Capitolo 1 L'inizio di tutto
Seduta da sola sulle gradinate dello stadio in cui si allena praticamente ogni giorno, il tempo non era dei migliori, il sole era nascosto da delle nuvole nere che promettevano pioggia. Si alzò il vento e iniziò a far freddo ma nonostante ciò lei rimase lì seduta, assorta nei suoi pensieri. Un rumore la fece sussultare, si girò di scatto per controllare.
Buio.
Una sagoma che non riusciva ad identificare la stava seguendo.
Buio.
Si ritrovò a terra ricoperta di sangue, nel panico non capiva dove si trova. Notò una cosa strana, gli occhi dell'ombra che la stava aggredendo non erano più Rossi come li aveva sempre sognati ma erano blu. L'ombra continua a morderla, graffiarla, lei cercava in tutti i modi di liberarsi ma non ci riuscí.
Buio.
Si trovava in un bosco, la sagoma di una persona iniziò ad avvicinarsi di corsa verso di lei. Non riusciva a spiegarlo ma lei si sentiva che quella persona, quell'essere era lo stesso che l'aveva aggredita. Iniziò a scappare, a correre più veloce che poteva. Inciampò.
Buio.
Quando si svegliò davanti a lei si smaterializzò un bosco immenso. Iniziò a camminare con passo deciso come se sapesse dove andare. Si ritrovò davanti a un prato con una forma circolare dove al centro era presente un ammasso di rocce da dove fuoriusciva dall'acqua come una cascata, e tutto ricoperto di muschio.
Era così piacevole stare lì col rumore dell'acqua che scorreva e bagnava le pietre, il rumore del vento che muoveva le foglie intorno a sé, le sembrò quasi di stare in paradiso, si avvicinò ad essa e la toccò.
Buio.
Sangue.
Buio.
Davanti a lei apparve Rhea, seduta a fianco a i massi. Stava urlando qualcosa ma lei non riusciva a sentirla e neanche a muoversi, continuava ad urlare e a chiedere aiuto.
Rhea teneva tra le braccia qualcuno che però non riusciva a vedere, con molta difficoltà riuscì ad avvicinarsi ancora un po' per vedere meglio. Tra le sue braccia c'era Emma, con una freccia nera con la cocca argentata infilzata nel fianco da cui fuoriusciva sangue, Adhara cercava di aiutarla, di raggiungerla ma non ci riusciva. C'era come qualcosa che la blocca, si girò.
Buio.
Ancora Rhea che urla disperata, questa volta però Adhara riusciva a sentirla. Sentiva le sue urla assordanti, così forti da farle male. Credette di star per svenire dal dolore. Iniziò a vedere tutto sfocato e poi, di nuovo Buio.
Adhara si svegliò nel suo letto in preda al panico, con una fitta nel fianco destro che la fece piegare in due dal dolore. Cercava di non urlare per non svegliare gli altri, si guardò il fianco e notò una freccia, la stessa freccia nera e argentata che aveva Emma, conficcata nel fianco. Si alzò di fretta dal letto con il fiato spezzato dalle fitte di dolore, le gambe le cedettero e cadde per terra sofferente. Riuscì a rialzarsi e con fatica raggiunse lo specchio, allungò la mano ed accese la luce.
Niente.
Niente più sangue, niente più dolore, e niente più freccia. Si toccò ovunque con il respiro affannato incredula e spaventata.
Piano piano si tranquillizzò. Continuava a guardarsi allo specchio. Gli occhi verdi irritati dalle lacrime,con due ombre nere che le contornano gli occhi, con le gocce di sudore che le rigava la fronte.<<sto impazzendo...>> si disse a voce bassa guardandosi il fianco.
Ancora incredula si alzò la maglietta, non c'era niente, nessuna traccia di una presunta ferita. Spense la luce e lentamente tornò nel suo letto.
Zaino in spalla, chiavi e cellulare in mano, mille pensieri per la testa e quella sensazione di ansia e angoscia che si presentava ogni mattina da quasi tre mesi ormai.
Scese le scale pronta a ricevere il messaggio di Rhea che l'avrebbe avvisata del suo arrivo.
<<buongiorno! Oppure no, no non è un buon giorno, lo sai perché??>> Rhea on le diede neanche il tempo di sedersi in macchina che partí a tutta birra verso l'università, che distava meno di 5 minuti di macchina da casa di Adhara. Rhea continuò a parlare con lei che annuiva ogni tanto durante il suo racconto come per farle capire che la stava ascoltando, ma aveva troppi pensieri per la testa e anche volendo non sarebbe riuscita a seguirla. <<e in più indovina chi ho incontrato al bar stamattina !!>> <<esatto proprio lei, Ginevra! Con le sue amichette del cavolo, a farmi innervosire con..>>
Adhara seria la interruppe <<l'ho sognato di nuovo..>> Rhea divenne seria, tirò il freno a mano dopo aver parcheggiato e si girò verso di lei. <ne vuoi parlare??>>. Adhara la guardava preoccupata. <<oggi ho visto una cosa nuova.>> si fermò non avendo il coraggio di parlarne. << C'eri tu>> sospirò <<con Earin tra le braccia. Ricoperta di sangue. Aveva una freccia nel fianco.>> il suo fiato iniziò a farsi pesante, e le lacrime si fecero strada nel suo viso <<ho provato ad aiutarla, ma non riuscivo a muovermi, e poi, poi tu urlavi, mi assordavi, non riuscivo a fare niente! Poi mi sono svegliata e avevo una freccia nel fianco come Earin e faceva malissimo, ma poi mi sono guardata e non c'è l'avevo più>> le raccontò tutto in modo molto confuso. Le sembrava di essere tornata in quel bosco, iniziò a tremare presa dal panico. Rhea mise le mani sulle spalle e grazie a quel contatto riuscì a tornare alla realtà. <<era solo un sogno,non ti preoccupare, ci sono qui io adesso>> le disse Rhea cercando di tranquillizzarla, <<era solo un sogno>> ripeté Adhara tremando tra le braccia di Rhea.
Dopo qualche minuto Adhara si allontanò dall'abbraccio, si asciugò le lacrime. <<guarda cosa ti ho preso!!> Rhea cercò di cambiare argomento dando un sacchetto bianco ad Adhara con un sorrisetto.
Facendo finta che non fosse successo niente lei lo aprì e al suo interno trovò due cornetti al cioccolato, i suoi preferiti e un bicchiere con all'interno del caffè stranamente ancora caldo. <<beh dopo un risveglio così che c'è di meglio di un bel caffè e una pasta>> disse Rhea agguantando uno dei cornetti e provando a fare l'occhiolino che come al solito non sembrava un occhiolino ma solo un'espressione buffa. Adhara scoppiò a riderle in faccia <<mi dispiace ma devi esercitarti ancora, che cosa era quella cosa? di certo non un occhiolino>> <<ah ah ma che simpatica>> le rispose Rhea scendendo dalla macchina.
Si incamminarono verso l'ingresso della scuola, dove le aspettavano Earin ed Edra.
<<wow Che faccia >> disse Edra ad Adhara, <<non ho dormito praticamente niente stanotte>>si giustificò. Adhara si sentiva un po' in colpa a non parlarne con Earin e Edra, ma non voleva farle preoccupare troppo. Loro sapevano dei suoi incubi infatti non hanno chiesto altre spiegazioni, le dava fastidio mentirle ma non se la sentiva di raccontare quello che aveva sognato oggi.
Videro da lontano arrivare una loro compagna, seguiva lo stesso corso di filosofia assieme a loro, con un sorriso da ebete stampato in faccia.
<<ehi ciao>> squittí Laura. Non diede neanche il tempo di ricambiare il saluto <<Alloraa>> Iniziò a raccontare <<ho una notizia da darvi mie care!! Sono arrivati dei nuovi compagni di corso !!!>> sorride tutta eccitata.
<< a quanto pare sono quattro fratelli, >> annunciò Edra ad Rhea e Adhara. <<wow Che bella notizia>>dice Rhea ironica.
<<Si lo soo!>> ribadisce Laura <<di certo non sto a pensare a loro>> la informò Adhara. <<si si certo, aspetta di vederli e poi ne riparliamo>> continuò Laura eccitata. <<beh io vado a presentarmi, ci vediamo in aula belle>>
Le quattro ragazze scoppiarono a ridere.
-bene, abbiamo altre quattro persona da evitare. Quella classe è piena di persone pazze e antipatiche. Credo che siano tutti usciti fuori di testa a furia di seguire il corso del professor Stary. Sono tutti così lunatici... Questi quattro ragazzi non dureranno molto.-affermò Edra.. <<no dai ma magari sono simpatici>>ribatte Earin come sempre positiva.
<< si e sicuramente Ginevra e le sue amiche saranno già attaccate a loro..>> affermò Rhea con uno sguardo di noia.
Si incamminarono verso l'aula a passo svelto dato che la lezione del corso di Filosofia stava per iniziare.
subito dopo di loro entrarono nell'aula i quattro fratelli e subito ci fu confusione, tutte le ragazze iniziarono a bisbigliare e a sbavare. Adhara schifata dalla scena distolse lo sguardo. Questi ragazzi non le piacevano, quando li ha visti ha avuto subito un brutto presentimento. Edra si girò verso Adhara e Earin <<beh forse Laura aveva ragione>> affermò. <<mhh, non mi piacciono>> le rispose Adhara <<santo cielo sei sempre la solita, parti sempre in modo negativo>> la sgrido Rhea. Adhara alzò gli occhi al cielo e continuò a scarabocchiare sul suo quaderno.
<<e poi uno di loro è da quando è entrato che ti fissa>> afferma a bassa voce Edra tirando colpetti al gomito di Adhara. <<si certo, come no>> le risponde Adhara distratta.
Le lezioni finirono in bellezza con varie raccomandazioni dei professori riguardanti gli argomenti da studiare.
Adhara iniziò a conservare tutto, varie penne libri e quaderni usati durante la mattinata, sollevò il quaderno di filosofia dove sotto c'era il disegno che aveva fatto. Lo guardò attentamente non si ricordava neanche lei cosa aveva disegnato, era riuscita a disegnare quei massi che aveva visto nel sogno. Il disegno era perfetto, anche lei era stupita dalla bellezza di questo disegno. Anche perché Adhara ha sempre disegnato ma di certo non in questo modo, sembrava quasi una fotografia. Era quasi incantata da quello che era riuscita a fare. <<wow sai disegnare molto bene>> disse una voce profonda dietro di lei, sussultò dallo spavento. In fretta nascose il suo disegno dentro il primo quaderno che trovò sul banco. <<non sono affari tuoi>> lo rimproverò Adhara arrabbiata. <<wow non penso che sia il modo adatto per iniziare un'amicizia>> disse uno dei nuovi sogghignando sedendosi a fianco a lei. <<beh allora è perfetto>> rispose Adhara indifferente. <<che bel caratterino>> affermò lui toccandole una spalla. Lei si girò verso di lui con gli occhi sbarrati, le immagini le si presentarono di nuovo in modo veloce e confuso.
Lei che scappa da qualcosa
L'ombra che la morde e graffia.
Le sembra quasi di sentire di nuovo il dolore che aveva provato quella notte.
Strattonò via il braccio, e presa dal panico corse via dalla classe <<hei, guarda che ti stai dimenticando il quaderno >> gridò lui per farsi sentire. Adhara non si girò, corse verso le altre e le raccontò tutto. <<devi stare tranquilla, quello che hai fatto e solo un sogno. Magari il modo in cui ti ha toccata te lo ha fatto ricordare. E impossibile che lui c'entri qualcosa>> Luna cercò di tranquillizzarla. <<no, non mi Fido. E in qualche modo io so che quello che ho fatto non è un sogno, ma è realtà, me lo sento>> ribadisce Adhara quasi arrabbiata dal fatto che le altre non le credevano. Le ragazze la guardano preoccupate. <<non so che dirti>> ripetè Rhea. <<no, sta tornando>> imprecò Adhara. <<non c'è la faccio a stare qui, me ne devo andare>>. <<okay va a casa, e riposati che stasera dobbiamo allenarci>> le suggerì Erin.
Solo dopo essere uscita dall'università si rese conto di essere a piedi. Iniziò ad avviarsi verso casa, ogni tanto si ricordava del disegno. Come ha fatto ad non accorgersi di aver fatto una cosa del genere, come se la sua mano stesse disegnando da sola.
Continuò a camminare immersa nel suoi pensieri, improvvisamente si sentì tirare indietro mentre il rumore di un clacson la fece risvegliare, completamente intontita e spaventata si guardò in torno sorpresa di trovarsi vicino a dei giardini, i giardini dove andavano di solito nel tempo libero. Adhara corrugò la fronte sorpresa di essere lì, non aveva percorso la solita strada per tornare a casa e manco se ne era accorta, <oh merda, ma come è possibile!! Come cazzo ci sono finita qui!> imprecò Adhara cercando ancora una risposta. <oh che modi di ringraziare la persona che ti ha appena salvato la vita, non c'è di che infondo sai mi capita spesso di salvare vite> Adhara sussultò presa alla sprovvista e girandosi si sbatte contro qualcuno. < ah tu devi essere uno di quelli> gli risponde indietreggiando <di quelli? > le risponde il ragazzo <si quei tipi nuovi, com'è che vi chiamate ? Brake, Lake boh qualcosa del genere insomma> <Blake, io sono David Blake piacere> lui le porge la mano educatamente ma Adhara come sua abitudine gli batte il cinque <ah wow mi sorprendi sempre di più, che ci facevi qui tutta sola? >le domandò David continuando a fissarla con uno sguardo indagatorio, <ohm okay io ti ringrazio per non avermi permesso di buttarmi sopra la macchina, ma devo andare. Addio> Adhara riprese la sua strada senza girarsi indietro, a passo svelto in modo da levarselo più in fretta possibile da mezzo, gira l'angolo e pensando di averlo ormai seminato, ricominciò la sua marcia verso casa con più tranquillità. <perché non hai risposto alla mia domanda?> Adhara si spostò d'un colpo verso destra sbattendosi al muro spaventata da quella voce < oh mio dio ma sei pazzo! Mi vuoi uccidere per caso!> gli risponde senza fiato <no non preoccuparti, e poi nel caso non lo farei in questo modo> dice scherzando David. Lei si riprende subito dopo quelle parole, dal tono sembrava ironico ma non sa perché ma a lei sembrava più che serio. <si può sapere che cosa vuoi da me? Perché mi stai seguendo, non è che vuoi uccidermi davvero?> gli chiede più che seria. Lui scoppiò a ridere e sembrava non volersi fermare più <senti se mi hai fermato così, tanto per ridere un po' di me allora vattene, lasciami passare. E non provare più a seguirmi..> gli disse seria scansandolo da un lato. Lui più veloce che mai le afferrò il polso forse con troppa forza. E lei iniziò a sentirsi come nel sogno, non riusciva quasi a muoversi ma con un po' più di forza riuscì a girarsi verso di lui e li vede quegli occhi rossi e la figura nera che stringe sempre più forte il polso, e con i suoi artigli le bucava la pelle. Adhara stava per urlare con tutta la sua forza quando tutto tornò normale, davanti a sé non c'era più quella figura ma c'era David che veloce tirò la mano indietro come se avesse preso una scossa.
Si toccò la fronte umida per tranquillizzarsi ma non funzionò molto. David riprese a parlare come se non fosse successo nulla, beh per lui in fondo non è successo nulla. <beh sei strana forte tu eh? Comunque non ti sto seguendo e che ti sei dimenticata questo quaderno sul banco e pensavo di restituirlo> <ah... è solo per questo? Beh grazie> gli rispose un po' presa alla sprovvista prendendo il quaderno. <c'è anche un altra cosa, ti è caduto anche questo> le porse il disegno che aveva fatto durante le lezioni, <sai sei molto brava a disegnare paesaggi realistici> continuò lui avvicinandosi un po' troppo, per vedere il disegno <in realtà, è un disegno da nulla, me lo sono inventata> Adhara cercò di trovare una scusa, di certo non va a dire a un ragazzo che neanche conosce che in realtà lo ha sognato e non sa neanche come e quando lo ha disegnato. <se certo inventato...quindi sei anche modesta, io so benissimo dov'è questo posto> gli risponde sicuro David accennando un sorriso.
<come lo sai?> dice Adhara forse troppo sorpresa dalla sua affermazione <ma mi prendi in giro è proprio dietro di te> esclamò indicandola. Adhara sorpresa si girò di scatto e la vide <ma...ma come è possibile> sussurrò incredula. <beh ti ho salvata la vita, ti ho riportato il tuo tesoro. Beh qui il mio lavoro è finito, ci si vede a scuola Adhara> esclama David allontanandosi e non dando l'opportunità ad Adhara di ringraziarlo ancora. Però lei ritornò subito a guardare il suo disegno e la fontana davanti a sé chiusa dentro al Parco, dove lei va sempre con le sue amiche. Come è possibile che non se ne sia mai accorta, è enorme come ha fatto a non accorgersene in tutto questo tempo. Decise di scattare una foto ed inviarla ad Rhea. Dopo di che ormai stanca da questa giornata riprese il suo cammino verso casa.
Dopo aver salutato Adhara le ragazze decisero di andare a studiare al bar, per un esame che avrebbero dovuto dare tra pochi giorni, ma vennero fermate non appena varcarono l'uscita dell'università.
Erano i loro nuovi compagni di corso. uno di loro iniziò a parlarle.
