Capitolo 2
Harry era sveglio, intento a leggere, l'unica distrazione dall'incubo da cui si era svegliato da circa un ora. Aveva ancora gli occhi troppo lucidi del normale o forse dipendeva da quello che leggeva e il respiro era irregolare.
Tutto quello perché non riusciva a darsi pace per tutte quelle morti ingiuste, il destino era stato ingiusto. Perché lui no e Fred,Remus, Dora anche Lavanda per certi punti di vista,che se lo meritavano di più, si? Perché li aveva strappati così presto.
L'orologio faceva il suo solito rumore dei ticchetii che facevano l'aria più malinconica e angosciata.
Un egoista. Ecco cos'è Harry. Un egoista.
Davvero pensava che piangere risolvesse tutto?
Davvero pensava che se sarebbe rimasto li fino all'ultimo de suoi giorni tutto il dolore, il sangue e le lacrime versate scomparissero?
A quel pensiero ne seguì un'altro ancora più straziante.
Lui non era l'unico che soffriva, voleva far vedere che comunque doveva andare avanti e non piangere sul latte già versato , però solo immaginare la famiglia Weasley la sua famiglia distrutta per la morte di un fratello, di un figlio, di un gemello, di una metà che completava l'altra gli toglieva il fiato e le lacrime che Harry pensava di aver consumato con le notti insonni tornavano a riaffiorire dai suoi occhi vacui scavando ancora di più le guance pallide come la porcellana.
Alzandosi a fatica sulle gambe muscolose,si asciugò i residui delle lacrime che gli erano scese senza rendersene conto, si diresse in bagno dove si lavò la faccia, scese, senza notare le loro faccie stupite e rammaricate. No, quella non era la sua famiglia. E ora che Voldemort era finalmente distrutto poteva vivere un po' di quella vita che tante persone avevano cercato di proteggere anche con la loro.
Si diresse in cucina e prese una singola mela.
La addentò e solo il sapore magnifico lo fece sospirare di beatitudine.
Si appoggiò allo stipite della porta, per osservare quelle tre persone sedute sul divano intente a mangiare e a guardare la televisione finché il mal di testa lo colpì senza preavviso facendolo gemere di dolore. Senza dare più importanza a niente e a nessuno di smaterealizzò a casa di Sirius che lo aveva ospitato anche durante il periodo per cercare gli Horcrux. Varcò quella soglia e quasi si aspettò di vedere il suo amato padrino andargli incontro e stringerlo tra le sue braccia calde e rassicuranti.
I ricordi mi viaggiano, abbracci, sorrisi, parole di conforto ma il <<ti voglio bene>> dov'è ?
Non posso continuare cosí, finirò di andare nel baratro della pazzia e della commiserazione.
Feci un passo avanti, titubante e appena toccai quei pavimenti ecco che i dolori, le risate e i discorsi mi passano avanti come un film di cui faccio parte ma che ho anche vissuto. Dopo aver ingollato a vuoto ,Harry si mise a sistemare quella casa a lui molto cara e dopo qualche ora e un paio di colpi di bachetta non sembrava neanche Grimmauld Place.
Harry addocchiò una sedia stava per sedersi quando un gufo entrò dalla finesta aperta per far circolare l'aria pesante che imbrattava quei muri. Diedi alla civetta un po' di semi e non potei fare a meno di pensare che assomiglia a Edvige poi presi la lettera e vidi che apparteneva a Minerva la nuova preside di Hogwarts.
Signor Potter, intanto come sta? Si è ripreso? La scuola, per avvisarla è quasi come nuova e i lavori procedono a gonfie vele,quando sarà pronta la avviseremo.
La prego di dirigersi il prima possibile a Hogwarts. Ci sono quattro persone a lei molto care che l'spettano. Faccia attenzione, la password è cioccorana. A presto.
Minerva McGrannit
Senza tanti giri di parole mi smaterrealizzai a Hogwarts. Mi diressi lentamente al cancello dove mi aspettava Gazza con in braccio la sua gatta Msr. Purr
Riandare di nuovo tra quelle mura che mi hanno ospitato per tanti anni, in cui ho fatto amicizie, odi, amori, tradimenti e guerra mi fece uno strano effetto, peggio di quando ti smaterrealizzi per la prima volta.
Senza neanche badare che camminavo per i corridoi senza essere presente arrivai all'ufficio di Silente o della McGrannit che già mi aspettava fuori con un piccolo sorriso e con gli occhi che luccicavano.
«buongiorno professoressa McGrannit» dissi io, felice di vederla
"buongiorno Harry... allora... Arrivo dritta al punto prima che me ne penti. Come già sai neanche con la Magia Oscura non possono tornare in vita i morti.»
Io annui, sentivo che non era una bella chiaccherata quella che mi aspettava.
« Vieni, entra » mi disse iniziando a salire per le scale senza guardare che la seguissi e visto la mia famosa curiosità la seguii con emozione, che si sciolse appena vidi chi erano le quattro persone che mi aspettavano.
«CHI SIETE?!» urlai fuori controllo puntando la bachetta cosa che stupì i miei presunti genitori ma non Remus e Sirius che mi osservava con l'aria di voler piangere e abbracciarmi stretto stretto seduta stante.
Rimasi più scosso del previsto e non riuscii a tenere lo sguardo magnetico e singolare del mio padrino. Con voce icrinata dalle lacrime a stento trattenute ripetei «CHI SIETE?! E NON OSATE RISPONDERE CHE SIETE LILY, JAMES, REMUS E... SIRIUS!» strillai e la voce mi venne soffocata a causa del groppo in gola che non mi permetteva di parlare.
«Sono loro Harry» mi disse la McGrannit appoggiando la mano sulla mie spalle che tremavano visibilmente, stupendo il quadro di Severus e facendo ridacchiare divertito Silente "vecchio bacucco"
«Ah ma buongiorno Silente, bello ridere eh? » commentai facendolo ridere come del resto tutte le persone presenti.
«Harry ti prego, fammi provare che sono io» mi supplico Sirius dopo quel momento di svago.
Loro sono morti. Morti
E per quanto fosse surreale e patetico il pensiero, non sarebbero tornati, anche se era la cosa che più desideravo, con tutto me stesso.
Ed ecco un flash che mi fa spalancare gli occhioni verdi facendo zittire tutti i presenti.
Chiunque possieda i tre Doni diventerà il padrone della Morte.
La bacchetta di Sambuco, la Pietra della Resurrezione e il Mantello dell'invisibilità si sono messi in contatto facendo tornare tutte le persone che mi sono comparse quando stavo per andare incontro al mio destino.
Sirius mi osservò come se capisse i mei pensieri, che si trasformò al centro della stanza in quel cane nero che mi aveva spaventato a Magnolia Crescent 6 anni fa.
Quel cane che spesso si è aggirato per il giardino.
Quel cane che aiutava Remus con il suo piccolo problema peloso. Quel cane che nonostante tutto aveva sempre vegliato su di me.
Una lacrima, poi due fino a scoppiare a piangere. Feci un debole passo, senza neanche accorgermi che la McGrannit è uscita per lasciarmi un po' di privacy.
Stringo Sirius, lo stringo come se avessi paura che scompaia, che sia un sogno, un bel sogno, fino a tornare alla dura realtà, che non li rivedrò mai più.
«Sir... Mi sei mancato... Tanto»
«anche tu... Harry»
«scusa, davvero. È stato tutto troppo veloce, non sono riuscito a salvarti, a proteggerti, quando tu avresti fatto di tutto, io ti ho... Deluso. Scusami»
«ehi... È tutto apposto, non importa ora sono qua e non ti lascerò più e sono il padrino più fiero del mondo ad averti accanto»
Sapevo che dovevo dare certa importanza ai miei genitori, ma non posso lasciare Sirius così distrutto, perché so che sta piangendo. Ne sono sicuro.
Lo lascio sfogare, si staccherà quando sarà pronto.
Dopo cinque minuti lascia la presa e mi guarda negli occhi che sorridono, che brillano.
Dopo vado da quel uomo che è identico a me. Sta volta sono io che mi butto tra le sue braccia, lasciando scorrere le lacrime che ho tenuto troppo tempo.
«papà...»
«Ciao Campione, tutto da papà» disse squadrandomi per poi accogliermi tra le sue braccia calde che quasi mi venne voglia di addormentarmi così.
Mi continua ad accarezzare la testa, la mia folta chioma di capelli corvini.
Dopo un tempo che sembrava lunghissimo mi stacco, dando attenzione a quella donna che si è sacrificata per me.
Le foto sono nulla in confronto con la bellezza di mia madre.
Con quei capelli rosso fiamma, simili ai Weasley, la pelle bianca e quei occhi, così simili come così diversi dai miei.
E lei a fare il primo passo.
Mi abbraccia in lacrime.
E cosa posso fare se non lo stesso.
Non servono le parole.
Un semplice abbraccio che vale molto di più di mille parole.
Penso di non aver mai pianto così tanto in vita mia.
E poi abbraccio Remus, colui che mi ha fatto da guida, mi ha insegnato a non giudicare.
Si vede che è sorpreso e allora lo informo «è... Inutile che ti sorprendi tanto eh... Sei speciale per me quanto lo sono loro» subito ricambia l'abbraccio «ah e poi, ho una sorpresa per te e Teddy è alla Tana ce ne stiamo prendendo cura come se fosse nostro figlio» «grazie di... Tutto»
Ritorno al centro della stanza, ancora incredulo della situazione,ho un sorriso sul volto che non era lontanamente paragonabile agli altri che rivolgo ad altre persone.
Subito nella stanza entrarono trafelati Ron,Mione e Ginny.
Probabilmente dalle loro facce capii che avrebbero avuto un collasso.
In questo preciso momento.
«Harry... Come, come è possibile!?»
«La notte in cui andai a consegnarmi a Voldemort, la bacchetta di Sambuco, la pietra della Resurrezione e il mantello dell'invisibilità si sono messi in contatto facendo ritornare le persone che volevo al mio fianco»
Subito tutti e tre che erano rimasti a guardarli scioccati, si buttarono sull' uomo in centro. Sirius ovviamente chiede «da quanto mi volete così bene?»
Gli lanciarono uno sguardo come per dire "finalmente Harry sarà felice con te, con voi "
Forse sono arrossito, quando alza lo sguardo, vedo i suoi occhi brillare e quindi si, sono arrossito.
Dopo si staccano e vanno da un Remus di nuovo sorpreso ma che ricambia apertamente l'abbraccio.
E finalmente vanno dai miei genitori, per conoscere i famosi Lily e James Potter.
E io guardo la scena in silenzio assaporandone ogni secondo.
Perché mi ha permesso una chance per essere di nuovo felice ed io non la sprecheró.
Fosse l'ultima cosa che faccio.
Intanto due quadri in particolare quelli di Silente e Severus mi guardano finalmente per la prima volta felice, con un sorriso.
Angolo Scrittrice Disagiata:
Buon Natale ❤️❤️❤️
Cri_2000
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