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Consiglio di guerra

- ...E poi, ho lanciato una freccia contro Loki!
-...Sì, e lui l'ha bloccata.
- Va bene, ok... ma la mira era perfetta!
- E quando io ho bloccato quella sorta di gigantesco pesce di metallo solo con un pugno?? Ce lo dimentichiamo?? Era enorme!
- Sì, lo so. Se ben ricordate, io ho fatto un viaggetto nelle interiora di uno di loro.
-Come Pinocchio nella pancia della balena??
In mezzo a tutte quelle voci adulte che si stuzzicavano e rimbeccavano scherzosamente, quella piccola e dolce di Rosie, seduta sulle ginocchia di Molly insieme agli Avengers, si levò forte e chiara.
Stark le sorrise, dandole poi un'affettuosa carezza sui capelli, legati anche quel giorno in due trecce.
-Più o meno...-ammise, con una risata.
Molly rise con loro, mentre Rosie ascoltava, nuovamente rapita, alcuni episodi raccontati dagli Avengers, gli occhi blu sgranati e pieni di meraviglia.
"Una volta ho sconfitto Thor, lo sapevi? E lui è il dio del Tuono, mica niente!".
" Perché, dirottare un missile nucleare in un buco spazio dimensionale cos'è? Robetta?".
Anche Molly, davanti a quei racconti strabilianti, si ritrovò a condividere il medesimo stupore della bambina.
Proprio in quel momento, però, la porta della stanza venne spalancata con forza ed una certa veemenza.
- Ragazzi, Ragazzi!! Mi dispiace dirvelo, ma siamo veramente in un mare di... unicorni arcobaleno che ballano su nuvolette rosa.- Scott si affrettò a concludere così la frase, non appena si fu reso conto della presenza di Rosie: che, dal canto suo, lo guardò un po' dubbiosa.

Ma la sua attenzione venne subito attirata dalle due persone che entrarono subito dietro di lui.
- Zio Sherlock! Zio Mick! -esclamò, gli occhi brillanti di gioia, scendendo dalle ginocchia di Molly e correndo ad abbracciare entrambi i fratelli Holmes.
Molly notò subito che quest'ultimi avevano delle espressioni sul volto tutt'altro che allegre: ma notò anche, a beneficio della piccola, sorrisero; persino Mycroft Holmes, cosa che Molly aveva sempre reputato impossibile!
-Mi dispiace, ma voleva a tutti i costi parlare con te. Non c'è stato verso di convincerla a rimanere in camera. E la signora Hudson stava riposando-spiegò, in risposta allo sguardo del consulente detective, venato da una punta di biasimo. Si era affrettato, tuttavia, a prendere tra le braccia la piccola.
- E noi l'abbiamo intrattenuta per un po'-si intromise Stark, facendole l'occhiolino.- È davvero adorabile. E intelligente, aggiungerei. Qualità rare da trovare insieme.
E rivolse al detective un'ennesima occhiata allusiva.

Quest'ultimo strinse le labbra, e non rispose: Stark, forse, si accorse che quello sguardo nascondeva qualcosa di più del semplice fastidio per la battuta, dunque non infierì. Dopotutto, anche ciò che aveva detto Scott entrando nella stanza non prometteva proprio nulla di buono.
- Ora però devi fare la brava, piccola Watson, e tornare in camera con Molly e la signora Hudson-fece il detective, mettendo giù la piccola con dolcezza.- Se farai la brava, più tardi andremo a prendere un gelato- le promise, davanti alla sua espressione imbronciata.
Lei subito si illuminò.
- Possiamo prendere quello al cioccolato?? È il mio preferito!!
- La piccola è un'intenditrice-osservò Tony, con un sorrisetto compiaciuto.- Nessuno batte la "Follia Stark al cioccolato".
Il detective sollevò appena le labbra in un sorrisetto:
- Io personalmente lo trovo un po' farinoso.
- La Spaccatella Hulk è la migliore-si intromise Banner, con un piccolo ghigno, facendo nuovamente ridere tutti i presenti, e mentre Molly prendeva Rosie per mano.
- E se vuoi, più tardi, ti farò ancora quel... trucco- aggiunse Scott, strizzandole l'occhio con complicità.

Rosie annuì con veemenza, sfoggiando poi un sorriso furbetto.
- Scommetto che stavolta ti trovo in meno di cinque minuti!
- Vedremo...-sogghignò l'altro, tirandole giocosamente una treccia, e facendola ridacchiare.
Sherlock trattenne a stento un sorriso commosso: Rosie Watson, a quanto pareva, riusciva a conquistare il cuore di tutti.
- Aspetta, però, zio! Devo prima darti una cosa!- esclamò improvvisamente la piccola, prendendolo per mano e trascinandolo al suo zainetto, abbandonato in un angolo della stanza, da cui tirò fuori un oggetto di stoffa alquanto familiare.
Gli occhi del detective si spalancarono.
-So che lo avevi dato a me, ma ho pensato che servisse di più a te...-gli disse sottovoce Rosie, porgendogli soddisfatta il suo cappello a due visiere.- Tutti gli eroi hanno un oggetto speciale quando combattono i cattivi. Come lo scudo di Capitan America, il martello di Thor... Dunque anche a te serve il tuo, giusto?

Mentre il detective avvertiva un nodo stringergli la gola, notò che tutti, nella stanza- persino suo fratello- avevano distolto lo sguardo dalla scena, fingendo di intavolare una discussione tra loro, come a volergli concedere un minimo di privacy. Non gli sfuggirono, però, i sorrisi chiaramente commossi sui loro volti.
Si piegò all'altezza della bambina, rivolgendole un sorriso pieno d'affetto e prendendo il cappello che lei gli porgeva.
-Lo sai, Rosie, che hai proprio ragione?-le disse, la voce incerta, quasi roca, cercando tuttavia di nascondere la commozione come meglio poteva.-Grazie a te, sono sicuro che i... cattivi... non avranno nessuna possibilità.
Il volto della piccola si aprì in un enorme sorriso mentre, dopo averlo abbracciato un'ultima volta, seguiva docilmente Molly fuori dalla stanza, agitando la manina con foga verso tutti, in segno di saluto.
Saluto che tutti contraccambiarono, incapaci di resistere alla dolcezza della piccola.
Fu solo quando furono entrambe uscite, che Sherlock concesse ad una rapida lacrima di rigargli la guancia: ma rimanendo sempre di spalle, di modo che nessuno la vedesse.
Quando si voltò di nuovo, infatti, i suoi occhi erano sì lucidi, ma anche carichi di una determinazione senza eguali, il cappello da caccia-no: il cappello di Sherlock Holmes- già calcato sulla chioma corvina.
- Mi serve il vostro aiuto- affermò, rivolto a tutti i presenti, la voce di nuovo salda, pronto ad affrontare quel nuovo drago.

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- Ho mandato un drone nella zona, non appena abbiamo localizzato la firma gamma del portale.-Stark cliccò sulla mappa olografica tridimensionale appena proiettata.- È nel deserto del Nevada.
- ... Sì, e poi a destra c'è l'Area 51? - mormorò il detective a voce bassa, una traccia del consueto sarcasmo nel tono.
- Ma va', quella è un'invenzione, lo sanno tutti!- lo rimbeccò Lang.- Quella vera è l'Area 52!!! L'altra l'hanno inventata per tenere quella vera nascosta!
Sherlock, stavolta, dovette reprimere l'impulso di sbattere ripetutamente la testa sul tavolino per la disperazione.
-Scott, ti ricordo che esiste già lo S.H.I.E.L.D, per confonderci le idee...- lo rimproverò Stark.- Comunque... La cosa strana è che non sembra esserci niente, . Eppure il segnale è inequivocabile.
- Crediamo che la Base sia circondata da un campo di forza che lo rende invisibile- intervenne Banner, mentre Sherlock fissava torvo il punto indicato dallo scienziato, le punte delle dita unite a sfiorare appena le labbra.
Anche gli sguardi di tutti i presenti erano puntato sulla mappa; ad eccezione del dottor Strange.
Stark, infatti, gli aveva detto che si era assentato da almeno mezz'ora: anche se non non aveva saputo dirgli cosa fosse andato a fare.
Avevano però, di comune accordo, iniziato quella sorta di, come l'aveva scherzosamente definito Stark stesso, "Consiglio di guerra."

- Il punto è che, finché non viene disattivato questo sistema, non possiamo in alcun modo entrare. E temiamo che solo chi viene portato direttamente nella struttura, ci possa accedere.
- Questo non dovrebbe essere un problema- intervenne Mycroft, e tutti gli sguardi si puntarono su di lui.-Ho negoziato con Culverton di essere io, a consegnargli la chiavetta. E lui ha accettato.
Tutti i presenti lo guardarono attoniti, mentre il detective stringeva le labbra, mostrando chiaramente il suo disappunto.
Suo fratello si era finalmente deciso a mettere al corrente non solo lui, ma anche la squadra, della sua misteriosa spia all'interno della Base Hydra. Non l'aveva fatto prima proprio dietro richiesta di quest'ultima. Ma questi, una volta saputo che erano stati coinvolti gli Avengers e, soprattutto, scoperto il vero intento di Zola-non solo ottenere la chiavetta, ma qualcosa di peggio, come Sherlock aveva temuto sin dall'inizio- lo aveva infine autorizzato a farlo. In ogni caso, Mycroft non conosceva la sua identità, né se fosse un uomo dello S.H.I.E.L.D. o di qualche altra organizzazione simile. Era letteralmente tutto avvolto nel mistero.
- Mi sembra strano...- si intromise Scott d'improvviso, dubbioso, mentre giocherellava distrattamente con una pallina antistrees presa dalla tasca, lanciandola più volte verso l'alto o facendola rimbalzare contro la parete, per poi riacchiapparla al volo. D'un tratto, però, la lanciò con troppa foga, e sbagliò mira, facendola andare contro uno strano oggetto posto su uno dei pensili (simile ad un candelabro) che cadde sul pavimento, finendo rumorosamente in frantumi.
-...Ops...-mormorò, mentre i presenti gli lanciavano occhiate di rimprovero.- Speriamo non fosse importante... Per fortuna che lo stregone non c'è...-borbottò, spostando i frammenti di vetro nero col piede e nascondendoli sotto ad un voluminoso mobile a cassetti. -Comunque, come stavo dicendo... Se il suo obiettivo è sempre stato quello di avere Sherlock, perché accettare suo fratello in cambio? Senza offesa, eh! Non so voi, ma a me questo puzza di trappola.
Tony alzò gli occhi al cielo.
- Davvero perspicace, Pollicino. È ovvio che sia una trappola. Il tuo cervello è più vuoto di quel che pensavo... Forse si sente pure l'eco!

Barton soffocò una risata, mentre Scott fulminava Stark con lo sguardo; e persino il maggiore degli Holmes trattenne una risatina.
- E allora cosa si fa, genio? -ribattè il giovane ladro, offeso, le braccia incrociate sul petto.
- Si fa scattare la trappola-rispose Sherlock al suo posto, un espressione di inossidabile determinazione negli occhi cerulei: un fuoco pareva brillare dietro le sue iridi di ghiaccio, mentre passava lo sguardo su tutti i presenti.-Ma vi avviso. Non sarà semplice né privo di rischi. E so perfettamente che la persona da liberare, per voi, non significa nulla, ma...
- Si sbaglia.
Sherlock si voltò verso Stark, che l'aveva interrotto: stavolta non c'era nessuna ironia nella sua voce o nel suo sguardo.
- Noi siamo gli Avengers. Non facciamo distinzioni su quali vite sono importanti da salvare e quali no. È questo, che fanno gli eroi.
- ...E poi... "Non sarà privo di rischi"-si intromise Barton, con uno sbuffo.- Sai che novità. Abbiamo affrontato ben di peggio che un agente Hydra psicopatico.
-Restituiremo suo padre a quella bambina-aggiunse Scott, e il suo tono era profondamente serio.- A qualsiasi costo.
- E con ogni mezzo necessario-rincarò la dose Banner, nel medesimo tono.
Sherlock, davanti a tutte quelle dimostrazioni di sincera solidarietà e di coraggio si limitò a un "grazie" sommesso e a un leggero sorriso; anche se la commozione che provava nel suo animo era profonda.

