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The Walking Dead

Un turbine in belstaff nero e sciarpa blu irruppe nel Barts Hospital e, subito dopo, nell'obitorio, seguito a ruota-anche se con meno veemenza e teatralità da drama queen-dal suo blogger di fiducia.
Sia Molly che Lestrade, immersi fino a quel momento in una conversazione, sussultarono.
-Allora, dov'è?-domandò subito il detective, facendo saettare famelico lo sguardo sui tavoli dell'obitorio.
Che erano, però, desolatamente vuoti. Privi di qualsiasi cadavere, vivente o meno. Che fosse stato messo in un altro dei tanti laboratori??
Ma le espressioni sui volti della patologa e dell'ex Auror erano gravi e decisamente piene di preoccupazione, facendogli scartare quel'ipotesi. Quest'ultimo, con un sospiro, porse al detective una banconota da dieci sterline.
-...Al momento non ho dietro galeoni, ma rimedierò domani. Ero certo che avrei vinto io stavolta...-sospirò, con evidente delusione.
-Io non sto capendo-intervenne John, perplesso.
-Per una volta non sei l'unico, mio caro John-concordò il detective, assottigliando lo sguardo, la banconota ancora in mano.-Non ditemi che il "cadavere" è scomparso.
-Risposta esatta-bofonchiò lo yarder, con una smorfia, confermando i suoi sospetti.-Non so neppure da dove cominciare a...!
-Comincia dall'inizio-lo spronò il detective, con un pizzico di ironia nella voce.
-Allora lascio la parola a Molly-ribattè Greg, lanciando un'occhiata alla patologa.-È stata lei, in effetti, ad avere un... incontro col cadavere sconosciuto. È non era neppure la prima volta.
Davanti allo sguardo dubbioso e sconcertato di John, e quello indagatore e intento di Sherlock, la patologa iniziò a raccontare.

-Ricordate, alla festa di Rosie, quando vi parlai di quel corpo donato alla scienza e "misteriosamente scomparso"?-iniziò, con voce ferma: anche se giocherellava nervosamente con una penna presa dalla tasca del camice. In effetti, il detective notò altri strani segni: i capelli, legati come al solito in una coda, erano più spettinati del solito, e aveva uno strano colorito in volto: solo in quel momento notò, sul polso, uno strano segno violaceo, insieme a un graffio sottile, e non riuscì a reprimere un sussulto.
-Cosa hai fatto al...??-fu infatti la prima domanda che fece istintivamente. Ma lei non gliela lasciò neppure concludere.
-Ci arriverò subito. Comunque sto bene, grazie per l'interessamento.
-Non ho detto di essere interessato-borbottò il detective, come se si fosse pentito della domanda quasi posta, ma distogliendo lo sguardo con una punta, forse, di imbarazzo.
Molly si lasciò sfuggire un sorriso leggero.
-Vuoi che lo controlli?- si offrì solerte il medico.
Lei scosse la testa, osservando per un istante il taglio che era, in effetti, leggero.
-Non è nulla, davvero. Ci ho già pensato io. Ha già smesso di sanguinare-minimizzò.- Comunque, ho trovato il famoso cadavere. O meglio, lui ha trovato me-riprese, con anche lei una sfumatura di ironia nel tono.-Il Barts, come potrete immaginare, era già deserto. Io ero rimasta per classificare alcuni corpi. Quando... Ho sentito qualcosa prendermi alle spalle e... cercare di strangolarmi. Sono riuscita a divincolarmi, mi sono girata... E l'ho visto.

Molly non riuscì a trattenere un sospiro leggermente tremante: ma, dopo aver preso fiato, proseguì, cercando di tenere la voce salda.
-Era lui. L'uomo che tecnicamente avrebbe dovuto essere morto quasi un mese fa-proseguì, mentre gli occhi di John si facevano sgranati.
-Molly... Perdonami, ma... Ne sei assolutamente certa? Non che io dubiti di te, ma...
-Più che certa-annuì lei, con serietà.-Non scusarti, John. Fatico ancora io stessa a crederci. Ho cercato di colpirlo con ogni incantesimo possibile e inimmaginabile, ma non ho sortito alcun effetto. Solo con un "Incendio" sono riuscito a farlo un po' arretrare. Ma non a fermarlo.
Gli occhi del detective si assottigliarono.
-In un tentativo disperato, ho afferrato una siringa contenente distillato soporifero puro. Rilassa i muscoli dei cadaveri dopo il rigor mortis-spiegò, vedendo lo sguardo interrogativo di Lestrade.-Fortunatamente, ha funzionato. Quello... Non so neppure come chiamarlo... Zombie??
-Prova con "Inferius"- suggerì Sherlock, con un tono cupo, mentre Molly sgranava gli occhi, allibita.
-È impossibile! Conosco gli Inferius, e quello non lo era di certo!
-Non ho mai detto che fosse uno di quelli... normali-precisò il detective, con aria sempre più grave.-Ormai è chiaro. Questo è il secondo esemplare potenziato che vediamo.
-Credi che quello incontrato da Rosie a Notturn Alley fosse un altro?-domandò John, che aveva, come l'amico, collegato i due eventi quasi subito, già da quando Lestrade aveva parlato di un "cadavere che cammina".
-Rosie ha descritto un uomo giovane, forse sulla trentina, dai capelli castani. L'uomo descritto da Molly al compleanno di Rosie era sulla sessantina-gli ricordò il detective, e un pizzico del suo tono da "Ma devo sempre spiegarvi tutto??" tornò a farsi sentire.-Comunque, visto che non potrò neppure esaminarlo siamo a un punto morto. E non è un modo di dire, in questo caso...

