Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 23

Ho bisogno di te

Mi sarei aspettata un messaggio del genere da mio fratello viste le sue condizioni da vegetale, me lo sarei aspettata da mia madre forse per lavare i piatti, da mio padre per aiutarlo a riparare qualche elettrodomestico, da Valerie per scegliere il vestito giusto per qualche sua festa, da Michael per parlare se sia meglio Spiderman o Superman e anche da Luke per decidere se fosse stronzo o stronzissimo.

Ma mai da lui.

"Charlie perché mi hai chiamato?" Chiedo non appena arrivo davanti a casa sua e lo vedo seduto sul marciapiede con un espressione triste e depressa, come se qualcuno gli avesse appena dato uno schiaffo in volto.
"Sono troppo fatto, il primo nome che è apparso nel mio telefono era il tuo anche se avrei voluto chiamare Bobby" Dice abbassando lo sguardo sul suo telefono tutto rotto, io annuisco avvicinandomi a lui e guardandolo da vicino.
"Chi è Bobby?" Chiedo e lui alza i suoi occhi marroni verso di me ed alza le spalle confuso.
"Credo sia mio amico, non lo so, una volta gli ho passato una canna, per me è come essere veri amici" Risponde ed io annuisco poco convinta guardandolo.

Charlie è quel tipo di persona che tutti conoscono ma nessuno conosce davvero, lo salutano tutti ma nessuno mai si ferma a parlare con lui, per due motivi, uno perché nessuno ha così tanta confidenza e secondo perché in genere lui si scorda i discorsi un po' come noi ci dimentichiamo le conversazioni su Snapchat ritrovandoci a non saper rispondere.
Osservo il ragazzo che indossa una camicia a quadri azzurra e blu con sotto una semplice maglietta bianca e stropicciata, i suoi capelli sono folti e spettinati e gli cadono sulla fronte corrucciata mentre cerca di premere dei tasti sul suo telefono.

"Charlie" Dico poi guardandolo ed infilando le mie mani fredde nel cappotto blu, il ragazzo alza lo sguardo verso di me confuso.
"Perché mi hai chiamato? Perché avevi bisogno di me?" Chiedo inclinando la testa di lato e facendo cadere i miei capelli rossicci sulla mia spalla, questo è quel tipo di situazione imbarazzate e silenziosa che odio.
"Oh, mi è finita la scarpa sul tetto" Dice poi girandosi verso casa sua e indicandomi la sua sneaker in mezzo al tetto rosso.

Lo guardo con il sopracciglio alzato per poi riguardare la scarpa e rimanere confusa.
"E ti serve il mio aiuto per prenderla?" Chiedo e lui si alza lentamente con un sorriso stampato sulle labbra ed annuendo, lo guardo notando una cicatrice sul suo sopracciglio e poi riguardo la scarpa.
"Sei la sorella di Irwin, lui è bravo a fare tutto, tu hai lo stesso gene, prendi la scarpa, ho freddo al piede" Dice indicandomi il suo calzino rosso ed io scuoto la testa alzando gli occhi al cielo.
"Sai almeno come mi chiamo?" Chiedo incrociando le braccia e lui spalanca gli occhi.
"Non ti chiami sorella di Irwin?" Chiede come se gli avessi appena detto che Babbo Natale non esiste.
"Vabbè, provo a prendere la tua scarpa ora" Dico alzando le spalle e dirigendomi verso la sua casa.

"Charlie" Lo richiamo non appena noto un oggetto proprio davanti a me che mi fa sospirare per mantenere la calma.
"Dimmi sorella di Irwin" Risponde avvicinandosi a me velocemente e con uno sguardo vispo e felice.
"Sei consapevole che io abito a sei isolati da qui giusto? E che per arrivare a casa tua mi ci sono voluti quindici minuti di metropolitana affollata da bambini appena usciti da scuola vero?" Chiedo e lui alza le spalle annuendo.
"Perché me lo dici?" Chiede ed io afferro il suo mento e gli faccio girare la testa verso l'enorme scala a pioli appoggiata al tetto apposta per salirci.

"Oh" Dice lui illuminandosi come un albero di Natale e saltellando felice.
"Grazie mille sorella di Irwin" Il ragazzo di scatto avvolge le sue braccia attorno a me e stringe forte facendomi mancare il respiro per la sua stretta.
"Okay, okay, prego Charlie ora mollami non riesco a respirare" Dico con poca voce e subito il moro mi lascia riprendendo a sorridermi e guardandomi gioioso.
"Dobbiamo festeggiare, ti fai qualche tiro con me?" Chiede estraendo dalla sua tasca una canna già arrotolata ed io scuoto la testa rifiutando la gentile offerta.

"No grazie Charlie, non ho tanta voglia, è stato un piac..." Dico ma il ragazzo mi blocca e guarda verso casa sua prima di tornare all'attacco.
"Ho una fetta di torta al cioccolato, vuoi? Ti devo ringraziare in qualche modo, è il codice dei fattoni" Dice ed io scoppio a ridere per poi seguirlo dentro casa sua.

Passo tre ore sul divano di Charlie a mangiare torta e ridere con lui davanti a al cartone animato di due maialini che cercano di salvare una mucca, forse dentro quella torta non c'era solo il cioccolato, però era deliziosa.

"Devo proprio andare Charlie, ci si vede a scuola" Dico alzandomi dal suo divano in pelle rossa e afferrando il mio cappotto mentre lui rimane seduto con il suo bong rosa in mano tirando un po' di erba, il ragazzo butta la testa all'indietro per poi rilasciare un enorme nuvola di fumo bianco per poi puntare i suoi occhi rossi su di me e inclinare la testa di lato.
"Ci conosciamo?" Chiede ed io alzo gli occhi al cielo prima di uscire da casa sua per andare verso la metropolitana.

Cammino verso la prima stazione e guardo il cartello enorme davanti ad essa con la voglia di piangere non appena riesco a capire cosa voglia dire.
Stazione Chiusa per manutenzione
Impreco un paio di volte contro quel cartello prima di tirargli un calcio e mugulare di conseguenza per il male al piede, saltello in silenzio sentendomi pulsare il piede, e se lo stessi perdendo? Come le unghie che se le sbatti contro un mobile troppo forte poi cadono?
Oddio sto per perdere il piede.

Zoppicando mi avvio verso il caffè alla mia destra aperto e supero la massa di ragazzi radunati a parlare per dirigermi verso il bancone e prendere del ghiaccio o in caso estremo dello scotch per attaccare il mio piede alla caviglia, chissà se posso farlo anche con la colla biologica? Forse con del miele.

"Lucas ne abbiamo già parlato, smettila di ribellarti e insistere" Prima che possa fare il mio ordine una voce profonda attira la mia attenzione e di scatto mi volto verso un tavolo posto accanto alla vetrata e i miei occhi vengono subito catturati da una chioma bionda e spettinata ed un orribile piercing nero.
"Papà è il mio futuro, il Chelsea mi darebbe una borsa di studio per il college" Dice il ragazzo parlando con un uomo robusto e con i capelli mori ma con gli occhi azzurri proprio come Luke.
"Il calcio non ti porterà da nessuna parte Lucas, smettila con queste fesserie e pensa a come entrare a giurisprudenza" Dice l'uomo bevendo la sua bottiglia di birra mentre Luke lo guarda stringendo i pugni.

"Signorina vuole qualcosa?" Chiede la donna alle mie spalle con la divisa da cameriera ed io la guardo sorridendo.
"Sì, avrei fame, avete il muffin enorme con triplo cioccolato e glassa di mirtilli sopra... oh... puoi friggermelo?" Chiedo sentendo una leggera fame e la donna mi guarda confusa per poi annuire e dirigersi verso la cucina.

"Ma papà..." Continua il ragazzo e di nuovo l'uomo lo interrompe sbattendo la birra sul tavolo e attirando l'attenzione di alcuni curiosi come me."
"Niente ma, anche la tua ragazza andrà a giurisprudenza, tu diverrai un avvocato proprio come tua madre, non un calciatore squattrinato" Afferma serio e con tono severo e Luke abbassa lo sguardo.
"Hanna non è la mia ragazza" Dice abbassando il tono ed io lo guardo curiosa, ora sono proprio curiosa di sentire chi è la sua nuova ragazza della settimana.
"Ne hai un'altra? Non importa basta che sia bella e di buon partito, e soprattutto che non guardi troppo alla tua stupidità" Dice ridendo il padre e Luke stringe i pugni attorno al tavolo.

"Dove stai andando?" Chiede il padre di Luke ed il biondo si infila il suo giacchetto di pelle in silenzio.
"A fare due passi, posso o devo chiederti il permesso pure per questo?" Chiede con superbia Luke e con uno scatto suo padre si alza alla sua altezza e gli tira uno schiaffo sulla guancia facendo zittire tutta la caffetteria.
"Non ti permettere di parlarmi in questo modo" Dice con gli occhi pieni di rabbia l'uomo e Luke senza neanche rispondere se ne va dalla caffetteria.

"Ecco a te il tuo enorme Muffin fritto" Dice la donna porgendomi un sacchetto ed io la ringrazio pagandola per poi correre dietro a Luke e seguirlo.
Seguo di nascosto il ragazzo cercando di non farmi notare e tirandomi su il cappuccio della mia felpa sperando che anche il buio del tardo pomeriggio riesca a nascondermi, il ragazzo cammina veloce superando la sua macchina e continuando a camminare, ma dove sta andando?

Lo seguo finché non si ferma davanti ad una casa guardandola e stringendo i pugni abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro, lo guardo confusa mentre addento il mio muffin fritto per poi guardare la casa e sputare il muffin non appena la riconosco.

La casa di Michael.


Michael's Pov

"Michael c'è qualcuno alla porta" Urla mia madre ed io metto in pausa la mia puntata di Orange is The New Black e sbuffo infilandomi una maglietta nera e uscendo dalla mia camera sicuro di vedere Rebecca pronta per parlarmi di come Lydia abbia salvato tutti nell'ultima puntata di Teen Wolf.

Ma quello che vedo non appena apro la porta mi lascia decisamente senza fiato.
"Luke?" Chiedo non credendoci neanche, guardo il ragazzo davanti alla porta di casa mia con al suo fianco mia madre che lo guarda sorridendo teneramente coperta nel suo enorme maglione e facendomi uno strano sguardo.
Il biondo abbassa lo sguardo sulle sue vans nere consumate ed io osservo la sua guancia arrossata e i suoi capelli più spettinati del solito come se li avesse tormentati con le sue mani per il troppo nervoso.

"Oh, bene, io devo andare alla riunione per la riabilitazione, fate i bravi ragazzi, ho tentato di fare dei brownies come piacciono a te Mickey ma non sono venuti molto bene" Dice mia madre sorridendo imbarazzata e Luke la guarda confuso prima di ricambiare il sorriso, non uno dei suoi superbi e pieni di malizia ma uno sincero e strano.
"Mamma, non fa niente tranquilla, stasera preparo io la cena, non preoccuparti" Dico mentre la aiuto a infilarsi il suo cappotto nero e lei si sporge verso di me per lasciarmi un veloce bacio sullo zigomo e fare lo stesso con Luke che rimane scioccato.

La guardo mentre se ne va sorridendo e Luke la osserva per poi puntare i suoi occhi su di me e guardarmi confuso.
"Riabilitazione?" Chiede ed io annuisco infilandomi le mani nelle tasche dei jeans dondolando sui talloni dei miei piedi.
"Sì, ha deciso da poco di entrare in un gruppo di sostegno per tossici" Dico non guardandolo negli occhi e lui si limita a rimanere in silenzio senza fare ulteriori domande come farebbe chiunque altro, domande odiose a cui odio rispondere.

"Perché sei qui Luke?" Chiedo poi alzando lo sguardo e guardandolo dritto negli occhi azzurri, lui si guarda attorno per poi sorridere fissando una foto ed avvicinandosi ad essa afferrandola dal mobile a mostrandomela divertito.
"Sei tu?" Chiede indicando una mia foto di quando avevo quattordici anni ed un orribile ciuffo biondo attaccato alla fronte, alzo gli occhi al cielo e gli tolgo dalle mani la cornice appoggiandola di nuovo sul mobile.
"Ho avuto dei tempi bui" Dico ridendo e lui scoppia a ridere riempendo la casa con un suono cristallino.

"Stavi da Dio con quei capelli, eri un misto tra l'omino Michelin e Justin Bieber nel 2012" Dice continuando a ridere ed io lo colpisco con un pugno sulla spalla mentre continuo a ridere.
"Come se tu fossi sempre stato bello" Dico alzando gli occhi al cielo e lui smette guardandomi con un sorrisetto malizioso stampato sulle labbra.
"Io sono sempre stato bello, non ho mai avuto tempi bui Michael" Dice ed io lo guardo poco convinto.
"Niente periodi Dark?" Chiedo e lui scuote la testa.
"Beh, allora sei adesso nel tuo periodo buio, insomma guarda la tua maglietta è orribile" Dico indicando la sua maglietta dei Blink 182, il ragazzo abbassa lo sguardo per poi guardarmi offeso.

"Hey, i Blink sono la mia band preferita, non puoi offenderli" Dice ed io scoppio a ridere per poi alzare gli occhi al cielo e continuare a ridere mentre mi appoggio con le spalle al muro guardando il biondo che lentamente smette di ridere.
"Luke, non mi hai ancora detto perché sei qui" Dico poi tornando serio e Luke abbassa lo sguardo sulle foto ma il suo sorriso muore sulle sue labbra.
"Dovrei avere un motivo?" Chiede poi alzando le spalle indifferente ed io lo guardo male.
"Beh, l'ultima volta che ci siamo visti mi hai proibito di avvicinarmi a te" Dico e lui annuisce distrattamente.

"Non so cosa cazzo stia facendo nella mia vita" Dice stringendo i pugni ed io lo guardo confuso.
"Mio padre vuole a tutti i costi che io vada a studiare a Oxford giurisprudenza per diventare come mia madre" Lo guardo per poi avvicinarmi e guardarlo da vicino e osservare il segno rosso sulla sua guancia sfiorandolo con le mie dita fredde ma il biondo si allontana di scatto guardandomi male.
"Perché ti ha dato uno schiaffo Luke?" Chiedo rimanendo serio e lui alza gli occhi al cielo.
"Perché mio padre non ama la disubbidienza, suo figlio deve essere una sua marionetta rispettosa e che fa tutto quello che lui vuole" Risponde stringendo i pugni e facendo pulsare la sua vena sul collo.
"E lui cosa vuole?" Chiedo quasi sottovoce e Luke continua tenere gli occhi a terra come se le sue scarpe fossero interessantissime.

"Vuole che io vada ad un college prestigioso, che mi laurei in Giurisprudenza, che metta la testa apposto con una ragazza snob e ricca e che metta sua una famiglia degna della famiglia Hemmings, insomma tutto gira intorno alla reputazione, lui non vuole un figlio delusione" Dice con voce triste e monotona."
"E tu cosa vuoi Luke?" Chiedo poi ed il biondo alza i suoi bellissimi occhi su di me incantandomi con il suo azzurro.
"Voglio poter giocare a calcio ed entrare in una squadra importante, voglio studiare quello che piace a me, voglio poter aver la libertà di scegliere da solo, di fallire senza essere ripreso e di uscire con chi mi va" Dice poi fissandomi negli occhi ed io mi mordo il labbro arrossendo.

"E con chi vuoi uscire Luke?" Chiedo poi sorridendo e lui alza gli occhi al cielo avvicinandosi a me fino a lasciare pochi centimetri tra le nostre labbra.
"Avevi detto che non mi volevi più avere vicino" Dico sentendo il suo respiro sulle mie labbra e sentendo il suo sguardo bruciare su di me.
"Già, lo avevo detto" Dice prima di annullare la distanza tra di noi e premere le sue labbra sulle mie e baciarmi con passione spingendomi contro il muro facendomi sussultare.

Le nostre labbra lottano una contro l'altra mentre io sorrido nel bacio sentendo una sensazione di libertà dentro di me, Luke afferra la mia maglietta tirandomi poi verso il divano e buttandomi sopra di esso per poi riattaccare le nostre labbra e continuare a baciarci con desiderio.
Le sue mani mi stringono forte i fianchi mentre io stringo i suoi capelli morbidi nelle mie mani, il biondo si separa da me togliendosi la maglietta e proprio mentre sta per baciarmi di nuovo un colpo di tosse ci interrompe ed entrambi voltiamo di scatto la testa notando una ragazza davanti alla porta di casa aperta con un muffin nelle mani e la bocca piena.

"Pretendo delle spiegazioni e anche dei brownies" Dice Rebecca guardandoci male con i suoi occhi arrossati e il suo muffin.


Hey Everybody

Amo Hailee Steifield, mi sono innamorata della sua voce e della sua bellezza, mi è partita la fissa, addio.

Comunque in questo capitolo abbiamo conosciuto Charlie, le Space Cake, Rebecca e la fame chimica, il padre di Luke, la mamma di Michael, Michael e i limoni con Luke e di nuovo la fame chimica di Rebecca.

Capitolo interessante direi.
Il prossimo sarà comico.

Se volete fare fanart su questa ff non le schiferò, mi piacerebbe vedere Rebecca con un saccottino o Charlie il fattone, o anche Michael Calum Luke o Ashton.
Insomma chiunque.

Pace e amore fratelli, buona vita a tutte.
Twitter\Ask| Snapchat\ Spotify; rebeccaneedfood
Instagram; rebeccalezi

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro