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Capitolo 8 - Legami

Quella vittoria però non avrebbe reso fiero il diretto interessato, neanche lontanamente, pensò Henko lasciandosi sfuggire un sospiro sommesso.

Capitolo 8 - Legami

Fuochi d'artificio si levarono alti in cielo a celebrare la vittoria di quell'ondata di studenti.

"Questo conclude il festival scolastico della UA per quanto riguarda il primo anno!" Ribadì Midnight di fronte alla stampa. "A questo punto, passiamo alla cerimonia di premiazione!" Si rivolse direttamente verso le telecamere.

Gli studenti che avevano partecipato alla competizione si trovavano nuovamente tutti sullo spiazzo del palazzetto dello sport, pronti ad assistere alla tanto attesa premiazione.

Musica, altri fuochi, urla di gioia, e tanti effetti scenici fecero spazio al podio sul quale si stagliavano i quattro elementi più validi e promettenti di quell'anno.

Peccato che la reazione del pubblico, seppur del tutto comprensibile, non fu affatto entusiasta come prima.

Il podio diviso in tre scaloni era troneggiato da una colonna di cemento, al quale era stato incatenato proprio il vincitore di quel torneo, che dopo aver ripreso coscienza non aveva smesso neanche un secondo di urlare, strepitare ed agitarsi tanta era la furia omicida che lo pervadeva in quel momento.

E gli sguardi sbalorditi e attoniti degli spettatori non si fecero di certo attendere. Lo spettacolo non era dei migliori, era un giudizio obiettivo.

Kuuki al lato sinistro del ragazzo assieme all'uomo uccello, osservava il biondo mentre si scatenava, cercando di liberarsi dalle catene che gli erano state imposte, gridando contro la museruola -che dio solo sa che diritto avessero di fargliela mettere- e inveendo contro Todoroki alla sua destra.

"è più scatenato di un rakshasa." commentò Tokoyami, guadagnandosi uno sguardo confuso da parte dell'unica ragazza sul podio, successivamente gli avrebbe chiesto di cosa si trattasse, per colmare la propria curiosità.

Lo stacchetto andò avanti per qualche minuto prima che Midnight prendesse nuovamente la parola. "è il momento di conferirvi le medaglie!" Indicò la professoressa, "A portarcele, quest'anno, è ovviamente lui!" Una fragorosa risata esplose dall'alto.

"AHAHAHAHAHA!" Una figura possente si stagliò sul bordo dell'arena.

Il pubblico esplose in grida di eccitazione, quelle persone non avevano la fortuna di vedere All Might quotidianamente quanto gli studenti alla UA.

"Sono arrivato io... con le medaglie!" L'omone massiccio saltò dall'alto verso il centro del palazzetto, cercando di fare la classica "entrata ad effetto".

"L'eroe di tutti noi, All Might!" Ma la prof gli parlò sopra rovinandola... L'uomo rimase fermo nella posizione di atterraggio per qualche secondo prima di ricomporsi.

'Awkward.' pensò divertita Kuuki.

"Ti ho parlato sopra." Sussurrò la donna porgendogli un gesto di scuse.

L'uomo, senza dare segni di imbarazzo, si alzò avvicinandosi al podio.

"Bene, All Might, inizia a distribuire le medaglie partendo dai terzi classificati!" La ragazza non stava più nella pelle. Non si era resa conto fino a quel momento di quanto volesse dire quel posto per lei. Sì non era il primo posto, sì poteva essere definito come un premio di consolazione, ma per lei, una studentessa straniera, appena arrivata e con un casino di esperienza in meno rispetto ai suoi avversari, essere su quel podio, in quel momento, voleva dire tutto.

"Ahah!" L'uomo prese le medaglie e si avvicinò a loro. "Congratulazioni, giovane Tokoyami!" Il ragazzo chinò il capo e accettò di buon grado la medaglia che gli venne posata delicatamente intorno al collo.

"Sei davvero forte, sai?" Commentò l'eroe, guadagnandosi solo uno sguardo apprensivo da parte del ragazzo. "Non merito simili elogi." Che rispose, con fin troppa umiltà.

"Tuttavia... per poter prevalere contro diversi nemici, non puoi fare affidamento soltanto sulla tua unicità!" Disse in modo quasi paterno, avvolgendo il corpo minuto, a confronto, del semi pennuto tra le sue braccia vigorose. "Se affinerai le tue capacità, avrai più opzioni a tua disposizione!"

Concluse rivolgendo il proprio sguardo verso la ragazza, che in quel momento pendeva dalle sue labbra.

"Veniamo a noi giovane Henko!" Con il suo sorriso, quasi intimidatorio a quel punto, alzò le braccia verso il viso di lei, con la medaglia tra le mani, comicamente più grandi del dovuto.

"Mi hai davvero sorpreso oggi! Sapevo che c'era del potenziale in te, ma non mi sarei mai aspettato ad un livello simile." disse mentre, con ancor più delicatezza, posò la medaglia intorno al collo di lei, che per quanto potesse essere piccola di fronte a quella montagna d'uomo, si stagliava fiera ed orgogliosa.

"Peccato che ti manchi ancora abbastanza autocontrollo per poterlo usare liberamente, ma qui, avrai tanto tempo per affinare anche quella capacità! Dopotutto questa è anche la tua hero academia!" Il sorriso sul suo volto si allargò per quanto fosse fisicamente possibile, e le posò una mano sulla spalla come segno di incoraggiamento a migliorare e allo stesso tempo di piena accoglienza nelle mura scolastiche.

"La ringrazio infinitamente per queste parole. E le assicurò che non sarò più un peso per nessuno!" Esclamò lei, la commozione nella voce, inchinandosi di fronte a lui in segno di rispetto. "Non lo sei mai stata." Disse semplicemente l'uomo, sposandosi al gradone successivo. Quelle poche parole le avevano riempito l'anima di gioia. Tutte le brutte sensazioni che aveva provato durante il corso della giornata sparite, spazzate via dalla radiosità di quel personaggio.

"Giovane Todoroki..." Il ragazzo, ancora evidentemente scosso da tutte le emozioni affrontate in così poco tempo, aveva lo sguardo perso nel vuoto. "Congratulazioni." Disse l'uomo di fronte a lui, aspettando che il ragazzo piegasse il capo così da potergli mettere la medaglia.

"Immagino che ci sia un motivo se hai spento il tuo lato sinistro durante la finale?" dopo avergli posato la medaglia sul collo fece un passo indietro, guardandolo dritto negli occhi. "Da dopo lo scontro con Midoriya... ho una confusione totale in testa." rispose il ragazzo, continuando a tenere lo sguardo basso.

"Almeno un po' credo di avere capito perché ti sei interessato a lui." fece una pausa, accompagnata da un sospiro. "Anche io volevo diventare un eroe come te. Tuttavia, non avrebbe senso se soltanto io riuscissi a fuggire. Ci sono ancora delle faccende in sospeso che devo chiudere." Alzò finalmente lo sguardo verso l'uomo, uno sguardo colmo di determinazione, al quale All Might si limitò ad annuire per poi parlare "Il tuo viso è completamente diverso da prima."

Con il solito sorriso smagliante si piegò verso di lui abbracciandolo. "Non ti chiederò di entrare nei dettagli, ma di sicuro riuscirai a chiudere quelle faccende in sospeso." Gli diede qualche pacca leggera sulla schiena prima di passare all'ultimo ed attesissimo podio.

"Bene, giovane Bakugou! Uhm, così forse è un po' troppo." Constatò l'uomo togliendogli -finalmente aggiungerei- la museruola dal viso. "Hai rispettato ciò che avevi proclamato durante il giuramento! Ottimo lavoro."

L'uomo non vacillò neanche di fronte a quella visione spaventosa. Infatti il ragazzo si espresse con un verso gutturale, simile al ringhio di una bestia. "All Might..." L'uomo inclinò leggermente il capo osservandolo incuriosito. "Questo primo posto..." il viso di Bakugou si contorse in una smorfia che nessuno pensava fosse umanamente possibile produrre "... NON HA ALCUN VALORE!" Esclamò esplodendo di rabbia. "IL MONDO POTRà DIRE CHE è COSì, MA IO NO! QUINDI è PATTUME!" Kuuki finalmente notò l'espressione che contorceva il viso del compagno di classe e trattenne una risata con tutta la sua forza d'animo, semplicemente perché si trovava in diretta sulla rete nazionale.

Dall'altro lato l'eroe numero 1 si limitò ad annuire "In un mondo come questo, dove le persone vengono continuamente confrontate, non sono molti che continuano a basarsi su giudizi assoluti!" alzò la medaglia verso il suo viso, che prontamente si ritrasse per quanto gli fosse possibile, dal pezzo di metallo.

"Ecco, prendi il tuo riconoscimento! Considerala come una ferita, e non dimenticarla mai!" alzò ulteriormente le braccia sollevando il premio oltre la testa del ragazzo. "TI HO DETTO CHE NON LA VOGLIO!" ma lui continuava imperterrito ad allontanare il capo dall'oggetto.

"Su, su." insistette l'uomo posandola sul naso dell'altro. "Ho detto che non la voglio!" Spazientito dalla sua insistenza, utilizzò un metodo un po' rude e tirandola verso il basso, scivolò dal naso del ragazzo finendogli inevitabilmente tra i denti non appena aprì la bocca per lamentarsi nuovamente. "Oplà!" disse girandosi verso le telecamere, a mostrare con fierezza i propri studenti.

Kuuki non resistette oltre e scoppiò in una risata assordante che fece innervosire ulteriormente il primo classificato, che si girò prontamente nella sua direzione insultandola. "CHE TI RIDI RACCHIA!?" Il commento non fece altro che peggiorare la situazione per lei, e tanto fu il divertimento che provò in quel momento che sentì le gambe cedergli e si sedette a terra, tenendosi lo stomaco con le braccia. "Bene! Questi sono i nostri vincitori!" riprese la parola All Might cercando in tutti i modi di distrarre i mass media da quello spettacolo a dir poco ridicolo.

"Tuttavia ragazzi... Ognuno di voi aveva la possibilità di salire su questo podio!" Si rivolse alla mandria di studenti, che aveva assistito alla scena a bocca aperta, troppo stupiti per proferire parola. "Proprio come avete visto! Lottare! Migliorarsi! Spingersi sempre oltre i limiti!" L'eroe cercò in tutti i modi di riportare la situazione in un minimo di serietà. "Gli eroi della prossima generazione stanno senza dubbio crescendo davanti ai nostri occhi!" alzò un braccio verso il cielo, teso ad indicare una vetta altissima, talmente alta da essere invisibile agli occhi di chi la osservava. "E ora lasciate che vi dica un'ultima cosa... Forza, unitevi tutti a me!" Tutti in quel momento pendevano dalle labbra di quell'uomo, talmente carismatico da essere in grado di rapire gli spiriti di centinaia di persone con una manciata di parole.

"Uno, due..." cominciò fiducioso parlando a pieni polmoni.

"Plus Ultra!" si accodò il pubblico urlando.

"Ottimo lavoro!" esclamò invece l'eroe.

Un coro di "Boo" si levò dagli spalti. "Insomma, All Might, era un momento da "Plus Ultra!"" disse con enfasi qualcuno del pubblico. La ragazza, ancora debilitata dalla scena precedente cedette ancora una volta, e cominciò a ridere a crepapelle, asciugandosi qualche lacrima che le stava ora colando sul volto colorato di rosso.

A-ah, ehm... è che si sono tutti dati da fare, e..." cercò di giustificarsi l'eroe, il suo animo vacillante per la prima volta.

Quello stesso pomeriggio...

I ragazzi si erano cambiati, indossando le uniformi scolastiche, e tornarono zelanti in classe . "Ottimo lavoro." Aizawa si trovava di fronte alla classe, annunciando un piccolo periodo di vacanza per permettere agli altri due anni di gareggiare.

"Detto questo, la scuola è chiusa per i prossimi due giorni. Raccoglieremo le richieste di reclutamento dei professionisti presenti al festival." disse osservando uno ad uno i ragazzi che si trovava di fronte. "Dopo le vacanze, vi annunceremo i risultati. So che siete nervosi, ma vedete di rilassarvi." concluse lasciando alla classe del tempo per sbollire e scaricare tutta l'adrenalina che avevano in corpo.

La ragazza tirò un sospiro di sollievo, finalmente una pausa dopo tutte le emozioni forti provate durante il festival. Nonostante tutto quello che era accaduto si era divertita, e anche molto.

I ragazzi intorno a lei si stavano a loro volta rilassando, meno uno, che, ancora con la medaglia tra i denti, si alzò di scatto ed uscì dalla classe dopo aver chiesto il permesso al professore. Kuuki lo imitò, seguendolo fuori dalla classe, non voleva essere invadente, ma era preoccupata per lo stato d'animo del biondo.

"Hey Bakugou..." cercò di iniziare un dialogo. "Che cazzo vuoi racchia." si girò prontamente lui, rispondendole in cagnesco. Per quanto avrebbe voluto rispondergli a tono, sentiva che non era il momento adatto.

"Volevo congratularmi con te per la tua vittoria," lo interruppe prima ancora che potesse insultarla "ma non penso sia il caso visto che tu non la reputi tale, quindi mi congratulerò con te per essere arrivato in finale, e per aver combattuto con i tuoi avversari in modo spettacolare." gli porse un sorriso flebile prima di continuare "Avrei tanto voluto avere la possibilità di battermi con te." concluse lei, osservando attentamente la sua reazione, non avrebbe mai voluto gravare ulteriormente la sua psiche con le proprie parole.

"Non c'è bisogno di congratulazioni." sbuffò con una smorfia. "Se volevi dirmi solo questo vattene ora che l'hai fatto." non la guardò neanche negli occhi e fece per allontanarsi, quando si sentì prendere la manica della giacca.

"Non era tutto." Ammise Kuuki, lei stessa con una smorfia a distorcerle il viso. "Volevo chiederti anche che tipo di allenamento fisico fai," il ragazzo la guardò -finalmente- incuriosito dalla sua domanda. "sai io stessa mi alleno molto in quell'ambito, e sentire la preparazione di qualcun altro mi farebbe piacere." lo guardò, speranzosa in una sua risposta positiva.

"Perché vuoi così tanto farti i cazzi miei..." La guardò stranito invece Bakugou, non adorava domande personali, era ormai evidente. Lei rimase colpita dalla sua risposta e in modo ansioso iniziò a gesticolare cercando di giustificare la propria domanda. "No- è solo che- sai-" la interruppe nuovamente il biondo. "Corro, 15 km ogni mattina, faccio una colazione iperproteica per sviluppare massa muscolare, poi integro calorie e grassi durante la giornata," fece una breve pausa assottigliando lo sguardo "infatti non mangio mai la roba della mensa, ma mi porto la roba da casa." la ragazza lo ascoltò attenta, notando alcune similitudini nei loro allenamenti. "Poi dopo scuola, corro di nuovo, stretching, varia da giorno a giorno ma idealmente braccia e gambe le faccio ad ogni allenamento, e poi l'unicità, tutto qui." Aspettò una qualche reazione da parte dell'altra che l'aveva osservato senza proferire parola.

"Oh quindi non ti alleni a combattere? Come fai ad essere così fluido in campo allora..." rifletté lei, più ad alta voce, che porgendogli la domanda direttamente.

"Mi viene naturale." rispose lui senza esitazione.

"Istinto?" sgranò gli occhi lei.

"Chiamalo come ti pare, non mi importa." alzò gli occhi al cielo il biondo, incrociando le braccia al petto.

"Ok ok, anche fosse vero, un minimo di preparazione devi pur averla..." fece ancora una pausa, prima di fargli la domanda che le arrovellava il cervello dal primo momento in cui era salito su un ring. "Ti va di diventare il mio sparring partner?" Il ragazzo rimase inizialmente sorpreso dal suo interrogativo. "Intendi tipo allenarci insieme?" era confuso dalla sua domanda, e al solo pensiero di allenarsi con qualcuno fece una smorfia, un misto di disgusto e smarrimento. "Intendo tipo al festival, 1vs1, ma senza i quirk, solo con i nostri pugni." La chiarezza di ciò che intendeva lei si fece strada sul viso del ragazzo. "Oh, intendevi quello..." rifletté sulla proposta per qualche secondo. "Perché dovrei volerlo fare con te." la inquisì, ancora sulla difensiva lui.

Lo sguardo, ora molto più serio della ragazza si ancorò agli occhi arancioni di Bakugou. "Dammi almeno una possibilità," disse con aria di sfida "se per caso non sarai soddisfatto puoi sempre non tornare." fece un ghigno strafottente, cercando di provocarlo.

"Non provare nemmeno a pensare di poter vincere contro di me." la guardò, con un chiaro senso di superiorità farsi spazio nella sua voce. "Non ho mai detto che avrei vinto, ma ora che l'hai detto, penso che sarebbe possibile." gli fece l'occhiolino lei. "Oh no stai giocando col fuoco scodella. Attenta o potresti scottarti." si sporse verso di lei avvicinando il viso al suo con un'espressione stranita sul volto. Lei per un momento vacillò di fronte all'intensità di quello sguardo, ma soprattutto per via della vicinanza dei loro volti. Fece un passo indietro per rimettere un minimo di distanza tra di loro. "Oh... Non preoccuparti, ho le mie bende a portata di mano nel caso." Non le diede neanche il tempo di metabolizzare l'accaduto che le afferrò il braccio tirandola a sé. I tagli di quella mattina presero a bruciarle sotto la sua stretta. "Dove e quando." un ringhio lasciò le sue labbra, le sopracciglia talmente inarcate sul suo viso da sembrare disegnate. "Non vedo l'ora di spaccarti il culo." La lasciò di botto allontanandosi di qualche passo.

Il silenzio rimase pesante tra i due. Kuuki fin troppo scioccata dalle sue azioni per parlare, lui leggermente imbarazzato dall'essersi lasciato andare così alle sue provocazioni.

"Allora? Dove e quando. Io sto ancora aspettando." la spronò a parlare il biondo.

"OH- Ah sì!" si riprese lei, sbattendo le palpebre qualche volta prima di proporre qualcosa. "Dietro casa mia c'è un parchetto dove non ci va mai nessuno, potrebbe essere un'idea. E visto che siamo nei dintorni appena finito potresti venire a cena da me nel caso..." suggerì, aspettando una risposta da lui.

"Ok. Ma scordati la cena. Dove abiti." Le chiese, come al solito conciso e diretto. "Non ho ancora imparato bene le vie, ti dispiace se ti mando la posizione per messaggio?" Bakugou ragionò sulle implicazioni di quell'affermazione, e con uno sbuffo scocciato tirò fuori dalla tasca il proprio telefono. "Forza salva il tuo numero. Poi ti scriverò." Lei gli sorrise, era un passo avanti, si perché Kuuki aveva deciso che sarebbe diventata amica di quel burbero ragazzino tutto pepe. Sarebbe stato divertente.

Senza farselo ripetere una seconda volta salvò il proprio contatto nella rubrica del biondo, e tutta pimpante alzò il pugno nella sua direzione, la sensazione di disagio di prima ormai svanita. "Che vuoi ancora." La guardò di sbieco, Bakugou. "Batti pugno. Non si fa qui in Giappone?" si osservò il pugno confusa. "... strana-" sbuffò Bakugou dopo una breve pausa, fece per allontanarsi quando si fermò di colpo tornando sui propri passi verso la ragazza.

"Mi è tornata in mente una cosa." la squadrò dalla testa ai piedi "Perché prima contro lo stronzo a metà hai fatto il tifo per me."

La ragazza venne presa in contropiede dall'improvviso quesito del biondo e ponderò con attenzione le proprie parole prima di rispondere.

"Non lo so nemmeno io a dire il vero, ho solo sentito che fosse la cosa giusta da dire in quel momento. Tutto qui." ammise lei dopo la sua riflessione, davvero non pensava ci fosse un secondo fine dietro il suo incoraggiamento. Se non la voglia di esprimere il suo supporto per qualcuno che avrebbe potuto considerare un amico. Bakugou non parlò oltre, e per l'ennesima volta le diede le spalle, lasciandola sola in corridoio.

'Ok fair.' sospirò lei, guardandolo sparire verso i bagni... Oh merda l'aveva appena tenuto in una conversazione di un quarto d'ora minimo quando doveva andare in bagno. 'Dopo questa se mi odia ha ragione.' sospirò nuovamente facendo dietrofront verso la classe.

Non fece in tempo ad entrare che sbatté contro qualcosa, o per meglio dire qualcuno. Fece qualche passo indietro alzando poi lo sguardo verso la persona con cui si era scontrata.

"Oh scusa!" disse lei alzando le mani verso Todoroki, preoccupata di avergli fatto male. "Sto bene, non preoccuparti." la rassicurò lui. "Sai dove è finito Bakugou? Aizawa mi ha mandato a chiamarvi, siete spariti per troppo tempo." riferì il ragazzo, portandosi una mano in tasca, chiaramente scocciato dal compito affidatogli.

"Sì è vero..." sospirò nuovamente lei "Mi spiace stavamo solo chiacchierando e ho perso cognizione del tempo." confessò lei portandosi una mano sul retro del collo, con fare dispiaciuto.

"Chiacchierare? Con una testa calda come lui?" La guardò incuriosito dalla situazione.

"Può non sembrare ma c'è molto di più dietro quella sua maschera rabbiosa." sorrise lei ripensando alle varie interazioni avute fino a quel momento con il ragazzo.

"Sarà..." fece vagare lo sguardo oltre la ragazza, verso le finestre alle sue spalle, osservando il sole sul punto di tramontare. "Dovremmo tornare in classe adesso..." la ragazza annuì affiancandolo. "Non sono bravo a confortare le persone... ma se sai, riguardo il festival, lo scontro ecco, se volessi parlare... come ti ho detto sugli spalti, sai sono disponibile? Credo..." evitò lo sguardo inquisitore di Kuuki, guardando dritto davanti a sé, camminando verso la classe. "Grazie Todoroki-kun, apprezzo il gesto." gli sorrise lei, rientrando in classe, avvisando Aizawa che Bakugou si trovava nel bagno.

Il resto della giornata volse al termine, e mentre tutti se ne andavano a casa con indolenza, Henko dovette rimanere nella struttura, come le era stato richiesto da Aizawa. Dovette rifiutare l'invito di Mina di tornare a casa insieme, e ricevette vari sguardi curiosi e allo stesso tempo preoccupati.

Quando la classe si fu svuotata di tutti i ragazzini Aizawa si sedette alla cattedra accavallando le dita una sull'altra, posandole sulla superficie ruvida del tavolo.

"Quindi," la invitò a sedersi a sua volta "potresti spiegarmi, nel dettaglio, cosa è accaduto oggi durante il festival?" la ragazza lo guardò esitante. "Non dovremmo aspettare April?" chiese lei sulla difensiva, non le piaceva parlare di fatti così delicati con chiunque.

"Lei si trova già in aula insegnanti con i tuoi nonni, volevo sentire parlare te prima di avere un colloquio tutti insieme... se non ti pesa ovviamente." sospirò passandosi una mano sul collo. Ci fu una pausa di svariati minuti, prima che la ragazza si decidesse finalmente a parlare.

"Ho perso il controllo sul mio quirk," iniziò con lo sguardo alto, verso il soffitto "e lei dirà questo era ovvio... comunque, non so quali siano le informazioni che lei possiede sulla mia unicità, però le posso dire che questa è fortemente influenzata dalle mie emozioni e dal mio stato d'animo durante l'utilizzo. Mi sono allenata in modo da essere in grado di mantenere uno stato di calma ed apatia durante la mia vita quotidiana in modo da avere un minimo di controllo sul mio potere. Ma per usarlo devo uscirne, quindi tramite, principalmente i miei ricordi, induco lo stato d'animo che corrisponde al fenomeno che ho intenzione di creare. Di norma, ho con me vari dispositivi che mi aiutano a controllare la mia pressione sanguigna, per evitare che il quirk gravi troppo sul mio fisico e mi faccia svenire come è successo alla fine della seconda prova, o che mi faccia andare in... io lo chiamo così non so se è un termine effettivo ma, in sovraccarico emozionale il cervello come durante lo scontro con Todoroki, e i miei guanti," alzò una mano in sua direzione mostrando gli involucri che le coprivano le appendici "al loro interno ci sono tanti piccoli aghi, questi guanti sono collegati al dispositivo che regola la pressione, se i valori si sballano per qualsivoglia motivo, questi si attivano ed iniettano nel mio corpo un calmante che mi fa riguadagnare coscienza e lucidità mentale." concluse osservando l'insegnante prendere appunti.

"Perché non hai fatto richiesta di poter tenere questi dispositivi con te durante il festival?" le chiese con riflettendo il professore. "Non sapevo potessi tenere tali attrezzature con me." rispose fulminea lei. L'uomo annuì, continuando con le sue note, probabilmente stava aggiornando il profilo della sua unicità.

"Ok, rispondi a questa domanda solo se te la senti." alzò finalmente lo sguardo verso di lei, che però aveva il viso ancora rivolto verso il soffitto. "A cosa hai pensato che ti ha fatto perdere il controllo?"

Lei rimase in silenzio per parecchi minuti prima di sospirare e parlare nuovamente. "Per contrastare il ghiaccio di Todoroki avevo intenzione di combatterlo con il fuoco, quindi avevo pensato di provocare prima un ciclone, e da quello una tromba di fuoco, sì perché prima di creare un fenomeno di quella portata c'è bisogno di preparazione, non è come una semplice folata di vento... e beh le emozioni che provocano quei fenomeni sono in ordine disgusto e rabbia. Ho riportato a galla dei ricordi molto sensibili allo scopo di utilizzare il mio quirk, ma l'uso prolungato in poco tempo mi ha provato più di quanto pensassi, e non sono riuscita ad arginare i ricordi. Mi hanno investita come una valanga e mi sono lasciata andare completamente." una lacrima le colò sul lato destro del viso, se la asciugò velocemente e rivolse lo sguardo verso il professore. "Cosa ha intenzione di dire ai miei nonni? Loro non sanno che ho dovuto fare terapia." lo guardò preoccupata lei.

"Non preoccuparti, non dirò nulla che possa farli impensierire." le promise l'uomo, alzandosi dalla propria sedia esortando la ragazza a fare lo stesso. "Grazie per avermi ritenuto degno della tua fiducia." disse uscendo dalla classe, dirigendosi verso la sala professori.

Lei lo seguì zelante, impaziente di tornare a casa per farsi una doccia e poi stramazzare sul letto.

Non appena entrarono nella stanza, la nonna si alzò, camminando a passo spedito verso la nipote, stringendola in un abbraccio. "Tesoro meno male che stai bene." disse sollevata l'anziana donna, osservando poi il professore. Capendo la situazione si sedette nuovamente di fianco al marito, con la nuova aggiunta della ragazza.

"Signori Henko," si sedette a sua volta il professore "vi ho convocati perché volevo il vostro permesso, come tutori legali della ragazza, per farla seguire dal nostro psicologo scolastico," con un cenno della mano, chiese gentilmente alla psicologa in questione di alzarsi e quest'ultima si inchinò, in segno di saluto, verso i due signori. "per aiutarla a superare possibili difficoltà riscontrate. Penso, come coordinatore scolastico, che le gioverebbe molto, potrebbe aiutarla a controllare meglio le sue emozioni ed eviterebbe ulteriori episodi come quello di questa mattina." terminò Aizawa passando lo sguardo sui due anziani. Aveva mentito sulla mia identità, ma era per il bene di tutti i presenti in quella stanza che lui l'avesse fatto.

"Penso che sia inutile." disse il nonno a braccia incrociate. "Non ha bisogno di strizzacervelli. Le basterà essere più responsabile con il suo quirk." assottigliò lo sguardo, che puntò minaccioso verso di me, non mi intimidì, ma era evidente come lui fosse diffidente di me e della mia professione. "Caro..." cercò di intervenire la moglie con tono accondiscendente. "Taci donna." Lo sguardo ancora rivolto verso di me. "Di cosa avrebbe bisogno in ogni caso? è una ragazza sanissima, sia fisicamente che mentalmente, non ha alcun problema psichico, quindi perché." la sua mascella si contrasse, era stressato, un uomo della sua età probabilmente vedeva la situazione come una debolezza della nipote, che si estendeva quindi a tutta la famiglia.

"Se posso permettermi," intervenni io, avvicinandomi di qualche passo "una ragazza che perde il controllo in quel modo, causando danni ingenti come quelli, non è una ragazza sana. Non intendo nulla di malevolo quando dico questo, è solo un dato oggettivo, sta soffrendo, e io sono qui semplicemente per aiutare a farla stare meglio. Se lei avesse un dolore al ginocchio, per fare un esempio, andrebbe da un medico, giusto? Questa è la stessa situazione, solo che il dolore è nella testa, e non sul corpo." lo osservai, era titubante, l'aver nominato i danni, e quindi i problemi che aveva causato alle altre persone, aveva decisamente funzionato.

Dopo qualche momento di silenzio e di riflessione sollevò il viso verso l'insegnante in nero. "Va bene." disse epigrafico "Ma voglio essere informato di ogni cosa, intesi? Io ci tengo a mia nipote, e se non la ritenessi in grado di aiutarla come sostiene la porterò da qualcun altro." si alzò e fece un inchino al professore, avvicinandosi alla porta.

Kuuki era rimasta in silenzio per tutto il tempo, un'espressione di amarezza in volto. "Non si preoccupi, anche io tengo a sua nipote." dissi, volgendo un sorriso alla moglie di quel burbero uomo d'altri tempi. "Grazie per la vostra collaborazione." Chiuse il discorso il professore.

Anche la ragazza venne invitata a seguire i nonni fuori dalla stanza e quindi dalla struttura.

"Quindi," si rivolse a me con un'espressione stanca sul viso. "potrebbe spiegarmi nel dettaglio la situazione che ho tra le mani?" mi sedetti di fronte a lui, tirando a mia volta uno stanco sospiro. "Sarà una cosa lunga, quindi si metta comodo..." dissi, prima di raccontargli ciò che sapevo, mantenendo alcuni dettagli per me, per preservare la mia paziente.

Nei due giorni di pausa...

Kuuki mi scrisse qualche messaggio, ringraziandomi per la pazienza che avevo avuto con il nonno e per aver mantenuto segreta la mia identità di fronte a loro, dopo averlo incontrato, capii perfettamente perché volesse tenere il tutto riservato.

Lei ovviamente non perse tempo e si allenò, anche in vista della sfida che aveva organizzato assieme a Bakugou, e nonostante qualche battibecco con il nonno sulla faccenda, tutto andò per il meglio, aspettando che la vita scolastica riprendesse il suo corso naturale.

O almeno così pensavo, perché lei non mi disse tutto fino a qualche tempo dopo. Quel giorno la madre le scrisse, e lasciatemi solo dire che definire il loro rapporto incrinato sarebbe un eufemismo, ma questa è una storia per un altro giorno.

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(4691 parole)

SpAzIo ArMaDiLlO

Beh signori, salve, sempre io less go, foreshadowing è il mio secondo nome e sono felice di come si sta sviluppando piano piano il legame tra Bakugou e Kuuki, e anche quello tra lei e Todoroki, spero che anche voi stiate apprezzando.

Ogni critica costruttiva è sempre bene accetta quindi se avete qualcosa da puntualizzare non esitate a farlo.

Detto ciò fate vedere il vostro amore per il capitolo lasciando una stellina e magari anche un commento :)

Baci stellari, Fulvia ♡

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