-eh scusate il disturbo, noi siamo qui da poco, e pensiamo di esserci persi. questo posto è immenso. Tra mezz'ora abbiamo un'altra lezione ma non sappiamo dove andare, non e che ci potreste aiutare?- disse uno di loro, alto ben piazzato con i capelli ricci tutti spettinati. -certo, diteci pure- rispose Edra con tono stranamente gentile. -dove dovete andare?- gli chiese. -dobbiamo andare nel laboratorio di chimica, ma nessuno ci ha detto dove si trova- le rispose il ragazzo. -quello di chimica dovrebbe essere al piano terra a vicino a quello di veterinaria, se non sbaglio- rispose Rhea. -forse facciamo prima ad accompagnarvi-
-perfetto, siamo in debito con voi allora. Comunque piacere io sono Brian- si presenta il ragazzo, e seguito da lui anche gli altri due fratelli Tyler e Christian.
-Beh io in questo momento ho altro da fare- e senza dare il tempo di rispondere David corse lontano da loro.
-scontroso il tipo- disse Edra senza peli sulla lingua.
-si in questo periodo è un po' così. Diciamo che non so controllare la sua rabbia- le risponde Tyler. Edra notó subito il suo viso teso, ma non gli diede tanto peso. Le ragazze continuarono a parlare con i tre fratelli. In fondo non erano per niente male.
-beh vi si sono scaricate le batterie per caso?- domandò Tyler nel tentativo di sbloccarle, Rhea si mise a ridere un po' vergognata del fatto che si fosse imbambolata davanti a loro. -oh no, non preoccupatevi capita spesso!- cercò di spiegare Edra.
-cos'è siete come Marshal e Ted per caso? Parlare tramite gli sguardi?- chiese Brian scherzando alle ragazze. -già una cosa del genere. Comunque siamo arrivati,questo è il laboratorio- -beh grazie siete state gentilissime, ci vediamo in giro allora- le salutò Christian gentilmente.-certo ci si vede in giro- risposero le ragazze, incamminandosi verso l'uscita.
Dopo varie ore le ragazze dovettero interrompere il loro studio e andarsene dal bar perché questo pomeriggio avrebbero dovuto avere un allenamento importante.
non appena mette un piede dentro vede Adhara correre verso di lei ma prima di raggiungerla gira subito l'angolo e continua il suo percorso, Edra pensando di essere arrivata in ritardo cerca di raggiungere Adhara che ormai non si vede neanche più nella pista -ma come è possibili- si chiede a voce alta -oh beh non lo so deve essere venuta prima qui ad allenarsi- risponde Erin appoggiando lo zaino a fianco a quello di Edra, -ah bene quindi non sono in ritardo- esclama. -comunque mi sta preoccupando questa situazione dei sogni, lei pensa che siano reali. E forse anche io sto iniziando a crederci- dice Rhea allacciandosi per bene le scarpe. -Già ti capisco, si vede che non sta bene, non sta più dormendo per paura di sognare quelle cose di nuovo. Dobbiamo cercare di fare qualcosa-
-Si Edra, anche noi siamo preoccupate ma come possiamo fare? Consigliarle un buon psicanalista?- le risponde in modo nervoso Rhea. -cosa? volete una pizza?-dice Adhara sedendosi a fianco alle ragazze con ancora le cuffiette nelle orecchie. Scoppiano tutte a ridere e cercano di far finta di nulla, la assecondano ed iniziano ad allenarsi insieme.
-avete presente quella Fontana che c'è ai giardini?- domanda Adhara alle ragazze mentre si incamminano verso casa di Emma distrutte e sudate dall'allenamento finito pochi minuti prima.
-sinceramente no, perché c'è mai stata una fontana ai giardini?- domanda Luna un po' sorpresa dalla sua affermazione.
-beh in teoria c'è sempre stata una fontana ma è da anni che non funziona, anzi penso di non averla mai vista funzionante, è sempre stata coperta dagli alberi e da tutto quel muschio e difficile capire che quella è una fontana- risponde Rhea sicura della sua affermazione.
-oh dio stai dicendo che quell'ammasso di roba che c'è sarebbe una fontana!- esclama Erin quasi schifata. -è perché non la rimettono a posto? Potrebbe essere una bella attrazione da vedere, invece di lasciarla così, abbandonata- domanda Edrin.
