Forced In (Parte 1)
Is our secret safe tonight
and are we out of sight
Or will our world come tumbling down?
Muse, The Resistance
Qualcuno mormorava parole sconnesse.
Cercare di coglierne il senso appariva inutile e difficoltoso; quella voce, seppur remotamente familiare, era talmente bassa e sfuggente da confondersi con il teso silenzio che le premeva attorno. Il suo era un dormiveglia caotico che la costringeva a palpebre serrate nonostante il notevole mal di testa che infuriava nella sua mente.
Hermione non sapeva quanto tempo fosse passato da quando aveva, anche se in modo lieve, cominciato a riacquistare coscienza; il tono che udiva, però, aveva ben presto smesso di bisbigliare ed era aumentato nel vigore imperioso di chi si sente arrivato al limite della pazienza. Al di là degli occhi chiusi, Hermione riuscì a cogliere vari chiarori e flash di luce ad investirla.
Proprio quando l'ennesimo baluginio cominciò, molto lentamente, a suscitare in lei un certo rimando a qualcosa di simile che doveva esserle accaduto in quello stesso arco di tempo, un suono deciso interruppe inaspettatamente il suo ammasso di pensieri disordinati.
« Innerva! »
Fu come se qualcuno l'avesse schiaffeggiata. In un balzo, Hermione si rizzò a sedere con l'aria disorientata di chi è a malapena cosciente della propria identità. Molte cose si affacciarono alla sua vista nel preciso istante in cui i suoi occhi poterono finalmente spalancarsi: banchi ordinati, sedie lucide e lavagne immacolate erano raccolte in una pozza d'ombra così scura da risaltarne a malapena i sottili contorni.
Ma, cosa ancora più insolita, Draco Malfoy stava proprio a pochi passi da lei giocherellando beatamente con la propria bacchetta.
« Alla buon'ora, Granger. » Commentò piattamente. « Non ricordavo con esattezza quale fosse l'incantesimo giusto... così prima ne ho provati un po' ».Represse un ghigno nell'abbassare gli occhi pallidi sulle proprie dita.
Hermione, sconcertata, aveva ancora le labbra socchiuse in una sorpresa che ben presto collimò con lo sdegno più totale. Pian piano, la confusione che aveva in testa unì i suoi tasselli sparpagliati in qualcosa di accettabilmente sensato; l'odiosa faccia di Malfoy, quel ghigno strafottente e la sua voce urtante, contribuirono alla grande a ricostruire in un batter d'occhio gli avvenimenti di cui Hermione poco prima non conservava alcun ricordo.
Fu con decisione che scivolò dal banco e si rimise in piedi, ma nel compiere il movimento si accorse di due cose terribilmente sconcertanti. La tasca in cui era solita tenere la bacchetta era vuota, e i suoi capelli...Trattenendo rumorosamente il fiato, Hermione si afferrò le ciocche cespugliose portandosele alla vista in un gesto frenetico.
Il suo cuore sprofondò. Erano blu elettrico.
« Tu! » Lo aggredì, infervorata. « Cosa diavolo... »
« Si è trattato di un comune sbaglio. » Fintamente ingenuo, Draco stava evidentemente trattenendo una risata. « Dovresti ringraziarmi, Mezzosangue; poco fa avevi il becco di una papera. Ti donava molto, sai, ma ho deciso di risparmiartela in quanto avrebbe reso la tua voce ancora più insopportabile ».
Gli occhi sgranati, Hermione si sentiva formicolare di una rabbia che non aveva quasi niente a che vedere con quello stupido colore di capelli.
Perché diavolo Malfoy l'aveva portata in quell'aula vuota? Cosa poteva volere da lei?E soprattutto, si rese conto in un attimo di sgomento, dov'era finito Ron?
In quel momento, dalla parete laterale sbucò un bagliore perlaceo che li fece sussultare entrambi. Soltanto con un'occhiata più accorta capirono che si trattava di Sir Nicholas e una dama piuttosto vivace; lei rideva con voce acuta e, non appena notò Hermione e Draco, li salutò con la mano. Sir Nicholas chinò appena la testa in un gesto rispettoso, col risultato che questa, urtata dalla dama, oscillasse forte sopra la gorgiera.
