Capitolo 2
Il cellulare di Rhea iniziò a squillare a tutto volume nel bel mezzo della notte, si affrettò a rispondere senza neanche leggere chi fosse, perché abituata al buio la luminosità del cellulare non le permise di aprire gli occhi stanchi.
-pronto?- domandò Rhea con la lingua ancora impastata. -Adhara è in pericolo, mi devi aiutare!-
Rhea sobbalzo dal letto e tutto il sonno che aveva pochi minuti prima svanì, il suo cuore accelerò notevolmente.
-ma chi parla?- domanda ancora la ragazza. -non importa, mi devi aiutare, dimmi dove abiti, così la porto da te- rispose il ragazzo con il fiatone, deve aver corso, pensò subito Rhea. -se mi stai facendo uno scherzo sappi che non è per niente divertente- bisbiglia Rhea, arrabbiata, per non svegliare il resto della famiglia. -Rhea! Non ti sto prendendo in giro, e questo non è uno scherzo, devi credermi- la ragazza sentendo il suo nome sussulta.
-okay, va bene ti credo. Portala in via Cusano numero 6, vi aspetto fuori dalla porta- rispose Rhea freddamente. Lui chiuse il telefono senza dire altro. Ancora incredula, si alza velocemente dal letto, prende la prima felpa che le capita davanti si mette le scarpe, si avvicina alla mensola posizionata accanto al suo comodino prende le chiavi. Cammina incerta verso la porta, che cosa le sarà successo? Perché è uscita, dov'è andata? Chi era la persona che la chiamata? Mille domande sorgevano nella mente di Rhea che preoccupata aspettava Adhara fuori da casa sua. Si sedette nel gradino davanti al portone, è fu lì che le balenò un pensiero, forse era andata a vedere quella fontana di cui stava parlando questo pomeriggio, ne sembrava quasi ossessionata. Dopo pochissimi secondi Rhea alzò lo sguardo e vide in lontananza una figura muscolosa con in braccio qualcuno, sgranò gli occhi non appena capì l'identità della persona. Era Tyler con in braccio Adhara, la riconobbe subito; corse verso di loro ma non appena vide da vicino la ragazza rabbrividì, una sensazione di nausea le percorse tutto il corpo, forse doveva vomitare ma si trattenne.
-dobbiamo subito chiamare la polizia e l'ambulanza- grida Rhea disperata,
-no mi dispiace ma non possiamo- gli rispose lui serio. -ma che stai dicendo! Guarda in che condizioni è-
-proprio perché so quello che è successo che non dobbiamo chiamare nessuno. Penserò io a lei, e tu mi aiuterai-
Rhea nonostante non approvasse la cosa prese un grande respiro e aiutò Tyler a portarla dentro casa, salirono le scale con in braccio Adhara, la sua pelle era tutta lacerata, era ricoperta di sangue. Era in riconoscibile. Rhea iniziò a piangere presa dal panico, non riusciva a muoversi tremava e basta. Tyler buttò a terra tutte le cose presenti sulla scrivania di Adhara, e la fece coricare li. Iniziò a strappare i pochi vestiti che le rimanevano attaccati per iniziare a curare alcune delle ferite. Ogni tanto lui dava uno sguardo ad Rhea che ancora sotto shock stava seduta per terra. -che cosa le è successo?- domandò Rhea con voce tremante. -ora non posso spiegarti, mi devi aiutare-
-per fortuna non ha preso gli organi vitali- sospirò Tyler continuando a controllare il corpo. Rhea riuscì ad alzarsi da pavimento e a vicinarsi a loro, non riusciva a guardarla, sembrava tutto un orribile sogno. Ma non era così, doveva fare qualcosa; corse in bagno e prese una scatola con all'interno disinfettante, garze e tante altre cose utili. Tornò nella stanza e diede la scatola a Tyler, il ragazzo prese subito il disinfettante e le garze e inizio a ricoprire alcune delle ferite, quelle meno gravi come tagli poco profondi e segni che sembravano essere quelli di