IV CAPITOLO
1 anno prima:
Louis trovava estremamente artistiche le gambe lunghe e sottili di Harry, scolpite dagli dei come tutto il resto del suo corpo, così armonioso di cui giorno per giorno aveva imparato a conoscerlo da cima a fondo.
Il ragazzo si addormentò con il pensiero di Harry, il respiro di Harry e l'odore di Harry impresso sulla sua pelle. Ma inaspettatamente non fu lo stesso il giorno seguente.
Louis venne svegliato grazie (o per colpa) della luce mattutina del sole, che si era introdotta dalla finestra senza neanche chiedere il permesso, buttò la testa sul cuscino, infastidito dalla luce e allungò poi il braccio alla ricerca di colui con cui si era addormentato la notte prima.
Vuoto...
Il suo profumo era sparito come la sua impronta, nessuna traccia come se non fosse mai stato presente, come se fosse stato un fantasma, di cui unico ricordo è l'ultimo respiro assaporato quando ancora era carne.
Louis aprì entrambi gli occhi in un istante e spostò il nero della pupilla prima a destra e poi a sinistra, constatando così che la camera era completamente vuota.
La stanchezza di una notte passata a rotolarsi sotto le coperte si fece sentire, Louis si alzò dal letto con gli occhi stanchi, cercò di reprimere dei sbadigli ma fu tutto inutile.
Si vestì dei primi vestiti che ebbe davanti agli occhi, perché dopo tutto in quel momento gli importava solo di cercare Harry.
Non aveva bisogno di sembrare più elegante di quello che già dimostrasse indossando ogni giorno vestiti di cui, forse, non sarebbero mai dovuti entrare nel suo corpo.
Percorse l'intero palazzo alla sua ricerca, e riusciva solo che a sentire l'ansia ribollirgli all'interno dello stomaco sotto forma di zanzare ronzanti.
Ma non c'era nessuna traccia di lui all'interno delle mura.
Quando però giunse nei giardini lo trovò, proprio lì, con i suoi lunghi capelli ricci e le sue mani di cui consistenza sembrava essere fatta di perle intente a tenere in mano una delle più belle rose bianche che Louis avesse mai visto. Tale bellezza poteva essere comparata solo a una cosa, o meglio qualcuno.
Harry.
Vestito non nel modo in cui un principe dovrebbe vestirsi, ma nel modo in cui Harry era solito vestirsi.
"Perché?" Urlò Louis, e sul serio Louis non avrebbe voluto vederlo, perché sapeva come sarebbero andata a finire le cose, sapeva che Harry stava solo giocando con il suo cuore.
"Me ne vado Louis" disse Harry, e usò un tono di voce pacata, tranquilla, come se ciò che stesse dicendo non fosse nulla di importante, come se stesse solo dando aria alle parole.
Louis contrasse la mandibola
Ma si avvicinò comunque verso il ragazzo, perché ormai non era più l'ansia ad avere la meglio.
"Mi hai preso in giro?" Lo aggredì Louis, e non gli importava di stare urlando forse un po' troppo.
"Louis..." lo richiamò Harry, appoggiandogli la mano sulla spalla.
Il ragazzo alzò brutalmente la spalla togliendo così la mano di Harry.
"Ti sei fottutamente preso gioco di me"
Passarono un'infinità di minuti prima che qualcuno potesse dire qualcosa.
"Sai che non è così, ho perso la mia verginità con te Louis" disse Harry riempendo il silenzio "ma non posso." Continuò il ragazzo e lo disse inespressivamente come se non volesse dare importanza alle parole.
"Perché non puoi?" Urlò Louis e forse non avrebbe dovuto dare ascolto al suo cervello, che già aveva deciso di odiare il ragazzo, ma al cuore i cuoi sentimenti ardevano ancora come un fuoco scoppiettante.
"Perché...io non ti amo Louis"
Oggi:
Quando Louis riuscì a stare nuovamente con Gemma era al settimo cielo, sentiva di volergli bene, e di dargli quell'affetto che danno i fratelli maggiori alle proprie sorelle.
Avevano tanto da dirsi ed entrambi erano desiderosi di ascoltarsi l'un l'altro.
Louis poteva sentire il suo cuore fare una capriola per la gioia, dopo un'intero anno alle sue orecchie era finalmente giunto il rumore della sua risata, così genuina e piena di vitalità.
"Quindi ieri mio fratello e il suo amico biondino ti hanno improvvisato una festa?" disse la ragazza e prima che potesse finire la frase riscoppiò in una risata maniacale.
Louis alzò meramente gli occhi verso il cielo, mentre le sue sottili labbra si incurvavano in un sorriso.
"Non me lo ricordare" disse semplicemente prima di ridere insieme a Gemma.
Louis estrasse un sigaro dal taschino, ma non fece tempo ad accenderselo che se lo trovò perterra, lo fissò per un istante e poi punto lo sguardo verso gemma allibito.
"Sul serio?" Disse il ragazzo
"Non si fuma in camera mia" disse la ragazza alzando le mani in gesto di difesa
E solamente perché Louis sapeva che Gemma non poteva sentirla, forse, Sussurrò un "certo certo".
Forse, perché invece lo sentì Benissimo
"Cosa intendi?" Chiese incrociandosi le braccia davanti al petto.
"Sai ecco...Ashton fuma" disse Louis sorridendo.
Gemma non disse nulla, guardò semplicemente l'amico e poi si sciolse in uno dei più sinceri sorrisi che Louis avesse mai visto.
"Lo ami vero?" Domandò Louis, e poteva sentirsi il cuore sciogliere all'interno del suo petto, perché notava tutta la gioia che colpiva il volto della principessa, e la colpiva come uno schiaffo, ma uno di quei schiaffi che servono per svegliarsi.
"Certo che lo amo" annunciò la ragazza.
"Tu ami ancora mio fratello vero?" Chiese la ragazza, e Louis non ci mise neanche un secondo a lanciare un occhiataccia piena di frustrazione.
"No, non più" annunciò il ragazzo.
"Come no" disse Gemma mentre il suo sopracciglio destro si alzava notevolmente verso l'alto prima che una piccola risata la lasciasse, i suo lineamenti si distesero in un radioso divertimento.
"Sempre dubbiosa sei, nei miei conforti" lo sgridò Louis pronunciando un broncio
"Si, perché so che menti pure a te stesso" la interruppe Gemma ridacchiando per la sua indignazione.
E Louis sul serio non avrebbe voluto continuare quel discorso, perché non gli sembrava il caso e aveva il terrore di sbagliarsi sul serio.
"Perché dovrei mentire a me stesso?" Chiese e si rifiutò di rimproverarsi per una curiosità che semplicemente non poteva essere domata.
Mise poi le braccia conserte e aspettò una risposta.
"Perché ha così paura di essere di nuovo ferito da non volerlo nemmeno ammettere" disse infine Gemma sollevando le mani in quella che Louis presumeva essere una posa rassicurante, ma che non lo era per niente.
Louis impiegò un momento a metabolizzare ciò appena detto dalla ragazza.
Scese poi dal letto della ragazza, perché sentiva che le cose sarebbero solo che peggiorate, e Louis si ritrovò a riflettere per un momento gli occhi azzurri ed evidenti attraverso la penombra della stanza.
Decisamente si, non doveva dare ragione al suo cuore, ma ben si a quella sua parte razionale che gli diceva che non avrebbe dovuto ricadere nella trappola della volpe.
Angolo autrice:
Stanno tutti mangiando? probabile.
Posto lo stesso? Si
All the love
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro