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9.

Un silenzio rilassante predominava nella cabina, i due erano stesi sul letto tranquilli. Drake con gli occhi gonfi dal sonno fissava la donna affianco a se. Osservava come il suo petto si alzava piano ad ogni respiro, le sue labbra erano leggermente aperte per far passare l'aria, non emanava un minimo suono. Era rilassata con il lenzuolo biancastro tra le gambe, mentre lui era mezzo nudo, con nessun velo a coprirlo. Si avvicinò leggermente, spostandole i capelli bruni dal viso, portò una ciocca ribelle all'orecchio che ricadde fulminea sul naso, la riacchiappò dolcemente rinfilandola nuovamente. Ciuffi di capelli gli riaccaddero negli occhi, ombrando la figura che stava ammirando, gli spostò bruscamente, e continuò ad accarezzarle la palle della guancia. La circondò con la sua mano, strofinandoci sopra le dita per compiacersi di quanto fosse tenera.

<<dormito bene piccola pirata ?>> bisbigliò contro la sua pelle calda. Le sue labbra le sfiorarono il collo, e le lasciarono un bacio casto. La giovane si spostò bruscamente mugolando, teneva ancora gli occhi chiusi e il viso rilassato dal sonno.

<<lasciami dormire>> ancora confusa con la voce impastata dal sonno, si mosse leggermente con il lenzuolo tra le gambe. Si girò a pancia in su verso il soffitto, ancora con gli occhi chiusi si scoprì dal tessuto che la copriva.

<<continuate a dormire se volete>> mormorò ridacchiando Drake. La osservò ancora e ancora, sotto le lunghe ciglia.

<<per tutti i buccanieri, dove sono ?>> aprí gli occhi di scatto, lo sguardo andò subito al soffitto in legno e poi si spostò di lato sporgendo la gamba verso l'uomo.

<<siete nel mio letto>> kaliste controllò all'istante la presenza dei suoi vestiti e fortunatamente c'erano ancora. Sentiva lo scricchiolio di quella brandina sotto il suo peso.

merda, merda

<<avete dormito con me, douceur>> i suoi occhi saettarono verso quel castano miele che la fissava.

come se non l'avessi intuito, pesce lesso

<<douceur lo dite alle tue amiche di letto>> sorrise allontanandosi, erano ancora entrambi stesi. Lo sguardo della pirata passò attentamente dai pettorali scoperti, all'addome scolpito, e finí sulla curva a V. Era delineata da una leggera ricrescita di pelli che si intravedevano dai pantaloni che indossava.

<<il vostro sguardo mi fa intuire che vorreste diventare voi una mia amica di letto>> Kaliste gli rise quasi in faccia, risata pura, il suo sorriso bianco le incorniciò la pelle bruna formando un meraviglioso contrasto.

<<francesino forse siete voi che vi volete infilare tra le gambe di una dolce signorina>> rispose nuovamente seria, si leccò lentamente le labbra carnose studiandolo. Fu sorpresa quando lui le acchiappò una coscia e l'ha avvicinò di più a lui. Rimase per un secondo senza fiato, con le labbra premute e le sue pozze nere puntate su di lui.

<<più che dolce, io direi saccente ragazzina>> borbottò avvicinandosi al suo viso. Entrambi i volti erano protesi gli uni contro gli altri.

<<questa ragazzina saccente, come la definite voi, non vi desidera>> continuò quell'infinito gioco di sguardi.

<<siete sicura ?>> una mano raggiunse il labbro superiore dell fanciulla, ci sfregò il modo familiare il pollice, lasciandola leggermente ammutolita a quel tocco caldo.

<<lasciatemi dimostrare quanto invece voi mi desiderate>> sussurrò salendo a cavalcioni sul ragazzo. Si avvicinò al punto più sensibile, ci si appoggiò lievemente e in modo agonizzante. Il suo bacino incominciò a muoversi piano e poi a scatti veloci, formando un situazione illusoria, cosi da fargli avere piacere ma non del tutto. Nel contemplo sentii che si stava indurendo sotto di lei, non staccò il suo sguardo per un attimo, lo incollò all'espressione impassibile dell'uomo che tratteneva ogni minimo movimento facciale. Trattene il corpo e la voglia di muoversi all'unisono con lei. La lasciò strofinarsi su di se, lei stava vincendo la sfida. Kaliste continuò con un ritmo oscillante, stava raggiungendo il suo obbiettivo, una risata rumorosa si avventò per tutta la stanza.