un morso. -devi farmi un altro favore- chiese Tyler-devi trovarmi un ago e del filo- Rhea capendo le sue intenzioni cercò ovunque in tutta la casa, in ogni mobile quello che gli aveva chiesto. Stava per arrendersi finché non vide una scatolina sopra una mensola di fronte al letto di Adhara, l'aprì e al suo interno trovò tutto ciò di cui aveva bisogno. Prese l'ago e del filo bianco e iniziò a cercare di infilare il filo dentro all'ago, ma tremava troppo e non ci riusciva, le lacrime di certo non aiutavano, iniziò a vedere tutto sfocato per colpa loro. Sentì Tyler prenderle le mani e stringerle forte, ovviamente senza farle male, quel gesto diede più forza ad Rhea, si asciugò le lacrime con il gomito e ci riuscì. Diede l'ago a Tyler che con un'insolita delicatezza iniziò a cucire le ferite più gravi, come quella che le copriva il collo, e poi quella che le divideva per obliquo il busto. Quando Tyler ebbe finito il suo ottimo lavoro, che sorprese Rhea dato che sembrava proprio fatto da un chirurgo; Rhea iniziò con un panno umido a pulire delicatamente il corpo di Adhara mentre ancora aspettava che Tyler le raccontasse l'avvenuto. Iniziò a pulirle la mano destra che era chiusa in un pugno. Le aprì la mano, all'interno c'era un ciondolo esagonale d'argento, con una gemma gialla in mezzo
-che cosa è questo?- gli domandò prendendolo dalla mano di Adhara e mostrandolo a Tyler. Lui non ci fece molto caso, -beh un ciondolo, magari lo ha trovato questa notte è lo deve aver preso- le disse Tyler, poco interessato alla cosa.
-chi è stato a ridurla così?- domando Rhea con un filo di voce, stanca di aspettare. Voleva sapere tutto.
Il ragazzo pulendosi le mani si appoggiò al bordo del tavolo a fianco ad Rhea che continuava a pulire il viso di Adhara. -è stato David- disse Tyler freddo. Rhea si irrigidì, con la coda dell'occhio guardò il ragazzo che deluso guardava davanti a sé, perso nei suoi mille pensieri. -stai parlando di tuo fratello?- gli domandò. -si, secondo me è stato stregato o qualcosa di simile. Lui non farebbe mai una cosa del genere.- si girò verso di lei - Per spiegarti tutto ti devo far vedere una cosa, ma tu mi devi promettere di non urlare, non ti spaventare. Non ti potrei mai fare del male, te lo prometto- lo avvertì Tyler. Rhea un po' incerta acconsentì alla cosa, non aveva idea di che cosa le avrebbe potuto far vedere, e poi che cosa significa che lo avevano stregato? Tyler si alzò dal tavolo e si mise davanti a lei, lentamente iniziò a cambiare.
I suoi occhi divennero viola, i denti più lunghi come delle zanne, le sue unghie si allungano come degli artigli. Rhea cercò di indietreggiare ma si sbattè al tavolo, deglutì -ma che..che cosa sei veramente. Sei reale?- Tyler si avvicina a lei sono pochi i centimetri che li distanziano, le prese delicatamente una mano e se lo appoggiò sul viso.
-vedi, sono reale- disse lui sorridendo. Rhea tolse subito la mano, -ma come ci sei riuscito?- gli domanda incredula.
-beh io sono così da quando sono nato, i miei genitori erano tutti e due degli animagus, erano dei lupi- Tyler si siede nel letto di Adhara ed inizia a raccontare -sono dei che?-
-erano animagus.- le confermò- gli animagus Sono delle creature capaci di mutare le loro sembianze, in questo caso in lupi. Io e i miei fratelli abbiamo ereditato questa capacità, per questo motivo riesco a trasformarmi. Non muta solo l'aspetto ma anche le capacità; anche se non mi trasformo i miei sensi sono molto più evoluti di una persona normale, ma quando questo avviene i miei sensi si raddoppiano, divento molto più forte- Tyler prende una breve pausa e sospira.
-avendo molta più forza ed energia, è molto difficile controllarsi. Per noi è stato più facile perché siamo nati con questi poteri, ma c'è chi grazie ad un morso ricevuto riesce a possedere questo grande potere. Ma una persona normale che da un momento all'altro riceve così tanta forza nel proprio corpo, spesso non riesce a controllarsi. E nei peggiore dei casi muore- Rhea si gira verso Adhara spaventata. -mi stai dicendo che se un animagus ti morde, ti trasferisce il suo potere e ti fa trasformare? Quindi questo significa che...- Rhea si avvicina al corpo di Adhara -si, significa che ci sono due possibilità: o Adhara si trasforma o muore- Una lacrima percorse il viso di Rhea che a testa bassa stringeva la mano ad Adhara.
-non ti preoccupare, non è morta. Senso il suo cuore, anche se molto debolmente sta ancora battendo-
Rhea non sa più che cosa fare. -che cosa possiamo fare?- domandò con un filo di voce.
-ho fatto quello che potevo, non ho i miei strumenti qua. Prima di venire da te ho avvisato i miei fratelli, uno di loro, Brian è andato alla ricerca di David che è scappato dopo averla aggredita. E poi Christian è andato nel nostro rifugio a prendere la mia attrezzatura medica. Finché non arriva lui, io non posso fare altro-
-perché le ha fatto questo-
-io non lo so, non ne ho la più pallida idea. David ha sempre avuto difficoltà con auto controllo, ma non l'ho mai visto in quello stato. Non era più lui, nei suoi occhi c'era qualcosa di strano, ma non so dirti cosa- Tyler continuò a rispondere alla sue domande.
-com'è successo?- Rhea continuò con tono freddo a porgli domande.
-era da qualche giorno che David si comportava in modo strano, da quando siamo venuti qui in questo mondo. Non abbiamo fatto molto caso al suo comportamento, perché in fondo quando si è lontani da casa si tende a non stare del tutto a proprio agio. Per lo più essendo abituati al suo carattere (abbastanza chiuso) non abbiamo dato molto peso alla cosa- prende una breve pausa, si assicura che Rhea lo stia ancora ascoltando e continua.
-Finché questo pomeriggio dopo che vi abbiamo lasciate siamo tornati nel nostro rifugio. Era tutto distrutto lacerato, capendo che era stato David ci siamo separati e siamo subito andati a cercarlo. Sono stato io a trovarlo, si trovava vicino a dei giardini, chinato per terra cercando di controllarsi. È un gesto che lui ha sempre fatto per cercare di calmarsi.-
-mi sono avvicinato a lui, e come se non mi avesse riconosciuto ha iniziato a picchiarmi, ad urlarmi contro. Finché non mi ha tirato un pugno nello stomaco, non riuscivo a respirare mi ci è voluto un po' per riprendermi. Cercando di rialzarmi l'ho visto girarsi lentamente verso l'entrata del parco, dove ferma immobile vicino ad una fontana c'era Adhara- Rhea lo blocco sorpresa.
-una fontana?- gli domandò veloce, non gli lasciò un attimo per risponde. Corse al piano di sotto prese il disegno appoggiato sul tavolo, che aveva visto quando stava cercando l'ago ed il filo, e subito tornò nella stanza. Le sbatte davanti il foglio -era questa la fontana- gli chiese impaziente di sapere la risposta. Tyler prese il foglio e guardò attentamente -si mi sembra proprio questa- rispose. -ma come mai è così importante?- le domanda curioso.
-è da qualche mese che Adhara fa degli incubi. Dove si ritrova persa in un bosco, corre sempre cercando di raggiungere qualcosa o qualcuno, mentre una sagoma nera la insegue. Finché non arriva al centro della foresta dove si trova questa esatta fontana- gli racconta lei. -all'inizio il sogno era solo questo, ma l'altra notte ha sognato un altra cosa...- Rhea si blocca all'improvviso, lei in fondo non sa se si può fidare di lui. Okay lui le ha raccontato e spiegato tutto ma questo non significa che di lui si può fidare. Ma in fondo lui era l'unico che conosceva la situazione, e che l'avrebbe potuta aiutare. -ha sognato me, con in braccio Emma. Appoggiate alla fontana, Emma aveva una freccia infilzata... nel busto, se non sbaglio. Lei mi ha raccontato che urlavo. Urlavo così tanto forte che le facevo male alle orecchie a tal punto che fu costretta a fermarsi. Ma facendo così la figura che la stava inseguendo riuscì a raggiungerla. E poi a quel punto si è svegliata- Rhea finisce di raccontare, Tyler iniziò a fissare il disegno in cerca di qualche particolare a lui familiare, ma non trovò nulla. Gli balenò una certa idea, ma era impossibile che fosse esatta.
-non so che cosa dire, ho bisogno di fare delle ricerche- pensò a voce alta Tyler. -spero che Christian arrivi presto- bisbigliò.
Si fece l'alba quando si sentí un fischio provenire da fuori dalla finestra, Tyler si alzò dal letto e si precipitò verso la finestra. -finalmente!- esclamò il ragazzo scendendo le scale. Era arrivato Brian con una sacca enorme appesa al collo, Tyler andò subito ad aprirgli la porta. -lo avete trovato?- gli domandò. -no, non abbiamo idea di dove si possa essere cacciato. Abbiamo cercato ovunque, ma di lui neanche una traccia- Veloci entrarono dentro casa e si posizionarono sopra al tavolo della cucina. Tyler svuotò il suo zaino pieno di erbe liquidi strani e boccette di vetro di ogni dimensioni, ed iniziò a preparare il suo intruglio. -quando è scappato, è corso subito verso il bosco. Purtroppo sa benissimo come nascondere le sue tracce- continuò Brian. -Christian sta continuando a cercarlo nel bosco, ma dalle condizioni che era chissà dove s'è cacciato. Ma cosa gli è preso, come ha potuto fare questo-
-secondo me è sotto un incantesimo, qualcuno lo deve aver stregato. Lui non avrebbe mai potuto aggredire una persona innocente, quanto l'ho guardato negli occhi mi sono venuti i brividi, ti assicuro che non era in se- ammesse Tyler continuando a sminuzzare le foglie di rosmarino. Calò il silenzio, tutti e due i ragazzi erano immersi nei propri pensieri cercando di capire le intenzione di David; l'unico rumore che si sentiva era quello del coltello di Tyler che sbatteva contro il tagliere di quercia.
-potrebbe essersi nascosto in qualche grotta nel bosco, o peggio ancora potrebbe essere in giro per la città- rifletté Brian ad alta voce, massaggiandosi le tempie. -aaah sto impazzendo!- esclamò Brian tirando un pugno sul tavolo e facendo cadere alcune boccette
-Si hai ragione, ma smettila di tirare colpi ho finirai per romperle- commenta Tyler sistemando le boccette cadute.
-dovete andarci al più presto, appena arriva Christian andate a cercarlo- ordinò Tyler.
Il ragazzo riprese subito il suo lavoro, versando in una ciotola foglie di origano, bacche di goji, peppe bianco che aveva sminuzzato prima e dieci gocce di olio d'iperico. Iniziò a schiacciarle tra loro per estrarre i loro liquidi.
-lei come sta?- gli domandò Brian accomodandosi nuovamente di fronte a Tyler.
-è coricata di sopra, c'è Rhea che la sta controllando. Non si è ancora svegliata, ma sono sicuro che sopravviverà, il suo cuore sta ancora battendo. Poi questa medicina che sto preparando dovrebbe aiutarla a far rimarginare più in fretta le ferite -
-bene- Brian esitò qualche secondo. -tu pensi che si trasformerà?- gli domandò Brian.
-penso di sì- rispose Tyler concentrato. -alcuni tagli sono davvero profondi, ha rischiato di prenderle più volte dei punti vitali. Ha morsi vicino al collo e al ventre. Ma il fatto che senta il suo cuore è un buon segno per lei- ogni tanto Tyler allungava il suo orecchio verso il piano di su dove c'erano le due ragazze, è da un po' che non sentiva più Rhea singhiozzare, magari si era addormentata.
-speriamo che vada tutto bene, la aiuteremo noi ad abituarsi alle sue nuove capacità. È il minimo che possiamo fare- suggerí Brian.
Nel frattempo Tyler prese una manciata di sale e qualche cucchiaio di carbone, li aggiunse nella ciotola e li mischiò al resto.
Dei passi si udirono vicino alle scale, era Rhea che con passo lento e pesante ricco di stanchezza, si avvicinava verso la cucina. Entro, senza guardare nessuno in faccia, e andò verso un mobile della cucina, prese la caffettiera ed iniziò a preparare il caffè. Nel frattempo i due ragazzi continuavano, un po' stupiti, a fissarla mentre creava una montagnetta di caffè sul filtro della caffettiera e la chiudeva; tutto ciò come se i ragazzi non esistessero. -ne volete un po'?- gli domandò finalmente girandosi verso di loro.
-si grazie- risposero all'unisono, ancora un po' perplessi dal suo comportamento.
-beh avete notizie?- chiese rivolta a Brian. -per ora no. Ma forse sappiamo dov'è andato, appena arriva Christian andiamo a cercarlo- rispose tranquillo il ragazzo. -anzi, forse è meglio che gli vada in contro così non sprechiamo altro tempo- disse Brian finendo di bere il suo caffè che Rhea aveva appena versato e alzandosi dalla sedia. -perfetto. Se poi avete notizie chiamatemi- annunciò Tyler al fratello, Brian si avvicinò a lui gli diede una pacca sulla spalla, li salutò e corse via veloce come un fulmine.
Rhea rimase qualche minuto in silenzio, guardando quello che faceva Tyler.
-che cos'è questa roba?- domandò Rhea avvicinandosi a Tyler incuriosita. Più si avvicinava e più un odore forte di spezie penetrava nel suo naso.
-sto facendo una medicina per Adhara, questa la aiuterà ad emarginare più velocemente le ferite. All'inizio brucerà però dopo qualche minuto inizierà ad alleviare un po' il dolore.- Rhea lo guardava come incantata, mentre lui continuava ad aggiungere gocce d'iperico al suo intruglio. -ma dove hai imparato queste cose?- gli chiese impaziente di sapere la risposta.
-beh qualche anno fa ho iniziato a studiare medicina e pozioni insieme a mio zio- rispose Tyler un po' imbarazzato.
-ti posso aiutare?- gli domanda impaziente. -certo, metti a bollire dell'acqua- Rhea senza esitare frugò nel mobile sopra il lavandino, prese un pentolino, versò dell'acqua all'interno e la mise a bollire. Nel frattempo Tyler iniziò a spiegare la procedura.
-quando l'acqua inizierà a bollire dovremo aggiungere questa pasta che ho creato mischiando alcune spezie, dopo di che abbassiamo il fuoco al minimo.
Tyler alzò lo sguardo dal tagliere per vedere se Rhea stesse ancora ascoltando, e con suo grande stupore la ragazza era lì che lo fissava aspettando curiosa che continuasse la sua spiegazione. Nessuno dei suoi fratelli era mai stato interessato a queste cose, a volte lo prendevano in giro perché stava sempre sui libri cercando di inventare nuove pozioni. Quindi lui finiva sempre per creare i suoi intrugli da solo nella sua stanza.
-dopo qualche minuto, quando il tutto è diventato pressoché una crema, ci aggiungiamo sei foglie di basilico schiacciate e qualche altra goccia di olio- continuò il ragazzo.
-mi devi insegnare!- disse Rhea decisa avvicinandosi a lui. -mi devi assolutamente insegnare tutto, non voglio ritrovarmi di nuovo in una situazione del genere incapace di fare qualsiasi cosa- disse sicura. -io devo poterla aiutare. E tu sei l'unica persona che conosco che mi puoi insegnare- Rhea lo fissava, sperando con tutta se stessa che gli dicesse di sì.
Tyler preso alla sprovvista, non sapeva come rispondere, ci mise un po' per darle una risposta.
-d'accordo, ma sappi che non è facile. Io ci ho messo anni per arrivare a questo livello- gli occhi di Rhea iniziarono a brillare, era felicissima della sua risposta. -certo!- esclamò -mi impegnerò al massimo!- il sorriso non le si levava dal viso.
-Bene- disse Tyler ricambiando il sorriso.
