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Good morning

Fui svegliato da una piacevole senzazione. Avrei voluto dormire a lungo,ma evidentemente non era destino.
Con un borbottio di disapprovazione,mi tirai la coperta fin sopra la testa.
Mi bloccai sentendo uno strano rumore.
Alzai velocemente la coperta,impaurito da chi fosse nella mia stanza.
I miei occhi piano piano si abituarono ai raggi del sole,e davanti a me appare una figura che é comodamente seduta sulla mia scrivania.

<Buongiorno,raggio di sole>
Lancio un cuscino in faccia al mio coinquilino.
Lui di rimando me lo ributta facendomi quasi cadere dal letto.

<Non svegliarmi mai più di prima mattina. Sono scorbutico se vengo svegliato>
Borbotto guardandolo di ghiaccio.

<Ciambella al cioccolato?>
Mi domanda Levi,sventolandomela davanti alla faccia.
Improvvisamente tutta la mia rabbia che avevo contro di lui,sparisce.
Si siede sul mio letto e mi da la ciambella.

<Scuse accettate>
Dico addentandola.
L'occhiata divertita che mi lanció mi sorprese.
Non avevo mai visto una simile espressione sulla sua faccia. Aveva sempre l'aria di chi avesse appena passato una giornata di merda.
Invece,in quel momento,sembrava divertito.
Dopo la serata di prima,pensavo mi avrebbe evitato come la peste,se non buttato fuori a calci nel culo.
Invece era sul letto,a guardarmi divertito,e regalandomi una ciambella...
Sta' tramando qualcosa,me lo sento.

<Che ci fai qui,Levi?>

<Aspetta,vai in cucina che ti ho preparato il caffè. Sembri ancora profondamente assonnato>
Rimango ancora più stupefatto di prima.
Chi é questa persona?

Vado in cucina e prendo la tazza più grande,riempiendola tutta.
Vado di nuovo in stanza,e sotto gli occhi del mio coinquilino,mi abbasso per prendere una cosa dalla mia scrivania.
Lui mi guarda accigliato,ma anche con un certe interesse.

<Non ti preoccupare. Non voglio farti eccitare>
Mormorai.

<Eccolo!>
Presi la panna da caffè,e gliela mostrai compiaciuto.

<Che schifo. Tu e queste cose dolciastre>
Mi guardò disgustato.

<Tu non capisci nulla della vita>
Lo guardai divertito.

<Vuoi assaggiare?>
Gli porsi la tazza,lui me la guardò,schifato.

<No,grazie>
Mi sedetti accanto a lui.

<C'è qualcos'altro che devo sapere di te? Oltre i tuoi gusti orribili in fatto di cibo>
Lo guardai in quegli splendidi occhi grigio/azzurri,che mi fanno quasi imbambolare.
Lui nel frattempo che bevevo,mi guardava ogni singola parte del mio corpo.
E,finalmente del tutto sveglia,mi accorsi del piacevole profumo che sprigionava.
Era da poco uscito dalla doccia,ed aveva ancora i capelli bagnati.
Era carinissimo.
Mi passano per la mente immagini poco caste di lui sotto la doccia,ma mi do uno schiaffo mentale e le scaccio subito via.

'Secondo me ha una bella lunghezza"
Mi ritrovo a pensare.
Arrossisco,ma Levi non sembra darne importanza.

<Senti chi parla,bevi tutto amaro>
Gli uscì un sonoro "Tsk" dalla bocca.
Io feci spallucce.

<Allora... Amo le canzoni di vecchia data.>
A quelle parole i suoi occhi s'illuminarono.

<Amo la musica classica,soprattutto pianoforte e violino>
Mi vengono in mente le poche volte che il bambino della mia infanzia mi suonava delle canzoni al pianoforte.
Mi incupisco,lui se ne accorge ma non fa domande.

<Ed amo i gatti. Ho sempre voluto un gatto. Sono così pucciosi e pieni di peli. Sembra che mi dicano"coccolami" ed io non gli resisto. Mhh poi... Fammici pensare>
Mi blocco vedendo l'espressione di Levi.
Mi fissava le labbra socchiuse con desiderio.

<Ho parlato troppo?>
Chiesi mortificato.
Lui si risvegliò da quella sottospecie di trans,scuotendo la testa.

<Non importa>
Levi si portò le mani sul viso e infinr tra i capelli.

<Com'è proseguita la festa ieri?>
Decisi di cambiare argomento.
Lui si stese completamente sul letto,continuandomi a guardare.
Sembra pensarci un poco,ma poi si decide a parlare.

<Dopo il vostro spettacolino,l'atmosfera si é un po' afflosciata>
Mi guarda male.
Io abbasso la tesa,dispiaciuto.

<Oh,mi dispiace>
Posai la tazza e mi passai una mano tra i capelli.

<Mi spiace. Non volevo trattare male il tuo ragazzo. Però non mi é piaciuto il suo modo di parlare,quindi mi sono incazzato e->
Trattenni il fiato,vedendo Levi che mi accarezzava il corpo con gli occhi.
Poi scosse leggermente il capo e mi guardò negli occhi.

<Non é il mio ragazzo. E non é piaciuti neanche a me il suo modo di parlare>

<Lo so,e per questo mi dispiace. É stata una settimana lunghissima e non sono riuscito a controllarmi,e poi tutto quel vino e...>
Mi bloccai.

<Come scusa?>
Domandai incredulo.

<Non é piaciuto nemmeno a me come ti ha trattato>
Rimase in silenzio per un po',poi incrociò le braccia dietro la testa.

<In tutta sinceritá,non mi piaceva proprio niente di quello che usciva dalla sua bocca. Più che altro erano le cose che faceva con la bocca...>
Il caffè mi andò di traverso.

<Che schifo,Levi!>
Gli schiaffeggiai piano una gamba,ma lui mi bloccò il polso e me lo bació.
Io ritrassi subito la mano,arrossito.

<Che problema ci sta'? Adesso che siamo coinquilini,possiamo parlare apertamente di certe cose,no? Con Hanji lo facevo sempre>

<Ma con Hanji é diverso! Lei é pervertita dalla nascita secondo me!>
Ripensai a quando nella serata si era inventata la ship tra me e Levi.
La Riren.
Che poi sostiene che io sarò l'uke della situazione...

<I pompini non sono l'unica cosa che si possono fare con la bocca. Anche dei baci innocenti,sei tu che l'hai pensata in modo diverso.
Sei tu il pervertito.>

<Ma stai zitto,Levi. Adesso vado a lavarmi i denti>
Mi alzai di fretta dal letto per andare al bagno.
Non feci tanta strada.
Levi mi prese per il polso e mi fece voltare verso di lui. Con un gesto mi attirò a sé,proprio in mezzo alle sue gambe. Persi l'equilibrio,e con la mano libera dovetti appoggiarmi alla sua spalla per non piombargli addosso.
Sotto la maglietta avvertii i suoi muscoli.

<Comunque... Ti volevo dire che non hai infranto nessuna regola. Mi spiace per la serata di ieri>
Disse Levi.

Mi alzai di scatto ed andai in bagno.

<Vado a lavarmi>
Quando entrai mi accasciai alla porta,prendendo lunghi respiri.
Poco dopo mi bussó.

<Hai degli scarponi da trekking?>
Mi domandò.

<No,perché?>

<Accidenti. Per questa volta ti presteró i miei>

<Dove mi porti?>
Gli aprii la porta.

<Ti mostro le parti belle di questa città>

<Andiamo a fare un'escursione?>
Domandai scettico.

<Sì. Ma comunque non sei obbligato a venire. Se vuoi puoi restare qui a compiangerti,come hai fatto ieri>
Oddio aveva forse sentito il mio piccolo crollo emotivo del giorno prima?

<I muri sono sottili>
Commentò fulminandomi.

<Ero solo...>
Incominciai a parlare ma lui mi interruppe.

<Non me ne frega niente del perché frignavi. Regola numero uno>

<Però se ti va di vedere il bello di questa città. Io sono a disposizione. Oggi mi va di uscire.>

<Veramente sono ancora un poco provato da ieri.>
Lo oltrepassai ed andai in camera mia.

<L'aria fresca é un vero toccasana,credimi>
Mi raggiunse in camera,per poi posizionarsi all'uscio della porta.

<E va bene,verrò. Ma fammi prima vestire>
Lo guardai,e feci per chiudere la porta,ma lui la bloccò.

<Se vuoi posso aiutarti>
Mi guardò malizioso.

<Regola numero tre,Levi>
Lo ammonì,sorprendendomi io stesso di quanti bene imitassi il suo tono. Speravo si rendesse conto di quanto tutto fosse ridicolo.

<No,intendevo nella scelta dell'abbigliamento>
Replicò,senza reagire alla mia battuta.
Entrò senza il mio permesso nella mia camera,e si mise a cercare dei vestiti adeguati alla camminata.
Ma non trovò nulla di ché,quindi mi guardò stupefatto.

<Ma non hai roba per andare a fare sport? Sai per tenerti in forma>
Mi guardò dall'alto in basso.

<Ma se ho un fisico perfetto. Non ho bisogno di fare sport. Io mangio e non ingrasso.>
Gli feci l'occhiolino.
Lui alzò gli occhi al cielo.

<Sì,ma due addominali non ti farebbero male>

<Credimi,fino all'anno scorso ho fatto palestra. Solo che poi mi sono scocciato e ho buttato tutto all'aria,gli addominali li ho.>
Uno sbuffo sonoro uscì dalla sua bocca.

<Ti do una mia maglia>
Andó in camera a prendere qualcosa dall'armadio.
Io lo raggiunsi,vedendolo rovistare nel suo armadio,perfettamente in ordine.
Vidi il libro di due giorni prima.

"Il coniglietto di velluto"
Mi avvicino alla libreria,attratto come una calamita.
Lo prendo tra le mie mani,ed inizio a sfogliarlo.
Poco dopo,però,mi viene brutalmente preso da Levi,che mi guarda rabbioso.

<Non toccare la mia roba. Ne tantomeno questo libro>
Non l'ho mai visto così arrabbiato.

<Levi... Tu hai vissuto in una casa famiglia da bambino?>
Si blocca a quella domanda.
Si incupisce e vedo i suoi occhi lucidi.
Mi lancia forte al petto una maglia ed un pantalone.

<Non sono affari tuoi. Ora muovi il culo ed andiamo.>
Mi fa uscire velocemente dalla camera.

Vado nella mia e mi cambio,sentendo poco dopo dei singhiozzi provenire dall'altra stanza.
Io prendo subito il mio ciondolo.
Questo ciondolo me lo regalò lui prima che finii in ospedale,era l'ultimo ricordo rimanente dei suoi genitori.

Una chiave.
"Con questa chiave ci riconosceremo sempre. Affronteremo le nostre battaglie,insieme. Ricordati,Eren. Ricordati che io anche fra 10 anni ti proteggeró ed amerò come il primo giorno. Anzi,anche di più."
Queste furono le parole che mi dedicò prima... Dell'incidente.

Mi vesto velocemente,e mi asciugo alcune lacrime che erano uscite senza neanche accorgermene.

Chissà dove mi porterà...
Chissà se é lui.

°°°°°°
Heyyyyyyyy.
Non mi convince tanto questo capitolo ma dettagli.

Che ve ne pare?
Vi piace?

Scusate i miei errori,alla prossima
:3.

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