Diagon Alley
A Rosie, quel giorno, sembrava di camminare ad almeno un palmo da terra, tanta era la sua gioia e il suo entusiasmo: girava la testa a destra e a sinistra, continuamente, avida di cogliere tutta la magia che la circondava.
Era già stata a Diagon Alley: ma aveva appena quattro anni, ed era troppo piccola per ricordarne i dettagli.
Inoltre, quel giorno era lì per acquistare ciò che gli sarebbe servito per andare ad Hogwarts: ancora non riusciva a crederci.
- Credo che dovremmo incominciare dalle divise, quindi dal negozio di Madama McClan...-osservò sua madre che, insieme a suo padre, camminavano a braccetto poco dietro di lei, consultando la lista che Rosie aveva trovato nella busta insieme alla lettera di accettazione.- Poi potremmo passare al Ghirigoro per i libri di testo, e...
- ...E la bacchetta magica?? Non potremmo prima prendere quella??-la interruppe Rosie, quasi saltellando per l'agitazione: non vedeva l'ora di possederne una!
-Sarebbe illogico prendere prima quella, piccola Watson.-Si intromise una voce baritonale poco alle spalle di sua madre.- La scelta della bacchetta magica giusta spesso può anche protrarsi per più di un'ora, e ciò toglierebbe tempo agli altri acquisti necessari.
John alzò gli occhi al cielo.
-Tralasciando l'inutile enfasi, devo ammettere che il consulente investigativo qui presente ha ragione- ammise, dandole poi, vedendola un po' delusa, una carezza sul capo biondo.- Ma stai tranquilla, presto la avrai.
-La mia non è un'inutile enfasi, ma solo precisione-ribattè Sherlock, scoccando al medico un'occhiataccia.
-Inoltre, mi chiedo come mai ti sia unito a noi... Tu odi fare acquisti-osservò però lui, inarcando un sopracciglio.
Sherlock si strinse nelle spalle.
-A casa mi annoiavo. E ho finito gli occhi di tritone.
John scosse la testa, emettendo uno sbuffo che, però, era più simile ad una risata. Il leggero malumore di Rosie, intanto, era già svanito: quel giorno, probabilmente, nulla sarebbe stato capace di scalfirla.
Inoltre, rifletté, c'erano tantissimi altri oggetti, nella lista, meritevoli della sua attenzione: il kit base per le pozioni, i testi magici... Per non parlare di tutti gli affascinanti negozi distribuiti nelle vie di Diagon Alley, compreso "I tiri vispi Weasley"... Anche se quest'ultimo non era precisamente necessario, non vedeva l'ora di darci un'occhiata.
Peccato solo che non potesse anche portare un manico di scopa personale, pensò con un pizzico di dispiacere, mentre passavano di fronte ad "Accessori di prima qualità per il Quidditch", dove parecchi ragazzini della sua età-ma alcuni anche più grandi-premevano il naso contro la vetrina, ammirando i nuovi e migliorati manici di scopa in esposizione. Aveva in verità, a casa, una piccola scopa giocattolo-regalatale per il suo terzo compleanno- ma ne bramava una vera e propria, decisa a seguire le orme di suo padre che, come più volte le aveva raccontato, era stato Cacciatore.
Gettò un'occhiata allo zio, che camminava in quel momento proprio al suo fianco, e sorrise: era felice che si fosse unito a loro, quale che fosse il vero motivo.
Da quando aveva memoria, quel bizzarro consulente investigativo era stato parte integrante della sua famiglia; e, cosa non meno importante, era il suo padrino.
Chi non lo conosceva bene, sentendo solo i suoi commenti sarcastici o pedanti, talvolta anche taglienti, l'avrebbero definito una persona fredda. Ma Rosie sapeva bene che la sua era solo una posa, nulla di più.
Gli strinse dunque una mano, con delicatezza.
E lui, con un breve sorriso, rispose a quella stretta, camminando con lei fianco a fianco.
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-...Allora, come mi sta?
Rosie, in piedi su uno sgabello, fece un piccolo giro su sé stessa, le braccia appena distanziate dal corpo, permettendo ai genitori e allo zio Sherlock di ammirare la veste di stoffa nera che Madama McClan-una strega tarchiata e dal viso amichevole- le aveva fatto indossare, e che era in quel momento intenta a sistemare con alcuni spilli, accorciando le maniche e l'orlo.