<<non ve lo ripeterò più, domatelo>> disse continuando a muoversi sopra di lui. All'improvviso sfilò un coltello dai pantaloni, in modo troppo veloce che potesse vedere quello che stesse facendo. Il modo fulmineo si alzò da lui e lo pugnalò nella coscia. Stando bene attenta a non colpire un punto troppo pericoloso, affondo con un colpo diretto nella pelle nuda di Drake. Lo sfilò l'attimo dopo lasciando che il sangue caldo sgorgasse a flotti dalla ferita profonda. Un urlo gutturale uscì dalla bocca dell'uomo, lei sapeva cosa significa quel dolore. Dipinse il viso con un sorriso maligno, nel mentre l'uomo si contorceva, il suo volto formava delle rughe e la bocca era terribilmente serrata. Premeva i denti sulle labbra quasi da farsi uscire sangue, la fanciulla rimase a guardare quella scena terribilmente divertita. Sapeva dove premere i punti giusti, e quella ferita non era mortale.

<<volete un medico per caso ?>> gli sussurrò all'orecchio cercando di smorzare una risata. I capelli mossi ricaddero su Drake che ancora si lamentava per quella ferita insignificante.

<<bellezza, vi vedo un po' pallido>> continuò con la sua spietata ironia. Era il suo modo di comunicare, non conosceva altro tipo di lingue. Se volevi comunicare con lei, dovevi imparare il suo gergo. Lei non si sarebbe mai adattata a te.

<<vi odio>> il giovane sputò ansimante, con ancora un leggero sgorgo di quel liquido rossastro.

<<no, voi mi desiderate>> cinguetto tra le sue labbra, prima di lasciarlo solo in un magnetico silenzio.

1785- Ancora sulla Keyblicked nello stesso giorno, ma la notte si era intrusa e colorato il cielo di nero.

La fronte di Kaliste era inzuppata da goccioline di sudore, scendevano lente finendo sulle sopracciglia scure. I lunghi capelli erano distesi indomabili sul cuscino stropicciato, continuava a mugolare con le labbra serrate. Rigirava, e rigirava la testa a scatti, attraversava veloce la parte sinistra e destra di dove era distesa. Gli occhi erano stretti a formare una forma di oscurità, il suo corpo si muoveva lento, altre si irrigidiva, facendosi che bloccasse ogni scatto. Poteva sentire quella sensazione che si propagava in tutto il corpo, non riusciva a stare ferma e al contemplo doveva esserlo. Ed in quel esatto momento in cui avvenne qualcosa,la dove era scuro un tempo apparirono immagini sfocate, tutto prese a colorarsi, e una serie di avvenimenti si andò a imprimersi nella sua testa.

Un torbido vento le si schiaffò lungo il viso, era caldo nonostante le nuvole dipingevano il cielo di un grigio maligno. Era in una stradina, scura e stretta. L'unica illuminazione era delle lanterne scialbe, che erano appese al muro mezzo sgrettolatto. Prese a camminare, un passo, e un altro passo, si sentiva solo il rumore dei suoi stivali sguazzanti. Ed ecco una casetta che le diede subito all'occhio, c'era una manata di sangue che si riversava accanto alla porta aperta. Le mani le presero leggermente a tremare, la toccò per scostarla ancora di più, e si fece avanti sulla soglia. Regnava un silenzio glaciale, l'abitazione era nel totale buio, entrò d'istinto. Una voce sottile moromorava, il vento troppo forte la rendeva solo un leggero sibilio.
<<sali, mia dolce Kaliste>>
<<sali>>
<<segui la mia voce, mia adorata>> era la voce di una donna, era un misto tra sensualità e inganno. Come se queste qualità predominassero sulla sua lingua. La fanciulla rimase immobile a scruttare l'abitacolo, lo studió nei dettagli. Si rese conto che apparveró oggetti dal nulla. Un orologio antico apparve all'ingresso della stanza, era in legno e aveva dei solchi. Ci passò le dita affusolate, prese a ritoccare la forma di un fiore, un Crisantemo. Dei brividi le salirono in tutto il corpo, subito una parola le uscì a fiotti dalle labbra.
<<il fiore dei morti>>
<<poterò morte e distruzione, a chi oserà contraddirmi, mia giovine fanciulla>> ancora quella voce, le si infondó nella testa. Era un circolo vizioso, un suono ripetitivo.

sali quelle scale, sali quelle scale.

era l'unica cosa che era tenuta a fare, l'unica che le chiedeva. Eppure Kaliste si focalizzò su un oggetto nuovo, una collana di perle. Preziosa, luccicante, stava sognando quanti gruzzoli si sarebbe intascata. Avrebbe avuto le tasche che chiedevano respiro per i troppi soldi. La afferrò e non si meravigliò di quanto pesasse.

<<sali>> di nuovo, un mal di testa lancinante le attraversò tutto l'emisfero. Tante minuscole fitte le batterò convulsamente, a partire dalla nuca fino alle tempie.
<<non disobbedire a miei ordini>>
<<se tanto ci tieni bellezza, salgo quelle benedette scale>> e tutto tacque, pure il vento che soffiava burrascoso prese ad attenuarsi. Sali le scale cigolanti, i muri erano costeggiati da foto della stessa famiglia, un padre, una madre, una bambina e un bambino. Erano sorridenti e sorprendentemente spontanei. Arrivò alla soglia di un corridoio, vide un bambino saltellare felice, correva da tutte le parti.
<<Mamma, mamma, dove sei ?>> era piccolo, capelli castani e teneva ancora un viso ingenuo. Portava una maglietta stropicciata, e dei pantaloncini, che gli coprivano la metà di quelle gambine minuscole. Il bimbo si fermò di scatto, e sparì all'interno di una porta bianca. Doveva aver trovato la mamma. Kaliste lo seguì lenta, sembrava non sentirla e ne vederla.

<<che cosa hai fatto ?>> la sua voce gentile, si incrinò e delle lacrime veloci gli bagnarono il viso. Dovette sporgersi di più per capire quello che vedeva il bimbo. La stessa bambina della foto, era bagnata di sangue. Teneva in mano un coltello, dove scorreva ancora del sangue fresco. Era incollata a guardare i suoi stessi genitori, coricati su un letto di sangue. Entrambi avevano la gola tagliata e i vestiti sporchi di quel liquido.

<<che cosa hai fatto ?>> strillava così forte, era diventato un altro suono ripetitivo, che entrava nelle orecchie e faceva eco. La bambina che ancora fissava i suoi genitori, rise forte. Sembrava contenta di quello che aveva appena eseguito, un sorriso sbilenco le contornò il volto.

<<ci hanno fatto del male Jonathan, e io li ho puniti>> sembrava solo un orripilante sogno, allo stesso tempo così vero.
<<cosa hai fatto ?>> ripetè conclusivamente sotto i singhiozzi rumorosi. Tremò e si accasciò a terra sotto lo sguardo divertito della bambina.
<<Jonathan, erano dei mostri>> una mano attraverò il viso del bambino, ma lui si scostò e gliela prese con fermezza.
<<sei tu il mostro>> sussurrò con le labbra strette e tremanti. Lei con ancora stretto tra le mani il coltello, con gesto fulmineo gli trapassò il collo, ed così che tutto il sangue sporco rovinò la sua povera maglietta. Gli occhi del bambino girarono all'insù dipingendosi di un bianco latte.

<<poterò morte e distruzione, a chi oserà contraddirmi>> un altro sorriso le attraversò le labbra. Kaliste deglutì rumorosamente e chiuse la porta con un tonfo. La casa prese a vibrare, le pareti crollarono, e la pirata cadde nel vuoto torbido. Il pavimento si disintegro piano sotto i suoi piedi, corse dall'altra parte del corridoio e ricadde di nuovo. Tutto si oscurò, era un labirinto senza fine. Un loop che si ripeteva, il corridoio si ricomponeva, Kaliste lo attraversava e spariva sotto il suo peso.

Ansimante e inzuppata dal freddo sudore, si svegliò.
<<avrei dovuto prenderla quella collana>> sbuffò. Le sue vene bramavano oro e richezze. Ogni tanto le capitava di sognare di saccheggiare le abitazioni più colme di denaro, il cui odore poteva pizzicare le narici. Era come una distrazione, una sete. Un bicchiere non andava bene, lei voleva l'intero mare. Rimase ferma con ancora le lenzuola tra le gambe, si alzò e arrancò con il corpo spossato verso la finestra.

<<erano crisantemi>> sussurrò, erano parole che non avevano senso. Perché avrebbe dovuto sognare dei crisantemi ? E quei bambini chi erano ? Una fitta le arrivò dritta in fronte, si sentiva pesante. Quella casa non l'aveva mai vista, era tutto così incomprensibile.

<<crisantemi...morte>> si sforzava di capire. L'unica idea che le venne in mente fu che fosse un presagio di morte, di chi ? di lei ? o di qualcuno a cui recava affetto ?
Rimase la notte intera a fissare la tenera luce della luna, abbagliava le acque nere rendendole leggermente più visibili. La finestrella era aperta, e l'aria entrava cospicua all'interno.

Minho se ne stava sul letto a fissare il bianco soffitto della sua cabina. Il lampadario sembrava cigolare leggermente con il spostarsi della nave, i ciondoli di cristallo si muovevano formando quasi una cantilena ripetitiva. Ogni tanto stava a guardarsi intorno, non parlava, non dava aria alla bocca. Erano poche le volte in cui spiccava parola, era una persona taciturna e da un elegante charme. Ora dava solo l'idea di quel bambino spaesato la prima volta che salí sulla Keyblicked. All'improvviso dei ciuffi soffici comparvero da dietro la spessa porta di legno.

<<sono Charlie>> un sussurro inondò le orecchie del ragazzo. Comparì il minuto medico di bordo, con qualche medicina in mano si avvicinò.

<<sono venuto per medicarvi di nuovo la ferita>> a quell'affermazione l'unica cosa che uscì dalla bocca di Minho fu una smorfia di disappunto. Fissava il ragazzo che era appena entrato con uno sguardo elegante e sopraffatto. Aveva paura ad avvicinarsi e se avesse voluto sapere di più su quella cicatrice ? e se voleva conoscere da cosa era stata causata ? I capelli di Minho si mossero in una scossa di negazione.

<<se non volete che si riapra, questa volta va trattata con le giuste cure>> Charlie si avvicinò timido al suo cospetto, timoroso chiese il permesso di toccarlo, e l'ho ebbe all'istante.

<<fate piano e non fate domande>> ordinò il giovine sul letto, con ancora lo sguardo da bimbo spaurito, lasciò che il medico gli scostasse la maglietta. In modo gentile passò il tubetto con il disinfettante e lo iniettò nella ferita. Un mugolio sommesso uscì dalle labbra sottile di Minho, che catturarono subito l'attenzione di Charlie. Le guardò premersi l'una contro l'altra fino a formare una linea sottile.

<<fate piano>> sussurrò a un soffio dal medico. Il giovane perse interesse per il dolore e si focalizzò sul viso gentile davanti a se, sulle lentiggini sprizzanti che vagavano sul naso. Ci passò istintivamente un dito seguendo delle forme immaginarie, sentì il ragazzo irrigidirsi e rilassarsi sotto quel tocco inaspettato.

<<che state facendo ?>> chiese sforzandosi di non staccare gli occhi da quello che stava eseguendo. La ferita sembrava in buono stato, ma sicuramente non avendola chiusa dall'inizio con dei punti ben saldi, non si risanerà mai.

<<avete la pelle morbidissima>> ammise Minho. Si tappò subito la bocca con imbarazzo, non credeva di averlo detto sul serio.

l'ho detto sul serio ? penserà che io sia un maniaco...

<<non volevo...cioè...non volevo dire...senti mi dispiace...sono un cretino>> riuscì a dare voce solo ad un balbettio sonoro, che fu a quando Charlie sorrise che la situazione di alleggerì, una risata di entrambi innondò la stanza.

<<sapete è buffo sentirvi balbettare>> rise ancora squadrando i capelli neri pece. Voleva testare se fossero così soffici come sospettava, ma non ci affondò la mano.

<<sono ridicolo>> ancora una smorfia si dipinse sul viso di Minho.

