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Capitolo 32 Clint


CLINT

Seduto accanto all'asgardiana nella mia auto, le accarezzo la caviglia nuda sopra i sandali e la collina del malleolo, un punto del corpo che non mi era mai parso sexy o interessante come in questo momento.

La giornata di fine maggio è umida e piovosa, il cielo indugia sul plumbeo e lei non ha indossato collant.

Ha la pelle nivea, morbida, liscia, profumata; l'ylang ylang ha invaso ogni mio recettore da quando l'ho scoperto. Ho ricomprato il bagnoschiuma preso al supermercato da Natasha e un olio aromatico di qualità della stessa fragranza che Eyra ha molto apprezzato, coinvolgendomi in lunghi bagni in una vasca che non avevo utilizzato in precedenza a favore della più pratica doccia.

"Volevo mostrarti le sfumature del mare simili al verde dei tuoi occhi, oggi invece virano verso il grigio" i cavalloni dell'oceano sbattono sugli scogli, la schiuma bianca schizza fino al parabrezza della macchina e le gocce passano attraverso i finestrini aperti della jeep, assieme alla leggera brezza marina dall'odore inconfondibile. Il meteo è stato dispettoso.

"Il grigio scuro è il colore delle tue iridi quando sei inquieto, piuttosto; ultimamente ti accade spesso, se parlo di mio padre" fissa lo scenario del mare in tempesta, inquieta.

L'argomento Loki è spinoso, mi provoca una costrizione allo stomaco, dolorosa tenaglia dei miei sensi di colpa e insicurezze passate "È l'effetto del Dio degli Inganni, sono spiacente" le mie dita sfiorano il suo ginocchio scoperto dalla seta verde del vestito che ha cucito per sé e che si è sollevato quando si è seduta; la seconda realizzazione sartoriale dopo la promessa camicia azzurra di cotone egiziano che indosso e mi fa sembrare un elegante damerino. È perfetta, cucita a misura, curata nei dettagli. Tony sarebbe fiero di me.

"Nessun inganno a quanto pare. Bruce ci ha detto che, a seguito della prova di comunicazione col vento solare, i suoni di Sirio si sono affievoliti tornando al solito ritmo. La musica delle stelle era un falso allarme o un fenomeno meramente casuale, sganciato dalla mia presenza sulla Terra. Dovrò mettermi l'anima in pace, è probabile che mio padre sia morto" si morde il labbro superiore.

Gli occhioni verdi sono velati di una profonda tristezza, forse acuita dal panorama ameno, le ciglia sbattono più rapidamente del solito.

L'impeccabilità del perimetro della sua bocca carnosa, le sopracciglia delineate ad ali di gabbiano sembrano scolpite da un artista di immenso talento. Il viso pulito da qualsiasi trucco è l'incarnazione di una bellezza naturale, acqua e sapone.

Desideravo trascorrere un giorno sereno con lei, distrarci assieme mantenendo la promessa di portarla al mare e siamo incappati in una perturbazione che ha spaventato ogni altro newyorchese nel raggio di molte miglia.

Ci ritroviamo nella jeep da cui è preferibile non scendere per il vento e la pioggia, nessuno all'esterno, più soli che su Vormir, il ticchettio delle gocce come compagnia; agli Hamptons, il mare chic di New York, all'estremità orientale di Long Island, la stessa che, dall'altro capo ospita la metropoli in cui viviamo.

"Ti va un pranzo di pesce?" propongo un programma differente non troppo originale. In queste settimane le ho fatto provare le cucine più varie, dal prelibato cibo italiano all'alternativa etnica passando per innumerevoli cene organizzate a casa dei miei amici che ci hanno invitato, alternandosi.

"Dopo" bisbiglia girandosi verso di me con uno sguardo che ho imparato a interpretare; non è fame di cibo ma di noi.

Il suo sedile va giù, la vettura diverrà un moderno talamo su ruote.

La manina slaccia la cintura dei miei calzoli con lenti movimenti.

Non mi sono nemmeno accorto che la mia sinistra è finita sul suo fianco e che le mie dita giocherellano col bordino di merletto candido delle sue caste mutandine. I minuscoli bottoncini di madreperla usati per la parte anteriore dell'abito sono una tentazione irrefrenabile a cui non mi oppongo.

"Principessa, ci vedranno" forse no, i vetri del fuoristrada sono fumé a tutela della privacy degli occupanti e li ho alzati per il maltempo.

"Se dovesse arrivare qualcuno creerò un ologramma di un'auto vuota".

"Non avevo considerato il lato utile dei tuoi poteri, provvidenziale, direi".

Giocosa, carezza la mia lingua con la sua e apro il mio cuore come non mi capitava da tempo. "Ti amo". Quando ho fatto l'amore con lei sapevo che sarebbe stato per sempre, non mi sono mai sbagliato sulla purezza del suo animo.

"Tantissimo" risponde in una gara di sentimenti in cui contano anche le parole.

Le mie falangi vanno fra i suoi capelli morbidi e setosi come quelli di un angelo "L'abito che hai cucito è splendido, ma non credo ne esista uno alla tua altezza" i bottoni scivolano dalle asole, rivelando la biancheria che contiene le forme rigogliose per la maternità, che le ha rese più floride e compatte.

Io scivolo sul suo sedile.

"Ti piace più ciò che c'è sotto? Anche a me, nonostante la camicia ti doni" i palmi che perlustrano il mio torace fino alle spalle per liberarmi dell'indumento scottano di un'ustione amorosa.

Non posso che venerarla come merita. Un bacio sul collo e l'accosto alla mia bocca "Eyra, sei fatta apposta per me". Una scia di moine e succhiotti mi conduce al punto esatto dove si uniscono i suoi seni pieni come arance mature. L'attrazione che sento per lei è aumentata, tanto da provocarmi un dolore al basso ventre che coglie da una mia smorfia.

La manina tentatrice dell'asgardiana si intrufola in una carezza sensuale fra il cotone pesante dei jeans e la mia rigidità spiccata sotto i boxer, la legnosità provocata da lei.

"Ho bisogno d'aiuto col gancio del reggiseno, lo sai" scherza ma non mi tiro indietro.

La posso gustare, pelle a pelle, i suoi boccioli sul mio petto, la sua guancia sulla mia, nelle orecchie il suo respiro, nel becco il suo sapore mischiato al mio, nelle narici il suo odore sublime di donna, negli occhi... solo lei a cui sussurro "Amore mio".

Alle parole mielate di castagno, struscia le gambe contro il mio bacino e il suo corpo mi consegna un invito chiaro come il sole che oggi si è nascosto dietro i cirri, per uno sgarbo a due innamorati.

Gli ultimi indumenti spariscono, lasciando il posto a una nudità completa lontana da sguardi indiscreti.

Con la schiena flessa, Eyra mi offre le sue punte rosate, tenendomi a sé intanto che le suggo con passione. Appena posato sulla sua entrata sono travolto dal piacere in un affondo poco calibrato che non lascia spazio a troppi preliminari superflui.

La temperatura si alza di molti gradi nel fuoristrada e non è questione di chimica, c'è tutto il laboratorio di chimica di Banner dentro.

La colmo con un assalto e non riesce a tenere il mio ritmo, deve aggrapparsi alla mia schiena. La sento emettere una risatina e poi farmi il dono più prezioso, il regalo della sua beatitudine che si porta dietro la mia, con le labbra perennemente unite in un'erotica torsione e il pancino sul mio addome.

Mi abbraccia forte coi corpi ancora tremanti e i respiri spezzati, e una richiesta dolcissima "Promettimi che non volerai mai via da me, Falco".

Troppe persone sono scomparse dalla sua esistenza, ha bisogno di essere rinfrancata e non vi è giuramento più semplice per un arciere stregato.

Eyra ha sanato le crepe della mia imperfezione, ha cancellato con il suo amore le note rosse sul registro che ognuno di noi possiede; l'unico modo per combattere le mie rigidità era la dolcezza e lei, con me, ha usato tutta l'amabilità del suo carattere meritando un perdono completo e la mia totale devozione.

"Mai, principessa, resterò sempre con te, con voi" il legame con lei è troppo prezioso; scaccio la fitta del pensiero di suo padre per godermi appieno il momento, un auspicio positivo per il futuro anche del piccolino che porta in grembo, per il nostro recuperato equilibrio.

La mia dea mi strofina le labbra sulla guancia e poi mi bacia, affettuosamente, coi capelli stesi sul mio petto "Mi interessa solo Clint, la persona che è qui con me, ora" la profezia è lontana "Contiamo noi e il tempo che vivremo assieme" continua con due richieste che non potrò rifiutare "Stringimi più forte che puoi e poi portami a mangiare il pesce".

"Sì, tutto ciò che vuoi" un bagliore blu nel cielo mi distrae. Alzo lo sguardo dal finestrino che ho aperto quando ha smesso di piovere.

La volta ha perso il grigio della nuvolosità, è un insieme di colori che variano fino al verde in un arcobaleno ondulato e rarissimo, almeno alla nostra latitudine.

L'aria è diventata rarefatta, il vento si è calmato improvvisamente, l'acqua del mare è tornata della stessa nuance degli occhi della donna che amo, aumentata nell'intensità dal riflesso di ciò che stiamo vedendo.

"Cos'è, Falco?".

"L'aurora boreale" la prima che abbia ammirato nella mia vita. Lo spettacolo notturno della notte artica in pieno giorno a poche miglia dall'isola di Manhattan stride nella mia testa dove un campanello di pericolo sta suonando "Torniamo a New York, in fretta".

***

Un momento estremamente dolce di rinnovata armonia per i nostri protagonisti, che spero abbiate apprezzato! 

Pronti per il prossimo capitolo? Grosse novità!

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