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Capitolo 22 Eyra

EYRA

Mi sveglio su un letto metallico imbottito e ricoperto in pelle bianca, coperta da un lenzuolo dal seno alle caviglie; una grande luce rotonda sul soffitto mi acceca col chiarore delle sue lampade.

Mio padre, il mio bambino, Clint: sono i primi pensieri che mi pervengono alla mente. La mia mano va in automatico sul ventre.

"Eyra, nipote, vostro figlio sta bene. Abbiamo effettuato degli esami non invasivi intanto che riposavi dopo il malore. Bruce ti ha somministrato un sedativo per calmarti" Álmadis indica l'uomo rotondetto, dai riccioli sale e pepe, che mi sorride e mi tende la mano nella stanza gremita del pubblico in precedenza ignorato.

"Sei Hulk, il Falco mi ha parlato di te. Di voi tutti e a lungo, finalmente riesco a collegare i volti ai nomi" un sospiro di sollievo e la stringo, cercando l'arciere con lo sguardo. E' poggiato alla parete della stanza con una tazza fra le mani e gli occhi addolorati.

La camera è invasa dagli Avengers, che, in piedi, sorseggiano la bevanda calda preferita dai terresti della loro porzione di mondo: caffè, il cui aroma intenso ha riempito la sala medica.

"Sì, sono io. Il bambino è perfetto, a ciò che ho visto, ed è un maschietto. Clint già lo sa" il professore mi rassicura di nuovo, dandomi una notizia sempre saputa: di portare in grembo l'erede maschio che avrebbe realizzato la profezia. Le parole di Banner mi riempiono di gioia.

La figura di mio zio Thor che siede al bordo del letto, invece, mi riporta alla realtà. Un pesante groppo di dolore fermo in gola mi esce dalle labbra. Asgard, distrutta. Il nonno e la nonna morti. Una vera disdetta "Mio padre... dimmi di più".

"Prima bevi" mi passa un mug e dall'odore riconosco un decotto a base di tiglio, biancospino e fiori d'arancio utilizzato da nonna Frigga per l'insonnia e il nervosismo. "Sei svenuta prima che potessi finire. Hai ascoltato solo la prima parte del mio discorso, non il resto. Sull'astronave che ci portava dal nostro pianeta alla Terra, Thanos ha ucciso Loki; lui aveva tentato di difendermi, attaccando il Titano viola e ha avuto la peggio" spiega di nuovo "però quando siamo tornati indietro nel tempo, nell'anno 2012, tuo padre, presente lì in quell'arco temporale, ha rubato il Tesseract e si è volatilizzato. Potrebbe essere ovunque ed esiste una remota probabilità che non sia morto davvero".

Sollevata dalle sue parole e dall'azione eroica di papà, metto improvvisamente insieme i pezzi dei racconti di Clint "In che anno siamo adesso, quindi, zio?".

"Nel 2025" ribatte Natasha "Voi siete venuti avanti nel tempo attraverso un passaggio spazio temporale chiamato ponte di Einstein - Rosen, noi invece facemmo il contrario, coi bracciali GPS inventati da Tony e le fiale delle cellule Pym".

Rimango a bocca aperta e il Falco abbassa la testa fissando le punte di scarpe basse coi lacci. Si è cambiato, come gli altri, e non indossa più la tuta con cui ha pilotato ma dei calzoni grigi morbidi e una maglietta verde senza le maniche da cui emerge il tatuaggio del samurai. "Ho soprasseduto a raccontarti un pezzo di verità, non aveva senso dirti della distruzione di Asgard. Io e te eravamo sul Vormir del 2014 e non avrei mai creduto di recuperare undici anni. E non sapevo chi tu fossi, perché me lo hai celato" non ha alzato nemmeno la voce e non intende giustificarsi: il tono basso viene dall'oltretomba della disillusione.

"Hai riferito a Barton una profezia edulcorata credendolo l'eroe alato che avrebbe concepito con te l'erede conquistatore dei Regni?" Álmadis appare scettica.

Avrei voluto confrontarmi con l'arciere per mio conto, temo non sarà possibile. Ripercorro i passi che ci hanno condotto fin qui "Clint e Natasha sono arrivati su Vormir e li ho seguiti. Lui mi ha sentito e ho capito che poteva anche vedermi. Ho collegato il suo soprannome Occhio di Falco, le sue doti di coraggio e di lealtà, l'affetto nel cercare di preservare Vedova Nera dalla morte e recuperare la Gemma dell'Anima, all'ipotetico eroe della profezia" è così, non sono finti complimenti, ma non posso pretendere che lui mi creda nel mare di menzogne in cui mi sono invischiata "Quando è riuscito a liberarsi dalla presa di Romanoff e si è lasciato precipitare nel burrone, ho generato un ologramma della sua caduta. Nat e Teschio Rosso hanno veduto il corpo esanime di Clint, ma una raffica potente di vento originata dalle mie mani lo ha spostato sul basamento di una roccia in un calo di pochi metri. Ha solo sbattuto la spalla. Il custode della pietra ha ipotizzato che fosse morto e l'ha data a Natasha".

