Capitolo 3
Le urla gli riempivano la testa già piena di pensieri di Harry. Vedeva l'incubo che tante notti l'aveva accompagnato fino all'alba del nuovo giorno. La morte di Sirius, morto. Per colpa sua.
Avrebbe dovuto impegnarsi molto di più, nell'Occlumanzia. Essere serio e come suo solito l'aveva preso alla leggera e quello era stato il risultato. Voldemort non sarebbe entrato nella sua testa facendogli vedere immagini che gli avevano fatto venire, a quei tempi, la pelle d'oca e i brividi che solo la Morte poteva procurare.
Vedeva se stesso combattere al suo fianco. Ignaro che da lì a qualche secondo sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe visto. Arriva lei, la fonte principale dei problemi di Harry, Voldemort a parte. Era così contenta mentre vedeva il suo incantesimo colpire il petto del padrino che finí nel velo.
Come se fosse lì, Harry lanciò lo stesso urlo, urlo che gli si era impresso nel cervello. Che gli faceva capire che doveva essere serio, che non aveva tempo per le sciocchezze che era quello il motivo per cui era venuto al mondo.
Come se fosse lì, sentiva anche le braccia di Lunastorta stringerlo forte, come a dargli conforto o era per lui, dopotutto era il suo unico amico rimasto in vita, l'altro era un traditore. Aveva dato conforto a entrambi quel contatto ma ora sembrava inefficace. Harry sentiva le guance bruciare e la testa girare e scie salate scendere dai suoi occhi. Li sentiva pizzicare ma non gli importava, sperava in fondo a sé , che lo stesso urlo che aveva lanciato nel sogno non lo avesse rifatto anche nella realtà. Sapendo come fosse straziante persino l'incantesimo silenziante, abitudine che aveva preso negli anni, si sarebbe rotto. E Sibilla Cooman e tutti gli Indovini, spostatevi. Aveva predetto ciò che succese.
Harry sentiva una voce lontana, richiamarlo, ma non sapevo se se la stesse immaginando o se davvero qualcuno lo stesse chiamando così la ignorò. Correva come se ne dipendesse la vita, correva eppure non c'era metà per dove voleva arrivare.
«Harry! Harry! Svegliati, ci sono io» diceva la voce e Harry la ascoltò.
Sbatté gli occhi confuso e gli strizzò per far scendere l'ultima lacrima che venne cancellata da un dolce gesto da parte dello stesso padrino a cui aveva appena rivisto la morte.
Capí come suo solito dopo un'occhiata e strinse a sé Harry come se ne dipendesse la vita e Harry, come se non bastasse, lo strinse ancor più per non lasciarlo andare.
«Vieni, andiamo in cucina» disse dolce Sirius baciandomi la fronte, sulla cicatrice, sfiorandola con le labbra un secondo di più, per poi staccarsi. Harry gli sorrise debolmente e si alzò, amava il fatto che il padrino non gli facesse domande, soprattutto perché lo capiva da solo. Avevano una complicità unica.
Scese le scale, ancora tremante, notando che il quadro che ospitava Severus Piton fosse vuoto e dubitava che stesse per giornate intere nel studio dove stava anche il quadro di Silente e tutti gli altri presidi considerando il comportamento del ex-docente.
Lily, bianca in volto, si diresse ai fornelli per fare un tè a Harry solo dopo averlo preso tra le sue braccia e averlo stretto a sé e scompigliato, per quanto non lo fossero, i capelli corvini leggermente umidi.
Nessuno faceva domande e di questo Harry ne era grato e, dopo aver baciato la guancia a tutti i presenti che ricambiarono, si sedette davanti al suo tè ma non fece in tempo a prendere la tazza che il campanello suonò ripetutamente.
Con un sospiro, Harry, fermando Remus che era sul punto di alzarsi, si diresse alla porta con un sospiro pensando fosse Ginny o magari Ron e Hermione.
Con la mano davanti alla bocca per il sbadiglio appena avuto, aprí la porta ma nessuno di chi si aspettava era alla soglia. Tunica nera, figura alta e ingimidatoria, tutto ricordava Severus Piton e lo era... Semplicemente molto più giovane. Probabilmente ventenne come i suoi genitori. Si riscosse subito dicendosi che Severus Piton era ed è morto. Harry boccheggiò un po' di volte prima di dire «Emh... Mamma, papà, Sirius, Remus?» chiamò «si?» arrivò la domanda dalla cucina «abbiamo un mangiamorte a quanto pare» disse Harry dubbioso aggrottando la fronte. La figura davanti a sé spalancò gli occhi che erano fuori dalle orbite ma non disse niente e non tirò fuori la bacchetta cosa che fece Harry insospettare.
Lily e James legarono l'uomo che rimase calmo, nonostante l'attacco e lo portarono insieme a Remus e Sirius in una stanza.
Sirius è preoccupato, soprattutto per me.