<<no...siete solo carino>> ed ecco che quel rossore invase i lineamenti dolci di Charlie. Nonostante fosse stato lui a ridergli quel complimento, non poté fare a meno di imbarazzarsi e finire per poggiare lo sguardo sul freddo pavimento. Una mano trangugiò sul suo mento per spingerlo ad alzarlo, ed ecco che quel nero pece dei suoi capelli invase di nuovo la sua vista.

<<Grazie...>> sussurrò Minho.

<<di cosa ?>> di getto non fece altro che chiedersi il perché o di cosa voleva ringraziarlo. Rimase leggermente rigido con ancora la mano affusolata del giovane nel suo viso.

<<per non aver fatto domande>> questa volta era lo sguardo dell'uomo elegante che si abbassò, quasi spaventato da ciò che potrebbe suscitare la sua risposta.

<<state tranquillo...non dirò a nessuno della vostra cicatrice, solo una cosa vi chiedo...>> aspettò un secondo per sentire l'annuire silenzioso del ragazzo.

<<lasciate che vi curi>> con quelle parole intime Minho non capi se intendesse solo fisicamente oppure qualcosa di più profondo. Forse erano solo paranoie, si erano scambiati solo qualche sguardo e poche parole. In fin dei conti non significavano niente.

<<posso chiedervi una cosa io...invece ?>> Charlie si stupì quando senti un suono uscire da quelle labbra.

<<perché amate tanto la scienza ? o meglio dire la medicina ?>> non c'era nessuna malizia, era solo una domanda causale che si poneva ogni tanto. Il ragazzo era giovane ed era un fatto apparentemente strano che da uno così giovine di età si dedicasse con così tanta cura al bene delle persone.

<<è una storia lunga>> il medico si girò e lascio che quel rumore leggero richeggiasse nella cabina e nella mente scostante di Minho.

Una follata di vento provenne dalla stanza, uscì un corpo sinuoso dalla stanza di Ivan. Il ragazzo trangugiò sulla figura spavalda che si muoveva armoniosa. Non me capiva la presenza. Rimase imbambolato sotto le luci soffuse dell' abitacolo. Si avvicinò a ella con fare silenzioso, e si trovò a scontrarsi con il suo viso spigoloso. Notò subito i capelli più scombinati del solito, qualche ciuffo disordinato usciva anche dalle piccole treccine. Poté notare come le sue labbra carnose avessero una ringofiatura più sinuosa ed era di un colorito più roseo. Lo sguardo passò alla camicetta sbottonata, dove si intravedeva il seno sodo. Studiò con più cura che la camicia era all'infuori ed era stata messa dentro leggermente, forse per fretta o per sbadataggine ?

Kaliste era imprevedibile, eppure quel suo sguardo luminoso di oscurità, era soddisfatto, più che soddisfatto. Riconosceva quel sorriso presuntuoso che le spuntò perfido.

<<che cosa hai fatto ?>> chiese Ivan. Era un mistero da risolvere, era questo che forse lo attirava. Era il suo modo di nascondersi ed al contemplo mostrare tutto. Non si esponeva mai, dava in mostra solo quel che voleva, e sapeva come manipolarlo. Ed eccolo un altro sorriso suddolo sul volto.

<<cosa hai fatto ?>> ripetè con più calma, la stava inchiodando al muro con gli occhi, eppure lei si divertiva della confusione che gli provocava.

<<perché dovrei dirtelo ?>> la sua voce assunse un tono provocatorio.

<<perché eri nella mia cabina Kaliste ? Cos'è ti sono mancato ?>>

<<non manchi di presunzione, vero ?>> la giovane rise a quel vociferare che gli arrivò dritto alle orecchie.

<<mai>>

presunzione dovrebbe essere l'ultima parola dal tuo vocabolario

<<quindi che fai non rispondi ?>>

finisco per ammazzarlo se continua, e poi farei il ben servito servendolo a cena in pasto agli squali.

<<ti hanno mozzato sul serio la lingua questa volta ?>> ora anche il sorriso di Ivan colorò quel corridoio buio. Le mani della ragazza finirono irresistibilmente nel coltello che aveva in tasca, si lasciò accarezzare il palmo della mano da quella dolce lama. Si drogò di quel dolore che le produsse, per prendere un bel respiro e ridere ironicamente a quelle parole.

<<devi stare attento a quello che dici>> mormorò piano avvicinando all'orecchio scuro di Ivan. Le sue labbra toccarono il lobo delicatamente, e lo senti spostarsi più vicino con bramosia.

<<sennò ?>> la sfidò.
<<non hai coraggio di uccidermi...>

tu credi ?

Un cipiglio le nacque sul viso pregandolo di continuare quel monologo noioso.
<<mi minacceresti, ma saresti così divertita e finiresti con me come ai vecchi tempi>> gli fece di nuovo segno di continuare, perché sapeva che non sarebbe finita la. Una mano affusolata le afferrò il fianco, e la avvicinò al suo bacino.

<<perché tu Kaliste, sei fottutamente pazza>> lei annui per zittirlo. Era consapevole che non era una persona dai buoni morali, d'altronde amava l'alcol e il rum, cosa poteva aspettarsi ? di essere normale ?

<<sai invece io a cosa stavo pensando ?>> prese a leccarsi le labbra, con ancora il corpo di quel pirata attaccato addosso.

<<dimmi>> disse desideroso. Si aspettava che di riavere tra le mani la sua donna, voleva scartare quella bionda che era solo una distrazione, e lasciarsi trasportare dalla donna davanti a se.

<<forse, non dovrei>> cinguettò con una timidezza che non le appartiene. Nascose il viso di proposito fingendo di essere in imbarazzo. Guardò in basso al pavimento freddo, nel mentre lui puntava a lei e a nessun altro. Era questo che voleva fare catturare tutta la sua attenzione.

sei un pesce lesso come quello che ti ritrovi tra le gambe.

<<sai pensavo a com'era la sua pelle al tatto>> tutta la timidezza finta le scivolò e lo sguardo di Ivan si dipinse di un bianco intenso. Mollò la presa, eppure non si allontanò.

<<di chi ?>>

<<profumava di vaniglia, potevo sentirlo mentre le baciavo l'intero corpo>> continuò fissandolo. Tutto il freddo che disponevano lo indirizzò su di lui.

<<chi ?>> chiese ancora. Non era del tutto confuso, poteva solo a fare delle ipotesi.

<<per tutti i buccanieri il suo sapore era così delizioso>> si leccò in modo provocante le labbra. Ivan era lì che la osservava a due centimetri da lei. Si passò il police agli angoli della bocca e se lo leccò lievemente. Mugolò quando quel contato si scontrò con la sua lingua, sorrise ancora una volta beffarda.

<<posso sentire ancora il suo sapore>> dall'altra parte c'era solo un silenzio. La osserva da sotto le ciglia, ne era terribilmente attratto. Non riusciva a staccare gli occhi dalle sue labbra che compiva quel movimento suadente.

<<potrei stare ore a descrivere quanto sia stato divertente, ma sai già com'è no ?>> l'unico rumore che si senti durante quella notte, fu il suo ridacchiare.

<<smettila>> sputò rabbioso, eppure ancora e ancora era tutto ciò che di spietato che era in lei, che non lo faceva altro che avvicinare.

<<eppure mi fa pensare...>> si portò la mano fingendo il gesto di pensare.
<<che da come ha urlato il mio nome, tu non la soddisfi abbastanza>> Ivan la lasciò da sola quasi alla soglia della porta.

<<un pò di buon educazione voi uomini, non si dovrebbero lasciare le donne a vagare da sole>> una risata le uscì spontanea, sembrava una pazza ed è questo che amava, amava spaventare, amava ingannare, amava la vendetta, la trovava romantica e spietata.

Lui si protese e trovo il corpo nudo di Cristin sul letto. Il suo viso angelico era appoggiato e rilassato sul soffice cuscino. Si accorse del luccichio che proveniva dal mobile e si avvicinò all'istante. Una moneta d'oro si trova riposta in quel punto, la osservo la girò di poco, e riconobbe una piccola K

<<la medesima moneta>>



Prima di tutto come state ? cosa ne pensate ? la vendetta di Kaliste è stata efficace abbastanza ? Io spero vi sia piaciuto per qualsiasi consiglio che vogliate darmi potete sempre scrivermi. <3

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