- Ti sta benissimo, tesoro...-disse sua madre, sorridendole, ma con una voce strana, come se...
Rosie sgranò gli occhi.
- Mamma!! Non piangere!!-le disse subito, sorpresa; notò che anche suo padre aveva gli occhi decisamente più lucidi del consueto.
-Ma che vi prende, a tutti quanti??-esclamò, attonita, mentre la madre si asciugava velocemente una guancia, sistemandole poi con un gesto materno il colletto della divisa, scostandole dalle spalle i boccoli biondo miele.
- Niente di preoccupante, mia cara. -Si intromise Madama McClan, con un sorrisetto, appuntando gli ultimi spilli sulla manica.- Credo sia un semplice caso di "orgoglio genitoriale". Non è la prima volta che mi capita di assistervi-aggiunse, in tono saputo, mentre sia sua madre che suo padre emettevano una risatina un po' imbarazzata: suo padre, addirittura, fece uno strategico colpetto di tosse, anche se gli occhi rimasero lucidi, mentre le sorrideva.
Rosie si unì alla risata, e si rimirò allo specchio a figura intera, scoprendosi lei stessa profondamente emozionata.
L'unico rimasto stranamente in silenzio era proprio Sherlock, che aveva anche distolto lo sguardo da lei, tenendolo fisso, chissà perché, su un manichino che indossava un mantello da mago color porpora con alamari dorati, esaminandolo con molta attenzione. Forse fin troppa.
I casi erano due: o era interessato ad acquistare quell'indumento così appariscente, o...
-Zio!! -esclamò Rosie, stupita.-Non dirmi che anche tu stai...?!
-... Certo che no! Come ti viene in mente??-ribattè lui all'istante, voltandosi, e indicando poi il manichino con un cenno del capo.- Stavo solo valutando l'ipotesi di acquistare questo. Credo che Mycroft l'apprezzerebbe. È proprio nel suo stile.
Lei inarcò un sopracciglio, scettica, e subito notò che, nonostante avesse tentato in tutti i modi di nasconderlo, i suoi occhi, proprio quelli dei suoi genitori, erano decisamente lucidi.
Trattenne a stento un sorriso.
-Abbiamo quasi finito, cara-disse la Mc.Clan, agitando la bacchetta verso un cestino, che levitò fino a lei, e in cui ripose, in una spoletta, gli aghi che non aveva utilizzato; estrasse poi dalla tasca un metro a nastro, che gli avvolse intorno alla vita.-Devo solo prendere le ultime misure. Voltati un secondo, per favore.
Rosie ubbidì, e si voltò nuovamente verso lo specchio: solo in quel momento, si accorse di un ragazzino della sua stessa età, appoggiato alla parete nell'angolo opposto del negozio, intento a leggere un libro, mentre una coppia-sicuramente i suoi genitori-esaminava le stoffe esposte sugli scaffali; aveva i capelli biondi, un po' disordinati.
Lui, avvertendo forse il suo sguardo, alzò gli occhi-che erano di un verde molto scuro- e le fece un timido sorriso, che lei vide attraverso lo specchio.
Lo ricambiò, incuriosita.
- Ecco, cara. Ho finito. -Madama McClan sorrise ai suoi genitori.- Sarà pronta tra una ventina di minuti. Sono spiacente di non potergliela consegnare subito, ma, come capirà, abbiamo una grande richiesta in questo periodo.
- Nessun problema- la rassicurò John, restituendole il sorriso.- Abbiamo comunque ancora degli acquisti da fare. Passeremo più tardi.
Rosie si tolse velocemente la tunica nera dalla testa, consegnandola nella mani della sarta, e scese dallo sgabello.
-...Che fai, non lo compri?-domandò John al detective, con un sorriso sornione, indicando il mantello.-Eppure, sembravi così interessato...
Mary soffocò una risata, e Sherlock fece un ironico mezzo sorriso, forse un po' imbarazzato, consapevole di non aver ingannato nessuno.
-La prossima volta, magari...-ribattè però, altero.
Anche Rosie soffocò una risata, mentre seguiva lui e i suoi genitori fuori dal negozio.
Prima, però, non riuscì a resistere dal lanciare un'ultima curiosa occhiata al ragazzino che stava, in quel momento, salendo come lei su uno sgabello, affidando il libro che stava leggendo alla madre, e di cui Rosie riuscì stavolta a leggere il titolo.
Sorrise: era "Storia di Hogwarts".
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