Capitolo 9 Clint
CLINT
Mi alzo di scatto; alle parole di Eyra ho pronunciato il nome del mio acerrimo nemico, che da tempo avevo nascosto in un cassetto della memoria. Attizzo il fuoco aggiungendo altra legna e le passo un bicchiere d'acqua "Appena ti sentirai, potrai mangiare qualcosa". Non mi sono coperto addosso, oramai la nostra nudità reciproca è sdoganata.
"Sì, certo, grazie. Loki: intendi il principe di Asgard, il fratello di Thor?" mi chiede, sollevando la coperta per invitarmi a tornare accanto a lei.
Accetto, con un sospiro, sperando di ritrovare la calma. Dopo i suoi abbracci e le carezze, il pensiero di Loki è stato una doccia fredda. Mi sto richiudendo a guscio su me stesso, è bastato un attimo e il vecchio Clint è riapparso al posto del nuovo. Le rispondo in modo secco "Non mi piacciono gli interrogatori e le domande". Abbiamo parlato a lungo, ma le ho rivelato ben poco del vero me.
"Non te ne farò, te lo prometto" l'asgardiana si sposta il tanto che basta per ritrovarci fianco a fianco, un po' più lontani dalla contiguità della notte trascorsa.
Ha le gote rosse per la febbre scesa ma non scomparsa, il viso è posato sul guanciale con le mani unite. Mi guarda dolcemente sbattendo le ciglia; posso contarle, sono ali di una splendida falena "Mi hai salvato la vita".
"La vita che avevo messo io in pericolo, però. Un vero genio!" ho rimediato, almeno un poco.
"Non conta come ci siamo arrivati. Però è accaduto, ti devo la vita e vorrei che avessi questo" raccoglie il bracciale d'oro da terra, lo bacia come in uno sposalizio religioso e me lo infila al polso destro, cogliendomi di sorpresa. "Sei mancino, incocchi la freccia con la sinistra. Questo è il suo posto. E non ti azzardare a rifiutare! È della mia famiglia paterna da generazioni, il ricordo di mio padre".
Dovrei renderglielo all'istante. È un oggetto prezioso oggettivamente e per ciò che rappresenta per lei. L'espressione con cui me lo ha regalato e il ricordo della felicità che mi è scoppiata dentro quando le sue labbra tumide si sono deposte sul mio petto me lo impediscono.
"La tua famiglia è tanto importante, perché hai ricevuto amore, sei stata fortunata. Per me è più complesso. Mia mamma è morta che ero un ragazzino a causa di mio padre" un maledetto ubriacone manesco che picchiava lei e noi figli "e poi sono finito in una famiglia affidataria dopo l'altra".
"Sei stato adottato. Come Odino si prese cura del principe Loki" rifà ancora il nome del mio vecchio avversario, intanto che le nostre dita si tessono le une con le altre in una fitta trama.
"Cura? No, botte, vessazioni fisiche e psicologiche. Le famiglie ricevono un indennizzo economico e a volte ospitare a casa loro bambini o ragazzi è un business, non un'opera caritatevole. Sono cresciuto a pizza surgelata e pugni, lì e nel circo in cui ho imparato a tirare con l'arco" lei non sa cosa siano la pizza e il circo ma comprende il concetto.
I suoi occhi si velano di lacrime. Non è pietà, non potrei tollerarla. È comprensione, tenerezza e un sentimento palpabile che va al di là dell'affetto.
"Quando ho incontrato Steve Rogers e Tony Stark, i miei amici Avengers, mi sono appassionato alle loro attività. Li ho seguiti, sapevo tirare bene con l'arco ed ero allenato. Ho cercato di redimermi, collaborando con loro. Finché non sono entrato in contatto con Loki: lui ha risvegliato in me ogni doloroso pezzetto del mio schifoso passato" il dio degli inganni ha riportato a galla il fango da cui mi ero pulito.
Eyra sussulta, mi scruta interdetta. Vorrebbe sapere: non domanda, come ha giurato.
Parlo ugualmente; glielo devo e non mi pesa. Con lei è tutto semplice e le mie innate timidezza e introversione restano finalmente dentro la faretra, assieme alle frecce.
Pian piano si sono abbassate le barriere di entrambi
"È arrivato attraverso il Tesseract, un antico manufatto che produce energia, di provenienza aliena. Passato in un varco dimensionale, aveva uno scettro. Me lo ha posato sul petto e con un incantesimo mi ha reso suo schiavo. Usando le parole tu hai un grande cuore. Era il 2012" mi ha scelto per le doti di combattente e l'indole tenace, qualcuno sostiene per la mia sensibilità.
Lei comprende subito "Lo scettro conteneva la Gemma della Mente, la pietra di colore giallo. In caso contrario nessuno avrebbe potuto soggiogarti. Sei molto forte, Falco. Loki ti ha fatto del male?" è la sola accorata richiesta della giovane asgardiana.
"Sono diventato un burattino fra le sue mani, ho ucciso molte persone, lui di più. Non era in sé, era stato plagiato da Thanos per conquistare la Terra con i Chitauri, una popolazione venuta sul mio pianeta con un'astronave madre attraverso un portale generato dal Tesseract stesso. Hanno messo a ferro e fuoco la città di New York, ma io e gli Avengers siamo riusciti a fermarli. Loki è sopravvissuto ed è tornato ad Asgard con Thor. Per me, tuttavia, nulla è tornato come prima" fisso le fiamme innanzi a me, non lei. Mi vergogno immensamente. Confessare di aver ammazzato degli innocenti, anche se sotto incantesimo, è peggio delle note sul registro di ex spia sovietica della mia amica Natasha. È una nota che distrugge l'anima, incancellabile.
Eyra si mette supina, più vicina a me "La lista dei sogni è rimasta sospesa temporaneamente, Clint. È ora di riaprirla" la sua mano sale sulla mia guancia senza accarezzarla.
È ferma e io mi ci struscio, come un cucciolo. Ne ho bisogno come dell'aria che respiro.
La presa sicura fra i miei capelli dietro la nuca mi spinge verso di lei. Il verde delle sue iridi si fa più luminoso, le labbra da utopia diventano una prossima realtà.
"Se guardi nel tuo grande cuore capirai che ho ragione" è l'ultima cosa che sento, prima che la sua bocca morbida si posi sulla mia.
È un bacio delicato, sfumato, caldo, infinito. È un bacio perfetto. Quello che desideravamo entrambi.
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