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Chapter 9.

Questa situazione per quanto reale,ha anche dell'assurdo,insomma, è rimasto intrappolato lì sotto per oltre 60 anni,o quanti?
Avvolte mi dimentico del potere della scienza,non credevo che potesse accadere qualcosa di simile.
Quell'uomo ha 95 anni,per la miseria,dentro il corpo di una persona di 30.
Non dovrei stupirmi più di nulla ormai,con tutte le cose che stanno accadendo nella mia vita ultimamente,mi domando perché sono ancora così scettica verso tutto questo.
Poi,di cosa mi stupisco?Anche io non sono proprio giovane qui sulla Terra,se contiamo il fatto che ad Asgard il tempo scorre diversamente.

Entro alla base dello S.H.I.E.L.D. e un sorriso enorme si fa spazio sul mio viso,quando vedo che ad accogliermi c'è Phil.

Non so spiegare perché sono così affezionata a quest'uomo,forse perché è quanto di più simile ad un padre.
Nei giorni in cui sono rimasta con lo S.H.I.E.L.D. ,Phil mi accompagnava e seguiva ovunque pur di mostrarmi tutto quel che dovevo sapere riguardo questo mondo.
Mi ha assistito durante tutto il mio percorso in questa agenzia ed era lì ad ogni mia crisi nervosa,e non sono state poche.
È stato l'unico a mostrarmi davvero il suo lato umano,l'unico a mostrarmi che dietro quella divisa c'è un cuore che batte.
Ho pianto e non lo negherò,Phil c'era e c'è sempre stato,è stato l'unico a vedermi "cedere" ed è stato anche l'unico a capirmi.

Corro verso di lui e lo stringo a me,lui fa lo stesso stringendomi a sua volta in un caloroso abbraccio.

Io:<<Phil.>>

E in questo posto per la prima volta,mi sento un po' a casa.

Phil:<<Sono contento di vederla.>>

Anche io Phil,lo sono anche io.

Ci stacchiamo dall'abbraccio e mi sorride,facendomi cenno con il capo di seguirlo,così appena inizia a camminare,io mi muovo dopo di lui.

Io:<<Come vanno le cose da queste parti?>>

Si volta verso di me sorridendo.

Phil:<<Beh,come ben saprà,il signor Rogers è stato appena risvegliato da un lungo sonno,quindi la situazione è alquanto movimentata.>>

Aspetta,cosa?

Io:<<È già sveglio?>>

Phil annuisce e accelera di poco il passo,lasciandomi indietro.
Mi sveglio dal mio stato di trance e accelero il passo a mia volta.

Io:<<Ricordo che lei è un suo grande fan,o mi sbaglio?>>

Phil sorride un po' imbarazzato.

Phil:<<Non glielo negherò,lo ammiro molto,sulla Terra lui è una vera leggenda.>>

Sorrido e gli metto una mano sulla spalla.

Io:<<Finalmente potrà firmare la sua collezione di figurine.>>

Phil:<<Ma come fa a..?..>

Si volta di scatto verso di me e gli faccio l'occhiolino,si limita a sorridermi e tornare a guardare di fronte a se.

Ma quel che mi domando è,perché durante tutti questi anni,è saltato fuori solo adesso?

Il telefono squilla,e per mia sfortuna,è il mio.

Tony Stark.
Rispondo.

Io:<<Signor Stark.>>

Tony:<<Come fa a sapere che sono io?>>

Alzo gli occhi al cielo.

Io:<<Ha salvato il suo numero tra le chiamate di emergenza,signore.>>

Tony:<<Oh beh,si è vero,probabilmente non mi aspettavo rispondesse.>>

Io:<<Infatti sto per chiudere.>>

Tony:<<Non si azzard..>>

Chiudo la chiamata.

Phil ride e si volta divertito verso di me.

Phil:<<Le cose vanno male con il signor Stark?>>

Faccio un finto sorriso e una piccola risata isterica.

Io:<<Oh no,solo piccole divergenze.>>

Ci fermiamo davanti la sala principale,che al momento è chiusa.
Il mio telefono torna a squillare per la 3^ volta da quando ho chiuso la chiamata al signor Stark.
Io e Phil ci guardiamo,non sapendo cosa dire e io sono a dir poco imbarazzata da tutta questa situazione.

Phil:<<Sa,forse dovrebbe rispondere.>>

Sforzo un sorriso e alla fine rispondo.

Io:<<Signor Stark.>>

Tony:<<Farò finta che lei non mi abbia chiuso il telefono in faccia e evitato le altre chiamate,d'accordo?>>

Io:<<Anche se è proprio quello che ho fatto?>>

Sospira e inizia a..contare?
Aggrotto le sopracciglia confusa e per un momento dubito di essere io a schiacciare i tasti.

Io:<<Mi scusi signore,ma sta contando o sta semplicemente dando i numeri?>>

Mi volto verso Phil,che era intento a sentire la mia conversazione con il signor Stark ma appena il mio sguardo ricade su di lui,si volta dall'altra parte facendo finta di nulla.
Mi scappa una risata.

Tony:<<Sto cercando di mantenere il controllo e di non licenziarla.>>

Io:<<Signor Stark,lei non è il mio capo e non lavoro per lei,lo sa questo?>>

Tony:<<Molto bene,per questa volta ci passerò sopra e non la licenzierò.>>

Rido per la sua goffaggine.
Mi rendo conto che non si può essere arrabbiati con lui per troppo tempo,è davvero impossibile,anche se è molto irritante.
Lui ha questo potere,ha il dono di far sì che tutta la rabbia che provo verso di lui,passi dopo 5 minuti solamente ascoltando la sua voce e le sue battute goffe.

Tony:<<Ci sono riuscito.>>

Si ammorbidisce e la sua voce è più pacata,oserei dire comprensiva.
Smetto di sorridere e la mia espressione è più confusa di prima.

Io:<<Riuscito a fare cosa?>>

Tony:<<A farla ridere.>>

Ora mi mancano le parole.
Non so quali siano le intenzioni di quest'uomo ma so che ogni volta che mi fa un complimento o mi parla in questo modo,qualcosa dentro di me cambia,i battiti del mio cuore aumentano e inizio a sudare freddo.
Saranno gli effetti collaterali del cerchio?Anche se non credo ci siano.
Forse sono semplicemente io che mi sto lasciando andare oppure sto iniziando a provare qualcosa.
Ma cosa?

Io:<<Mi ha chiamata per questo?>>

Sospira,ma questa volta è diverso.
Un respiro spezzato e incerto,dubbioso su quel che sta per dire.

Tony:<<Ultimamente le ho fatto perdere un po' le staffe e sta mattina l'ho fatta innervosire,non era mia intenzione,cioè si,ma non..>>

Si blocca e sospira nuovamente.

Tony:<<Insomma,ha capito,no?>>

Sorrido.

Io:<<No signore,non credo di aver capito.>>

Tony:<<É più bella quando sorride e la sto immaginando farlo adesso mentre parla con me,il che non capita spesso.>>

Tony:<<È ovvio che sta sorridendo,perché lo sta facendo,non è vero?>>

È nuovamente impacciato e sfacciato allo stesso tempo.

Io:<<Sono sicura che lei sappia già la risposta>>

Si schiarisce la gola e torna il solito Tony.

Tony:<<Molto bene,uhm..>>

Osservo nuovamente Phil e mi fa intendere che è ora di andare.

Io:<<La terrò aggiornata.>>

Tony:<<Oh si,capitan ghiacciolo.>>

Alzo gli occhi al cielo.
È tornato il solito.
Scuoto la testa rassegnata e chiudo la chiamata.

Entro nella sala principale,dove vi è Nick che mi attende al centro della stanza.
Allarga le braccia in segno di benvenuto.

Nick:<<Maite,è sempre un piacere rivederla.>>

Sorrido.

Io:<<È tanto che aspetta?>>

Mi fa cenno con la mano,segno di non badare a questo mentre io mi avvicino a lui ritrovandomelo di fronte.

Io:<<Lui dov'è?>>

Con lo sguardo si volta verso la terrazza,sicuramente è fuori a prendere una boccata d'aria.

Senza dire o chiedere altro,mi dirigo fuori la terrazza sperando di trovarlo lì.
E non mi sbaglio.
È poggiato sulla ringhiera della terrazza,intento a guardare la città.
La prima cosa che noto è il suo bel viso contratto con lo sguardo malinconico.
È davvero un bell'uomo c'è da dirlo,alto,biondo,fisico atletico.
Così bello ma allo stesso tempo così freddo e distaccato.

Mi avvicino lentamente a lui ma si accorge subito della mia presenza.

Steve:<<Non sono in vena di conversare.>>

Continuo a camminare nella sua direzione,fino a trovarmi di fianco a lui.

È diffidente,ed è comprensibile data la situazione in cui si trova.
Capisco come ci si sente,trovarsi in un posto che non è casa,le persone che mi circondano me lo ricordano,il cibo che mangio,l'abbigliamento che indosso,la tecnologia,come se non bastasse,c'è la mia diversità che me lo ricorda ogni giorno.
Dopo qualche minuto,decido di prendere parola.

Io:<<E cosi lei,è il capitano Steve Rogers.>>

Si volta verso di me,alzando di poco le labbra,dando vita a un mezzo sorriso.

Steve:<<L'unico e solo.>>

Torna a guardare subito dopo la città,deviando il mio sguardo e fregandosene della mia presenza.

Io:<<Incredibile,vero?>>

Sospira.

Steve:<<Tutta questa situazione lo è.>>

Mi volto verso di lui mentre continua a tenere lo sguardo rivolto verso il panorama di fronte a se.

Io:<Sa Steve,da quando sono arrivata sulla Terra,ho imparato ad amare questo posto ma non posso dirle di sentirmi a casa.>>

Si volta giusto qualche secondo verso di me,mostrandosi interessato a ciò che gli sto raccontando ma poi,cerca di essere distaccato,quindi,torna a guardare nuovamente un punto indefinito.

Steve:<<Lei non è umana?>>

Rido,guardando anche io un punto indefinito,dell'ignoto davanti a me .

Io:<<Se glielo raccontassi,non ci crederebbe.>>

Ride a sua volta.

Steve:<<Lei crede?Ho 95 anni ma il corpo è di uno di 30,faccia lei.>>

Sorrido divertita.
Questo ragazzo non è proprio niente male.

Io:<<I miei complimenti capitano,li porta davvero bene.>>

Si volta verso di me sorridente.

Steve:<<Non so ancora il suo nome.>>

Gli tendo la mano,sperando l'afferri.

Io:<<Maite,il mio nome è Maite Swan.>>

Afferra saldamente la mia mano e sorride cortesemente.

Steve:<<Piacere mio,Maite.>>

Torniamo alla nostra posizione iniziale,rimaniamo in silenzio ad ammirare l'immensità che ci circonda.
È davvero meraviglioso visto da quassù,le luci,i grattaceli,i negozi,musei,si può vedere ogni cosa,non come dalla Stark Industries certo ma anche da qui,è spettacolare.

Io:<<Provengo da un pianeta chiamato Asgard e le garantisco che non si trova proprio dall'altra parte della città.>>

Si volta verso di me e faccio lo stesso.

Io:<<È molto lontana dal mondo dei mortali,Asgard è una sorta di Troia omerica ma si trova in cielo,è un mondo divino,il posto degli dei.>>

Steve:<<Perché si trova sulla Terra?>>

Io:<<Per fargliela breve,Asgard attualmente è in guerra per via del fratello del mio sovrano Thor,è stato lui a mandarmi qui,perché secondo lui sono la salvatrice.>>

È confuso,riesco a capirlo dalle sue rughe d'espressione.

Steve:<<E cosa vorrebbe dire?>>

Io:<<Sono destinata ad un essere umano,capitano,il mio compito è proteggere colui che porrà fine alla guerra e porterà la pace tra i 9 mondi.>>

Steve:<<È l'unico modo per salvare il tuo pianeta?>>

Abbasso lo sguardo.
Sento un grande macigno nel petto che quasi mi asfissia,è da troppo tempo che sto reprimendo quello che sento.
Cosa ne sarà stato dei miei genitori?Perchè io sono qui e loro in un posto in cui ora vi è solo distruzione?
Per tutto questo tempo ho cercato di non pensarci e di non dargli tanto peso ma adesso che ne sto parlando,mi sento vuota e impotente.

Steve:<<Il mio lungo letargo pare essere nulla in confronto alla sua storia.>>

Forzo un sorriso.
Dovrebbe farmi sentire meglio?

Steve:<<Non sono riuscito ad arrivare in tempo ad un appuntamento,sono in ritardo di quasi 65 anni.>>

Osservo la sua espressione.
Ha la mascella tesa e non si azzarda a guardarmi,troppo immerso nei suoi ricordi.
Si sta aprendo con me ma non perché sia socievole,si è semplicemente fidato di me e della mia storia.

Io:<<Si è chiesto il perché non ci sia riuscito?>>

Dopo avermi guardato per qualche secondo,abbassa lo sguardo riflettendo.

Steve:<<Stavo pilotando un aereo delle forze armate,aveva perso il controllo,così ho fatto in modo che precipitasse in acqua e non sul suolo.>>

Io:<<Impedendo la morte di persone innocenti.>>

Sospiro e faccio in modo che mi guardi.

Io:<<Non si addossi la colpa per aver sacrificato la sua felicità per salvare delle vite,è questo che fanno gli eroi e mi creda capitano,lei lo è.>>

Non risponde,così mi volto nuovamente verso la città,lasciando che il suo silenzio parli per se.

Io:<<Quello che voglio dirle è che,non è facile essere diversi,lo capisco bene,soprattutto in questa realtà che non ci appartiene,ci sentiamo soli e di conseguenza,iniziamo a porci domande a cui probabilmente non sapremo rispondere ma non si incolpi,perché non è colpa sua,le è stata data una seconda possibilità,la prego di non sprecarla.>>

È ciò che mi ripeto ogni giorno.
Non è colpa mia.
Non è colpa mia.
Non è colpa mia se Asgard è attualmente in guerra.
Non è colpa mia se i miei genitori sono in pericolo.
Non è colpa mia se ho paura.
Non è colpa mia se sono la salvatrice.
Non è colpa mia.

Mi volto dandogli le spalle e mi dirigo verso la sala principale ma Steve mi coglie di sorpresa afferrandomi un braccio e ciò mi costringe a farmi girare verso di lui.
Ha uno sguardo più dolce e i lineamenti più morbidi,ora capisco che aveva solo bisogno di qualcuno con cui parlare.

Steve:<<Grazie Maite,davvero.>>

Sorrido.

Io:<<È stato un piacere.>>

Mi lascia delicatamente il braccio e rientro nella sala principale,lasciandolo ancora un po' da solo con i suoi pensieri.

Sono 60 anni che non fa una bella chiacchierata con se stesso,credo vivamente che ne abbia bisogno.
Steve è troppo onesto per far parte di tutto questo ma nonostante tutto,questo è il nostro posto,l'unico che non ci faccia sentire diversi.

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