Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Team Strange

-Dottore, il tuo wifi é lentissimo!
Quando Strange, Sherlock e Mycroft varcarono completamente la soglia, l'uomo dall'accento americano parlò nuovamente, e senza neppure voltarsi: era, infatti, di spalle, e intento ad armeggiare con uno strano schermo olografico virtuale azzurrognolo. -E poi, che razza di password é "Shamballa"??
-Perché, Tony, la tua cos'è? GMPF? - intervenne un altro uomo presente nella stanza, prima che il dottor Strange potesse replicare: aveva i capelli castani, tagliati piuttosto corti, ed era seduto su un basso divanetto, intento, a quanto pareva, a montare delle bizzarre frecce di metallo.
-‎... E sarebbe?
-‎ Genio Miliardario Playboy Filantropo.-Ribatté l'altro, con un sorrisetto ironico, riponendo la freccia appena montata in una faretra.

Si udì una risata soffocata provenire dall'altra parte della stanza, vicino ad una vetrata: l'uomo in questione aveva l'aria di un professore o di uno scienziato: indossava una camicia blu e dei pantaloni scuri, e sembrava intento a digitare su un computer - questo, però, senza strani schermi olografici-i capelli castano molto scuro, appena un po' scompigliati, un paio di occhiali da vista dalle lenti rettangolari, e un'espressione seria in volto: ma che, in quel momento, era chiaramente divertita.
-Hmh Hmh.-Tossichiò Strange. - Scusate...
-Assolutamente no, Barton! - ribatté l'uomo di nome Tony, indignato, ignorandolo.-... E poi, anche se fosse, non certo verrei a dirtelo-aggiunse, dopo una breve pausa.
-Scusate...
-... Ma io scherzavo... Oddio, é davvero, quella???-replicò l'altro, non badando, neppure lui, all'intervento di Stephen.

Altre risatine soffocate.
-Perché invece di infastidirmi non fai qualcosa di utile, Legolas?? - ribatté Tony, stizzito. -Hai già una ventina di frecce. Non stiamo mica andando a combattere Robin Hood.
-‎Le frecce non bastano mai, dovresti saperlo! - ribatté l'altro, componendone imperterrito un'altra. - Non voglio certo rischiare di restare senza come l'ultima volta.
-‎ Ragazzi, potreste non discutere per cinque secondi?? - sbottò l'altro uomo, stavolta esasperato. - Serve concentrazione, qui!
Tony si voltò verso di lui, aggrottando le sopracciglia.
-Ancora niente?
-‎... No. La firma gamma é ancora troppo debole. E poi non riesco a restringere il campo - replicò l'altro, togliendosi gli occhiali e massaggiandosi per qualche istante gli occhi chiaramente affaticati.
Sherlock, naturalmente, aveva già inteso chi fossero gli uomini in quella stanza: ciò non toglie, però, che si ritrovò per qualche istante nell'incapacità di dire una sola parola, tanta era la sua sorpresa di trovarsi di fronte alcuni dei membri dei famosi Avengers.

L'uomo che aveva parlato per primo era, chiaramente, Tony Stark, alias Iron Man: e il modo in cui si atteggiava con i presenti rafforzò la sua tesi: esibizionista.
Si guardò poi intorno per qualche istante: la stanza era arredata con pochi ed essenziali mobili, tranne per un tavolo ricolmo di tazze, aggeggi elettronici e documenti, e a terra vi erano numerosi tappeti dal disegno orientale. Vi era, inoltre, la vetrata di forma circolare che aveva già notato dall'esterno, sulla sommità dell'edificio. In effetti, lo Stregone gli aveva anche fatto salire una scala, per arrivare sin lì.
-Potreste darci un po' di attenzione, per favore? -intervenne nuovamente Strange, seccato, distraendolo dalla sua osservazione. - E comunque, il mio wifi funziona benissimo! - precisò, lanciando un'occhiataccia all'uomo che ancora armeggiava sullo schermo olografico tridimensionale.
Il primo a rispondere all'appello fu proprio quello dall'aria da professore che, dopo aver chiuso il laptop con un gesto deciso, si avvicinò, rivolgendo a Sherlock un sorriso.
-Piacere. Bruce Banner. Finalmente la conosciamo, signor Holmes! Stephen ci ha parlato molto, di lei! Ha detto che è anche uno scienziato, vero?? - aggiunse poi, con genuino interesse, mentre gli stringeva la mano.
-A tempo perso, ma diciamo di sí-replicò il corvino, rispondendo appena a quella stretta, e assottigliando lo sguardo, dubbioso.- E quindi, lei sarebbe davvero...??
-‎... Sí. In teoria - ribatté lui, distogliendo per un momento lo sguardo, imbarazzato, e massaggiandosi la nuca. - Ma diciamo che io e... l'altro tizio... abbiamo qualche... problema, di recente.
-È solo una fase. Vedrai che al momento giusto uscirà fuori.- L'arciere si era avvicinato, dandogli una pacca incoraggiante sulla spalla: tese poi la mano al detective, e quest'ultimo notò che indossava una tuta nera di tipo militare.- Clint Barton. Anche se probabilmente lei mi conosce come Occhio di Falco.
-Soprannome originale... - borbottò Sherlock, gettando nuovamente un'occhiata all'arco e frecce posate sul divanetto.

Prima che quest'ultimo potesse ribattere a quel commento, Tony, finalmente, li raggiunse.
Sherlock lo squadrò: aveva i capelli castano, abbastanza corti, e gli occhi del medesimo colore, forse di una tonalità più scura.
Sfoggiava, inoltre, barba e baffi accuratamente rasati, in un pizzetto simile a quello del Dottor Strange.
Indossava dei semplici jeans e una felpa: al centro di essa, però, si notava perfettamente la forma del famoso Reattore Arc.
-Be', credo che non ci sia bisogno che mi presenti. Avrà di certo sentito parlare di me!-esordí, con aria tronfia.
-‎ È possibile. - Ammise il detective con un sorriso sprezzante sulle labbra, stringendogli brevemente la mano, e aggiungendo "egocentrico" alla sua iniziale impressione su di lui.- Ma è altrettanto possibile che l'abbia rimosso. A parere mio, la gente si riempie la testa con troppa spazzatura.
Il sorrisetto sulle labbra di Stark si spense, mentre lo guardava con aria inequivocabilmente offesa, dopo quella stilettata al suo ego.
Sherlock non ne era certo, ma era quasi sicuro che, alla sua destra, Strange stesse trattenendo una risata: e, cosa più incredibile, anche Mycroft.
-Noi ci siamo già presentati. - disse subito, alludendo ai presenti. - Perciò, vi chiederei di ragguagliare mio fratello su quello che avete scoperto. Io ora devo andare.

Sherlock si voltò di scatto, fulminandolo con lo sguardo.
-Ah, sì?? E dove, di grazia??
-‎ Un affare della massima importanza. Non posso dirti altro- ribatté lui, enigmatico come suo solito.
-‎Se non ha a che fare con Israeliani e Palestinesi, o con la Striscia di Gaza, tu non oserai, andartene. - Le ultime parole furono più un sibilo. - Mi servi qui.
E lo pensava davvero: per affrontare quella sorta di... circo, gli sarebbe servita tutta la razionalità possibile, compresa quella di suo fratello.
-Credo che tu abbia tutto l'aiuto che ti serve, qui. Ma tornerò presto-promise però lui, ma con un leggero sorrisino sulle labbra; e prima che Sherlock potesse ribattere ancora, Mycroft e il suo ombrello si erano già dileguati.
-‎ Questa me la paghi - ringhiò il detective alla porta ormai chiusa.
-Signor Holmes, capisco la sua confusione. E la sua diffidenza- fece Strange, guardandolo comprensivo. - Ma le assicuro che non potrebbe trovare persone più qualificate, per contrastare l'HYDRA e salvare il suo amico, delle cinque presenti in questa stanza. Purtroppo, non abbiamo potuto raggiungere altri membri, ma...
-‎ Cinque? - Sherlock lo interruppe, aggrottando la fronte, e guardandosi intorno confuso.-Io qui ne vedo quattro.

A quelle parole, anche tutti gli altri si guardarono intorno, prima confusi, poi sconcertati. Infine... scocciati.
-Oh, cavolo. Ditemi che non l'ha fatto di nuovo!-gemette Barton.
-‎Temo di sì-sbuffò Banner, alzandosi e scuotendo la testa.
-‎Si é perso Pollicino?-Con grande stupore del detective, che stava iniziando seriamente a dubitare delle sue capacità mentali, Tony si mise a guardare sotto il tavolo. - In effetti, era in silenzio da troppo tempo...
-‎ Le devo chiedere di stare attento a dove mette i piedi - mormorò Strange ad uno Sherlock sempre più basito, mentre tutti, per qualche arcano motivo, si mettevano a cercare, a carponi, sotto divanetti e tavoli.
-Stark!-sbottò Strange all'improvviso, chiaramente adirato, tra le mani quello che sembrava essere un piccolo calderone nero di peltro. - Hai veramente buttato incarti di noccioline nel Calderone del Cosmo???
-‎Quante storie! Te lo ricompro, se ci tieni tanto! - sbuffò lui, roteando gli occhi, per poi alzare una mano.- Fermi tutti! Credo proprio di averlo trovato.
Sollevò una piccola tazza di porcellana nera, decorativa, posta su uno dei tavolini, e gli diede una schicchera con due dita, facendola tintinnare e vibrare leggermente.

Pochi istanti dopo, un uomo vestito con una bizzarra tuta di pelle, rossa e nera, simile ad una tenuta da motociclista- e un casco metallico altrettanto bizzarro- apparve davanti a loro.
Letteralmente.
-OH!! Ma che modi sono?? - gemette, togliendosi il casco, massaggiandosi le tempie con le dita, e strizzando gli occhi.-Avrò il mal di testa per ore!
-‎ Magari la prossima volta non rimpicciolire prima della siesta! - lo rimproverò Barton, con uno sbuffo.
L'altro, per tutta risposta, emise uno sbadiglio, e crollò su una sedia, gemendo nuovamente.
Dall'aspetto, pareva quasi più un ragazzino.
-Lui é un nuovo... acquisto, diciamo cosí. - Spiegò solertemente Banner a uno Sherlock Holmes rimasto pietrificato. - Scott Lang. In arte, Ant Man. La sua tuta, come ha appena potuto notare, gli permette di rimpicciolirsi e, in alcuni casi, di ingrandirsi notevolmente.
-‎ Le presento il... Team Strange, signor Holmes. Se cosí si può chiamare- intervenne Stephen, con un sorriso imbarazzato.

Sherlock si scoprì talmente stupefatto da non riuscire neppure a produrre una battuta sarcastica, o un commento pungente, come era solito fare. Aveva provato quella medesima sensazione una sola volta: al 221B, più di tre anni prima, quando un uomo vestito con un mantello aveva riempito la sua tazza di tè di fronte ai suoi occhi agitando solo due dita in aria.
"Ci sono cose, nel mondo, che vanno oltre i confini della tua mente razionale."
Ripensò alle parole di John, e quasi gemette: aveva appena ricevuto la conferma che quella prima follia vista non era altro che la punta dell'iceberg.
E qualcosa gli diceva che, prima della fine di quella faccenda, ne avrebbe viste altre...

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro