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Seven


"Questa storia partecipa alla Soulmate Challenge indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp"



- Marco e J sono in viaggio di nozze, J trova il modo di incontrare l'autrice del libro che sta leggendo a cui si sente tanto legato. Ma l'autrice è scomparsa ma gli ha lasciato tracce di ciò che J cerca.
I documenti da cui ha tratto ispirazione per Don't Blink. -

__________

(*)I fogli caddero a terra, era là nero su bianco, i lineamenti, l'espressione...
Era pazzesco come improvvisamente tutto gli fosse chiaro.
Erano sempre loro, aveva sempre avuto quella sensazione adesso aveva le prove che era tutto vero. Lui e Marco si erano rincorsi, inseguiti amati attraverso il tempo e la maledizione, che era dolorosamente reale li aveva tenuti distanti.
Quella foto, era lui, più giovane, triste con quella sgualcita divisa militare. Era impossibile eppure era davvero lui. In Germania.
E quel ritratto, era sempre lui, in Italia... Era Davide, ne era certo. Se lo sentiva a pelle. J si portò la mano alla bocca e si sedette tremante. I documenti che BlueRoar aveva lasciato per lui erano devastanti.
Tutti quei sogni, quegli incubi... Vance, il dolore, la sua voglia.
Oh mio Dio la sua voglia era quello che gli voleva raccontare, la morte del cigno, quando tutto si era originato.
Dolce Kýknos, J si passò la mano sul collo. Era stato Vance, lo aveva perseguitato nel tempo, allontanandolo dal suo Marco e uccidendolo ogni volta... E se fosse accaduto ancora?
Aveva il terrore che Vance apparisse nuovamente per portargli via tutto, i suoi figli, suo marito... Non lo avrebbe ucciso, la morte sarebbe stato un dono agli occhi di Vance. No, avrebbe distrutto ciò che più amava e tramutato il suo sogno in un incubo.
J prese un foglio, doveva trascrivere quelle sensazioni, ne sentiva il bisogno. Così le parole iniziarono a giungere a lui, dal profondo della sua anima...



(2*)Sollevi lo sguardo verso il cielo. Il sole tramontava di nuovo eppure, sai che stavolta sarà diverso. Quello sarà il tuo ultimo tramonto.
Non riprenderai mai più la forma di cigno, ma non rivedrai mai più i suoi occhi. Quello sguardo cupo in cui hai imparato a vedere la dolcezza. Ti amava davvero? Ne era capace? Di certo tu sì, anche se all'inizio ne avevi paura. Anche se ti ha imprigionato e ferito.
Non eri felice e non lo hai capito finché non ti sei ritrovato tra le sue braccia. Volare nel cielo per Apollo era bello, ma non ti sei mai sentito davvero libero. Non come quando Massimo ti ha baciato con passione per la prima volta. Non senti dolore, non senti più nulla.
Qualcuno ti sfiora, ti chiama. Quella è la sua voce, sono le sue mani.
«Ti prego non lasciarmi...»
La sua barba scura appare davanti ai tuoi occhi, i suoi occhi neri sono pieni di lacrime. Non credevi potesse piangere per te, è bello che sia l'ultima immagine che vedrai pensi.
«Se non resterai dovrò venire con te...» senti qualcosa di metallico, ti ha messo una lama in mano, il suo pugnale.
dirige le tue mani verso il suo petto. Vorresti dirgli di fermarsi, ma non ne hai le forze. La freccia ti ha trafitto la gola, ti porta via la vita, ti toglie il respiro e la parola.
Massimo stringe le tue mani e affonda il pugnale nel suo petto. Percepisci il sangue sulla tua pelle.
Ci ritroveremo, in un altro tempo... in un'altra vita...
Lo speri e non dovresti, Apollo vi ha maledetto, Artemide ha guidato la mano che vi ha ucciso. Forse non dovreste rivedervi mai più, forse dovresti sperare che la maledizione che ti ha colpito non coinvolga l'uomo che ami. Sei così egoista se non lo puoi sperare? Una vita senza di lui non avrebbe alcun senso.

J si fermò, Kýknos era la sola cosa certa... poi i suoi ricordi si confondevano così tanto... Faticava a radunarli.
Sapeva che quelle vite erano state sei, sei vite prima di quella.
Ma riprese a scrivere, perché le parole premevano nella sua mente e doveva lasciarle fluire fuori da sé...



(3*) Ti sei sdraiato su quel legno duro e hai cercato di coprirti con quel sacco lercio e puzzolente.
Non vuoi piangere e dare loro soddisfazione. Ti hanno dato della ragazzina, quando ti sei dovuto spogliare davanti a loro ti hanno guardando ridendo "Allora ce lo hai il cazzo, quando ti ho visto così profumato e curato credevo avessero sbagliato e avessero preso una ragazza.".
Ti sono venuti a prendere e a nulla sono valse le lacrime di tua madre.
"Mi renderai fiero di te proteggendo il sacro suolo dagli infedeli". Così ha detto tuo padre, mentre il tuo piccolo fratello ti guardava con i suoi grandi occhi, così simili ai tuoi, così ricolmi di silente supplica.
"Prometti che non morirai" ti ha sussurrato abbracciandoti "Promettimi che non mi lascerai solo"
Questo ti ha detto, e tu lo hai fatto. Hai mentito a un bambino. Non hai nessuna possibilità di salvezza. Non sai combattere, non sai difenderti dal mondo che ti circonda e quella guerra non è iniziata per te nel migliore dei modi. Senti i loro sguardi, siete in nave da giorni e l'umore della ciurma è irrequieto. Girano voci, si dice che i più forti scelgano i più piacenti tra i ragazzi e li obblighino a soddisfare le loro pulsioni. Sai di essere un obbiettivo ideale. Sei minuto, dai lineamenti aggraziati. Sai che arriveranno presto ma ancora speri ingenuamente di sbagliarti.
E poi è successo, delle mani si sono strette su di te. Ricordi quei volti, sono gli stessi che ti hanno guardato quel giorno con cupidigia. Ti avevano scelto dal primo istante.
Ti trascinano nel magazzino, cerchi di divincolarti ma la tua forza è patetica se paragonata a loro. Ti lanciano in modo sgraziato e quando ti volti tremi, sono in otto e sai bene che ognuno di loro vorrà strapparti qualcosa.
«Devo dire che hai ragione, è ... davvero grazioso...»
«Chi se ne frega della sua faccia, mi interessa solo svuotarmi nel suo culo»
Li osservi discutere con il respiro ansimante, alla fine si accordano per obbligarti a giacere con almeno due di loro anche se non sono concordi del tutto, oltre alla tua bocca vogliono anche le tue mani. Ridono pensando a te pressato tra i loro corpi sudati, vuoi dire qualcosa, ma cosa? Non hai alcuna possibilità, la tua sola via di fuga sarebbe la morte.
Cerchi di proteggerti ma sono già su di te, insinuano le loro mani, ridono decantando la tua pelle e sussurrando ciò che bramano. Serri la bocca e il colpo arriva rapido «Apri la bocca puttanella, non abbiamo tempo... e devi dare piacere a tutti noi finché ti diremo di farlo...»
NO, non lo farai, non importa quanto sarà doloroso... Non agevolerai loro la via.
«Che succede?»
Una voce tuonante li mette a tacere, Ti volti e lo vedi sulla porta, alto, forte, esattamente come lo hai visto nei tuoi sogni. Se solo potessi ricordare il suo nome. Una parte di te rammenta, cela nel profondo della sua anima quelli che sono stati i vostri nomi. Nel profondo riconosci l'anima di Massimo in quell'uomo che è adesso il tuo salvatore. Ed è questa sensazione a renderti felice.
Eppure... Sai che la maledizione vi perseguita, non lo ricordi, non puoi eppure...

Lo hai ucciso tu, non volevi, non lo avresti mai fatto eppure è successo. La tua sconsideratezza, la tua stupidità e... L'uomo che amavi è morto. La scossa fa tremare di nuovo la terra. Anch'essa piange assieme a te. L'edificio crolla, ma non ti interessa niente.
Hai mentito a tuo fratello, ma non puoi tornare indietro... Non puoi continuare a vivere in un luogo dove la persona che ami, che hai sempre amato non c'è più. Continuerai a cercare inconsapevole in ogni tua vita, anche se dovessi perdere la memoria ogni volta, nonostante la maledizione di Apollo tu non smetterai mai di cercarlo e amarlo.


La lacrima cadde sul foglio e J si apprestò ad asciugarla. I ricordi di quel soldato, di quel ragazzo di cui non ricordava il nome. Lo sguardo gli cadde sulla foto di un ritratto.
Davide, il suo giovane volto così simile al suo. Sapeva tutto di lui, di Aurelio, del loro amore e della loro tragica fine. Aveva sognato così spesso la casa sul lago e i cigni. C'erano sempre dei cigni in quei ricordi. BlueRoar aveva detto che il cigno li seguiva e li interconnetteva.
J lo sentiva, lo aveva sempre saputo che fosse il suo animale totem.
Doveva affrontare il suo peggiore incubo. Il primo che aveva fatto da quando aveva incrociato la sua strada con il libro di BlueRoar.
Ma doveva scrivere quel ricordo...



(4*) È davanti a te, ti osserva in disparte con dolore, ma non può avvicinarsi.
Gli fai cenno di no con la testa, stai tremando, sei nudo, il vento ti ferisce la pelle e i tuoi aguzzini ridono divertiti. Fai cenno di no con la testa, non ha senso che moriate entrambi.
I cani abbaiano e righiano, sono affamati e tu, sei lì per loro, te lo hanno detto mentre ti strappavano i vestiti di dosso. Ti guarda e vuole intervenire.
No, ti prego, non morire per me...
Stringi i pugni e preghi che agiscano in fretta, di non soffrire troppo.
«Fermi, vi prego non fatelo!»
Corre verso di te i vostri sguardi si protendono l'uno verso l'altro poi un colpo risuona nell'aria.
E cade a terra morto davanti a te. Gridi e cerchi di avvicinarti al suo corpo, vuoi morire al suo fianco, vuoi restare con lui fino alla fine, ma il primo cane ti salta addosso e ti inchioda al suolo.
È finita
Poi i suoi denti si serrano sulla tua gola...

J si fermò e la penna gli cadde di mano. Scoppiò a piangere senza controllo.
Aveva sognato cos' tante volte quel fatto. I soldati, Marco in quel corpo passato morto a terra e i cani che lo dilaniavano. J si sfiorò il collo. La voglia, il marchio della maledizione.
Le sue vite passate si confondevano tra loro ma sempre le loro anime si erano ricercate e sempre erano state destinate a perdersi e soffrire.
La maledizione si era forse spezzata? La sua vita con Marco sarebbe di nuovo messa in pericolo?
BlueRoar gli negava la risposta, gli aveva lasciato solo frammenti di indizi, qualche foto e nient'altro. Delle sue sei vite precedenti non tutte erano chiare nella sua mente, solo l'amore per Marco permaneva nel tempo.
J si sfiorò il braccio, portava la fascia che Marco gli aveva donato, l'aveva voluta con se, era ciò che lo teneva ancorato alla sua realtà impedendogli di perdersi in quelle sue vita passate.
«Avrò mai le risposte che cerco?» si chiese J asciugando le ultime lacrime.
J sfiorò il suo portafortuna, sette ciondoli, sette come le sue vite passate e quella che stava vivendo.
«Per sempre mio, per sempre tuo...»
Ricordava la prima volta che Marco aveva pronunciato quel sacro giuramento.
Sempre e per sempre, dalla stessa parte lo avrebbe trovato sempre.
La porta si aprì e Marco apparve sulla porta. Si avvicinò e si chinò per baciarlo.
«Ciao amore, come vanno le ricerche?» gli chiese scrutando il volto dell'amato indagatore.
J si voltò, aveva gli occhi rossi e si vedeva che aveva pianto.
«Amore ti senti bene?»
J lo baciò e annuì, era vero era triste, ma anche felice che tutti i suoi incubi, tutti quei pensieri, iniziassero ad avere un senso.














NOTE dell'AUTORE:

Ho capito che questa Challenge era perfetta per i miei ragazzi.
Sono sempre state anime gemelle. Oltre il tempo e lo spazio.
Questa piccola parentesi dedicata alla ricerca di J, al libro di BlueRoar e ai dolorosi ricordi delle loro vite passate.

(*)11 - Destinati a incontrarsi in tutte le loro vite vissute.
(2*)8 - Per entrambi sono gli ultimi quindici minuti di vita.
(3*)15 -Anime gemelle che dimenticano di essersi conosciute ogni volta che si separano.
(4*)9 - Non possono smettere di guardarsi, ma non possono nemmeno avvicinarsi.

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