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Apocalypse Please ( Parte 1 )

Love don't really mean a thing around here
the fake scenes, the plastic-made dreams
Say you don't want it, say you don't want it

One Night Only, Say you don't want it

« Secondo te mi fa i fianchi larghi? »

In effetti, essendo il tuo cranio molto ridotto rispetto al normale, si potrebbe notare un certo difetto di simmetria.

« No, affatto ».

« E queste scarpe? »

Terribili.

« Ehm... »

« Pensavo di abbinarci questo cerchietto, come lo trovi? »

« Non ne so niente di questa roba. » Si arrese Hermione con rabbia. « Niente. E in più devo studiare ».

Se c'era qualcosa di peggio di dover sopportare Calì e Lavanda a lezione, nel dormitorio e per tutto il resto della giornata, era doverlo fare senza che Ginny fosse presente. Quando c'era lei, Hermione per loro diventava praticamente invisibile; il che era un vantaggio assolutamente da non sottovalutare.

« Certo. Scusa tanto ».

Calì si volse con ostentato contegno e riprese a fissarsi allo specchio. In breve tempo, arrivò di nuovo Lavanda e la spinse via con una spallata.

La festa clandestina, come la chiamava con disapprovazione Hermione dentro di sé, era alle porte e bastava guardarsi intorno per coglierne la fastidiosa presenza. Il dormitorio brulicava di vestiti sparsi proprio come il giorno prima, le scarpe affollavano il pavimento e lo sguardo di Hermione non poteva muoversi da nessuna parte lungo la stanza senza finire accecato alla vista di qualche gioiello sfavillante.
Grattastinchi, decisamente provato da tutto quel trambusto, pochi minuti prima era furtivamente riuscito a portare sotto al letto una scarpa griffata di Lavanda; ma Hermione, dopo essersi appena sporta dalla sponda nel tentativo di riprenderla, si era bloccata con un sorriso al raschiare incessante che aveva cominciato a levarsi lieve dal basso.

Quel piccolo barlume di vendetta, però, seppur a suo modo appagante, non era neanche lontanamente valido a saldare le pene infernali che Hermione stava subendo con l'avvicinarsi della loro festa; si trovava su quel letto già da un'ora e mezza, e con la confusione che le civette avevano messo in atto non aveva ancora trovato modo di poter studiare.Calì e Lavanda si erano cambiate d'abito almeno sei volte ciascuna e continuavano, disperate, a fare su e giù per il dormitorio senza essere sicure di cosa fosse appropriato indossare.

Mancavano soltanto dieci minuti all'inizio della festa ed erano così turbate di indecisione da sfiorare l'orlo delle lacrime. Era in quei momenti che la presenza di Ginny si rivelava per loro fondamentale; lei poteva comandarle a bacchetta e le civette, sentendosi impartire ordini sicuri e incontestabili, si sarebbero improvvisamente sentite perfette.
Hermione aveva troppa poca esperienza in merito per elargire consigli validi, ma nel sollevare lo sguardo sulla minigonna inguinale di Lavanda e i tacchi esageratamente alti di Calì, dubitava che Ginny avrebbe mai approvato.

« Lavanda, credi che Zabini mi noterà così alta? » Per non perdere l'equilibrio, Calì si appoggiò alla spalla della compagna.

« Così lui mi supererà di soltanto dieci centimetri ».

« Se vuoi farti notare, devi vestirti di bianco. » Affermò Lavanda con sicurezza, sistemandosi i capelli. «Sarai più appariscente ».

« Sì, ma il bianco ingrassa, lo sanno tutti ».

« Ma questo blu elettrico ti incupisce, tesoro. La tua carnagione è già abbastanza scura ».

Voglio morire, si disse Hermione dalla lontananza del suo letto.
Poi, nelle sembianze di un vero e proprio miracolo, Ginny entrò nel dormitorio. Hermione ebbe soltanto il tempo di sospirare di sollievo, prima che le civette si scagliassero da lei e Calì quasi rischiasse la vita inciampando su quei trampoli.

« Cosa...? »

« Ginny, devi assolutamente aiutarci. » Lavanda era a dir poco disperata. « Non sono affatto sicura dell'adeguatezza di questo vestito ».

