Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 57 - Turning Point

Decker si muoveva lentamente per adeguarsi al suo passo, che doveva sembrargli quello di una lumaca morta.

Anita sperò che arrivassero presto dovunque stessero andando, perché era davvero sull'orlo della crisi di nervi. Non ne poteva più di Dritch, dei suoi misteri e delle persone che la abitavano.

Decker la condusse fino in sala da pranzo, ma invece di sedersi a uno dei tavoli proseguì verso quello che sembrava l'ingresso della cucina. Ovviamente, i Diversi non avevano alcun bisogno di cuochi, quindi quel posto doveva nascondere qualcos'altro.

Anita si bloccò, terrorizzata. Non pensava che Gufo avrebbe potuto metterla in pericolo, nelle mani di uno sconosciuto, ma era pur vero che in passato era esattamente ciò che era accaduto.

«Dove mi sta portando?» trillò Anita, costringendo Decker a voltarsi. Aveva già mezzo spalancato la misteriosa porta di legno scheggiato, con apertura a spinta, ma la rilasciò facendosela quasi sbattere addosso.

«A SeelenFleisch la disobbedienza non è tollerata, Miller. Non sei più a Meshert».

«E le vostre punizioni in cosa consistono?» domandò, incerta. Decker aveva lo sguardo bonario di uno che avrebbe preferito fare qualsiasi altra cosa, invece che essere lì.

«Lo scoprirai molto presto. Accomodati»
Decker spalancò una delle due porte oscillanti per lei, in modo da permetterle di passare avanti. Dietro la porta, il buio pesto.

Anita costeggiò la parete di destra, per trovare un appoggio abbastanza solido che la aiutasse a camminare.

Riuscì a capire che c'erano degli scalini, i suoi piedi si adagiarono lentamente su ognuno di essi, conducendola verso l'ignoto.

Dietro di lei, Decker, la seguiva senza particolari problematiche.

Alla fine della scalinata era visibile una porta bianca, illuminata da una luce verdognola. Decker si fece nuovamente avanti, digitando quattro cifre su un piccolo schermo lucente posto a fianco alla porta chiusa ermeticamente. Anita sbirciò, e memorizzò subito le cifre digitate dal Capitano. 7580.

La porta si dischiuse con un sonoro beep prolungato. Decker entrò nella stanza, salutando qualcuno con un solenne saluto militare.

«Sergente Maggiore», asserì, serissimo.

Solo in quel momento Anita riuscì ad addentrarsi nella stanza, illuminata a giorno da quattro enormi lampade a neon, e con arredi di plastica bianca e lucida.

Quando vide la persona che si trovava al centro della sala, in attesa, quasi le cadde la mascella a terra.

«Vin?» trillò Anita, allarmata.

La donna le lanciò uno sguardo perplesso. Indossava anche lei la divisa da addestratore, e la sua condizione naturale sembrava essersi ristabilita, rendendola più simile a un essere umano che a un mostro.

«Miller, porti rispetto al Sergente Maggiore!» la redarguì Decker, con cipiglio collerico.

«Lascia pure, Deck. Io e Anita ci conosciamo bene».

Era strano trovarsi davanti sua madre, nonché seconda principale sospettata dell'omicidio a Meshert, in quella situazione.

«Sergente, il cadetto Miller ha disobbedito a Devon. Siamo qui per il trattamento Alpha»

Vin lo squadrò come se fosse impazzito, ma poi gli sorrise bonariamente.

«Non serve, Deck. Puoi lasciarci da sole, grazie», asserì Vin, sedendosi su una delle sedie bianche di quella stanza. L'unico oggetto che spezzava la monotonia di quel posto era un computer portatile, poggiato su un comodino all'angolo della stanza. Emetteva un suono fastidioso e continuativo che Anita dovette sforzarsi di non sentire.

Decker annuì, e fece un immediato dietrofront. Anita iniziò a sentire la paura farsi strada nelle sue viscere. Quindi era vero. Gufo l'aveva davvero mandata a morire. Anita si mise in posizione d'attacco, e attese la mossa di Vin.