-Quindi... sei riuscito a tramortirlo col distillato soporifero-John riprese il filo del discorso, ignorando il commento sarcastico del detective.-E poi??
-Dopo averlo tramortito, ho fatto l'unica cosa possibile-riprese Molly, più tranquilla, come se raccontare tutto l'accaduto a voce alta l'avesse liberata dalla tensione.-Sono riuscita, anche se a fatica, a metterlo su uno dei tavoli dell'obitorio. Non sapevo quanto sarebbe durato l'effetto del sonnifero, e non ero certa che un Incarceramus l'avrebbe trattenuto. Quindi l'ho legato con delle normali cinghie, e poi l'ho chiuso a chiave nel laboratorio. Subito dopo, ho chiamato Greg per avvisarlo. Era al Ministero della Magia
-E io sono stato ben lieto di filarmela, visto che stavo intrattenendo un colloquio non esattamente cordiale con... un nostro comune "amico". Voleva che ti estromettessi dalle indagini.
Sherlock emise uno sbuffo.
-Credevo che l'intervento di mio fratello all'interrogatorio l'avesse fatto desistere.
L'ex auror scosse la testa.
-Il rancore di Gregson verso di te non è così facile da spegnere.
-Curiosa scelta di termini...-mormorò il detective, lanciando un'occhiata d'intesa, a John, che non riuscì a reprimere un leggero sogghigno.
-... Di che state parlando voi due?-fece Lestrade, confuso.
-Te lo spiego dopo-fece il medico, voltandosi nuovamente verso Molly, che concluse il suo racconto.
-Il Barts era deserto già da molto prima che subissi l'aggressione-proseguì lei.- Ma quando Greg è arrivato, abbiamo scoperto che il cadavere era sparito. Così. Semplicemente. Senza lasciare traccia.
-Questo è ancora tutto da vedere-la contraddisse il detective.-Devo solo esaminare il laboratorio. Qualche traccia ci sarà di certo. Tutti lasciano qualcosa, che lo vogliano o no.
La patologa si strinse nelle spalle.
-Puoi farlo, se credi. Ma avevo bloccato la porta con un Alohomora, e quando sono tornata l'incantesimo non era stato nemmeno infranto. E, come sai, le stanze sono a prova di Materializzazione.

-Come sia sparito ha poca importanza, ora come ora. Quello che importa, invece, è che non posso più esaminarlo. Se avessi anche solo...-ribattè il corvino, lasciando in sospeso la frase, e tamburellando le dita sul tavolo di fronte a cui erano rimasti seduti sino ad allora, finché i suoi occhi si illuminarono di colpo.-Molly, alzati!-ordinò poi, lasciando tutti sconcertati, la diretta interessata per prima.
-... Perché?
-Non fare domande! Fallo e basta!-ordinò di nuovo il detective, nel suo solito modo imperioso e frenetico.-E chiudi gli occhi!
Lei, seppur dubbiosa, eseguì: subito, il corvino le pose entrambi le mani sulle spalle, facendola intanto girare su stessa senza alcun apparente motivo.
John, a quel punto, intervenne, allibito.
-Sherlock! Si può sapere cosa diavolo stai...?!?
-Ho bisogno che tu ti concentri!-fece Sherlock ancora, rivolto a Molly, senza dargli retta, e continuando quella sorta di bizzarro girotondo.-Devo massimizzare la tua memoria visiva. Cerca di ricordare tutto quello che puoi sul... cadavere che ti ha aggredito. Segni particolari sulla pelle,  colore degli occhi! Qualsiasi cosa!
-Sherlock, io...
-Shh! Concentrati e basta!-la zittì lui, mentre Lestrade, dapprima attonito, soffocava una risata, e John alzava gli occhi al cielo, avendo finalmente compreso ciò che l'amico stava facendo. Era già accaduta una cosa del genere, in passato. Solo che a fare il girotondo era stato proprio lui.-In media la memoria degli esseri umani è precisa solo al quarantadue percento! Devo potenziarla quanto più possibile per...!
-Ma a me non serve! -protestò la patologa, aprendo finalmente gli occhi, forse un po' seccata.-Potresti fermarti, così te lo dimostro?? Mi sta girando la testa...-aggiunse, con una smorfia.

Il detective, seppur scettico, obbedì, mentre Molly apriva uno degli schedari e ne tirava fuori una cartellina, mettendola poi sul tavolo.
-Nel breve tempo che ho avuto a disposizione prima che arrivasse Lestrade, sono riuscita a scattare un po' di foto. E anche a prendere  un campione di sangue-spiegò, stringendosi nelle spalle. Sherlock si trattenne a stento dal mostrare la sua incredulità, mentre si sedeva e lo sfogliava: forse l'aveva sottovalutata. E non era neppure l'unica volta che compiva quell'errore.- Ma soprattutto, sul palmo della sua mano c'era un simbolo che...
Si interruppe, strizzando gli occhi.
-... Molly, che c'è? Non ti senti bene??-domandò subito John, sollecito.
-Forse il giro sulla giostra di Sherlock era troppo veloce?-fece Lestrade, scoccando un'occhiata ironica al detective, che lo fulminò dirimando con lo sguardo, e John soffocava una risatina.
-No... Non è niente-mormorò lei, con un sorrisino leggero, poco convinto.-Dicevo... Non ho fatto in tempo ad analizzare nulla, ma ho preso dei campioni di pelle, e il simbolo che...
La sua voce, sull'ultima parola, si fece più flebile, mentre i suoi occhi si chiudevano di nuovo, e perdeva completamente i sensi: sarebbe caduta sul pavimento, se lo yarder, che era il più vicino dei tre uomini, non si fosse affrettato a balzare in piedi e a prenderla tra le braccia appena in tempo.

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-Questa è l'ultima volta che ti tolgo le castagne dal fuoco!
La figura china sul calderone fumante continuò a rimescolare il liquido di colore sulfureo, incurante del tono chiaramente adirato del suo interlocutore.
Che, però, proseguì, imperterrito.
-Giá la prima volta abbiamo rischiato grosso! Grazie a Merlino c'è stata la questione della Magia Minorile che ha distolto l'attenzione, altrimenti...!
La sagoma, stavolta, lo interruppe, sollevando una mano.
-Come ti ho già spiegato, quello è stato un incidente. Uno dei miei primi tentativi. Per il secondo, avevo comunque già intenzione di mettere a tacere quella ficcanaso della patologa. Stava attirando troppa attenzione sui miei... furti di materie prime negli ospedali. Comunque, tranquillo. Tra un paio di mesi il veleno che avevo applicato sulle unghie dell'Infero le arriverà al cuore e lo fermerà. Tutti penseranno ad un infarto. È virtualmente impossibile che qualcuno scopra quel veleno. O il suo antidoto. Ma il mio sicario non avrebbe dovuto attivarsi ora.-Schioccò la lingua, seccato.-L'incantesimo non è completo. Non funzionerà mai, in questo modo. Non riesco a piegarli completamente.

-E quando, allora?? -lo aggredì l'altro, ancora più furioso.-Devi tenerli a bada, quei cosi! Se non avessi sentito la telefonata di quell'ex Auror da quattro soldi, a quest'ora la notizia "Cadaveri deambulanti seminano il terrore a Londra!" sarebbe sulla prima pagina della Gazzetta del profeta!
- Non è quello che vuoi, alla fine?-domandò la figura, con una punta di ironia.-Seminare il panico. Per poi mettere in ridicolo e...
- Ma non così!-lo interruppe l'altro, tra i denti.- Dobbiamo tenere un profilo il più basso possibile, finché non troviamo l'incantesimo completo! E se quel maledetto di Holmes riuscisse a...!
- Non risalirá di certo a me. E neppure a te, se è per questo. Perché dovrebbe?-gli rammentò il primo, con ancor più ironia, aggiungendo due gocce di liquido bluastro alla miscela solfurea, che ribollì per una frazione di secondo.-E comunque, se anche fosse, ho in mente per lui un caldo benvenuto. Lo sto già preparando. Anzi... Quasi quasi non vedo l'ora...-aggiunse, con un sorrisetto maligno.
- Io assolutamente no-bofonchiò il secondo, per nulla rassicurato.-Piuttosto, abbiamo bisogno di trovare questo maledetto incantesimo completo. Altrimenti sarà stato tutto inutile.
- Lo troveremo-lo rassicurò l'altro, aggiungendo alla miscela, stavolta, una fine polverina bianca.-Un tempo mi disse che l'aveva nascosto "nel luogo più impensabile".
- E sei certo che fosse proprio Hogwarts?
- Non posso dirlo con certezza-ammise, rimestando la pozione con un mestolo.-Ma è quello più plausibile. Del resto, chi nasconderebbe il tomo più oscuro di tutti i tempi sotto il naso di scolaretti innocenti? Solo James potrebbe esserne capace. Per questo mi è sempre piaciuto.
Sull'ultima battuta, la miscela, finalmente ultimata, si tinse di un colore simile al piombo fuso, sollevando nell'aria, per un breve istante, una nuvoletta di fumo argenteo.
Il ghigno della figura si fece più ampio.
Vieni, Sherlock Holmes. Ti aspetto.
No, anzi.
I tuoi peggiori incubi ti aspettano...

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