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Capitolo 20 - Rabbit

«A-Anita?» balbettò River, immobilizzato sullo stipite della porta, «Sei tornata?»
Anita annuì, avvicinandosi all'amico con passo felpato. River aveva già immaginato più volte quel momento, pregustandolo nella sua mente come se fosse stata una succosa caramella mou.


«Sì, sono riuscita a scappare. Sto bene», lo tranquillizzò lei, arrivando davanti a lui e abbracciandolo. Non erano soliti avere momenti particolarmente intimi tra di loro. Anita ricordava chiaramente che lui non l'aveva mai toccata, né prima né dopo il suo rapimento. River, infatti, rimase immobile, come incapace di ricambiare l'affetto.


Anita si rese conto di quanto trovasse estremamente interessante l'odore che proveniva dall'incavo del collo di River. Aveva la stessa peculiare affumicatura e dolcezza di un bel trancio di carne fresca lanciato sulla griglia. Cercò di ridestarsi e, come se fosse stata punta da un insetto, si gettò indietro.


«Chi è stato? Pensavamo che stessi con Brick, ma dopo che lo abbiamo ritrovato ha detto di non averti visto...»
Anita ascoltò le sue parole affrettate senza capirle bene.


«Brick è vivo, quindi? Sta bene?»
River annuì, cercando di spronarla a rispondere alla sua prima domanda.


«È stato Gufo. Lui deve aver frainteso qualcosa...»
«Ti ha toccata?» sibilò River, avvicinandosi di nuovo a lei e afferrandola per le spalle. Anita mise su una faccia incredula e imbarazzata.


«Cosa? No. Cioè lui non lo farebbe, ecco».


La ritrovata vicinanza di River le fece brontolare lo stomaco. Gufo doveva averle detto la verità sulla carne fresca, purtroppo. Doveva assolutamente scappare da quella casa, prima di rischiare seriamente di fare del male al suo amico.
«River i-io... è meglio se ti allontani».


Fortunatamente proprio in quel momento il cellulare di River squillò, rompendo quel momento di tensione. River lasciò la presa sulle spalle di Anita, prendendo il cellulare dalla tasca con decisione. I lunghi capelli biondo cenere di River legati da un semplice cordoncino di caucciù emanavano un odore penetrante che costrinse Anita a tapparsi il naso per evitare di divorarlo vivo.


«Dimmi».


La voce chiara che arrivò anche all'orecchio super sviluppato di Anita era di Rottemberg, e disse le parole che la spezzarono definitivamente.


«Brick è stato ucciso».



River e Anita fecero il loro ingresso in ospedale, come se lui non fosse stato accompagnato dalla collega che tutti ritenevano morta fino a venti minuti prima. Rottemberg lanciò un'occhiata complice ad Anita, facendole capire di essere particolarmente felice di vederla, nonostante il momento delicato.


Anita ricambiò il gesto e ringraziò internamente che l'odore di farmaci, che appestava l'ospedale, fosse abbastanza penetrante da non permetterle di focalizzarsi su altri tipi di afrori.
Entrarono subito nella stanza dove era stato rinvenuto il cadavere di Brick, cercando tracce di qualsiasi tipo. L'olfatto di Anita aveva già fiutato almeno tre tracce appartenenti a Jep, Gufo e quel russo, ma non avrebbe potuto spiegare a nessuno dei suoi colleghi il perché riuscisse a farlo.


River aveva trovato solo oggetti di Brick che non avrebbero potuto aiutarli in alcun modo.
Anita si guardò intorno, rendendosi conto che c'era una sola cosa che avrebbe potuto fare, sia per scoprire qualcosa di più sia per nutrirsi.

La macelleria dove era stata tenuta prigioniera era rimasta così come l'aveva lasciata lei. Spalancò la porta semi-distrutta, sperando di trovare Gufo ancora seduto sulla sua sediolina di plastica. Ovviamente non era più lì. Poggiato delicatamente sulla sedia c'era, però, un biglietto. Anita lo afferrò con mani tremanti.


'Hai fatto la tua scelta. P.S. la tua cena sta ancora sgambettando qui da qualche parte'
Anita lo appallottolò e lo lanciò il più lontano possibile da lei. Fanculo anche a Gufo, pensò, afferrando la maniglia decisa a uscire. Poi avvertì l'odore pungente del pelo del grazioso coniglio che le aveva omaggiato Gufo.

Era, effettivamente, ancora nei sotterranei. Anita poteva avvertirlo chiaramente muoversi. Si sentiva una perfetta cacciatrice. Si acquattò a terra, mettendosi quasi a quattro zampe, e con uno scatto che non sembrava far parte di lei raggiunse il punto esatto in cui si trovava il coniglio. Lui non aveva ancora notato la sua presenza, sebbene odorasse l'aria con sospetto. Anita attese che il coniglietto si voltasse per scappare, e proprio in quel momento gli saltò addosso dandogli un grosso morso sul dorso peloso.

La bestiolina rantolò per pochi istanti prima di smettere di respirare. Anita, bava e sangue alla bocca, non seppe più riconoscersi. L'unica cosa che sapeva era solo che la fame si era attenuata.

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