Clint mi fissa, incredulo.

Romanoff no. Cammina verso il letto e si abbassa per abbracciarmi. Ha due lacrimoni sulle guance e le trema il labbro superiore "Grazie, grazie di averlo salvato. Non sai cosa significhi ciò che hai fatto per me, per noi. E non importa il motivo, no, ragazzi?" si rivolta verso gli amici "Profezia o meno, conta che il Falco sia vivo". Mi dà due affettuosi baci umidi sulle guance, all'aroma di caffè, mostrando un lato della medaglia che non avevo considerato.

"Non ti avrei mai lasciato morire" lo dissi all'interessato a suo tempo, glielo ribadisco innanzi alla sua famiglia acquisita, terminando di bere la tisana.

Non reagisce con le parole, ma col corpo, dandomi le spalle in modo palese. Pochi secondi e mi lancia una freccia che trafigge "Hai deciso di usare i tuoi poteri anche per impedire che Steve capisse che ero su Vormir e trattenermi lì con te. Non per amore; per egoismo e per le tue pazzie di cui non mi avevi messo al corrente, nemmeno dopo avermi conosciuto meglio. Falsa bugiarda tu, e scemo io ad essermi fatto irretire dalla tua finta gentilezza".

Ha ragione per l'episodio del Capitano, non sul resto. Rinuncio a ribattere; con immenso sforzo mi concentro per non piangere davanti agli Avengers.

"Natasha ha pagato l'affitto dell'appartamento di Clint, è rimasto tutto come lo ha lasciato. Lei e Bruce possono accompagnarvi, vi ritemprerete dalla stanchezza del viaggio e dallo stress emotivo" Bucky, il ragazzo dai lunghi capelli castani scuri e il braccio d'argento, in imbarazzo, suggerisce con tatto la prossima mossa per uscire dallo stallo in cui ci troviamo.

"Forse sarebbe meglio se Eyra restasse coi suoi cari parenti" l'arciere lo propone con ironia.

"Nient'affatto. E non perché non abbiamo posto nella nostra casa o perché non ci faccia piacere" Álmadis si impunta immediatamente "Siete una coppia, a ciò che vedo, e aspettate un bambino: risolvete i vostri problemi da persone adulte senza metterci in mezzo. Eyra, la nostra porta sarà sempre aperta e ci vedremo con frequenza, abbiamo tanto di cui parlare. Ma chiarirti con Clint è più importante. Vale anche per te, arciere. E adesso uscite, perché mia nipote deve rivestirsi" invita i presenti ad accomodarsi fuori e chiude l'uscio, attraverso cui il Falco è l'ultimo a passare, dandomi un'occhiata fugace.

"Wanda e Natasha sono più piccoline di te di statura, io più alta. Accontentati dei miei abiti per oggi anche se ti staranno larghi; domani Barton ti porterà in uno o più negozi per acquistare dei vestiti della tua taglia. Ti avverto, la moda terrestre non ha un canone di eleganza alla stregua dell'asgardiana, si predilige un abbigliamento informale e sportivo o piuttosto si scelgono capi che aiutino nella conquista del partner... o una via di mezzo!" ridacchia, passandomi da una busta un completo intimo arricchito di pizzi e merletti, realizzato in un tulle trasparente di uno splendido color verde malva.

E' molto sensuale, differente da ciò che ho cucito per me optando per la semplicità. Controbilancia i pantaloni scuri con le tasche e l'elastico in vita e la camicia bianca di taglio maschile. In effetti la zia stessa indossa calzoni attillati neri e stivali alti al ginocchio, in un look aggressivo e da guerriera anche nella vita privata, come Romanoff e Maximoff.

"Eyra, ascoltami. Gli uomini ragionano con diverse parti del corpo, non sempre con il cervello. Clint non è così, è un tipo cerebrale con un gran cuore sofferente; al momento ha avuto più di un dolore, non esclusivamente per il celato fra voi" mi accenna alla morte di Tony Stark e alla scelta di Steve Rogers di ricongiungersi con l'amore della sua vita.

"Ha bisogno di te e tu di lui" agganciandomi il reggiseno sulla schiena, pronuncia la più grande verità della giornata.

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