Passò un'oretta, e la medicina finalmente era pronta. Rhea versò la crema verdastra, che aveva preparato con l'aiuto di Tyler, dentro una ciotola. Salí al piano di su con tutto l'occorrente, nel frattempo Tyler aveva iniziato a togliere le garze ormai sporche di sangue dal corpo di Adhara.
-È venuta perfetta- esclamò Tyler soddisfatto guardando la crema che Rhea aveva appoggiato a fianco a lui. -Ora dobbiamo immergere queste garze nella crema e poi posizionarle sopra le varie ferite. Ti avverto, questo come ti ho già detto all'inizio la brucerà, quindi si potrebbe svegliare, e potrebbe muoversi. Perciò mentre io le metto le bende tu devi tenerla il più possibile ferma- Rhea annuì e si posizionò a destra della scrivania dove c'era il viso di Adhara, mise le mani sulle sue spalle ed iniziò a tenerla ferma. Tyler immerse qualche benda nella crema le mischiò un po' ed iniziò a posizionarle sopra le ferite più lievi. Quest'ultima iniziò a tremare e dalla sua bocca uscirono vari versi provocati dal bruciore.
Tyler continuò, finché non arrivò il momento di coprire le ferite più gravi come quella sull'addome e quella sul collo. Questa volta però non mise solo la benda impregnata di crema; prese con la mano un po' di crema e con forza iniziò a spargerla all'interno del taglio da cui iniziò a fuoriuscire del fumo. Adhara si alzò di scatto urlando dal dolore, Rhea con tutte le forze cercava di riportarla giù mentre Tyler continuava ad infilare la crema. Adhara iniziò a contorcersi, prese improvvisamente il braccio di Rhea e lo strinse con tutta la sua forza.
-allontanati da lei, ti potrebbe far male- urlò Tyler ad Rhea, vedendola in difficoltà. Infine dopo aver posizionato altre bende sopra l'addome cominciò ad occuparsi della ferita nel collo. Prese una bella manciata di crema e la spinse dentro il taglio.
Gli occhi di Adhara divennero completamente bianchi, una lacrima perlata le rigò il viso fino a finire lungo il collo. Tyler impressionato dalla scena si irrigidì non aveva mai visto una cosa del genere, spinse Rhea dietro di lui e si allontanò dal tavolo.
Altre lacrime perlate iniziarono a coprire il viso della ragazza che continuava a contorcersi e a gridare. Rhea affascinata dalla scena, superò Tyler e come attirata da quelle grida si avvicinò ad Adhara. Erano pochi i centimetri che le separavano, Rhea stranamente calma si piegò su di lei e istintivamente l'abbracciò, Adhara improvvisamente finì di dimenarsi.
Le lacrime della ragazza iniziarono a bagnare anche le spalle dell'amica che la teneva stretta a sé, Tyler non riusciva a capire che cosa stesse succedendo. Provò ad avvicinarsi ma dopo pochi passi terrorizzato si fermò, una luce bianca non gli permetteva di vedere quello che stava succedendo, gli sembrò che la luce provenisse dalle due ragazze; come se la loro pelle avesse iniziato ad emanare luce.
Lentamente si affievolì fino a spegnersi completamente. Rhea si staccò lentamente da Adhara, che con le poche forze che le erano rimaste si sedette a fianco a lei. Era completamente stordita -che cosa è successo?- domandò con un filo di voce guardandosi intorno.
-non ne ho la più pallida idea- le rispose Rhea fissando il suo corpo sporco, priva di ogni graffio tranne per una cicatrice fresca che partiva dal collo e finiva sul petto; si mise in piedi, porse la mano ad Adhara e la aiutò ad alzarsi, le gambe le tremavano senza più forze, alzò il viso ancora umido e vide Tyler ancora fermo al suo posto senza parole, che la fissava.
-chi sei?- domandò secca Adhara. -lui è Tyler, ci ha aiutate. Ti ha salvata lui- le spiegò Rhea. Adhara la guardò perplessa,"l'aveva salvata? Da cosa?"
Ma un attimo dopo si ricordò, le immagini le tornarono in mente. David l'aveva aggredita nel parco.
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