Capitolo 46 Eyra
EYRA
Cammino verso Clint e non abbasso gli occhi. Sono salita di nascosto sulla sua auto senza che mi percepisse, creando un ologramma, e poi sul Falcone. Solo Steve si è accorto del fruscio del mio passaggio mentre mi accingevo ai gradini della scaletta dell'aeronave, gli ho scompigliato il ciuffo canuto.
Mi sono svelata perché gli Avengers, i miei genitori e il mio arciere avevano bisogno di me. In caso contrario sarei restata nascosta.
"Non ho mentito perché non ho mai acconsentito a trattenermi su Midgard anziché combattere al vostro fianco; se ben ricordate alle vostre proposte non ho nemmeno annuito. Per cui, tecnicamente, non ho colpe né ho detto bugie" sono cosciente che sia un cavillo. Una cavillosa verità.
"Ti odio e... ti amo" il Falco mi stringe, arrabbiato e felice "È la seconda volta che mi salvi la vita, sono un eroe alato solo nella tua mente, l'eroina sei tu, bugiarda e testarda".
"Rimani sulla navetta" la mamma me lo ordina in tono serio.
"Va bene, madre" acconsento.
"Non sarà possibile, moglie, dobbiamo abbandonare il velivolo, siamo diventati un bersaglio" papà sta guardando il cielo scuro: le astronavi che ci attaccavano nello spazio sopra Jotunheim stanno scendendo verso di noi.
"Sarà il gioco del gatto col topo, usciamo e combattiamo" Álmadis si arma di faretra, frecce e arco, Clint fa lo stesso, Bucky imbraccia il suo inseparabile fucile di precisione automatico con diversi caricatori.
"Con permesso" un bacio a Natasha e Bruce scende dal portellone aperto per trasformarsi con discrezione nelle sembianze del forzuto mostro verde che vive latente in lui.
"Il piano prevedeva che avremmo cercato di arrivare via terra alla prigione. I Giganti di Ghiaccio non sorvegliano la zona del pianeta dove siamo atterrati e, di conseguenza, ci metteranno tempo per raggiungerci. Ma ci raggiungeranno, è certo" mio padre ricorda il nostro proposito.
"Non credevamo che ci avrebbero attaccato tanto numerosi nello spazio" Romanoff, katana e pistole di equipaggiamento, si meraviglia di uno schieramento di velivoli tanto imponente.
"Perdonatemi, non ne avevo idea. Sapevo che tramite il wormhole rubassero le astronavi, non immaginavo che il loro bottino, negli anni, fosse di tale portata" mamma si giustifica, mortificata.
"Probabilmente la loro manutenzione è il motivo dell'esistenza del carcere. Gli schiavi servono ai Giganti per modificare le navicelle, con sistemi di raffreddamento che permettono la sopravvivenza nelle cabine di pilotaggio. E non solo, sembra una squadriglia in grado di conquistare qualsiasi regno" una carezza alla mamma, il Dio degli Inganni la invita a uscire, precedendola "Fuori deciderete se tenere il casco con la maschera, qualcuno di voi potrebbe riuscire a respirare nonostante il freddo". Hanno entrambi due pugnali gemelli dall'impugnatura a forma di serpente d'oro e smeraldi.
"È la firma della serpe" il Falco borbotta. Stringe il suo strumento di lavoro, la faretra in spalla, e si rivolge a me "Sono diventato un uomo migliore e un arciere migliore, lasciando indietro ogni pezzo di passato opprimente, anche i giorni in cui tu padre mi fece suo schiavo con lo scettro" sono le frasi che gli dissi su un'astronave simile a questa "Eyra, è stato semplice grazie al tuo amore; voglio godermelo finché non metterò piede nel Valhalla perciò rimani dietro di me e Loki; ti copriremo, a qualunque costo".
"Ti sei convertito agli dei norreni? Il mondo dei morti è lontano, Occhio di Falco" mi affilo a lui, gli elmi indosso.
"Se puoi, renditi invisibile e non manifestarti" papà invoca obbedienza, stavolta non infrangerò i suoi moniti e scompaio.
"Bruce!". Una creatura mastodontica alta quanto un Gigante, dalla pelle verde pisello e dei calzoncini modello ciclista elasticizzati neri ci si fa incontro, dal retro del Falcone. I capelli scuri e i lineamenti deformati su dei denti proporzionati bianchi come l'avorio ricordano vagamente il viso rotondo del professore gentile.
"Non ti farà del male, stai tranquilla. L'ho convinto a spogliarsi con calma se ce n'è l'occasione e a creare gli shorts superelastici. Ogni volta riduceva i suoi vestiti a brandelli. È sexy, no?" Vedova Nera ha dato validi consigli di moda al nuovo fidanzato, che riesce a sopravvivere al freddo polare senza necessità di uniforme.
"Sexy nella tua testa. Ti sposerai prima di Barton, ci scommetterei il mio anello nuziale" papà la sprona, alzando gli occhi verdi alla volta stellata.
L'aviazione nemica ci sta puntando.
La scia luminosa dello Stormbreaker di zio Thor e la rifrangenza dello scudo di Sam segnalano che, instancabili, stanno ancora combattendo coi velivoli.
Le astronavi si staccano dai due Avengers e fanno rotta sul nostro gruppo, una macchia non troppo visibile sulla coltre bianca.
"Quando saranno alla nostra portata potremmo colpirle" Álmadis le punta già con la freccia incoccata sull'arco.
"Per far loro il solletico, cognata".
Man mano che le navi avanzano, i cannoni diventano più grandi e il fuoco nemico si apre su di noi. Non sarà difficile centrarci a distanza, non basteranno frecce, pallottole e spade e non esiste un riparo per noi in un mare di ghiaccio.
"Wanda, Eyra, proviamo a difenderci" mio padre, contro ogni previsione, mi coinvolge, scambiata un'occhiata con Clint.
Maximoff fa un passo a destra, Loki resta centrale, io a sinistra, di nuovo manifesta.
Papà scaglia per primo una sferzata di energia azzurra e uno spesso strato, proprio di ghiaccio, ricopre la navetta triangolare più vicina.
Fatico a ricordare che nelle sue vene scorre il sangue amaro del popolo che stiamo combattendo, ma è innegabile che usi il suo elemento magnificamente. Senza alcuna visuale, la strumentazione bloccata dal freddo, il velivolo si schianta a diverse miglia da noi.
Il colpo d'incanto rosso sprigionato dalle dita magiche della Strega Scarlatta, la sokova Wanda, è altrettanto potente. Una bomba rotonda, vermiglia e limpida, centra in pieno l'astronave che giunge dalla sua parte, si fonde con la struttura e la fa esplodere dall'interno. Una pioggia di pezzetti metallici ricade nella zona nord.
"Tocca a te" la voce di Clint è il mio sprono.
Concentro il vento freddo di Jotunheim che si addensa e spazza via le due navicelle in volo appaiato a bassa quota su cui lo scarico. Non punto a distruggerle, ma a metterle fuori gioco allontanandole da noi.
Al passaggio successivo, ognuno di noi tre bissa l'attacco col proprio potere, che deve essere impressionante alla vista e spaventoso, perché il drappello residuo dell'aviazione di Fornjótr batte in ritirata verso nord est.
"Codardi" papà è disgustato dalla loro fuga.
"Non cantar vittoria, hanno ricevuto un ordine dal loro comandante. Abbiamo visite" zio Thor plana con lo Stormbreaker accanto al fratello. Carezza il braccio di sua moglie e lascia la parola a Wilson "Dall'alto abbiamo visto un folto raggruppamento di Giganti che si sta incamminando verso di noi, guidato da tre mostri più grossi degli altri".
"Fornjótr e i suoi figli, Kári e Logi" la mamma ne conferma l'identità.
"Dobbiamo dividerci; una parte di noi andrà alla segreta, portando in salvo i prigionieri. Trovate le astronavi in grado di affrontare il viaggio stellare verso Midgard e quanti più piloti possibile" il progetto prevedeva che fra i detenuti ci fossero persone in grado di guidare le navette sulle quali erano stati catturati e che i Giganti avessero ammassato un certo numero di velivoli anche dotati di iperguida con cui lasciare il pianeta coi liberati. Per l'ultimo punto avevamo ragione, visto l'attacco che abbiamo appena subito.
Papà continua "Sigyn vi guiderà al luogo di prigionia, i detenuti la conoscono e si fideranno di lei. L'accompagnerete voi: Natasha, Hulk, Bucky e Clint".
Propone che il secondo gruppo resti ad attendere l'arrivo dei Giganti e li affronti, cercando di tenerli impegnati "Io, Thor, Álmadis, Eyra, Wanda e Sam ci divertiremo coi Giganti". Il Re degli Inganni ci ha separato sulla base delle nostre attitudini come pedine di una scacchiera di un progetto razionale, mettendo da parte legami ed emotività.
"Stai attenta, amore" il Falco mi bacia attraverso la visiera, carezzandomi la pancia sotto la stoffa pesante, nell'unico istante in cui mi pento di essere salita sul Falcone. I suoi occhi azzurri hanno virato al grigio intenso, ci leggo il sentimento profondo che ha per me, mai contraccambiato come ora, nell'attimo in cui si concretizza lo spirito dell'eroe indomito che si batte per perfetti sconosciuti a costo della vita. Non ho mai sbagliato, era lui l'eroe della mia profezia.
Mio padre, accomiatatosi dalla mamma, lo ferma e lo rassicura in un sussurro che mi strazia il cuore "Avrò cura della tua sposa, ti prego di fare lo stesso con la mia".
"Puoi giurarci" Clint promette, scattando con gli altri dietro la bionda principessa di Asgard, poi si volta e fa finta di scagliare una freccia verso di me in direzione del cuore.
Troppi tardi, il suo amore mi ha trafitto da tempo!
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