenti, quasi morti. Delle occhiaie profonde solcavano il suo volto, dandogli un'aria consumata.
"È tutto qui? Sì, ho detto ad Amelia tutto sulla nostra storia, fino all'ultimo dettaglio. Ero ferito, ubriaco, stanco. Dovevo parlarne con qualcuno."
Ryan fece un lungo tiro dalla sigaretta ormai quasi finita, poi la spense su un posa cenere sul letto e superò Nevin, andando ad aprire il proprio armadio.
Intanto il più giovane aveva stretto le mani in due pugni e stava tentando in tutti i modi di non esplodere. Si voltò a guardare Ryan e proprio in quel momento il ragazzo fece cadere l'asciugamano a terra, per poi piegarsi a prendere dei boxer da un cassetto.
Nevin sospirò e deglutì a fatica nel vedere quel corpo, lo stesso corpo che aveva toccato numerose volte, quel corpo che lo aveva riscaldato nelle notti più fredde. Ryan finì di vestirsi ed andò a guardarsi al grande specchio vicino alla porta del bagno. Iniziò a sistemarsi i capelli, facendo passare le dita delle proprie mani tra le ciocche bionde.
"Perché quella faccia? Mi hai già visto nudo, non dovrebbe essere un problema per te." lo provocò.
Nevin tornò alla realtà e si riprese.
"Fanculo Ryan, tra tutte le persone, proprio alla ragazza di Ethan dovevi dire della nostra relazione? Quanto pensi che ci metterà a spifferare tutto a mio fratello? Forse glielo sta dicendo proprio in questo momento ed Ethan entrerà da quella porta da un momento all'altro, per poi farci fuori entrambi."
Ryan si voltò a guardare Nevin, il quale notò che il biondo si era vestito in modo elegante, un po' troppo elegante forse.
"Be', tu hai detto tutto a Xavier ed io ad Amelia, ora siamo pari." sorrise e tornò ai suoi capelli.
"No! Xavier ci ha visti avvinghiati l'uno all'altro in quella fottuta piscina, è diverso." sbottò Nevin, stanco dell'arroganza e del menefreghismo dell'altro. "E guardami quando ti parlo, cazzo, questa è una situazione seria. Se Ethan scopre tutto è la fine. Fine della vostra amicizia e mi odierà a vita."
"No, gli passerà, tranquillo." ridacchiò Ryan, per poi prendere il portafogli dal comodino ed infilarselo in una delle tasche dei pantaloni.
Ryan fece per andarsene, ma Nevin afferrò un suo polso, quasi d'istinto. Il biondo guardò prima la sua mano, poi i suoi occhi color ambra. Nevin li sgranò leggermente subito dopo e mollò la presa velocemente, facendo un passo indietro.
"Perché non te ne frega niente di tutto questo? Perché sembri così tranquillo?" chiese, abbassando lo sguardo.
"Perché la nostra relazione è stata la cosa più bella che sia mai capitata in vita mia ed ora che è tutto finito, non ho più niente da perdere. Se Ethan lo scopre, mi tirerà qualche pugno e spetterà a lui decidere se perdonarmi o no. Sono stanco di vivere una bugia. Ti amo Nevin White, ma forse hai ragione, questo...-" Ryan si avvicinò e sfiorò le labbra del più giovane con un pollice, le quali si schiusero al suo tocco. "È tossico. Tenterò di starti lontano, ma non posso prometterti niente. Non provocarmi, non venire più in camera mia, non sederti più vicino a me a tavola, non guardarmi più con quegli occhi da cucciolo bastonato e quando saremo di nuovo a Sydney, non dovrai più vedere la mia faccia. Ed ora, se abbiamo finito, me ne vado. Ho un appuntamento."
Nevin sentì una strana fitta al cuore nel sentire quelle parole, ma annuì e tentò di trattenere le lacrime. Ryan uscì dalla camera e l'altro rimase lì, in silenzio e confuso.
"Perché?" sussurrò.
Delle lacrime gli rigarono il volto. Perché stava piangendo come un idiota? Era ciò che desiderava, aveva detto a Ryan già dal primo giorno della vacanza, che doveva stargli alla larga. Glielo aveva ripetuto in più occasioni e aveva desiderato ogni giorno che il biondo sparisse una volta e per tutte dalla sua vita.
Allora perché dei singhiozzi gli stavano impedendo di respirare? Perché tutto ad un tratto si sentiva vuoto?
-
I giorni successivi furono lenti, molto lenti. L'insonnia impedì a Nevin di chiudere occhio, dormiva solo qualche ora straccia a notte ed il giorno lo passava nel giardino a fissare il vuoto o in camera sua a leggere.
Era caduto in un ciclo di monotonia pericoloso e non aveva nemmeno avuto occasione di parlare con suo fratello di ciò che era accaduto a casa dei Jaidee.
Arrivato in giardino, vide Ethan ed Amelia a bordo piscina presi a pomiciare come se fossero soli. Hanako e Gabriel erano sdraiati sull'erba a prendere il sole, mentre Xavier e Ryan erano seduti al tavolo di legno vicino alla piscina. Lo sguardo di Nevin cadde per qualche secondo su quest'ultimo, il quale lo ignorò completamente.
"Ethan!" richiamò il fratello maggiore, nella speranza che lo sentisse.
Amelia si staccò velocemente dalle labbra del suo ragazzo ed i due rivolsero a Nevin uno sguardo perplesso ed un po' scocciato.
Lui gli fece segno di seguirlo e rientrò in casa, andando a sedersi sul primo gradino della grande scala che portava al piano di sopra.
Ethan lo seguì e richiuse la porta di casa alle proprie spalle.
"Che succede? Sembri turbato."
"E infatti lo sono. Dobbiamo parlare di ciò che abbiamo visto a casa dei Jaidee, perché so che anche tu hai visto qualcosa."
Ethan evitò le iridi color ambra del più giovane per un po', infine si sedette accanto a lui.
"Sì, sembra assurdo, ma devo ammettere che quelle luci colorate erano così-..."
"Reali." concluse Nevin, per poi sospirare profondamente. "Dobbiamo andarcene, questo posto non è sicuro, c'è qualcosa di estremamente oscuro e sinistro nell'aria di quest'isola. I Jaidee nascondo qualcosa e sinceramente non voglio scoprire cosa."
"So che sei scettico e che hai paura, ma-..."
Nevin ridacchiò con ironia e guardò l'atro con aria incredula.
"Paura? Kanya mi ha praticamente minacciato l'altro giorno. Stavo cercando il bagno e per un motivo o per l'altro, mi sono ritrovato nella cantina. Ho trovato una porta ed al di sopra di essa c'era la foto di una donna appesa al muro. Stavo per aprirla, ma Kanya mi ha interrotto e minacciato, come se niente fosse."
"Una donna?" chiese Ethan, mordicchiandosi il labbro inferiore e riflettendo. "Seguimi." ordinò al più giovane, raggiungendo velocemente la stanza che condivideva con Amelia.
Nevin rimase sulla soglia della porta, confuso dal comportamento del fratello, il quale ora stava mettendo la scrivania sottosopra, in cerca di chissà cosa. Quando finalmente trovò l'oggetto delle sue ricerche, iniziò a sfogliarlo con foga, infine prese una foto che si trovava tra le pagine e lasciò cadere il diario a terra. Nevin si avvicinò e sentì un brivido gelato percorrergli tutto corpo.
I due si guardarono contemporaneamente negli occhi e Nevin parlò, con un filo di voce.
"Questa è la donna della foto. Che relazione ha con i Jaidee?"
"Forse è la madre?"
"Aspetta un attimo, tu come cazzo fai ad avere una sua foto? Ethan, che sta succedendo?"
Ethan si sedette sul letto ed iniziò a giocherellare con delle ciocche di capelli, gesto che faceva spesso quando era nervoso. Nevin iniziava ad avere davvero paura di tutta quella situazione, che diventava sempre più intricata.
"Ho mentito." iniziò Ethan, per poi raccontare tutto ciò che lo aveva portato a prendere la decisione di partire per la Tailandia.
Nevin ascoltò la storia, allibito: si sentiva tradito, perché il maggiore aveva fatto tutto alle sue spalle e, perché probabilmente non glielo avrebbe mai detto, se lui stesso non lo avesse indotto a parlare.
"Nuova Zelanda? Come cazzo ti è saltato in mente?! Ora chiamo mamma e papà, me ne voglio andare. Non ci rimango un secondo di più in questo covo di pazzi."
Ma prima che potesse afferrare il telefono, Ethan glielo sfilò dalla tasca dei pantaloni con uno scatto veloce e si piazzò davanti alla porta. Nevin lo guardo con sfida e tentò invano di riprendere il suo cellulare, poi un lamento di frustrazione uscì dalla sua bocca. Si arrese e si sdraiò a terra, iniziando a fissare il soffitto della spaziosa camera, tentando di rimettere in ordine tutti i pezzi di quella assurda situazione.
Era stanco, il suo corpo era pesante ed i suoi occhi rimanevano aperti a forza: tutta quella assurda storia gli faceva venire il mal di testa, voleva solo capire, ma niente sembrava avere senso.
"Mi dispiace, lo so, avrei dovuto parlarne con gli altri o almeno con te, ma pensavo che mi avreste preso per pazzo. Tutto ciò che avevo era un diario dalla lingua strana, delle coordinate ed una foto di una donna. Mi avreste fatto rinchiudere di nuovo in un ospedale psichiatrico."
"Ethan, io ti avrei probabilmente mandato a quel paese, ma poi ti avrei creduto, avrei cercato di trovare una soluzione insieme a te. Sei mio fratello maggiore, abbiamo passato di tutto insieme. Mi sento ferito dal fatto che non hai avuto fiducia in me..."
Ethan si sdraiò accanto al fratello e sospirò.
"Mi dispiace, davvero. Ma ora devi promettermi che non dirai niente a mamma e papà. Voglio andare fino in fondo, scoprire cosa nasconde papà e che rapporto ha con i Jaidee e quella misteriosa donna. Sei con me o contro di me?"
Nevin alzò gli occhi al cielo e fece un lamento di frustrazione, consapevole che quella domanda era inutile, perché Ethan era una persona testarda. Avrebbe ottenuto quello che voleva e lo avrebbe fatto, anche a costo di legare Nevin ad una sedia e tappargli la bocca con del nastro adesivo per impedirgli di dire tutta la verità ai loro genitori.
"Fanculo Ethan." sbuffò, alzandosi ed avviandosi verso la porta della stanza.
"Lo prenderò per un sì. Dove vai?"
Il maggiore si levò a sua volta dal pavimento e seguì Nevin, il quale aveva iniziato a camminare lungo il corridoio.
"Dato che hai proprio deciso di farci uccidere, tanto vale che tu sappia tutto." Aprì la porta del bagno nella quale si trovava la misteriosa vasca e fece un cenno. "Siediti la dentro."
Ethan lo fissò perplesso e si grattò la nuca, rimanendo immobile sulla soglia della porta.
"Ehm... Perché dovrei farlo?"
"Lo capirai da solo." affermò Nevin, facendosi da parte per far passare l'altro.
Ethan entrò nella vasca e tremò visibilmente al contatto con quella superficie fredda. Notò il disegno di un fiore bianco ed una scritta enigmatica sull'altra estremità della vasca, poi sentì un gelo improvviso riempirgli il corpo e le mani iniziarono a tremargli.
"Che cazzo succede, cos'è questa sensazione-..."
Uno spasmo interruppe le parole del ragazzo e del sangue iniziò ad uscire dalle sue narici.
"Ethan!" urlò Nevin, tentando di far uscire il fratello dalla vasca, invano. "Quanto cazzo pesi!"
Delle braccia entrarono nel suo campo visivo e lo aiutarono a sollevare Ethan dalla vasca, per poi farlo sdraiare sul freddo pavimento del bagno. Nevin alzò lo sguardo e si accigliò nel vedere Ryan, il quale sembrava altrettanto confuso.
Ethan aveva perso conoscenza, ma il suo respiro era tornato regolare.
Ryan e Nevin continuarono a fissarsi per qualche istante, inginocchiati accanto al ragazzo incosciente, poi il biondo passò un pollice sulle labbra del più giovane, sporche di sangue.
"Stai sanguinando."
Nevin prese un fazzoletto dalla box accanto al lavandino ed iniziò a tamponare il sangue che usciva dalle proprie narici, abbondante, come un fiume. Si guardò allo specchio e forse fu in quel momento che capì che c'era qualcosa di diverso in lui ed Ethan. Anche l'atro giorno, la prima volta che aveva avuto un epistassi in quel bagno, suo fratello aveva avuto la stessa esperienza, aveva affermato Hanako. O forse era tutto un caso?
"Ryan, siediti nella vasca."
Voleva accettarsi che non fosse un caso: se Ryan non avesse avuto alcuna reazione fuori dal normale sedendosi la dentro, allora c'era davvero qualcosa di strano che collegava Nevin ed Ethan a quel luogo.
"Cosa? Tuo fratello è svenuto e state entrambi sanguinando dal naso. Vi siete picchiati o cosa? Dovremmo chiamare un'ambulanza."
Nevin tornò in sé e rimandò il suo "esperimento" ad un altro momento. Appoggiò una mano sull'avambraccio del fratello, scuotendolo appena. Quest'ultimo si riprese di scatto, inspirando profondamente e sgranando gli occhi, ancora sotto shock.
Ryan si accigliò e guardò Nevin, il quale a sua volta stava fissando le proprie mani.
"Come diavolo hai-...?" Ryan non terminò la frase, confuso da quella situazione.
"Nevin, l'ho vista." disse Ethan, con il fiato spezzato. "L'ho vista." ripeté, notando solo in quel momento che anche Ryan era presente.
"Cosa state nascondendo voi due? Chi hai visto? E come hai fatto a riprenderti così velocemente?" Ryan si alzò, aiutando il suo migliore amico, il quale era ancora un po' instabile.
Nevin fece lo stesso e toccò il proprio naso, notando che il sangue si era finalmente fermato, così come quello di Ethan.
"Siete fatti?" chiese infine il biondo, controllando le pupille di Ethan.
"A te che cazzo te ne frega?" sbottò Nevin, per poi uscire velocemente dal bagno, il quale improvvisamente era diventato troppo stretto per respirare.
Ethan guardò il suo migliore amico, assottigliando gli occhi, sorpreso dalla confidenza con la quale Nevin gli aveva appena sbraitato contro. Poi fece spallucce e decise di non dare troppo peso alla cosa.
"Mi dirai cosa è successo? Sembra la scena di un film horror: sangue, tu svenuto a terra, Nevin con quello sguardo da psicopatico che mi chiede di sdraiarmi nella vasca. Che diavolo succede Ethan?"
Quest'ultimo passò un dito sotto le proprie narici, constatando che aveva smesso di sanguinare. Gli faceva male mentire a Ryan, ma non poteva dirgli la verità, non ancora almeno. Perché tutta quella storia era ancora troppo confusa e lui stesso doveva ancora trovare delle risposte.
"Niente, Nevin voleva provare delle pillole e ci è sfuggita un po' di mano la situazione, ho iniziato ad allucinare e penso che io lo abbia colpito, poi lui ha colpito me e-... Sì, okay, torno da Amelia." farfugliò Ethan, praticamente scappando da quella situazione.
Rimasto solo, Ryan si voltò a guardare la vasca, accigliandosi.
"Ryan, siediti nella vasca."
Perché Nevin gli aveva chiesto di farlo? Ethan lo stava prendendo per il culo, le loro pupille non erano dilatate, non avevano preso nessun tipo di droga o pillola. I due nascondevano qualcosa.
Mise un piede nella vasca, poi l'altro e si sedette: rimase lì per qualche minuto, ma non successe nulla.
Cosa si aspettava? Quando si sentì abbastanza idiota, si rialzò in piedi e sbuffò, uscendondo dal bagno.
Spazio autrice:
Chi sarà la misteriosa donna?
La storia è ancora difficile da capire a pieno, ci vorrà anche tempo, prima che tutto venga svelato, ma spero vi stia piacendo 💜🌉
xx Thewallflowergirl13
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