Passion The Opera ( Parte 1)
We will never sleep, 'cause sleep is for the weak
And we will never rest, 'til we're all fucking dead
Bring me the horizon, Diamonds aren't forever
Qualcosa di fastidiosamente martellante continuava a confondergli le idee. Benché la musica fosse cessata ormai da qualche ora, lui poteva ancora sentirla agitarsi dentro la sua testa nonostante si trovasse a molti piani sottoterra; e se abbassava le palpebre, occhi stanchi di uno sguardo ormai assente, l'aroma del fumo della festa riprendeva a sfiorargli le narici in odori che lui aveva imparato a riconoscere all'istante.
Le scale sembravano scivolose e le gambe di Blaise traballarono nell'affossarsi in direzione della sua Casa.
Riuscire a non perdere l'equilibrio durante il tragitto, nello stato pietoso in cui si trovava, gli costò una volontà così ferrea che nemmeno Theo, se lo avesse visto, avrebbe desistito dal complimentarsi con lui; le suole delle scarpe faticavano ad aderire al pavimento e le dita lunghe e scure trovavano a stento appiglio nei solchi delle pareti murarie. Le labbra secche e semichiuse, Blaise accolse con sollievo l'arrivo dell'ultimo scalino e, nelle fattezze di uno zombie particolarmentesvogliato, si fece spazio tra l'oscurità del basso pianerottolo con la mente rivolta speranzosa in direzione del suo letto.
Ricordarsi la parola d'ordine fu un dramma che per un attimo lo portò a contemplare la possibilità di accasciarsi lì sul pavimento e lasciarsi andare finalmente al sonno; poi, gli occhi strizzati e le mani affondate nei folti ricci bruni, un vago ricordo si affacciò alla sua comprensione e belò 'Basilisco' in un tono lugubre da cui il Barone Sanguinario avrebbe avuto di che imparare.
La porta segreta si spalancò, Blaise si fece lentamente avanti con l'aria di chi si ritrova lì dentro quasi per caso e scese altre scale, confusamente consapevole di dove si trovasse esattamente il suo dormitorio. Quando, dopo aver bussato, qualcuno gli aprì la porta, ci vollero molti istanti prima che riuscisse a identificare il volto che gli stava a un palmo dal naso.
« Però. » Commentò una voce smaliziata. « Le sette del mattino, un occhio nero e Assi che ti escono dalle tasche. » Nott si sporse a prendere con due dita una carta che spuntava dai pantaloni di Blaise. « Seratona, uhm? »
Zabini emise un grugnito non compromettente.
« Non so come dirtelo, ma sai, vedrai quel letto » Theo, voltandosi, indicò il punto in cui gli occhi di Blaise si erano già diretti con desiderio, « tra non meno di cinque ore. Abbiamo il test di Incantesimi tra venti minuti ».
« Oh... oh, cazzo ».
Ghignando, Nott lasciò entrare un depresso Blaise e chiuse la porta. La stanza era densa di borbottii; Tiger e Goyle, seduti sui propri letti, confabulavano tra di loro agitando irritati le bacchette verso due piccoli vasi di fiori. Rileggevano le istruzioni, si incupivano ed esclamavano l'incantesimo, brandendo le loro armi magiche come mannaie nelle mani di due troll sottosviluppati.
Un leggero sogghigno arricciò le labbra di Blaise quando Tiger, in un eccesso di decisione, rischiò di ficcarsi la bacchetta in un occhio.
« Zabini! »
Draco, in uniforme, uscì dal bagno proprio in quel momento e si diresse esaltato in direzione dei due amici; la bocca aperta a voler annunciare evidentemente qualcosa di sensazionale, nell'avvicinarsi a Blaise la sua aria si fece via via più accigliata.
« Cos'hai fatto alla faccia? »
« Un... bè, un pugno. » Disse laconicamente Blaise, dando una scrollata di spalle. « C'è chi ancora non ha imparato a perdere ».
Lentamente, alzò il braccio a sfiorare il livido violaceo; le dita si ritrassero subito a un contatto più doloroso di quanto si fosse aspettato.
« Ah. » Fu tutto il dispiacere di Malfoy, che inaspettatamente sorrise. « Allora sto per dirti qualcosa che ti risolleverà il morale, Blaise. Lei è arrivata ».
La fronte contratta, Zabini si guardò per un attimo intorno, come se quasi si aspettasse di veder sbucare una seducente prostituta dalle ante semichiuse dell'armadio.
« Lei chi? » disse poi, temendo di aver saltato qualche pezzo.
« Ma l'illuminazione, ovviamente! » Draco spalancò le braccia al cielo. « L'idea geniale! La mia salvezza! »
« La tua... oh, già. » Blaise scambiò un ghigno divertito con Nott, che si era appoggiato al muro a braccia incrociate. « L'avevo dimenticato ».
« Questo non fa altro che dimostrare la mia genialità. » Al settimo cielo, Draco riprese elettrizzato a girare in tondo di fronte a loro. « Avevo ragione, come sempre del resto. La soluzione c'era, io dovevo soltanto avere l'abilità di trovarla. E ci sono riuscito, sì, proprio davanti a Theo. I miei problemi sono ufficialmente finiti ».
In uno slancio di beatitudine, Draco si lasciò cadere sul letto di Blaise; il suo proprietario, ancora parecchio confuso e spossato, ci mise del tempo per venire a capo dei giri mentali di Malfoy e ancora di più per formulare la sua domanda.
« Sì, ma... cos'hai deciso esattamente? » Domandò, soffocando uno sbadiglio. « Hai per caso trovato una ragazza? »
Riscuotendosi, Draco sollevò la testa per guardarlo.
« Oh, sì. Decisamente. » Sorrideva da un orecchio all'altro. « Bè, non saprei se definirla proprio ragazza, ma è comunque ciò che fa al caso mio. La parola chiave, Blaise. Quella a cui non avevo proprio pensato; neanche voi due ci sareste mai arrivati. » Esitò, creando un effetto di teatrale suspance. « Granger ».
Theodore, staccandosi dal muro, cominciò a sghignazzare. Blaise aveva l'aria di chi si è appena visto demolire la casa davanti agli occhi.
« La... » Si schiarì la voce, allucinato. « La Granger? Lei? »
« Blaise, non cogli l'ingegnosità del piano? » Con ardore, Draco si rizzò a sedere. « Pensa un po': qual è l'ultima persona al mondo che sposerei? Chi è in grado, più di lei, di far saltare i nervi ai miei genitori? La Granger è perfetta in questo ruolo. Mi basterà presentarla ai miei genitori come la mia futura sposa, essere carino con lei quanto basta per far perdere loro le staffe. Salazar, posso già immaginarmi le loro facce. »
Beandosi delle sue stesse parole, Draco chiuse gli occhi. « Non potrebbe esserci vendetta migliore. Oh, dopo tutto questo mio padre ci penserà due volte prima di presentarmi un'altra gallina. Avrà la lezione che si merita ».
Cadde il silenzio; Malfoy sorrideva ancora a occhi chiusi.
« Ma... » Sconvolto, Blaise occhieggiò il compagno come se fosse impazzito. « Ma la Granger è tutta un'altra storia, Draco. Non accetterebbe mai di reggerti il gioco ».
Malfoy, ancora disteso a pancia in su, aprì un occhio.
« Accettare? Divertente, Blaise. » Commentò aspramente. « E' ovvio che la costringerò a fare con me questo lavoro sporco. Proprio per questo, sono in attesa di un'ulteriore illuminazione che mi dica esattamente come poterla incastrare. Deve pur esserci qualcosa con cui io possa minacciarla. Dammi soltanto tempo ».
L'ultima volta in cui Draco Malfoy era apparso così sicuro di sé era stato in occasione della decapitazione dell'Ippogrifo Fierobecco, e sia Blaise che Theo ricordavano fin troppo bene com'era andata a finire per poter in qualche modo condividere appieno la sua felicità.
In verità le falle del suo piano erano grandi, e molteplici; la stessa Granger avrebbe potuto mandare tutto a monte con uno qualunque dei suoi trucchetti da secchiona. Ma Draco non sembrava badarci.
Lui continuava semplicemente a sorridere al soffitto come un perfetto ebete.
« E, ehm... » riprese Blaise, stropicciandosi gli occhi, « con esattezza, dove starebbe la parte soddisfacente di cui parlavi ieri? »
« Bè... » esitò Malfoy, improvvisamente meditabondo, « immagino di doverne fare a meno. Voglio dire, a parte che con le reazioni dei miei genitori la Granger non potrebbe appagarmi in nessun altro modo. Salazar, è una Sanguesporco. Ed è anche maledettamente antipatica. Sarebbe un suicidio anche soltanto provare a toccarla, senza contare le tremende infezioni che potrebbe contrarre la mia preziosissima pelle ».
Proprio in quel momento, la porta del dormitorio si aprì con uno scatto. La testa di Pansy sbucò dall'apertura.
« Parkinson, non si usa più bussare? » disse Draco mollemente, riprendendo a fissare il soffitto.
« Di certo non speravo di vedere te. » Fu la rapida replica di Pansy, che lasciò vagare lo sguardo per il dormitorio fino a incrociare quello di Zabini. « Blaise, Flitt ti sta cercando da un'ora ».
Senza poterselo impedire, gli occhi di lui si allargarono; Theo scorse la sua reazione e si voltò accigliato verso Pansy. « Cosa vuole da lui? »
« Nulla di buono, credo. » Lei scosse la testa. « Sembrava piuttosto minaccioso. O meglio, si è schioccato le dita mentre mi chiedeva dove fosse Blaise. Non credo di peccare di eccessiva sensibilità nel credere che non sia stato un buon presagio ».
« Cazzo » soffiò Blaise, e si alzò dalla sedia per dirigere qualche passo incerto attorno alla stanza. Le sue dita affondarono di nuovo nei capelli, gli occhi furono coperti dai gomiti stretti. Draco e Theodore sentirono affiorare la preoccupazione per lui e entrambi allungarono lo sguardo per tenerlo d'occhio, ma presto l'amico si voltò verso tutti loro e sospirò pesantemente di sconforto.
« Vuole vendicarsi di ieri sera. » Ammise, con una smorfia. « Con le carte gli ho spillato quasi duecento galeoni ».
« Non gli è bastato il pugno che ti ha già dato? » Pansy fissò il livido sull'occhio del ragazzo. « Deve dolere molto ».
« No, questo è di Urquhart. » Blaise riuscì ad imbastire un sorriso amaro. « Per cinquanta galeoni. Ma Flitt è notoriamente aggressivo, e non ci vorrà molto perché mi becchi da solo da qualche parte e... »
Lasciò cadere la frase, massaggiandosi una tempia. Dal suo letto, Draco inarcò un sopracciglio.
« Cristo Santo, Blaise, sei un fottuto mago. » Espose con ammirevole raffinatezza. « Usa la bacchetta, e Schiantalo non appena te lo vedi venire incontro ».
« Oppure aspetta il prossimo festino, non dovrebbe volerci molto. » S'inserì Theo con buonumore. « Quando sono ubriaco tiro botte niente male ».
« E in più sei praticamente una giraffa. » Considerò Draco, rimirando la sua figura. « Se
soltanto volessi, potresti schiacciare quel tappo di Flitt con il mignolo ».
« Comunque sia, » fece presente Pansy con una certa impazienza, « gli ho detto che ti trovavi ancora nella Stanza delle Necessità. Faresti meglio ad evitarlo finché non sarai sicuro che intenda lasciarti in pace ».
Nonostante l'aria scoraggiata, Blaise parve rasserenarsi un po' di quell'inaspettato sostegno.
In verità era la prima volta che si ritrovava a parlare con loro di questi argomenti; solitamente sbrigava da solo le proprie faccende, e nei casi in cui in passato era tornato in dormitorio con un graffio o un occhio nero, i suoi compagni si erano accontentati di sapere chi fosse stato a provocarglieli senza fare poi altre domande.
Non sapeva bene come reagire a tanto interesse; forse le parole di Draco e Theo lo avevano fatto sentire meglio, ma d'altra parte detestava essere compatito, e l'espressione preoccupata che segnava il volto di Pansy non gli piaceva affatto.
« Comunque sia, pensiamo ai problemi senza soluzione. » Intervenne Nott, assumendo improvvisamente un'aria molto pratica. « Il test di Incantesimi. Un tempo avevo gli allacci per tutte le risposte, dove diavolo sono finiti? »
« Gli allacci di cui parli » gli rispose Pansy perentoria, « erano alcune amiche di Daphne a cui è stato vietato di avere altri contatti con te. A quanto pare si è offesa per qualcosa e ha mostrato loro le terribili ripercussioni che le avrebbero toccate nel caso in cui ti avessero aiutato ».
A quelle parole, Draco sogghignò; Blaise sorrise e incrociò lo sguardo di un Nott dall'aria adesso molto poco civile.
« Lei è sempre arrabbiata per qualcosa. » Sbuffò. « E adesso fallirò completamente il primo compito dell'anno ».
« No, invece. » Intervenne Draco, rialzandosi a sedere. « Pansy ha già sicuramente tutte le risposte ».
Si volse istintivamente verso di lei; colta di sorpresa, la Serpeverde apparve indecisa per un momento.
« Anche se ne fossi in possesso, Draco, » disse caustica, « sai bene che non te le darei mai senza ricevere nulla in cambio ».
Pansy gli rivolgeva un sorrisetto sgradevole. La bocca di Malfoy si piegò in qualcosa di molto amaro nel voltarsi verso Blaise.
« Avanti, Zabini, fattele dare. » Draco aveva cambiato subito tono. « Altrimenti dovrò convincerla alla mia maniera ».
« Ehi, non posso aiutarti stavolta. » Si affrettò a dire Blaise, divertito. « Non ho bisogno delle risposte ».
Assunse un'aria vagamente colpevole che scatenò, prevedibilmente, il biasimo del suo deluso interlocutore. Draco scambiò subito un'occhiata cupa con Theo.
« E dire che lo stavamo anche difendendo. » Allargò le braccia con una smorfia. « Questo dimostra quanto sia inutile provare ad essere gentili ».
« Bell'amico di merda che sei, Blaise » fu il cordiale contributo di Nott, che crucciato si ficcò una sigaretta tra le labbra.
« Noi... noi ce le abbiamo ».
Piccola e tenue, una voce familiare solitamente poco attiva risuonò per il dormitorio. Draco, Theodore, Blaise e Pansy si volsero stupiti in sua direzione; gli occhi allargati e meravigliati nello scontrarsi con la vista miracolosa di Tiger e Goyle che, dai loro letti, tendevano per aria un paio di fogli fitti di risposte.
***
Chi non accetta il consiglio dei veri amici,
c
ade poi sotto la mano de' cattivi consiglieri.Giuseppe Giusti
« Harry, non dirmi che è tutta colpa tua. Non cercare sempre di difenderlo ».
« Ma Hermione, è vero! Ero un po' brillo, ecco, e senza accorgermene gli ho offerto un bicchiere di troppo. Non si è reso conto di quel che faceva ».
« Oh, questa poi! Ron era del tutto in sé, posso assicurartelo, peccato per il piccolo dettaglio di essersi completamente dimenticato della promessa che mi aveva fatto giusto due minuti prima. Mi aveva giurato di restare sobrio, e poi si è rimangiato tutto quanto ».
Con stizza, Hermione poggiò sul tavolo la caraffa di caffè in un tonfo tremendo; il tavolo vibrò minaccioso e Neville quasi si rovesciò addosso il suo latte.
Il suo imminente litigio con Ron era soltanto la ciliegina sulla torta di quella che si preannunciava essere la giornata peggiore dell'intera settimana.
Invocare calma e pazienza, l'astuta tecnica che Ginny le aveva caldamente suggerito nei casi in cui lo stress di Hermione varcava il limite consentito - il quale era notoriamente molto più suscettibile rispetto a quello del resto delle persone -, si era rivelato così tristemente inutile che la Grifondoro non era riuscita, per la seconda volta in due giorni, a dormire un sonno decente.
Ribolliva di risentimento e indignazione; Ron insisteva ad affollarle la mente in ricordi che le permettevano a malapena di concentrarsi su altro, e i particolari sulla precedente serata che, da una persona all'altra, continuavano a saltare fuori come grilli fastidiosi, di certo non potevano contribuire a placarla.
