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7.

In questo capitolo ho voluto lasciarvi il link di una canzone, ascoltatela quando troverete i versi su questo capitolo. È solo un consiglio, potrebbe migliorare le sensazioni di quello che state leggendo <3

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per scoprirlo.]

capirete quando ascoltarla miei cari topi di sentina.

Un brusio di voci infestava la stanza. Ancora incollata al lenzuolo bagnato, aveva la testa incredibilmente confusa. Corrugò la fronte più e più volte cercando di far sparire dal nulla quelle fitte contigue, che le pulsavano lungo tutto il capo. Sbattè le palpebre ripetutamente, la stanza si rese d'improvviso nitida alternandosi a una sfumata ombra.

<<stanno incominciando gli incubi, forse dovresti avvisarla non credi ? Dovrebbe avere il diritto di sapere la verità>> una voce sottile e flebile suonava leggera, Kaliste non riusciva a distinguere il punto da dove potesse invenire. Rimase immobile, non riconobbe quella voce. Poteva andare a intuito, fidarsi di quello che percepiva. Era un suono sottile, ma aveva un tono basso e baritonale. Sicuramente si trattava di uomo di una certa età. Possibile che fosse uno della ciurma, ma non ne era convinta.

Non sentì alcuna risposta a quella domanda, tutto taceva impercettibilmente. Si stava immaginando tutto ? Forse erano solo vivide allucinazioni. Fin quando una voce familiare le accorse alle orecchie.

<<non se ne parla, è solo uno stupido sogno>> Richard stava parlando. Sembrava contrariato, forse alquanto spaventato. Portava una mano tremante alla testa, come se non stesse credendo a ciò che vedevano i suoi arguti occhi da pirata.

<<sono tutte fandonie ! >> disse riecheggiando nella piccola cabina.

<<sono fandonie !>> ripetè, poteva sentire fin da dove era distesa quel tremolio nella sua voce. Poteva percepire che suo padre stava tremando anche se non poteva inquadrarlo. Si stacco da dosso il lenzuolo e si mise a sedere. Subito le persone presenti si voltarono sul suo volto scavato. Portava due occhiaie violacee che le decoravano il viso da un aria stanca. La luce soffusa le accarezzava la pelle umida e oleosa.

Per tutti i buccanieri
Pensò, sentii il suo corpo spossato. Ogni muscolo aveva abbandonato la sua forza, era come se ogni pezzo della sua carne fosse diventato molle. Scosse il capo lentamente individuando finalmente le due figure. Riconobbe l'uomo dalla voce sottile. Era l'uomo che aveva raccontato il mito. Il capello piumato dondolava allegramente sulla testa, i suoi baffi penzolavano dalle labbra, aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu solo un accenno. Il suo busto era coperto da una giacca bluastra che copriva il corpo alquanto magro. Entrambi la squadravano come se fosse un fantasma. Effettivamente i capelli erano un ammasso indecente, che scendeva disordinatamente lungo le spalle, e coccolava la schiena. Sentiva la testa troppo libera, si tastò la chioma indomata e si accorse che la bandana era scomparsa.

<<dov'è la mia bandana ?>> un sussurro uscì dalle sue labbra secche. Altrettanto il suo corpo era scosso da un gelido freddo. Le gambe coperte dagli spessi pantaloni sembravano incredibilmente troppo umidi, doveva aver sudato.

<<per mille balene, ma quanto ho sudato ?>> fece una pausa di rilessione cercando di decifrare quello che vedeva. Sostanzialmente due uomini muti che la fissavano indiscreti, passavo dalla loro pelle nuda e umida, alla veste bianca che stranamente portava.

<<vi hanno mozzato la lingua o l'ho fatto io nel sonno per caso ?>> le uscì una piccola risatina e il corpo fremette da un acuto dolore. Uscì una smorfia spontanea.

<<come sono finita qui ? E cosa è successo ?>> chiese ingenuamente.

<<Figliola ti sei solo sentita male, sicuramente il sole ti avrà un attimo scossa>> si ammutolì per un secondo guardando il signore affianco. Sembrava essersi rassegnato oramai. Possedeva un viso familiare sotto quel lunghi baffi bianchi e quel capello dalle lunghe piume.

<<la bandana della mamma la troverai sicuramente nel comodino accanto al letto>> Richard aggiunse lasciando la stanza insieme al vecchio. Prese in mano la sua banda e innalò il profumo di salsedine che emanava e immaginò sua madre che se la sistemava come stava facendo lei in questo momento. Si guardò allo specchio il viso vitreo addobbato da occhiaia pesanti. Si vestì frettolosamente e uscì dalla sua cabina.

ho bisongo di distrarmi, pensò


<<il re la colpí
quella dama rapí
nel mare
si rianimò
il cielo più intenso
nel mare immenso
quei ladri
qui guidò>> una voce sottile diede una nota melodiosa a questa cantilena, aumentando l'aria cupa del forte temporale. Tuoni violenti si fiondarono nelle teste dei marinai e l'acqua piangente scese lungo le loro vesti stracciate. Una remata più forte dopo l'altra in mezzo al mare che sapeva di pura violenza.

<<oh oh la gloria
corre nell'aldilà
nel volto
vivo o morto
lei ti seguirà>> schizzi d'acqua salata insieme alla pioggia fredda arrivarono con furia al vecchio che cantava solitario. Si sfregò la barba bianca inzuppata e sbuffo continuando cinguettare quelle note malinconiche.

<<oh oh
non c'è tregua
nella gloria vivrà
nel volto
vivo o morto
lei ti seguirà>> tutta la ciurma prese ad accompagnarlo come un sottofondo inquietante. Sillabarono ogni parola osservando con occhi spenti le onde prese dalla furia. Una torbida ombra possedeva l'ambiente circostante, sottomettendo i poveri uomini a remare con più difficoltà. In mezzo alla massa con il suo ammasso di capelli neri Minho era impegnato a trangugiare con un ammasso di legno, sotto la buffera cercò di legare qualcosa di incomprensibile. La sua faccia si dipinse in un espressione concentrata, le sue sopracciglia preserò a formare una lunga linea buffa e le sue ciglia inzuppate cercarono di mettere a fuoco quello che stava facendo per non rischiare di farselo cadere addosso. Si sforzò così tanto di tenerlo che un istante dopo scivolò rumorosamente facendoselo cadere addosso con un tonfo. Tutta una serie di tronchi lo investirono veloci raggiungendo il suo bacino e grafiandolo. Con difficoltà prese a spostare ciò che gli cadde sopra di lui ma con scarsi risultati provocando una ferita lungo la mano sinistra. I suoi occhi strabuzzarono da una parte all'altra, e piano piano riuscì ad alzarsi.

<<cazzo..>> sussurrò, fu quasi solo un sibilo quello che uscì dalla sua bocca. Gli arrivò un colpo in testa e si girò di scatto provocando un dolore lancinante al fianco. Sentiva un bruciore lungo tutto il bacino, il colpo non era stato propriamente violento eppure aveva riaperto la sua lunga cicatrice. Vide un signore che lo fissava sotto un lungo capello e gli disse.

<<dovresti andare in infermeria..>>
sentii un calore invadere le guancie nonostante la fredda notte.

<<io..>> per la prima volta non riusciva a formulare una frase sensata. Si era fatto male e sarebbe stato costretto ad andare in infermeria, e rivedere gli occhietti verdi di Charlie.

<<devi stai sanguinando>> riprese il signore con più fervore. Sembrava non volerlo lasciare andare, inchiodò i suoi piedi con un cipiglio sul volto.

<<niente scuse>> continuò osservando il ragazzo.

<<va bene signore>> si arrese ed entro al coperto diretto in infermeria. Passo sotto la luce soffusa del corridoio e un po' traballante arrivo ad una porta semichiusa. Incominciò a squadrarla in modo malsano, il dorso scuro del legno ,e la scrivania che si intravedeva all'interno. Non vedeva traccia di anima viva, se non un brusio di parole, forse nomi latini, non riusciva a distinguere bene. La porta si aprì definitivamente fino a scontrare gli sguardi di entrambi i ragazzi, le pupille nere di Minho erano incollate a quelle verdi di Charlie. Tutti e due restavano impalati sulla soglia senza muovere un muscolo, fin quando il silenzio venne rotto da una voce calma e leggera.

<<state sanguinando, entrate>> le uniche parole che si potessero sentire furono di Charlie. Era calmo e osservava il giovane bagnato che aveva davanti, non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso. Fu Minho ad arrendersi a quel gioco di sguardi e avanzo lungo una minuscola stanza, all'interno si trovava un letto striminzitto e affianco una piccola libreria.

"sicuramente libri di scienza" pensò Minho.

<<prego appoggiatevi qui>> Charlie continuava a proseguire una specie di conversazione nonostante il silenzio dell'amico. Minho non obbedì e si avvicinò alla libreria, sfiorando con il suo tocco i bordi delle copertine, erano spessi e ruvidi alcuni, tutti colorati da sfumature scure, non c'era l'ombra di colori sfarzosi internamente.

<<sono i miei libri quelli>> sussurro incerto affiancandosi al nero. Minho sobbalzò quando accanto gli passo la chioma chiara del fanciullo. La sua attenzione passò dai i libri a lui che ne prendeva con una delicatezza inumana, e ne sfiorava le pagine facendogli vedere quello che contenevano.

<<in questi libri c'è una buona percentuale di quello che ho appreso>> sorrise quasi orgoglioso. Sembrava un misto di timidezza e sfrontatezza, aspettò a lungo che l'uomo bagnato borbottasse qualche parola. Era così attento a puntare il suo sguardo sul corpo del compagno, che si accorse ogni tanto dipingeva il volto di un espressione di dolore.

<<sono sicuro che siate intelligente e orgoglioso di quello che avete appreso>> cinguettò Minho dopo svariati minuti.

<<se mi permette di aiutarvi con questa ferita allora si, sono estremamente orgoglioso>> un altro sorriso ingenuo face contrarre le lentiggini del giovane medico e di rimando un raro sorriso raggiunse pure sul viso del paziente.

<<permettetemi di vedere la ferita>> fu una richiesta gentile e subito delle braccia umide si mossero per slacciare la camicia fradicia. All'istante il suo sguardo cupo si appoggiò sul pavimento dall'imbarazzo.

<<potrebbe farvi male, un leggero pizzichio>> annui Minho ancora una volta silenzioso. Charlie si spostò per guardare la ferita, appoggiò le sue mani lungo il fianco del ragazzo, che si dovette trattenere da sobbalzare da quel contato. Il medico prese un liquido racchiuso in una boccetta e un fazzoletto di stoffa.

<<dovete trattenere per cinque secondi il respiro, mi avete capito ?>> subito dopo il paziente di rimando annui. Con Minho appoggiato al lettino e Charlie quasi tra le sue gambe, la loro vicinanza creava una tensione che si poteva tagliare con un coltello. Nonostante il ragazzo fosse bagnaticcio, entrambi i loro corpi emanavano un certo calore.

<<siete pronto ?>> chiese con la boccetta in mano.

<<si>> un leggero sussurro si innalzo lungo la cabina. Charlie agì in fretta, gettò il liquido percorrendo tutta la ferita e subito il ragazzo reagì sotto il suo tocco afferrando il medico per il braccio, Minho comincio a sentire il bruciore familiare e si tenne a Charlie come se fosse la sua unica speranza. Rimasero per un secondo fermi per la loro vicinanza, poi riprese a medicare la ferita.

<<stiate calmo, parte delle vostre piastrine hanno già riesumato il tessuto>> Minho parve confuso da quello che il ragazzo blaterava.

<<state già guarendo, non è molto profonda la ferita>> cercò di trovare parole più semplice e sorrise non appena il fanciullo gli diede accenno di aver capito.

<<questa ferita c'è l'avete da tanto ?>> provo ad indagare Charlie. Da bravo medico aveva capito che quelle ferita di era solo riaperta perché era stata chiusa male la prima volta.

<<si>> sussurro Minho. All'improvviso si alzò e scomparve dietro la porta.

<<aspettate...>>
<<devo medicarvi anche la mano>> urlò a perdi fiato, l'uomo dalla raffinata eleganza aveva già lasciato la stanza.

La cabina si spalancò e apparve il viso pungente di Kaliste.

<<di nuovo tu ? non riesci a starmi lontano ?>> sbuffò irritato drake. Eppure nonostante quella ragazza fosse irritante, catturava comunque la sua maledetta attenzione.

<<ho portato un gioco francesino ! >> fece un gesto teatrale mostrando ciò che teneva in mano. Era una scatola in legno scuro, possedeva un piccolo lucchetto d'argento al centro di essa. Tutto l'intero oggetto era contornato da intagli curiosi, sicuramente doveva essere opera di un artigiano.

<<cos'è quell'aggeggio ?>> cinguettò questa volta con una nota di curiosità. Si trovava seduto a un tavolo, sfregandosi repentinamente i capelli e rendendoli più spettinati del solito. Aveva bisogno di un bagno caldo e di un letto, non riusciva più a dormire in quella brandina. Continuava a fargli venire il torcicollo, non era abituato a tutto questo.

<<scacchi, bellezza>> pronunciò muovendo lentamente le labbra carnose, mosse il suo sinuoso corpo verso il tavolo, e appoggio ciò che teneva facendoglielo vedere da più vicino. Al fanciullo calò lo sguardo lungo le forme del suo seno scoperto, successivamente passo alle sue labbra, che incominciò a torturare con i denti, in seguito ai suoi occhi sempre contornati da un nero, infine alla sua solita bandana.

<<che hai da fissare bellezza ?>> mormorò come suo solito. La sua lingua era fatta per inondare le orecchie di un amara ironia. Non le staccò gli occhi di dosso, osservo il modo maschiaccio in cui si sedette sulla sedia per fronteggiarlo. Kaliste poggio le sue lunghe gambe fasciate da un paio di pantaloni nel tavolo a un millimetro da lui.

<<niente, piccola pirata>> sorrise alla donna che lo guarda con sguardo di sfida. Le sue gemme  nere si incollarono a quelle dell'uomo avanti.

<<non osare chiamarmi così francesino, sai che fine fai se mi infastidisci>> prese in mano un coltellino affilato e se lo passo lentamente con sessualità tra le mani, lo osservava come se bramasse di infilzarlo. E forse lo desiderava davvero, non avrebbe avuto dubbio che quelle pozze nere avessero visto parecchio sangue.

<<vous êtes très belle>> in un modo così spontaneo le labbra del fanciullo bofonchiarono questa parole. La luce scarsa illuminava il suo volto che si stava avvicinando a quello della pirata. Un suono gracchiante riecheggiò nella stanza. Uno schiaffo arrivò al giovane e dipinse il volto di un espressione di dolore.

<<siete sempre così violenta ?>> chiese ridendo. Kaliste lo guardò sotto le ciglia lunghe, nel mentre che lui si leccava le labbra, e si rilassò contro la sedia.

<<voi parlate in una lingua comprensibile e potrei essere più docile>> sorride a sua volta beffarda. Ora era lei che si stava avvicinando al suo viso, sposto le sue gambe dal tavolo e si sedette avvicinando il busto più avanti.

<<peggio per voi che siete una completa ignorante>> drake dipinse il volto di un espressione divertita, si stava divertendo ad infastidirla. Era riuscito nel suo intento, infatti Kaliste gli puntò il coltello che prima teneva sensualmente nel suo viso. Premette la punta sotto il mento, fermando tutti altri movimenti. Entrambi i visi erano rivolti uno verso l'altro, si stavano mangiando attraverso il loro stessi occhi. Si divertivano incredibilmente entrambi, era un gioco di sfida e nessuno si sarebbe arreso per primo.

<<volete giocare ? per oggi giocheremo a scacchi>> ed è così che la giovane mise spazio tra di loro, mettendo in avanti la scatola che aveva gentilmente portato.

<<sapete giocare ?>> domandò a Drake, che annui di rimando.

<<la sapete la teoria dei pirati ?>> a questa domanda la curiosità si impossessò del fanciullo. Scosse la testa pregandola di continuare e spiegare. Con un gesto fulmineo sbloccò la serratura della scatola e sistemo le pedine lungo la scacchiera. Lui prese ad aiutarla mettendo apposto la sua parte, ogni tanto le loro mani si toccarono sotto un silenzio prolungato. Non era imbarazzante, era un silenzio studiato prima di un ardua sfida.

<<allora muovetevi a spiegare questa teoria dei pirati>> sputò Drake con ancora la curiosità nel palato. La ragazza accarezzo le pedine, sfiorandone ad una ad una sotto uno sguardo indagatore. Prese il re fra le sue mani e lo portò all'altezza del viso, si passò una lingua fra i denti per poi bagnarsi le labbra.

<<il re sarebbe la nave, simbolo del mare. Ciò a cui tutti i marinai sono legati, lo spirito marinaresco, che ci lega e che ci fa stare uniti, come ciurma. Nonostante l'indole violenta e traditrice del pirata, non abbandonerà mai il mare. Siamo come nati sulla salsedine stessa dell'oceano>> inizió a spiegare tranquilla prima di essere interrotta.

<<perché lo fai ?>> si sporse in avanti per tenerla più vicina. Le punte dei nasi potevano quasi sfiorarsi. La mano di Kaliste scivolò nuovamente nel coltellino, circondandolo con le sue dita affusolate.

<<noia, francesino>> sospirò. Una mano veloce riuscì a sfiorarle le piccole treccie che teneva davanti, che scendevano con dei ciondoli colorati. Si spostó dal suo tocco e blatterò.

<<per tutti i buccanieri, smettetela ti interrompermi>> sbuffò infastidita.

<<dicevo...tutte le altre pedine sono la ciurma, chi ha un grado più alto avrà pedine più importanti e chi più basso sarà i pedoni. Il capitano stesso è sottomesso al mare, si deve sacrificare per il suo re>> con sorriso di sfida fece la prima mossa.

<<giochiamo, bellezza>> bisbigliò.
<<Oui>> pronunciò calcando per bene la parola, la ragazza si accigliò sul posto e il giovane sfornò un sorriso di divertimento.




ciaoo, vecchi topi di sentina. Spero vi sia piaciuto questo capitolo. Questo è il capitolo più lungo che per ora ho scritto in vita mia HAHAHAHA
Come vi sembrano i personaggi ? vorrei tanto sapere le vostre opinioni qua sotto nei commenti <3

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