-in realtà oggi l'ho vista, e a quanto pare l'hanno messa a posto, è bellissima, non riuscivo a smettere di guardarla- dice Adhara pensierosa. -a dire la verità io l'avevo già vista, guardate- Adhara ricerca veloce il suo quaderno con dentro il disegno che ha fatto e lo mostra alle ragazze. Rimangono lì ferme in mezzo al marciapiede a guardare quel disegno -è magnifico- sussurra Edra -lo hai disegnato tu?- le domanda Rhea, -no...cioè sì l'ho disegnato io ma non l'ho fatto di mia spontanea volontà, stavo disegnando e neanche me ne sono accorta e ho fatto questo- -è la stessa fontana dove vi trovavate voi due- dice Adhara indicando Rhea ed Emma, un po' impaurita delle sue stesse parole. In effetti lei aveva raccontato il suo sogno solo ed Rhea per paura di spaventarle ma dopo questo avvenimento non riusciva più a nasconderlo. -come noi due? Ma quando? io non ci sono mai stata in questo posto- risponde Emma alterando lo sguardo dal disegno al viso di Adhara. -nel mio sogno, questa notte vi ho sognate tutte e tre ma di preciso voi due- Quest'ultima racconta il sogno. Ogni volta che lo racconta le emergono i sensi di colpa come se veramente lei non le avesse aiutate. -perché non c'è l'hai detto prima!- la rimprovera Edra. Adhara si siede in una panchina vicino a loro -io non ve l'ho detto per non farvi preoccupare. Mi sento impazzire in questi giorni perché non riesco a spiegarmi queste cose! E odio farmi vedere in queste situazioni, odio farvi preoccupare per nulla. Perché molto probabilmente fa tutto parte della mia immaginazione, magari nulla è reale di tutto ciò. Non sono sicura di nulla.-
-è pure sembra tutto così reale, voi eravate lì piene di sangue addosso e io non riuscivo ad aiutarvi, vi giuro che ci ho provato ma non ci sono riuscita. Questa cosa mi fa sentire in colpa mi fa spaventare tantissimo. Io farei di tutto per aiutarvi, non posso sopportare minimamente la perdita di una di voi- Rhea si siede a fianco a lei, la stringe con un braccio per rassicurarla senza sapere che cosa dire. Piano piano, grazie a quel piccolo contatto Adhara si rilassa, smette di tremare, pochi secondi dopo si avvicinano anche Edra ed Erin e rimangono sedute lì, in silenzio. Molto spesso quando ci si conosce bene un semplice gesto e il silenzio fanno molto meglio di mille parole.
Le ragazze visto la giornata trascorsa decidono di andare a casa di Adhara per cena per farle compagnia.
Adhara vive praticamente da sola ormai da qualche anno perché i suoi genitori lavorano all'estero per una compagnia d'arte, vendono opere in giro per il mondo arredando delle mostre, questo fa sì che restino fuori anche più di un mese. Ma essendo ormai grande sa badare a se stessa, si è abituata quasi subito ad abitare da sola, ad Adhara non piace dipendere dalle persone. È ritrovandosi a 16 anni a vivere solo con il fratello l'ha fatta diventare più autonoma e matura, ha imparato a prendersi le proprie responsabilità. Frequenta l'università di architettura, lei è più grande di un anno dalle altre ragazze. Infatti ha perso un anno alle superiori. Si sono conosciute allo stadio perché tutt'e quattro facevano atletica leggera, una passione che ancora oggi gli appartengono, avevano cinque anni quando si sono conosciute, hanno legato subito e da quel giorno non si sono più separate. Loro hanno sempre frequentato scuole diverse fino all'università dove hanno deciso di frequentare ognuna il proprio corso tranne per quello di Filosofia che hanno in comune.
Loro hanno avuto sempre un rapporto speciale perché nonostante le vite diverse, abitudini diverse, non si sono mai separate, possono sempre contare l'una sull'altra senza distinzioni.
Adhara ha un fratello che va all'università, e torna a casa solo per vacanze. La sua vita è sempre stata tranquilla, una semplice vita di una normale ragazza di 20 anni. Finché non sono arrivati gli incubi, e con loro le notti insonni per paura di addormentarsi e sognare tutto quanto da capo. Il solo pensiero di perdere le sue amiche morire la fa sentire a pezzi come se le stessero togliendo la vita propria.
Arrivate a casa decidono di ordinare una pizza e guardarsi un bel film. Mentre iniziano ad apparecchiare la tavola in attesa della cena con in sottofondo Eric Clapton, Adhara spezza il silenzio
-come è andata la vostra giornata?-
-abbastanza bene sai? A parte quel ora lunghissima si matematica, vi giuro non ci capisco nulla- si lamenta Erin
-sai oggi dopo scuola abbiamo incontrato i Blake- annuncia allegra Luna. -che? Con chi?- domanda Adhara confusa.
-i Blake!! I nostri nuovi compagni del corso di filosofia- le risponde Edra. -ah loro, non mi ispirano- ad Adhara sin dal primo momento non le hanno fatto un bell'effetto, soprattutto uno di loro, David, e dopo che la seguita le ha dato ancora più fastidio.
-oh no devi credere, sono simpatici. Ci siamo sentite subito a nostro agio con loro, non so come ma mi hanno dato la sensazione di conoscerli da una vita- -o almeno così è stato per me- dice Edra diventando un po' rossa in faccia.
-non è così solo per te, anche a me hanno dato quella sensazione. Tranne quel David, se ne andato subito in modo arrogante, non mi è sembrato tranquillo come gli altri- annuncia Rhea. Nel sentire quel nome Adhara si irrigidisce. Rhea lo nota e subito cambia argomento.
-ma poi Tyler, ma ne vogliamo parlare! Ma quanto bello!- continua Rhea. Inizia una lunga risata da parte di tutte e Adhara subito torna tranquilla. Suonano al campanello Emma va ad aprire, finalmente sono le pizze, ora la loro serata può iniziare.
-beh ragazze si è fatta ora, forse è il caso che vada o domani non mi sveglieranno neanche le cannonate- annuncia Luna alzandosi dal divano. -si hai ragione è quasi mezzanotte, è meglio andare domani ci aspetta un'altra lunga giornata e poi se mi addormento chi mi riaccompagna a casa!- la segue Emma. -va bene ragazze, ci vediamo domani a scuola- Adhara allunga la mano e batte il cinque alle ragazze come segno di saluto. Hanno sempre avuto questa abitudine, si salutano così da quando sono piccole.
Le ragazze salutano anche Rhea e se ne vanno. -beh bella siamo rimaste solo noi due- dice Rhea -wow stai diventando sempre più perspicace- la prende in giro Adhara -ah ah ah ma che simpatica- Rhea come una bambina tira fuori la lingua e fa una finta smorfia ad Adhara che subito scoppia a ridere. -Forse è il caso che vada pure io, sono stanca- le dice Rhea sbadigliando. Adhara fa uno scatto e si siede sul divano intimorita
-di già?-
-sì di già, a differenza di Edra ed Erin non ho molta strada da fare dato che abito qui a fianco però non vedo l'ora di coricarmi nel mio caldissimo e morbidissimo letto- dice sognante Rhea, Adhara dispiaciuta l'accompagna alla porta. - beh allora buona notte- la saluta Rhea e finché non la vede entrare nella porta di casa sua, cioè la casa a fianco a quella di Adhara, lei non chiude la porta. Lentamente la chiuse, si gira e senza forze per camminare striscia lungo il muro fino a toccare terra. Ormai se ne sono tutte andate e lei è rimasta sola, dentro casa circondata da un silenzio assordante.
Prende le sue forze e si alza dal pavimento, ed inizia a mettere a posto il disordine fatto poco prima, sparecchia butta la mondezza spazza anche per terra, fa di tutto per tenersi oculata e non andare a letto. Si siede nuovamente nel divano fruga nel suo zaino posto subito dopo di esso e prende il suo disegno, ancora si chiede come fosse possibile una cosa del genere. Come ha fatto ha disegnare quella fontana in modo perfetto se non l'ha mai vista. Presa dall'euforia si alza afferra il giubbotto le chiavi di casa ed esce spedita verso i giardini, verso di lei. Deve vederla per forza dal vivo, non può di certo aspettare domani, e se poi tornasse come prima o sparisse, non ci sarebbero più possibilità di vederla. Cammina a passo svelto per la cittadina un po' per cercare di scaldarsi dato il vento gelido, sia per arrivare il prima possibile alla sua destinazione. Pochi minuti dopo eccola la difronte a lei, l'immensa cascata. Il profumo di muschio le penetra nelle narici e subito si sente come a casa, libera da ogni preoccupazione, non riesce a smettere di guardarla. Davanti ad essa è presente una ringhiera di protezione, Adhara decide di arrampicarsi e scavalcare, sente il bisogno di avvicinarsi ancora di più, di toccarla. Passo per passo facendo attenzione a non scivolare si avvicina sempre di più.
Adhara nota subito una cosa strana, nonostante l'acqua che scivola nelle rocce lei non si sta bagnando, neanche una goccia è completamente asciutta, come se l'acqua non osava toccarla.
Continua ad andare avanti finché non si trova a pochi passi da essa, allunga la mano un po' titubante finché non la tocca.
Buio.
Le immagini del suo sogno le si presentano davanti, vede Emma tra le braccia di Rhea in lacrime chinata su di lei.
Subito si copre le orecchie per attutire il dolore causato dalle urla di Rhea .
Buio.
Le si presentano nuove immagini come dei rami che iniziano a muoversi verso di lei la afferrano e la trascinano verso l'oscurità.
Buio.
Di nuovi quegli occhi rossi, quella figura scura che la insegue. Cerca di scappare ma non ci riesce.
Buio.
La freccia. Buio.
Le sequenze rallentano, inizia a vedere 4 figure intorno ad un leggio in legno, con diverse decorazioni scolpite sopra, che recitano in coro delle parole che però non capisce, non le riesce a sentire. Prova ad avvicinarsi e ne tocca una. Appena la figura si gira verso di lei inizia a prendere fuoco, si dimena urla.
Buio.
Adhara stacca subito la mano dalla fontana e con il fiatone si spinge verso la ringhiera e la stringe cercando di rimanere in piedi. Che cos'è appena successo, che cosa ha visto? Chi erano quelle 4 figure. Il suo pensiero viene interrotta da un forte rumore proveniente dall'esterno dei giardini.
Spaventata si tira su con le ultime forze scavalca la ringhiera e si diresse verso l'uscita. Appena li vede tira un sospiro di sollievo, per fortuna sono solo due ragazzi che stanno litigando, forse in un modo un po' troppo violento dato che si stanno proprio picchiando. Uno di loro sferra un pugno sulla faccia dell'altro, che prende un volo e cade per terra
-tu mi devi lasciar stare, non sei nessuno. Io faccio quello che voglio, e tu non ti devi intromettere ci siamo capiti- gli urla contro il ragazzo che ha sferrato il pugno cercando di rialzarsi da terra.
Il ragazzo in piedi si blocca di colpo, e lentamente si gira verso la direzione di Adhara, che avendo capito che il ragazzo s'era accorto di lei indietreggia lentamente.
La figura del ragazzo di volta completamente, lei non riesce a muoversi non crede a quello che sta vedendo, quegli occhi, Rossi come il sangue si stanno avvicinando a lei. Vorrebbe correre ma non ci riesce, la figura del ragazzo inizia a correre verso di lei e in un attimo se lo ritrova davanti. Terrorizzata inizia a correre ma lui la raggiunge subito ed è lì che succede, la figura la butta a terra inizia a graffiarla a morderla, Adhara prova a liberarsi ma non ci riesce è troppo forte confronto a lei.
Continua a dimenarsi nel tentativo di staccarsi di dosso, sente i suoi artigli lacerare la pelle, non ha più forze per muoversi, il viso bagnato dalle lacrime e da sangue; si lascia andare, gira il viso per non guardarlo più, lui gli afferra il viso con le sue mani sporche di sangue e con forza glielo gira. Adhara con le sue ultime forze cerca di guardarlo, con gli occhi colmi di lacrime che rendono questo difficile.
Cerca di guardare negli occhi colui che le stava togliendo la vita, perché è così che si sentiva Adhara priva di voglia e di forza.
Le lacrime le si asciugarono mentre continuava a guardarlo, la figura infilza di nuovo Adhara lei non capì dove perché provava così tanto dolore ovunque che quell'ultimo colpo quasi non lo percepì.
Il ragazzo si fermò all'improvviso stupito e continuò a fissarla quasi spaventato da quello che aveva combinato.
Adhara chiuse gli occhi senza più forze, vide le ragazze Rhea, Luna ed Emma, le sorridevano. -Allora è vero, sta succedendo davvero- pensa Adhara.
-È vero che quando si muore si rivivono i propri ricordi eh?- chiese a se stessa.
Adhara tirò su gli angoli delle sue labbra rosee in un lieve sorriso.
Qualcosa le bagnò la guancia, come una piccola goccia. Una lacrima che non proveniva da lei ma da quei occhi rossi, che piano piano cambiarono diventando castani. Erano gli occhi del ragazzo, che tremante si alzò dal corpo di Adhara impaurito da se stesso
-DAVID- il ragazzo sentì alle spalle qualcuno che lo chiamava, spaventato corse via, lontano da tutti. Quel nome fu l'ultima cosa che Adhara sentì prima di svenire, lì in quel parco a fianco a quella dannata fontana, senza più forze
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