« E io dei miei tacchi. » Aggiunse Calì, rimettendosi faticosamente in piedi. « Penso che potrebbero esserci problemi nel caso in cui, sai, io scendessi in pista ».

Fortunatamente a Ginny bastò un'occhiata per inquadrarle, e un'altra all'armadio spalancato per scegliere cosa indossare. In breve tempo fu in grado di tranquillizzarle e riparare ai loro accostamenti sbagliati in una praticità dalla quale non si poteva non trovare conforto, e nello stesso tempo riuscì addirittura a vestirsi per conto proprio.

Hermione, rinunciando definitivamente a studiare Erbologia, lasciò vagare l'attenzione su di loro e si perse nell'osservare la giovane Weasley.

Pensò che la passione per la moda non fosse poi così malvagia, se questa non sfociava nel fanatismo più incontrollato; Ginny infatti aveva altre svaghi oltre ad essa, come il Quidditch. Certo, quando tentava di convincerla a sistemarsi i capelli era a dir poco fastidiosa, e la volta in cui l'aveva truccata mentre dormiva era stata ancora peggiore, ma l'apprezzava così com'era, era l'amica di cui aveva bisogno.

Hermione sorrise nel vedere quanto quel vestito nero stesse bene su di lei, ma nell'avvistare con la coda dell'occhio la scarpa di Lavanda, appena schizzata sul pavimento visibile, irrimediabilmente mutilata, si affrettò ad allungare la gamba e a ricacciarla sotto al letto.

« Giusto in tempo. » Disse Ginny, lanciando un'occhiata all'orologio da muro. « Abbiamo cinque minuti per arrivare. Hermione, nel caso in cui tu cambiassi idea... »

« Cosa che non accadrà mai ».

« ... noi siamo nella Stanza delle Necessità. Alla fine non trovavamo altri posti, e per questa volta abbiamo deciso di arrangiarci. L'interno sarà comunque meraviglioso ».

« Ginny, io non eviterò il settimo piano. » Mise in chiaro Hermione. « Controllerò anche quel punto, e sai cosa accadrà nel caso in cui dovessi incrociare uno di voi ».

Calì e Lavanda la osservarono in cipigli truci; Ginny, tuttavia, non batté ciglio.

« D'accordo, dirò di fare attenzione. Divertiti con le tue perlustrazioni Le dedicò un sorriso leggero e, in compagnia delle civette, uscì dal dormitorio. Hermione rimase a fissare il punto in cui le ragazze erano sparite sentendosi ammantare da una strana sensazione; senza sapere esattamente, per la prima volta, quanto fosse giusto per lei sentirsi in colpa.

***

It's time we saw a miracle
Come on it's time for something biblical
to pull us through

Muse, Apocalypse Please

«

Theo, ti ho visto. Mi hai rubato le sigarette ».


« Non potresti fingere di non aver notato niente? » domandò Theodore, lasciandosi distendere sul letto di Draco.

Blaise inarcò un sopracciglio. « E perché mai? »

« Per recuperare il buonumore. » Nott si infilò una sigaretta tra le labbra, lanciando il pacchetto poco più in là. « Avanti, chiudi gli occhi e azzera il cervello; tu stai continuando ad abbottonarti la camicia, io sono qui disteso, questa sigaretta è mia. Conclusione: io non sono un ladro e un amico approfittatore, tu sei felice e contento ».

« Confortante. » Ghignò Blaise lisciandosi la camicia. « Dovresti dirlo a Daphne ».
Blaise oltrepassò la stanza per raggiungere il baule. Theodore, aspirando il fumo della sigaretta alla menta, si fece curioso.

« In che senso? »

« Proprio come hai appena fatto con me. » Blaise si volse verso di lui. « Chiudi gli occhi e azzera il cervello. Fai finta di non avermi visto con una ragazza nuova ogni sera ».

Il fumo di Theo fu assorbito dal soffitto di pietra muraria.
« Nah. » Rispose con uno sbuffo. « Non mi odia di certo per questo ».

« Non so, sinceramente. » Blaise si fece un po' incerto. « Credo che a una ragazza dia fastidio, no? Soprattutto se, bè, dovrà sposarti ».

« Come sei romantico. » Lo prese in giro Nott, la sigaretta portata al di là della testa. « Mi chiedo come mai tu sia sempre single ».

Ridendo a sua volta, Blaise si lasciò cadere su un letto qualsiasi e per un momento si perse ad osservare Tiger e Goyle intenti a mettersi a vicenda il gel nei capelli.

Cadde un silenzio denso di pensieri e riflessioni stroncato, in un boato che fece sussultare tutti i presenti, da Draco Malfoy che usciva selvaggiamente dal bagno del dormitorio. Indossava una semplice camicia bianca e i pantaloni neri si presentavano fin troppo stretti in alcuni punti, ma ciò sarebbe stato sufficiente ad ammaliare ragionevolmente qualsiasi ragazza che lo avesse incrociato nel corso della serata. La sua espressione, però, era più arcigna e scontrosa che mai e fu quella, in particolare, ad attirare l'attenzione dei due compagni.

« Uhm. » Commentò Blaise. « Guai in vista ».

« Sei stato in bagno per un'infinità di tempo. « Disse Theodore, dando un tiro svogliato. « Chi è la fortunata, stavolta? »

« Niente seghe, Nott. » Annunciò atrocemente il giovane Malfoy.

« Penso solo che la mia vita sia uno schifo totale ».

« Ecco, sì. Proprio questo. » Theo si fece forzatamente serio. « Per favore, dimmi che era una frase in codice. Ho bisogno di sentirmi dire che stasera hai soltanto voglia di sballarti».

Blaise ridacchiò; Draco, tuttavia, non fece nemmeno l'ombra di un sorriso.

« Sì. » Disse poi, come ripensandoci. « Certo che voglio. Ma soltanto dopo aver concepito la mia idea geniale ».

« E, ehm, quanto potrebbe volerci con esattezza? »

« Dipende dall'ispirazione, Nott. » Sbottò Draco, come se fosse una cosa ovvia. « Non so quando arriverà né se arriverà, ma il bagno mi ha dato buoni spunti ».

« Oh, bene. » Approvò Blaise. « E cosa avresti concluso? »

Draco sospirò, allontanando lo sguardo oltre la finestra.

« Ho concluso che svegliarsi domani mattina in seguito ad una sbronza, fiacco, coi neuroni tramortiti e con la consapevolezza di essere di nuovo a punto e a capo, sarebbe quanto di più demoralizzante io potrei mai vivere. Sarebbe troppo per me. Ragion per cui io, nella mia immensa furbizia, ho deciso di non prendermi nemmeno un bicchierino finché non avrò avuto l'illuminazione decisiva. Dopodiché stai tranquillo, Nott, che sarà uno sballo totale ».

Se Draco nel tornare a guardare Theodore si era aspettato di vederlo balzare giù dal letto dalla felicità, rimase certamente deluso; questo, infatti, era rimasto con la testa alzata con la faccia di chi non ha idea di ciò che ha appena sentito.

Rassegnato alla perenne incomprensione, Draco puntò lo sguardo su uno specchio in fondo alla stanza. Non avrebbe potuto esprimere come si sentiva; stanco come se avesse corso per settimane, con quei terribili cinque giorni rimanenti, quasi quattro, a scandire la fine della sua unica settimana priva di qualsivoglia fastidio.

« Non è giusto. » Disse Draco all'improvviso. « E devo trovare subito un'idea. Qualcosa che faccia zittire i miei genitori una volta per tutte ».

« Cosa ne dici di cercare sul serio una fidanzata? » propose Blaise, anche lui osservando Tiger e Goyle.

Draco scosse lentamente la testa. « Non esiste una ragazza adatta a me ».

« Andiamo, non può essere. » Insistette Zabini, guardando Theo in cerca di sostegno. « Va bene che non è facile sopportarti, ma una in tutto l'Universo... »

« Non si tratta di sopportare me, ma di sopportare lei. » Rimarcò Draco convinto. « E' ovvio che nessuna ragazza al mondo potrebbe mai contestarmi, io sono la creatura perfetta. Tutte quante darebbero volentieri un braccio per stare con me. Si tratta di loro. » Draco cominciò a camminare su e giù per il dormitorio.

« Non ne ho mai trovata nessuna con cui io sia stato bene, che sia durata con me per più di qualche giorno. Ho pensato che fosse una questione di età, che magari l'avrei incontrata più avanti. Quindi l'opzione di cercare seriamente la ragazza perfetta è da scartare ».