« Insomma, insomma! » La rimproverò lui irritato, cercando di tenerla ferma.
Era palese che la dama fosse ubriaca. Sir Nicholas la guardò sfrecciare oltre la stanza e sparire nella parete; inseguendola, rivolse un altro cenno ai due studenti.
« Serata incantevole, non è vero? » Poi si precipitò dietro la dama, facendosi inghiottire a sua volta dalle pietre murarie.
Hermione distolse lo sguardo dalla scena, tornando presente a sé stessa: avrebbe quasi voluto chiedere aiuto a Sir Nicholas.Tentando, con scarso successo, di non lasciarsi andare alla collera, fissò Malfoy con l'aria di chi valuta attentamente le gigantesche proporzioni di un rivoltante scarafaggio.
« Ti do esattamente un paio di secondi per restituirmi la bacchetta e farmi uscire di qui. » Ordinò, altezzosa e implacabile. « Dopodiché andremo dalla McGranitt per metterla al corrente dell'aggressione che si è appena verificata ».
Quella sembrò la battuta migliore che Malfoy avesse avuto occasione di sentire da almeno un paio d'anni; stavolta non poté fare a meno di ridere, e si appoggiò contro un banco mentre Hermione, scandalizzata, lo guardava senza poter credere ai propri occhi.Una iena sghignazzante, ecco cos'era.
« Si può sapere cosa trovi di così divertente? » Sbottò acidamente. « Cos'è, sei ubriaco per caso? »
« Non ancora, Granger. » Continuando a sogghignare, Malfoy tornò a dedicarle attenzione.
« Volevo essere ben sveglio per un momento tanto importante ».Hermione si accigliò. Cosa diavolo stava dicendo?
« Vedi, io ho un problema » aggiunse lui in tono sicuro.
Hermione fece una smorfia insolente. « Oltre a quello mentale, intendi? »
« Ti consiglio di tenere a freno la lingua. » Malfoy, per quanto offeso, parve sforzarsi di imbastire un'espressione del tutto serafica. « Sicuramente non penserai che io possa permettere a una sporca Mezzosangue di insultarmi ».
« Oh, insultarti non è poi così difficile. » Considerò Hermione con una certa freddezza. « E' sufficiente il tuo stesso comportamento a ridicolizzarti ».
Stavolta Malfoy serrò la mascella. Lei di rimando si scoprì un po' inquieta di fronte a quella, seppur vaga, manifestazione di collera; forse non lo aveva mai visto così oltraggiato dall'occasione in cui suo padre aveva perso la causa di Fierobecco, o dal momento in cui lei stessa, molti anni prima, gli aveva tirato quel pugno.
Era certa che il ricordo bruciasse ancora sull'orgoglio ferito di Malfoy, e in tutta onestà, non ci teneva granché a constatare quanto ancora quelle circostanze gli dolessero.Ma in quel momento non erano assolutamente ad armi pari; non c'erano Harry e Ron a difenderla, proprio come lui era privo di Tiger e Goyle a parargli le spalle.
Erano soltanto... loro. Malfoy, un ragazzo molto più alto e forte di Hermione, così bassa e fragile in confronto, che in più era stata privata della bacchetta. Lei era totalmente disarmata. In qualsiasi scontro, Hermione avrebbe perso.Quella consapevolezza le fece tanto male da pentirsi di averlo provocato.
Il dispiacere per lui era del tutto inesistente; semplicemente non si sentiva tranquilla in compagnia del nemico, e la coscienza cominciò a suggerirle di andarci piano con le parole almeno fin quando non fosse rientrata in possesso della propria bacchetta.
« Avanti. » Hermione tentò di mostrarsi accomodante. « Dimmi perché mi hai portata qui ».
Cadde un silenzio ancora più rigido.
Draco, appoggiato alla cattedra, rimandava con ogni probabilità alla rabbia verso di lei, ma parve mordersi la lingua in vista del tempo prezioso che stava senza ombra di dubbio sprecando in una compagnia del genere. Contorse le labbra sottili in qualcosa di arrendevole, e l'istante dopo, pervaso da una rinnovata sopportazione, apparve un po' meno ostile.
« Ti ho portata qui per un patto. » Rispose. « Ho un problema, Granger, e stranamente tu sembri la soluzione che fa al caso mio ».
Se Hermione non lo avesse sentito con le proprie orecchie, non avrebbe mai potuto crederci. Le occorsero vari istanti per riprendersi.
« Prego? » Il suo tono era sconcertato. « Stai dicendo... che io dovrei aiutarti? Ti ha dato forse di volta il cervello, Malfoy? »
« Può darsi. » La sua espressione si stirò in un ghigno astuto. « Ma nella mia infinita magnanimità, Granger... »
Come no, pensò Hermione scetticamente.
« ... ti offro la possibilità di valutare la proposta in assoluta libertà ».
Disorientata, lei corrugò la fronte. « Libertà da cosa, con esattezza? »
Malfoy sbatté incredulo le palpebre. « Ma dai ricatti, ovviamente ». Inclinò appena la testa a osservarla. Hermione era praticamente scioccata.
« Che gentile » commentò di malumore.
« Vero? » Draco riprese a dedicarsi alla bacchetta che frullava tra le dita. « Perciò, Granger, apri bene le orecchie e presta attenzione. Quello che vedi di fronte a te è un uomo disperato ».
Hermione assottigliò gli occhi, ma per la propria incolumità si astenne con grande sforzo dal commentare.
« I miei genitori mi costringono, da secoli, a prendere una fidanzata. » Continuò in tono svagato. « Io però sono giovane, è l'ultimo anno di scuola, e voglio divertirmi ».
« Non l'avrei mai detto » considerò Hermione tra i denti.
« Quindi il mio obiettivo primario, da qualche giorno, è trovare qualcuno che mi possa togliere da questa situazione. Una fidanzata che dia la giusta lezione ai miei genitori. » Malfoy alzò nuovamente gli occhi su di lei. « E si dà il caso che la mia scelta, Granger, sia ricaduta esattamente su di te ».
Hermione si irrigidì; la bocca spalancata e le mani a stringere convulsamente il bordo del tavolo, sentiva di essere finita in un assurdo mondo parallelo.
« Vorresti, Mezzosangue, essere la mia... »Era avvampata così vistosamente da risaltare nel buio come un semaforo babbano.« ... finta fidanzata? »
L'aria divenne leggera come morbida ovatta. Sentendo qualcosa di molto pesante dissolversi nel petto, Hermione emanò un forte sospiro di sollievo e si lasciò andare a un debole sorriso.
« Finta... Oh, sì, finta. Certo. Naturale. » Continuò a sorridere, ma poi, assorbendo anche il resto delle parole, si fece nuovamente scandalizzata. « Ma... aspetta, finta fidanzata?»
Malfoy la fissava come se fosse pazza. « E' ciò che ho appena detto ».
« Bè, puoi scordartelo. » Reagì imperiosa Hermione, ribellandosi. « E' assolutamente fuori discussione. Hai soltanto perso il tuo tempo ».
Chiederle una cosa del genere! Ma davvero Malfoy credeva che stessero tutti quanti a sua disposizione? Hermione era così arrabbiata che la voce le aveva tremato; eppure Malfoy, anziché apparire in qualche modo infastidito dal suo rifiuto, si mostrò ancora più tranquillo del previsto.
Il suo sorriso si acuì ulteriormente.
« Immaginavo che avresti risposto così. » Commentò serafico. « Ed ecco che puoi dire addio, Mezzosangue, alla mia parte civilizzata ».Hermione si sforzò di mantenere la calma.
« Non mi spaventi affatto ».
« Oh, non ancora. » Divertito, Malfoy prese a rovistare nelle tasche dell'uniforme. « Dimmi, Granger... per caso queste ti sono familiari? »
Le braccia già incrociate in un ennesimo rifiuto che non sarebbe tardato ad arrivare, Hermione rimase a dir poco basita nel vedersi tendere qualcosa che non indugiò a riconoscere. Sentimenti contrastanti la scossero tanto da toglierle il fiato; lo sdegno, il dispetto e la collera si presero gioco di lei impedendole di formare pensieri o parole coerenti. Nell'assistere al suo plateale disorientamento, Draco si fece ancora più soddisfatto.
« Sì, penso che tu sappia di cosa si tratti. » In gesti rapidi, il Serpeverde lasciò scivolare le pergamene tra un dito e l'altro godendo del fastidio che il gesto provocava alla ragazza. « Devo dire che per una volta mi hai sorpreso, Granger. Tra tutto ciò che avrei potuto pescare su di te, mai e poi mai mi sarei aspettato le prove di un tradimento... »
« Non ho tradito Ron » la voce di Hermione uscì a fiotti.
Gli occhi divertiti di Draco percorsero il suo volto con attenzione.
« No, certo che no ».
« E' la verità. » Insistette lei con urgenza. « Nonostante quel che potrebbe sembrare... »
« Appunto, Mezzosangue. » La interruppe Draco. « Non è forse l'apparenza, il principio di ogni inganno? Non sono qui per indagare sulle tue storielle, per quanto interessanti possano essere. Sinceramente, non potrebbe importarmene di meno. Quel che conta è proprio ciò che sembra, Granger, » proseguì lui con malizia, « ed è questo che io potrei essere costretto ad utilizzare nel caso in cui, ecco... io mi trovassi, per un motivo o per un altro, in disappunto ».
Fregata.
Quella parola terribile rimbombò nella mente di Hermione con l'insistenza dell'uragano più feroce.
Si era preso gioco di lei.
Sentendosi mancare il respiro, la Grifondoro tornò ad appoggiarsi al banco dietro di sé. Non poteva semplicemente crederci. Tutto era divenuto in incubo, un folle incubo dal quale avrebbe voluto soltanto potersi risvegliare.
Tornò per un attimo a guardare con nostalgia la vita che aveva vissuto così ingenuamente fino a un'ora prima.Come le sembravano stupidi, adesso, i problemi che l'avevano afflitta mentre camminava con Ron!
Cosa potevano essere, questi ultimi, a confronto con ciò a cui Malfoy la stava costringendo? Si sentiva scivolare in un baratro senza fine; ritrovarsi a recitare la parte della finta fidanzata di Malfoy?
Piuttosto avrebbe preferito divulgare quelle lettere a tutta la scuola, pensò Hermione in un'ancora di salvataggio, per poi contraddirsi subito dopo. Non poteva farlo, ne andava del suo rapporto con Ron. Lui che era sempre stato così geloso, avendo guardato con sospetto la sua amicizia con Viktor, come avrebbe reagito alla vista di quelle lettere? Spropositatamente, com'era tipico di lui; l'avrebbe accusata di essere una traditrice e le avrebbe rinfacciato tutti i discorsi sull'onestà e la fedeltà che Hermione non aveva mancato di ripetergli ogni singolo giorno estivo.
Eppure lei sapeva troppo bene come stavano le cose per poter in qualche modo sentirsi in colpa.E la verità era una, e una soltanto: lei non era mai stata infedele a Ron, qualunque cosa potessero far sembrare quelle lettere.Persa com'era nella contemplazione della propria imminente rovina, Hermione a malapena si accorse di Malfoy che, con aria appagata, avanzava lentamente verso di lei. Quando sollevò gli occhi collerici su di lui, se lo ritrovò a soltanto pochi passi di distanza.
« Abbiamo quindi un accordo, Granger? » sibilò sfacciato.
L'espressione torva e le labbra serrate, Hermione ricambiò il suo sguardo augurandogli palesemente, con la sola forza del pensiero, il trapasso più lento e doloroso che fosse mai esistito, a cui lei avrebbe in verità desiderato contribuire più che volentieri. Era così arrabbiata che si scoprì riluttante perfino ad annuire, certa che anche quel piccolo movimento gli avrebbe causato un motivo in più per affermare la propria supremazia su di lei.
Malfoy, che non l'aveva persa di vista un momento, continuava a sogghignare; poi, nel sentirsi così osservato a sua volta, mutò la sua espressione in turbamento fino ad apparire del tutto scandalizzato.
« Che c'è? » Sbottò, stizzito. « Non ti aspetterai che ti stringa la mano! »
I capelli crespi elettrizzati come lampi, Hermione si allontanò di lì in un movimento così rapido da sorprenderlo. Nell'udire sbattere la porta alle sue spalle, Draco, infilandosi di nuovo le lettere al sicuro nella tasca, sorrise un'ultima volta.
Note:
ecco il capitolo :)
spero che vi stia piacendo la storia
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