«È lui Felpato» diceva James uscendo dalla stanza e Harry vide Sirius scuotere la testa incredulo, quanto schifato. « e ora che ne avete la possibilità potete scusarvi» disse duro Harry. L'incubo era passato in secondo piano ora. «Da Mocciosus?! Harry ma stai scherzando spero?!» esclamò incredulo Sirius. Gli occhi grigi spalancati.
«Non chiamarlo così! Ti pare normale chiamare una persona così?» strillò Harry sconvolto «se è lui, sì» disse James leggermente sussultando davanti alla furia di Harry. «Vergognatevi! Siete solo dei ragazzini!" urlò Harry arrabbiato all'inverosimile.
Tutti quelli che abitano nella casa, compreso Severus, entrano nella stanza, Harry non aveva perso ancora la calma e il tono della voce era basso ma nel silenzio della casa si era sentito tutto perfettamente e tutti erano accorsi curiosi quanto spaventati, Remus per le sorti dei suoi migliori amici e Severus e Lily un caso che Harry avesse perso la calma o lo facesse uno dei tre.
«Non è vero!» disse Sirius indignato.
« Esatto è Mocciosus. Dovevamo»
«Tacete che è meglio! Allora solo perché siete James e Sirius vi prendo in giro!» scattò Harry e Lily osservò preoccupata Harry, aveva ragione e forse avrebbe fatto svegliare i due di cose che gli ripeteva da tutta la vita.
«Nessuno prenderebbe in giro me» disse anche se non lo pensava veramente, James. Doveva ammettere che Harry aveva ragione... Come sempre...
« Perché chi saresti di così bravo e meraviglioso da non essere preso in giro?! Sirius... Anche tu, pensavo cbe andassi contro i pregiudizi sia dalla casa e dal resto... E poi arrivate anche a prendere in giro una persona umiliandola. Voglio vedere come vi sentireste e ne andate pure fieri. Ragazzi, sul serio, vergognatevi. E datevi una svegliata! Avete preso in giro una persona per quello che è?! Ma chi siete mi domando! Maturate perché andando avanti così non arriveretea nulla. E poi, glielo dovete! Severus Piton per quanto rancore porta contro di me mi ha sempre salvato la vita e mi aiutato! È solo grazie a lui che io sono ancora qua, con voi!»
Harry fece un cenno di stizza poi riprese fiato e continuò, gli occhi brillavano pericolosamente e tutti sobbalzarono spaventati a quella colorazione di verde uguale a quella della Morte.
«Era un semplice ragazzo, con, anche lui Sirius, un infanzia orribile alle spalle e pensavo che sapessi come ci si sente e ciò che si prova! Lo avete fatto soffrire, lo avete distrutto con parole, gesti e io non so neanche con che coraggio a farlo e a poter continuare a essere così sicuri di voi stessi. Lo avete portato da Voldemort e lo avete reso carne da macello e quel marchio che porta sul braccio ne è solo la prova!» Harry era troppo agitato, il suo potere era uscito al massimo, la casa tremava davanti a simile potenza,neanche Silente o Voldemort avevano così tanta magia.
James abbassò lo sguardo e lo stesso fu per Sirius.
« scusaci Harry » sussurrarono
«Gli avete rovinato la vita!» sussurrò deluso Harry, gli faceva male dire quelle cose a suo padre e al suo padrino ma era anche ora che si dessero una svegliata.
I vetri si spaccarono, le schegge volarono dappertutto. Gli scaffali pieni di libri caddero e come se fosse una bomba la stanza esplose.
«Protego» urlò Harry, la voce tremava visibilmente. Uno scudo protesse tutti, non poteva fargli male, non ora che gli aveva trovati. Le emozioni ballavano e in un momento di debolezza lo scudo creato si ruppe e le schegge si ruppero e l'onda d'urto per l'esplosione lo fece sbattere sul muro facendogli perdere i sensi. Harry sentì solo l'urlo di sua madre e di suo padre, con Sirius, prima di vedere tutto nero.
Harry si risvegliò nel suo letto, con un sacco di fasce e con un incredibile mal di testa. Cercò di girarsi per capire dove fosse, l'inermeria non di certo, l'avrebbe riconosciuta fin da subito dato che era rimasto più lì che nelle aule o nei corridoi di Hogwarts, ma il suo corpo era in disaccordo facendolo genere frustrato. La porta si aprì di scatto, facendo vedere Severus visibilmente neutrale ma gli occhi che luccicavano come stelle lo tradivano. Si diresse al letto e si sedette di lato. « Come stai?» disse e Harry si accorse che la voce era leggermente più dolce e morbida rispetto a quella del futuro che era fredda e tagliente. «Come se te ne importasse» sbuffò Harry fissando la finestra socchiusa, sorvolo sulla risposta del ragazzo affianco a lui e chiese «piuttosto dimmi da quanto sono qui»
«Da due giorni» disse Severus ed Harry ebbe un sobbalzo. Ginny e i suoi migliori amici devono essere preoccupati...
«Tranquillo, Lily ha già detto tutto, Ginny è andata via da poco aveva del lavoro da svolgere» disse e Harry si sorprese di sentir dire il nome della sua ragazza da Severus che notò quel comportamento. «Devo andare» disse Harry, aveva perso due giorni di lavoro e pur essendo il capo degli Auror non poteva mancare ma il suo corpo protestó facendolo ricadere nel letto con un leggero tonfo.
«Chi mi ha medicato?» chiese Harry curioso «Io. Diciamo che i tuoi genitori e gli altri non erano abbastanza lucidi da fare cose delicate» disse e Harry annuì incapace di parlare.
Poi si alzò e, anche con un po' di imbarazzo, si cambió mettendo una maglietta rossa e dei jeans neri leggermente strappati e delle converse bianche. Poi si girò con lo sguardo nero che lo fissava curioso. «Mi puoi perdonare Harry?» chiese Severus in ansia. «Eh?» si capiva che la domanda aveva preso di sprovvista il ragazzo e l'uomo lo sapeva «Non mi serve un risposta sub-» venne interrotto dalla risposta contenta di Harry che si era girato mostrando la scrivania piena di boccette, cosa a cui non aveva pensato.
«Si» esclamò Harry e gli occhi risplendevano, Severus gli sorrise leggermente poi si alzò di scatto e si avvicinò notando boccette il cui contenuto conosceva bene.
«Pozione Antilupo?! E da dove l'hai presa e poi è leggermente diversa!» disse Severus e Harry arrossì di brutto. «Beh... Lo migliorata, l'ho resa al gusto di cioccolata per Remus così prenderla non sarà più una tortura» disse Harry guardando basso, così non vedendo la faccia meravigliata quanto fiera che Severus gli aveva rivolto.
«Non volevo che lo scop-» iniziò Harry ma stavolta fu Severus a interromperlo «Sei stato bravissimo, sono molto fiero» disse e poi lo abbracciò. Harry ricambiò la stretta con forza e sospirò felice. Poi lo osservò uscire e intanto Harry smaterrealizzò dai suoi amici che lo accolsero felici con delle pacche e dei abbracci, Ginny con un dolce bacio e la signora Weasley con il suo solito abbraccio per poi portarlo a mangiare.
«Prendetelo come un ringraziamento, Harry mi ha perdonato subito e poi mi ha sorpreso in un modo che non credevo possibile « stava dicendo il suo ex-professore quando Harry entrò nella cucina, tutti erano seduti al tavolo chiacchierando come vecchi amici «Vedo che per risolvere i problemi devo per forza farmi male e sgolarmi» disse divertito Harry, un sorriso a renderlo bellissimo. Gli adulti sorrisero poi tornarono seri «Harry... Vorremo chiederti una cosa» disse Sirius avvicinandosi al figlioccio che lo osservava curioso, mentre si riempiva un bicchiere d'acqua. «Ditemi» Harry non mostrò che era in ansia per ciò che gli volevano chiedere. «Vorremo vedere i tuoi ricordi. Sappiamo che hai un Pensatoio... E potremmo» Sirius non sapeva come continuare perché il bicchiere era sfuggito dalle mani, improvvisamente tremanti, di Harry e come a rallentatore lo vide cadere e rompersi, facendo bagnare il pavimento.
Sentiva nelle orecchie solo il battito del suo cuore. Sotto gli sguardi preoccupati di tutti, pulí il casino creato e si sedette a una sedia «Penso che sia vostro diritto» disse, dopo un lungo silenzio.
Lilye gli altri si scambiarono occhiate insicure.
Non sapevano se dire ciò che avevano accordato, se quella era la reazione per la richiesta di vedere i ricordi di ciò che aveva passato, come potevano dire che anche Severus voleva partecipare?
«C'è dell'altro vero? Sento il vostro nervosismo» disse dopo un po'. «Emh.. Vorrebbe vederli anche Severus» disse Lily piano avvicinandosi al figlio che aveva ritrovato e che abbracciò stretto.
Harry annuì lentamente, come a pensare a una risposta e sbuffò.
«Penso che si possa fare» disse alla fine.
Severus fece un dolce sorriso, più che altro incurvò le labbra in una smorfia che sembrava un sorriso per poi far fluttuare il pensatoio nella stanza.
Harry guardò tutti: aveva paura di come avrebbero reagito, aveva paura di Severus perché non sempre, anzi in verità sempre apparte al punto di una morte inutile ma quello non era considerabile, gli aveva detto cose gentili... ma se questo significava non dover raccontare nulla lo avrebbe fatto. Era molto più semplice, per lui. Per loro... Non ci doveva pensare, almeno, non ora.
Harry prese la bachetta, se la portò alla nuca, e tirò fuori un filo d'argento...un ricordo.
Angolo Scrittrice Disagiata:
Non è perfetto come speravo ma penso che anche con la revisione totale non sia migliorato, ma sicuramente è meglio di prima che era totalmente illeggibile.
Cri_2000 ⚯͛
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