Questo bastò a zittire Blaise, che allargò gli occhi come a non sapere più che pesci prendere. Theo, la sigaretta ormai consumata tra due dita assorte, continuava a fissare Draco.

« Uhm... per curiosità, nel caso in cui la trovassi davvero e poi, per qualche motivo, doveste lasciarvi in punto di matrimonio... »

« Mio padre si incazzerebbe da morire. » Proruppe seccamente Draco. « Ma immagino di poterlo fare, sì ».

« Allora che problema c'è? » Riprese Nott con un ghigno. « E' sufficiente che qualcuna finga di essere la tua fidanzata, pagala, ricattala, fai quello che vuoi. Tuo padre ti lascerà in pace, tu continuerai a essere libero e fine della storia ».

Theodore gettò il mozzicone al di là del letto. « Goyle, raccattala ».
In risposta, il compagno avanzò torvamente verso di loro. La camicia gli premeva da tutte le parti e i bottoni sembravano sottoposti a una certa pressione. Quando Goyle si chinò questi minacciarono di saltare.

« Sì... » Draco si passò velocemente una mano sugli occhi.

« Sarebbe l'unica alternativa, ma non mi soddisferebbe ugualmente. In questo modo accontenterei comunque i miei genitori, e loro non si renderebbero conto dell'enormità di tutto quello che mi hanno fatto passare con questi stupidi incontri ».

« Direi che scoprire dopo anni che in realtà il proprio figlio non è davvero fidanzato sia abbastanza scioccante, no? » intervenne Blaise osservandosi un'unghia.
Draco ci pensò su per un attimo, le mani sui fianchi a cogliere un'illuminazione che non voleva saperne di arrivare.

« Sì, ma non è abbastanza. Blaise, non vedi come sono stressato? » Draco si indicò in un gesto plateale. «Credi che dire semplicemente 'Madre, padre, lei non è la mia vera fidanzata' sia sufficiente? Voglio fargliela pagare, dannazione. Ci vorrebbe... sì, ecco, qualcosa di apocalittico. Qualcosa che snervi mia madre e mandi in esaurimento mio padre. E soprattutto, qualcosa che soddisfi me ».

« La vedo abbastanza dura, Malfoy. » Sbadigliò Theo, poco convinto. « Vuoi troppe cose tutte insieme ».

« Sì, a meno che tu non vada a presentare loro Madame Maxime... » Propose Blaise divertito. « Ma dubito che la cosa ti soddisferebbe ».

« No! » Esclamò Malfoy, improvvisamente esaltato. « No, ma è un buon punto di partenza! Intanto lei ha già due qualità che mi servono: snerverebbe mia madre e manderebbe in esaurimento mio padre. Mi basta trovarne un'altra che, oltre a queste due, mi darebbe anche soddisfazione, e allora sarò il finto fidanzato più fortunato del mondo ».

In mezzo alla stanza, Draco aveva le braccia spalancate come se avesse appena proclamato la Verità Universale e fissava tutti quanti con un sorriso sicuramente non da lui. Blaise e Theodore riuscirono a sostenere il suo sguardo soltanto per brevi istanti prima di scoppiare a ridere, ma il giovane Malfoy non se ne dolse assolutamente.

Finalmente sentiva di aver colto la chiave della soluzione di tutti i suoi problemi, e l'unica cosa che rimaneva da fare era trovare la giusta serratura in cui infilarla.

« Benissimo. » Soddisfatto, abbassò le braccia. « Dopo questo lungo ragionamento, ho bisogno di un attimo di pausa per riprendermi. Possiamo andare alla festa, e una volta lì, vedrò di trovare altra ispirazione per decidere quale ragazza sia più opportuno ricattare ».

Con un sogghigno vittorioso, Draco si diresse verso l'uscita e Blaise e Theodore, ancora ridacchianti, lo imitarono; nell'udire sbattere la porta, Tiger e Goyle capirono di essere stati dimenticati e si affrettarono a rincorrerli.

Note: finalmente ho aggiornato :)
scusate il ritardo :P 

Cosa ne pensate? 

un megabacione al prossimo capitolo :)

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