A poco era servito andarsene dalla festa soltanto mezz'ora più tardi. Hermione non aveva fatto altro che rigirarsi nel letto fino all'alba, le orecchie ben tese a cercare, suo malgrado, di cogliere l'arrivo di Ron e gli altri ragazzi. Ma non era riuscita a udire alcunché, e la curiosità si era protratta in modo così maniacale che non aveva esitato, appena scesa in sala comune, a raggiungere Harry per chiedergli cosa diavolo fosse successo esattamente alla festa.
Al solo sentirsi raccontare per filo e per segno tutti i fatti, Hermione desiderò ardentemente di non averglielo mai chiesto.
A quanto pare Ron aveva appena vissuto la sbronza più grossa della sua vita e, sebbene Harry continuasse ad assumersi la colpa di tutto, Hermione era sicura di non poterci credere. In base alla versione del Ragazzo Sopravvissuto, dopo aver alzato il gomito il suo ragazzo aveva cominciato a perdere coscienza ed equilibrio, e il passo era stato sorprendentemente breve per mandare totalmente il controllo di sé a farsi benedire.
Harry aveva speso un'ora buona a cercare di farlo vomitare, ma Ron si era sentito così male che non aveva potuto fare a meno di portarlo da Madama Chips. In quel momento Ronald si trovava in infermeria e, in base a ciò che le aveva appena detto Harry, stava troppo poco bene per partecipare alle lezioni quel giorno.
Oh, l'avrebbe pagata cara, rimuginò Hermione nel portarsi la tazza alle labbra. Subito dopo il compito di Incantesimi non avrebbe esitato a raggiungerlo per una sfuriata.
Era incredibile che si fosse sul serio comportato in quel modo; dopo tutto quel che le aveva detto, e i continui ammonimenti di Hermione!
Anziché migliorare la sua visione dei festini, Ron non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. Se prima la Grifondoro poteva a malapena sentirne parlare, adesso il solo pensiero era in grado di innervosirla per tutto il resto della giornata.
« Lui è pentito. » Intervenne Harry cautamente, osservando l'altero profilo di Hermione. « Davvero ».
« Quanto pentito? » frecciò lei nel bere un altro sorso.
« Bè... abbastanza da continuare a parlare di te tra un conato e l'altro. » Harry si strinse nelle spalle. « Non faceva, ehm, che ripetere che quella di ieri è stata la serata peggiore della sua vita ».
« Come fa a dirlo? » Sbottò aspramente Hermione. « Non ricorda niente, o sbaglio? »
Disarmato, Harry rimase totalmente a corto di parole.
La sua migliore amica era così ostinata che niente l'avrebbe dissuasa dallo scagliarsi contro Ron alla prima occasione in cui avrebbe avuto un po' di tempo libero per farlo.
Harry pensò per un attimo al suo compagno e allo stato disastroso in cui versava al momento; vigilato da Madama Chips, con lo stomaco che si contorceva e i pensieri annodati in intrecci sempre più confusi ad ogni minuto che passava, lo sguardo terrorizzato che volava frequentemente in direzione di una soglia che da un momento all'altro sarebbe stata varcata da una fidanzata tutt'altro che amorevole e civile.
Harry si chiese se non dovesse, effettivamente, correre su da Ron e portarlo al sicuro da qualche altra parte.
« Comunque sia, » riprese Hermione inaspettatamente, facendolo trasalire, « visto che io, a differenza di Ron, possiedo ancora un futuro e una dignità, impiegherò questi cinque minuti prima del suono della campanella per ripassare Incantesimi. Dovresti farlo anche tu, sai » aggiunse in tono pratico, afferrando la borsa con i libri, « anziché stare a logorarti per qualcuno che senza ombra di dubbio è sulla soglia della rovina più completa ».
E lasciandolo nuovamente senza parole, tanto da fargli traboccare il bicchiere di succo d'arancia che Harry stava tranquillamente sorseggiando, Hermione mise il naso all'aria e si diresse determinata fuori dalla Sala Grande.
Note:
Scusate il ritardo ❤
Ecco a voi il capitolo. Spero che vi piace :)
Al prossimo capitolo
Noemi 😊
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