- Dovremmo avere un nome!-esclamò Scott all'improvviso, spezzando così quella sorta di tensione.
- Perché, "Avengers" secondo te che cos'è? Quello sulla casella postale??-lo rimbeccò Barton, alzando gli occhi al cielo.
- Ma è diverso! -ripetè l'altro testardamente.- Questa è una "missione" diversa. Quindi ci serve un nome diverso! E dobbiamo includere anche il signor Holmes!
- Abbiamo problemi ben più importanti che scegliere un nome!-lo rimbeccò Stark; per poi aggiungere in un borbottio:-E comunque credevo fossimo il "Team Iron Man"...
- Casomai Team Strange- gli ricordò Barton.- Dopotutto siamo nel suo Santuario.
- A me sembra che stiamo solo perdendo tempo!-sbottò Sherlock, innervosito.- Quindi ora possiamo smetterla di...!!
- ...I Revengers.

Il detective ammutolí, insieme a tutti gli altri, e si voltò verso Banner, che subito si passò imbarazzato una mano nei capelli.
- Sì, ecco... Dopotutto, Zola, Culverton o quello che è, sta usando il suo amico per vendicarsi di lei, no? Cerca vendetta. E spinge noi a vendicarci. Quindi pensavo che...
-Mi piace- affermò Sherlock, con grande sorpresa di tutti, mentre sulle sue labbra si dipingeva un cupo ghigno.- E quel maledetto si pentirà amaramente, di aver cercato vendetta. Potete giurarci.
-Be', allora dobbiamo darci da fare.-Stark si sfregò le mani, come se non vedesse l'ora  di cominciare.- Qual è il tuo piano?
Sherlock non badò neppure al fatto che il miliardario fosse passato al tu.
- Ho solo l'abbozzo di un piano, in verità-ammise, contrariato.- Prima di tutto, ci serve la planimetria della Base. Dobbiamo  disattivare lo scudo che la circonda. E ho una certa idea, in merito...
Il suo sguardo corse a Lang, che annuì.
-... Spero almeno stavolta di non dovermi fare un altro giretto in qualche fogna o scarico, però!
Stark rise, dandogli una pacca sulla spalla.
- Magari stavolta troviamo un'entrata più... pulita.
- E abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile.-Barton si intromise, cupo.- Se davvero quella Base è piena zeppa di Chitauri geneticamente modificati, avremo bisogno di più potenza di fuoco.
Sulle labbra di Stark si dipinse un leggero sorriso.
- Forse un alleato me lo posso procurare io. È qui vicino. Non volevo coinvolgerlo, ma... è una situazione di emergenza. Dobbiamo fare in modo di guadagnare il tempo necessario a portare il signor Watson fuori da lì. Inoltre, più potenza di fuoco abbiamo, meglio è. Voglio radere quella Base Hydra al suolo- aggiunse, tra i denti.
- E la spia che l'ha contattata, invece?-domandò Scott a Mycroft.- Non può aiutarci?

Lui scosse la testa.
- Ha già rischiato contattandomi.
- Banner, sei sicuro di volerti unire a noi?-domandò Stark, dubbioso, allo scienziato.-Forse è meglio che ti occupi della parte logistica... Se il Fusto decide di non farsi vedere...
-Infatti mi unirò con un altro obiettivo-ribattè lui, contrariato.- Se avranno già iniziato la procedura sul dottor Watson, c'è una possibilità che io possa interrompere il processo. Conosco le macchine con cui opera l'Hydra. A volte, i dottorati e le lauree di Banner sono più utili dello "Spacco tutto!" di Hulk, sapete???
-Sì, ma anche un mostro verde rabbioso sarebbe stato utile...-borbottò Scott
- Basta così!-Sherlock si intromise, prima che Banner rispondesse per le rime al giovane ladro.- Va benissimo. Per il mio... nostro piano, dobbiamo lavorare sull'effetto sorpresa. Basare tutto su quelli della nostra squadra che l'Hydra ancora conosce poco. Ripeto, ogni aiuto sarà prezioso.
- ...Allora offro la mia candidatura.
Nella stanza scese uno sbalordito silenzio, e tutti si voltarono di scatto, mentre un uomo dai corti capelli biondi e gli occhi scuri, con indosso un elegante abito grigio, faceva il suo ingresso, affiancato dal dottor Strange.
- Sempre che sia ben accetta- precisò con un leggero sorriso Everett Ross, agente della CIA.

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