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Capitolo 2

13 Dicembre 2007

Rosie

Ero scappata via da quel contatto tra i nostri corpi, quasi come se mi avesse bruciata. Mi sentivo un pochino a disagio in quel momento perchè avevo la sensazione che lui mi stesse osservando. Lui mi aveva osservata per un attimo poi era andato silenzioso a sedersi sulla sua poltrona nera, i suoi occhi di ghiaccio guardavano in un punto sconosciuto, il suo sguardo era vuoto come se stesse dormendo ad occhi aperti. Aveva le labbra dischiuse, le dita intrecciate, se ne stava li stravaccato senza dire nulla. Osservai le sue labbra, perfette e morbide... Ritornai immediatamente alla realtà. Non potevo veramente pensare quelle cose, non era da me! Presi il libro abbandonato sul tavolinetto e incominciai a leggere, immergendomi, lasciando correre la mia fantasia sulle pagine del libro non notando che mi stava osservando.

Sherlock

Non so cosa mi era preso. Il mio corpo si era mosso da solo e aveva messo a contatto i nostri corpi. Io l'avevo leggermente schiacciata e lei aveva sobbalzato appena cercando di allontanarsi da me. Si era seduta sulla poltrona, vedevo che si era irrigidita, sapeva che la stavo guardando. Mi avvicinai alla mia poltrona e mi sedetti li, fissandomi in un punto senza pensare a nulla. Quando mi risvegliai da quella specie di sonno lei aveva ripreso il suo libro "Shadowhunters", non lo avevo mai letto ma sinceramente non mi interessava. La osservai mentre leggeva. Sorrideva, faceva qualche ghigno soddisfatto, diventava rossa, imbarazzata. Si lasciava trascinare molto dai suoi libri dimenticandosi della realtà, andando nel suo mondo. Ero interessato a lei, era un soggetto perfetto da studiare. La volevo studiare, volevo vedere nella sua mente, con i suoi occhi, chissà come vedeva il mondo lei... Respirai a fondo e scacciai tutti i miei pensieri. Volevo qualcosa per la mia mente, che fosse intrigante. Vagai in giro con lo sguardo, guardando l'appartamento leggermente disordinato. Vidi tutti quanti i fascicoli che avevo sui casi, sui criminali, sulle sostanze, sugli esperimenti, ci tenevo davvero di tutto li. Spostai di nuovo lo sguardo che mi si fissò su Rosie, stava sorridendo, era un sorriso bellissimo, i suoi denti bianchi, le sue labbra e i suoi occhi, identici a quelli di John. Lei aveva delle piccole lentiggini, le stavano benissimo, le adoravo. Ma che cavolo mi stava prendendo! Non avevo mai pensato cose del genere, io non provavo amore o attrazione. Dovevo smetterla. Aveva appena finito il libro quando i nostri sguardi si incrociarono.

Rosie

Finalmente avevo finito le origini. Ero entusiasta, non vedevo l'ora di prendere il prossimo libro. Appena chiusi il libro i nostri sguardi si incrociarono. Amavo quegli occhi, li volevo. I miei erano identici a quelli di mio padre, mi piacevano ma quelli di Sherlock li adoravo. Abbassai lo sguardo non potendo più continuare a guardarlo. Lui si alzò e mi si avvicinò mettendosi proprio davanti a me chinandosi e accorciando le distanze tra le nostre labbra, ero davvero imbarazzata, non riscivo a non guardarlo negli occhi, erano come una calamita, così profondi e immensi come un mare ghiacciato pronto a risucchiarti nelle profondità oscure. Mi prese il polso e lo strinse leggermente con le dita, mi stava prendendo il battito. Lui fece scivolare le sue labbra sul polso sfiorandolo. Brividi invadevano il mio corpo. Cercai di mantenere la calma e l'autocontrollo. Lui alzò lo sguardo sui miei occhi e mi baciò il polso per poi lasciarlo e aumentare le distanze tra noi due. Deglutii a vuoto sentendo la gola secca, c'era voluta tutta la mia calma per non cedere. Lo osservai nei suoi movimenti silenziosi, felini. Era così attraente... Cosa mi stava accadendo? Perché volevo averlo vicino, sentire il suo buon profumo e toccare i suoi riccioli? Dovevo proprio calmare i miei ormoni. Lui si avvicinò alla finestra e rimase ad osservare fuori la città che scorreva allegra.

Sherlock

Lei dopo un po' che i nostri sguardi erano allacciati abbassò lo sguardo imbarazzata. Dovevo capire che cosa provava veramente così decisi di avvicinarmi a lei, analizzarla, prenderle il battito. Volevo essere certo che non provasse nulla per me. Avvicinai le mie labbra al suo polso sfiorandolo solleticandole la pelle diafana. Rialzai lo sguardo, vedevo che era tesa, imbarazzata. Stavo sentendo il polso ma era normale e le sue pupille non erano dilatate. La sua espressione era agitata e sembrava che il suo corpo fosse di pietra, non si muoveva. Le lasciai andare delicatamente il polso baciandolo e aumentando le distanze tra di noi. Mi avvicinai alla finestra e osservai fuori il via vai di gente per le strade. Ero quasi abbattuto... Non capivo il perché. Era meglio che non provasse nulla per me e io per lei. Io non potevo. Ma volevo davvero solo la sua amicizia?

Rosie

Arrivò la sera. Sherlock era uscito sul presto, dopo pranzo. Erano le nove di sera quando lo sentii rientrare. Mi sistemai meglio sulla poltrona stringendomi la vestaglia intorno al corpo. Quando entrò lo vidi che era abbattuto e frustrato. Mi chiedevo che cosa gli fosse capitato. Si sfilò con un gesto fluido e veloce il cappotto appendendolo all'appendiabiti. Mi guardò per un attimo poi si diresse verso la camera a passo svelto sbattendosi la porta alle spalle. Ero abbastanza confusa ma mi dispiaceva vederlo in quello stato. Mi alzai dalla poltrona avvicinandomi alla sua camera. Arrivai davanti alla porta bianca della sua stanza. Presi la maniglia e la girai aprendo lentamente. Lo trovai disteso sul letto a petto nudo, coperto da delle coperte di seta grigia. Lui sembrava quasi non notarmi, fissava il soffitto le mani intrecciate dietro la testa e i riccioli più scompigliati del solito. Mi avvicinai lentamente a lui sedendomi accanto a lui. Vidi i suoi occhi fissarmi non appena mi appoggiai al letto. Rimase silenzioso a studiarmi, passando quello sguardo su di me. Io fui la prima a rompere quel ghiaccio sottile

<<Che cos' hai Sherlock? Come mai sei così frustrato?>>

Lui all'inizio non parlò si limitò a guardarmi come se stesse decidendo quello che doveva rivelarmi. Alla fine rispose con la sua bellissima voce roca

<<C'è stato un omicidio, Scotland Yard sta indagando così sono andato a dare un'occhiata ma a quanto pare sono stato sostituito con un incompetente.>>

<<Ah... Mi di...>>

Mi bloccò prima che potessi finire dicendo

<<Non ti scusare, non è colpa tua.>>

Detto questo si girò da un lato e facendo questo movimento la coperta gli scivolò più in basso facendomi capire che lui era nudo sotto le coperte. Avvampai, non ero mai stata vicina ad un uomo nudo. Cercai di non farci caso e alleviare le sue frustrazioni. Sospirai e gli poggiai una mano sulla sua spalla. La sua pelle era liscia morbida e calda, mi piaceva avere un qualche tipo di contatto con lui. Lui guardò la mia mano e poi si girò verso di me guardandomi negli occhi. Il suo fisico era perfetto, proporzionato e bellissimo. Io dopo qualche secondo dissi

<<Vedrai che si accorgeranno di aver ingaggiato un completo idiota e ti verranno a cercare, stai tranquillo.>>

Lui mi sorrise dolcemente, lo amavo quel sorriso, gli stava così bene... Incrociai di nuovo i nostri sguardi, io però non abbassai il mio, non volevo, era troppo bello quel momento. Lui si mise seduto appoggiando la schiena nuda sulla testata del letto coprendosi lo stomaco con la coperta. Mi sorrise un po' e disse pavoneggiandosi

<<Forse hai ragione, sono molto più bravo e bello io>>

Scoppiai a ridere e lui sorrise. Passammo la serata a ridere a scherzare e a parlare del più e del meno, lui era davvero simpatico ma mi chiedevo perché non fosse sempre così.

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