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<Non ci posso credere!> Ashley squittisce.
<Sei stata scelta da Shawn! Ma ti rendi conto!? Diventerai famosa, Elisabeth! Realizzerai il tuo sogno! Come ti senti?> mi domanda, molto più entusiasta di me.
<Sento che andrà a finire male.> dico, con il mio solito ottimismo.
Ashley alza gli occhi al cielo.
<Vedrai, andrà tutto bene invece. Smettila di essere pessimista per una volta!>
La campanella suona finalmente, e insieme ci dirigiamo verso l'uscita.
Appena esco, vedo Shawn, con dietro la sua limousine nera, fermo ad aspettare.
Le guardie del corpo devono tenere lontane tutte quelle ragazzine che farebbero a botte per parlargli.
Shawn incrocia il mio sguardo. <Eccoti!> esclama.
Viene verso di me, mentre le ragazzine urlano.
<Oh, il fantastico Shawn Mendes mi viene a prendere a scuola, che carino!> dico, mentre guardo Ashley.
Shawn ride nervosamente.
<Non farti grilli per la testa, sono venuto perché dobbiamo fare le prove.> sibila.
<Lo so, imbecille.> sibilo a mia volta.
<Non rivolgerti a me con questo
tono!>
<Mi rivolgo come mi pare.>
Detto questo, oltrepasso Shawn e inizio a camminare verso casa.
Ma purtroppo Shawn mi segue.
<Dove vai?!> mi chiede.
<A casa.>
<Ti ho detto che abbiamo le prove! Insomma, ormai mancano due giorni alla fine della scuola e due settimane all'inizio del tour.>
Lo ignoro e continuo a camminare.
<Elisabeth, fermati e non fare la bambina.>
Mi giro di scatto. <Non sono una bambina. Ho solo voglia di stare con mio fratello prima di partire,
chiaro!?> Shawn sbuffa.
<Okay, ma almeno hai fatto le
valigie?> continua.
<Si> dico, svogliatamente.
<Elisabeth, appena combini qualche pasticcio giuro che ci sto due secondi a rimpiazzarti con qualcun'altro. Sai quanti ragazzi vorrebbero essere te in questo momento? I sostituti li ho!>
Cos'è, una minaccia?
<Fai come ti pare!> dico. Quanto sono cogliona.
Una volta arrivata a casa, mi butto sul divano.
<Ehi, ciao futura pop star!> mi saluta sorridente mio fratello. Alla fine ha accettato il fatto che io partissi. Con qualche ostacolo, ma l'ha accettato.
<Beh, non so se diventerò una pop star, Josh. A quanto pare Shawn vuole sostituirmi.>
<Non lo farà.> mi rassicura.
<Josh> lo chiamo.
<Si?>
<Mi mancherai.>
Mio fratello mi sorride dolcemente.
Appoggio la testa sulla sua spalla e lui mi circonda le spalle con il suo braccio.
<Seguirò ogni tuo passo, Elisabeth.
Guarderò ogni tuo concerto, ogni tua intervista. Chiamerò mamma e papà e dirò loro di essere fieri di avere una figlia come te.>
<No, Josh, io sono un disastro. È per questo che se ne sono andati via.>
<Smettila, non sei un disastro. Anzi, non cambiare mai Elisabeth.>
Josh mi dà un leggero bacio sulla fronte, e in quel momento mi sento protetta. Ho un fratello fantastico, che fa da fratello, da padre, da madre e da amico. Okay, forse è un po' strambo, ma cosa posso chiedere di più?
<Mi dispiace lasciarti solo> dico, e mi rendo conto di star piangendo solo sentendo la mia voce tremante.
Josh mi coccola e mi tranquillizza.
<Tranquilla sorellina. Non piangere. Io starò bene. L'unica cosa a cui devi pensare da ora in poi, è realizzare quello che è sempre stato il tuo sogno. Ti voglio bene>
<Anch'io.>
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<Possiamo andare?> chiede Shawn, con in mano i bagagli, davanti alla porta di casa mia.
La scuola è finita, e devo trasferirmi a casa di Shawn per il tour.
Abbraccio per un'ultima volta mio fratello, prima di andarmene.
<Buona fortuna per tutto.> mi dice.
Gli sorrido ed esco di casa, insieme a Shawn e al suo team.
Ancora mi sembra incredibile tutto ciò. So che non lo dò a vedere, ma dopotutto sono felicissima per l'opportunità che Shawn mi sta dando. È che non sono quel tipo di persona che esprime ogni sua emozione. Tendo sempre a tenermi tutto dentro, anche le cose più belle. E l'orgoglio che ho è più grande dell'Europa. Anzi, dell' America. Dell' Africa. Di tutti i continenti messi assieme.
Arriviamo in aeroporto, e ci mettiamo in fila per il check-in.
Shawn si gira verso di me.
<Senti, so che è difficile separarti da tuo fratello, dai tuoi amici, da tutti quanti, ma vedrai, sarà una bellissima esperienza.> mi dice. Forse avrà notato la mia faccia pensierosa, e anche il fatto che non abbia spiccicato parola da quando siamo usciti da casa.
<Wow, tu dolce con me? E da quando? Pensavo volessi sostituirmi fino a due giorni fa.> lo provoco.
Shawn alza gli occhi la cielo.
<Ti sembra il momento di fare la stronza? So che ti viene naturale, però..> lascia apposta il discorso in sospeso.
Lo ignoro, e guardo da un' altra parte.
Non vedo l'ora di salire su quell'aereo e dormire.
Qualche minuto dopo, siamo già sull'aereo.
Mi addormento quasi subito.
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<Elisabeth? Elisabeth!> sento una voce familiare che mi chiama.
Grugnisco, infastidita. Voglio dormire.
<Elisabeth? Svegliati, dai, siamo arrivati!>
Apro gli occhi, ed incontro subito quelli di Shawn, accanto a me.
<Dove siamo?> domando, assonnata come non mai.
<Siamo a Toronto, Elisabeth.>
Shawn si alza, e prende il suo bagaglio a mano.
Mi alzo anche io, e mi stiracchio.
<Sai, sei buffa quando dormi.> dice Shawn, ridacchiando.
<Devo prenderla come un complimento?> rispondo.
<Metti la giacca, fuori c'è freddo.>
<Nah.>
Shawn alza gli occhi al cielo e s'incammina verso l'uscita.
Usciamo dall'aereo, e un' aria gelida mi investe. Cavoli, quell'antipatico aveva ragione.
Mi guardo intorno, e vedo i bellissimi colori che ha il cielo. È mattina presto, e il sole sta sorgendo.
Tremante di freddo mi incammino insieme a tutti quanti verso l'entrata dell'aeroporto per prendere i bagagli.
<Te l'avevo detto di metterti la giacca. Stai morendo di freddo.> mi rimprovera Shawn.
<Cosa? Io, freddo? Ma che dici! Sto benissimo!> dico io.
<Non ho mai conosciuto una ragazza che ha la testa più dura della tua.>
<Beh, prendo anche questo come un complimento.> ribatto.
Dopo aver preso le valige, ci dividiamo in due macchine: io, Shawn, e altri due tizi in una, mentre il resto nell'altra.
Shawn si mette al volante, io nel sedile accanto, mentre gli altri due dietro.
Mendes mette in moto, e automaticamente si accende la radio.
Riconosco subito la canzone Stressed Out, dei Twenty one pilots, e aumento il volume.
Shawn lo diminuisce.
Io lo aumento dinuovo.
Shawn lo diminuisce per l'ennesima volta.
<Andiamo, è bella questa canzone!> esclamo, aumentando ancora il volume.
<Senti, ho mal di testa, è mattina presto, e non ho voglia di sentire musica.> ribatte lui, diminuendo il volume.
Io annuisco, fingendomi comprensiva. <Peccato che non mi importa.> dico, aumentando.
<Smettila di fare la bambina e diminuisci il volume!> esclama lui, diminuendo.
<No, smettila!>
<Smettila tu! Ho detto che ho mal di testa!>
<Che lamentoso!> borbotto.
Continuiamo con questi battibecchi per qualche altro minuto, parlandoci sopra l'uno con l'altro.
<Mi sa che non andate molto d'accordo voi due.> commenta un tizio seduto dietro, biondo, con la barba.
<Sta' zitto!> esclamiamo io e Shawn all'unisono, infastiditi.
Ci guardiamo per un secondo, ma poi giriamo la testa dall'altro lato.
Sarà l'estate più strana della mia vita.
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