Capitolo 17 Eyra
EYRA
Ho trascorso la notte fra le braccia di Clint Barton, il terrestre con cui sono diventata una donna completa; mai mi sono sentita tanto desiderabile, bella, adulta e soprattutto... amata.
Il sesso è stata una scoperta continua di piacevolezze: l'unione della fisicità al cuore e all'intimità è qualcosa di impossibile da spiegare a parole.
Ho letto libri sull'amore, ascoltato canzoni ispirate ai sentimenti e chiacchiere altrui sull'argomento, ma viverli è profondamente differente.
Indolenzita dalle innumerevoli blandizie, apro gli occhi e trovo i laghetti grigio azzurri del Falco che mi scrutano con l'intensità propria di un rapace e in cui annego felicemente.
"Non dormi?" la sua bocca è una deliziosa e zuccherina polpa che mi rimanda alle confetture di visciole selvatiche, tipici alberi da frutto della mia terra.
"No. Ho passato ore a guardarti, le ore meglio spese della mia vita. Da dove arrivi, Eyra? Non mi sembra vero che sia accaduto, che tu sia mia. Ti spiace che abbia detto mia?" sembra pentirsi delle parole usate, al limite del sessismo sfrenato.
"Non è questione di possesso, ma di destino, ti comprendo" sussurro al suo orecchio, sfregando la guancia sulla sua, sull'accenno di barba del mattino. Il profumo della sua pelle è divenuto parte di me "Tu sei mio! E vengo da Asgard, lo sai".
"Quale sarà la prima cosa che farai, arrivata lì?" carinamente, dà per scontato il successo del nostro viaggio.
"Oltre a riabbracciare i miei genitori?" spero che mio padre Loki sia ad attendermi nella reggia di Odino e di discorrere con lui e il nonno, ma ho dei propositi in mente, ci ho pensato tante volte "Un lungo bagno caldo immersa in una vasca di marmo bianco, massaggiandomi con un olio profumato di ylang ylang; a seguire una colazione abbondante con latte, miele di castagno e biscotti alle mandorle fatti in casa da mia nonna e un pisolino in un letto con cuscini di piume e morbide lenzuola di seta" l'elenco sarebbe lungo, cito l'indispensabile, giocando con le falangi sul suo torace e senza mai smettere di tenere gli occhi nei suoi.
"È un programma che prevede anche me?" chiede speranzoso, con un'ingenuità da colpo allo stomaco.
"Saremo due colombi tornati nel nido" uso un paragone con un altro tipo di volatile, differente da un falco "Non riesco a immaginarmi lontano da te nemmeno per un secondo. L'ylang ylang è considerato il fiore dell'estasi e della seduzione, adorna i capelli delle donne asgardiane e dona loro una forza rigenerante. Per chi altri dovrei profumarmi così?".
Una scia di baci dal collo all'orecchio mi provoca un groppo di piacere che unicamente Clint potrà sciogliere "Non sempre si ha ciò che si merita. Come ho meritato te?".
"Perché sei bravo a baciare" mormoro con una punta di malizia.
"Solo a baciare?".
In tutto, non lo ammetto per provocarlo. È un uomo spronato dalle sfide. Il mio corpo parla per me, carezzo quello del Falco direttamente col fisico che gli dei mi hanno fornito, e lui si lascia lusingare, la mano tatuata unita alla mia.
È un attimo e nell'aria rarefatta della spelonca aromatizzata dai nostri effluvi notturni galleggiano ancora i sospiri e i sussulti, i gemiti e i brividi sulla pelle. L'ennesima congiunzione carnale ci porta alle prime luci dell'alba in cui ci crogioliamo sotto la coperta divenuta davvero il nostro caldo nido.
Il fuoco è quasi spento, si vedono le braci magenta sotto la cenere, il buio è piacevole, rende la situazione più intima. Le spirali del vento si sono esaurite, è stata una notte in cui ho seguito più le volute d'aria del mio compagno con la mente e col cuore che il richiamo di mia madre; mi è parso più leggero, forse più discreto.
