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15.06.2017- giovedì

L'umidità impregnava le membra appiccicando i vestiti alla pelle e l'odore della pioggia stanziava calda dopo il primo nubifragio di stagione. Il tempo sembrava indeciso tra un fresco venticello primaverile e la calura tipica dello scirocco del solleone portando il cielo ad un grigio che quasi sembrava scemare.

Le strade bagnate facevano slittare la moto che sprizzava veloce tra le strade deserte di Lugano posando su quel singolo ragazzo un silenzio quasi irreale.

Il casco copriva interamente il suo viso lasciando qualche ciocca scura al vento, facendolo così sembrare una mosca che correva tra le strade deserte.

Alan non sapeva più cosa pensare. Gli esami erano alle porte e la sua mente continuava a spaziare tra le distrazioni più disparate.

Il football, anonimo, Ben, anonimo e il football. Ora che ci pensava gli argomenti erano sempre gli stessi, comunque persistenti a distrarlo dallo studio.

Inoltre la sola idea che Ben e Anonimo fossero collegati lo faceva andare ancor più in confusione. Era mai possibile che non conoscesse a tal punto il suo migliore amico? Quel ragazzino che alle elementari credeva un fratello di sangue!

Il motore della moto rombò accelerando visibilmente.

Anonimo:

Aria salmastra
Verde di mare
Canzone che balla
Uccello che canta.

Un ramoscello
Due ramoscelli
Aria bluastra
Di mamma che canta.

Un passo
Due passi
Quattro saltelli
Volando nel ciel

Inviato alle 16.09
Consegnato alle 19.00

Anonimo: l'ho ripescata da un quadernetto in soffitta. La cantavo quando ero piccola ahahah
16.10 ✓

I Dansow vivevano a circa dieci minuti di moto da casa dei White in una bella villetta bifamiliare e non si neghi che molto spesso le rispettive famiglie si erano ritrovate a riunirsi sotto lo stesso tetto!

Si dia il caso infatti che il Signor Dansow e il padre di Alan fossero migliori amici al college, entrambi laureandi in medicina ed entrambi fidanzati con due laureande in giurisprudenza, nonché tra loro amiche.

Erano stati un quartetto niente male e mai si persero di vista gli anni successivi, nemmeno dopo il trasferimento da Harvard in Europa. Con famiglia e carriera al seguito avevano sempre trovato il tempo e la voglia per coltivare quell'amicizia oramai secolare e nulla c'era voluto per trasmettere, quasi in eredità, quello stesso legame ai figli.

Mai nulla infondo aveva fatto incrinare i rapporti, sempre se non si considera l'aggiunta, indesiderata aggiungerei, dell'amante e attuale compagna del Signor White. Il quartetto si era momentaneamente trasformato in un quintetto per poi mestamente retrocedere ad un banale terzetto quando uno decise di mettere la ricchezza e la notorietà prima degli affetti.

-Come sta Ben?- occhi scuri su occhi oceano. Un mormorio sommesso di una conversazione per nulla gioviale. Ben non era in casa.

-Sono preoccupata tesoro. Ben sta sempre chiuso in camera sua e continua a ripetermi che va a fare visita ad una vostra amica in ospedale o che viene da te.- voce di una madre in apprensione.

Sopracciglia aggrottate, faccia pensierosa. Alan non sapeva che pensare. Non avevano nessuna ragazza come amica in comune.

-Ben non si fa sentire da martedì. Mi ha detto che sta male.- sorvolò volontariamente il fattore ospedale.

-Lo vedo un po' giù, saranno gli esami. Come sta andando a te tesoro? Mi pare ieri che mi preparavo per i test all'università.- sorrise lei per niente rasserenata.

-Vuoi mangiare qualcosa? Sono sicura che Lydia non mi lincerà per averti dato qualcosa a quest'ora. Con tutti gli allenamenti che fate mangiate sempre come lupi!- rise lei cercando di alleggerire l'atmosfera.

-Ultimamente mangiamo sempre tardi, uno spuntino non mi dispiacerebbe- rispose Alan sorridente. Adorava la cucina di Aurora, mangiare da Ben era un evento che mai avrebbe rifiutato.

Nel mentre che la Signora Dawson, ora quasi allegra, non faceva altro che parlare del vicinato e delle ultime cause legali che aveva dovuto affrontare con la madre di Alan in tribunale, una familiare vibrazione nella tasca dei suoi blue jeans avvertì Alan dell'arrivo di un messaggio.

Anonimo aveva preso un argomento di cui difficilmente Alan avrebbe parlato. Tasto dolente e ancora dolorante per certi versi.

Tu: bella canzoncina

19.05 ✔✔

Posò il telefono sul tavolo e si rimise ad osservare la madre del suo migliore amico nel mentre che gli presentava davanti una delle sue solite strane ricette. Vedeva la preoccupazione continuare a stagnare nei suoi occhi e inconsciamente lasciò un'occhiataccia al telefono.

Ben cosa diamine stai combinando? pensò prima di espirare pesantemente e ringraziare per il piatto davanti a lui.




Capitolo definitivamente partorito. L'avrò riscritto trecento volte vagando per casa come una demente insicura di quanto e cosa presentarvi per dare la giusta piega alla storia. Tendono a fare di testa loro le maledette, mai una volta che scivolino bellamente come voglio io.

E tanto per rimanere in tema, a voi come stanno andando gli esami? Già finiti? Promossi, bocciati, rimandati, disperati? Ditelo alla zia Alhena, la vostra psicologa d'occasione ;) ahahahah



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