L'uomo, che stava giocherellando con i coltelli all'improvviso incominciò a ridere. Si tolse la maschera e vidi che era di nuovo lui, il tizio che era in camera mia. Mi si avvocinò con uno sguardo tra il divertito e il malizioso, giocherellando distrattamente con la punta del coltello. Si abbassò lentamente sul mio viso. Eravamo a pochi centimetri di distanza, i suoi occhi erano accesi da una strana luce terrificante. Avvicinò il coltello alla mia guancia e incominciò a passare la lama, delle volte più forte così da farmi sanguinare. La guancia era completamente ricoperta di tagli e del liquido cremisi, i tagli bruciavano. Lui sorrideva mostrando la fila di luccicanti denti bianchi, si avvicinò ancora di più e leccò un taglio. Trattenni il respiro e lo guardai sentendo una strana sensazione allo stomaco. Lui alzò il viso notando che avevo trattenuto il respiro e vidi che aveva le labbra sporche del mio sangue. Si leccò lentamente le labbra, come un cacciatore che abbia in pugno la sua preda prediletta. Il letto scricchiolò facendomi sobbalzare leggermente, avevo molta ansia e paura, lui lo vedeva troppo bene e ne era divertito. Mi prese i polsi e li strinse affondando le unghie nella carne. Urlai, ma era inutile. Mi lasciò improvvisamente e si leccò le dita assaporando il mio sangue. Si avvicinò al mio viso, il suo sguardo era inquietante, perverso. Era a pochi centimetri dalla mia bocca e mi fissava negli occhi. Ero come congelata, non riuscivo a reagire, non sapevo quello che fare, la mia mente era come annebbiata. Il cuore mi batteva troppo forte e le tempie mi pulsavano. Lui chiuse le distanze tra le nostre labbra. Mi mordeva le labbra e mi baciava in modo aggressivo. Il mio corpo sembrava muoversi da solo, la mia testa diceva no ma stavo ricambiando i suoi baci. Incominciò a muovere la mano, sentivo tanto caldo, incominciò a baciarmi il collo tracciando con la lingua striscie di fuoco sulla pelle. Avevo paura, ma quella paura era mischiata anche all'eccitazione. Non ero più in me, non capivo più nulla, volevo solo che continuasse. Alzò la testa per guardarmi, i suoi occhi luccicavano di una folle luce, così scuri e profondi, quasi inquietanti. Si avvicinò una mano guantata alla bocca e sfilò lentamente un guanto con i denti. Il cuore mi batteva troppo forte, sembrava sul punto di esplodere. Buttò il guanto a terra e si riavvicinò a me, la sua mano incominciò a salire lentamente sulla mia gamba riempiendomi di brividi. Ero come paralizzata, non riuscivo a combattere, a protestare. Fermò la mano quando ormai era vicino alla mia intimità. Avrei voluto staccargli la mano in quel momento.