"Eyra" nell'ennesimo abbraccio i polpastrelli callosi disegnano la profezia sulla mia schiena in un gesto consueto che adoro "Quando si fa l'amore come lo abbiamo fatto noi è per sempre". L'Avenger è tutto d'un pezzo, risoluto, la sua è una piena confessione di sapore religioso degna di un discepolo della dea Freyja (*).
Prende una lunga pausa che non interrompo, ha bisogno del suo tempo e glielo lascio. "Potrei andare sulla Terra col Bifrost e poi tornare da te oppure potresti venire nel mio mondo, se i tuoi familiari non avessero nulla in contrario".
"Separati mai" non prometto nulla e forse prometto tutto; mi vedo solo ad Asgard con lui accanto, non su un altro pianeta. Mi è stato sufficiente l'esilio a Vormir, ho espiato abbastanza per questa vita.
Certamente il mio progetto sembra prendere la via che desideravo. Debbo tastare il terreno della questione più importante "Clint, stanotte la razionalità è stata spazzata via dalla passione. Non abbiamo usato metodi contraccettivi. Esistono dei rimedi naturali che potrei assumere per evitare gravidanze. In alternativa c'è l'astinenza, da ora in avanti. O gli uni o l'altra. Anche se temo non sarà possibile non desiderarsi".
"Lasciamo fare alla natura e al destino" gli è uscito dalle labbra con spontaneità, l'ha detto di getto e senza riflettere; il che significa che è la reazione più autentica che potesse avere e che probabilmente ci aveva già ragionato su senza affrontare l'argomento con me. Clint è un adulto e consapevole della sessualità e delle sue conseguenze, non un ragazzino sprovveduto alle prime armi.
"Vormir era l'ultimo posto dei Nove Regni in cui immaginavo di conoscere l'anima gemella. Sono stato colto talmente di sorpresa da aver riconsiderato il concetto di fato. Ho sempre creduto che l'uomo potesse agire e interagire con il destino attraverso i propri comportamenti. L'analisi degli eventi e il libero arbitrio, l'impegno, corrono però su un binario parallelo. Il fato o un intervento divino, se hai fede nei tuoi dei, mi hanno condotto fino a qui e fino a te. Accetterò ciò che mi porterà la sorte, o chi!" posa una mano sul mio ventre e mi bacia la punta del nasino.
"Gli dei del mio mondo sono meno perfetti di ciò che si può ritenere; sono maestri di conoscenza, magia e poesia e al tempo stesso combattenti. Ma gli manca l'umiltà e la capacità di vedere da una certa distanza, di avere uno sguardo d'insieme che li renda più obiettivi. Tu lo hai, Clint" riassumo le doti del nonno, tramandate per stirpe e per contatto a mio padre e a mio zio Thor, citando l'arciere, la frase che suole ripete di sé, tessendone le lodi "Il falco è un animale nobile, superiore agli altri sia per la velocità che può raggiungere in volo sia per la straordinaria rapidità con cui si cala in picchiata con vigorosi battiti delle ali, oltre che per l'abilità innata di catturare la preda a terra".
"Il falco è associato alle vette del cielo e anche agli astri, in particolare al Sole terrestre, secondo la mitologia del popolo degli Egizi che identificava in Horus, figlio di Osiride e Iside, il dio solare per eccellenza. Anche in altre religioni si pensava che volando alto in cielo, arrivava più vicini a Dio. Ed è tendenzialmente fedele; di solito cerca una nuova compagna solo dopo la morte della precedente" parlotta, con finta disinvoltura.
"Sapiente Clint, rimangiati il tendenzialmente" dissimulo un'arrabbiatura coi fiocchi, certa che non dubiterò mai della sua devozione, né lui della mia. Soffriamo entrambi della sindrome dell'abbandono: non è il genere di dolore che causeremmo con facilità a chi vogliamo bene.
"Rimangiato se mi concederai un altro pochino di coccole" smargiasso, mi provoca, inclinando il viso di traverso alla ricerca di un bacio diverso dal precedente.
"Non saranno solo un pochino, puoi scommetterci il tuo arco" sbruffona, lo stuzzico di più.
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(*) La dea Freyja ha molte manifestazioni ed è considerata la dea dell'amore sessuale, della bellezza, dell'oro, della seduzione, della fertilità, del seiðr, della guerra, della morte e delle virtù profetiche.
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