«Finalmente siamo sole, Anita».

«Che vuoi da me? Che sta succedendo?»

Vin sorrise dolcemente. Le fece segno di accomodarsi accanto a lei, sulla sedia adiacente, ma ovviamente Anita declinò con un gesto scattoso del capo.

«Ti spiegherò tutto, Anita. Devi solo avere pazienza e fidarti. Siediti, ti prego, sei al sicuro»

Anita abbassò lentamente la guardia, ma decise di non sedersi comunque accanto a sua madre. Il viso di Vin sembrava rilassato e non c'erano scaglie grigie a vista.

«Dopo che i tuoi amici sono venuti a prenderti a casa di Jep, io mi sono dileguata e sono tornata a Dritch», esordì Vin, fissando i suoi occhi in quelli di Anita.

«Appena sei nata scappai dalle torture di Jep. Ero sola, e l'unica alternativa che avevo era venire qui. Sapevo che a Dritch, quelli come me, avevano delle possibilità di sopravvivenza. Almeno era quello che il DU e il Presidente volevano farci credere. Quindi mi autodenunciai alle forze dell'ordine, e loro mi trasportarono a Dritch. All'epoca le cose erano molto diverse, qui. Tutto questo verde, gli alberi, le persone felici... era più simile a una prigione. E la ruggine imperava anche qui».

Anita ascoltava le parole di Vin con cura e delicatezza, quasi avesse paura di romperle.

«Poi riuscii a innamorarmi di nuovo. Del Capo Morris. Lui è riuscito a combinato tutte le conoscenze in suo possesso, e ha creato il famoso siero Rust. Ma non è l'unica cosa che ha creato».

Anita strizzò gli occhi, confusa.

«È riuscito a manipolare l'aria che circonda quest'isola, facendo in modo che chiunque si avvicini percepisca Dritch come il posto meraviglioso che vedi tu. Che vediamo tutti»

«Mi stai dicendo che è solo una illusione del cazzo?» chiese Anita, incredula.

Vin abbassò gli occhi.

«Cerca di capire, Anita. Preferiresti vedere il vero aspetto di questa prigione putrida, in cui ti hanno mandato a morire i tuoi adorati compagni di Meshert, o preferisci vedere il verde, la natura, sentire l'odore del grano?»

Anita era ammutolita. Un profondo senso di stanchezza la affossò, costringendola a sedersi a terra.

«I Diversi non hanno alcun valore per il mondo. Ci costringono ad addestrarci per farci diventare abbastanza bravi, in modo da essere utili nelle loro stupide guerre. Siamo giocattoli».

Vin si alzò dalla sedia, facendosi più vicina ad Anita.

«Il capo Morris è un genio, e un brav'uomo. Stava solo cercando di rendere bello un mondo che ha smesso di esserlo tanto tempo fa»

«Cosa vi danno in cambio?» chiese Anita, quasi incapace di far uscire il fiato.

«Ci mandano il loro bestiame, per farci stare buoni. Gli addestratori e le forze militari minori hanno qualche permesso speciale per muoversi fuori dal Distretto, di rado»

Anita strabuzzò gli occhi.

«Non è minimamente sufficiente. Questo non vale la nostra prigionia!»

Vin fece un segno di diniego, abbastanza sconsolato.

«Quando ho ricevuto il mio permesso speciale sono venuta a Meshert. Volevo uccidere Jep per vendicarmi, e cercare di riprenderti con me, ma... le cose sono andate come sai. Non potevo rischiare che ti prendesse»

«Ora sono qui. In un modo o nell'altro ci sei riuscita»

«Devon ti ha mandata in punizione di proposito, vero? Voleva che tu sapessi»

Anita ricollegò al volo l'accaduto di quella mattina, dandosi la stessa risposta che si era appena data Vin.

Nonostante ciò, un profondo senso di rabbia, e ribellione iniziò a montare dentro di lei.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro