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11. Astrifiammante

Morvan osservò il braccio, dove si intravedeva a malapena un pallido segno.
Mai aveva visto nessuno stabilire un tale rapido legame con la magia del proprio drago, lui stesso ancora avvertiva la difficoltà nel fondersi con la mente della sua Masah, nonostante i moltissimi anni di condivisione.

Carezzò la pelle avvertendo l'eco di quel tenue calore.
Era da così tanto che non aveva volato per il puro gusto di farlo.
Nonostante le forse stessero venendo meno, non era riuscito a negare alla sua abile allieva un ultimo volo.
Prese appunto di ringraziarla, se non fosse stato per lei il suo incauto gesto gli sarebbe costato molto, troppo.
Quando si era risvegliato accaldato e spossato aveva trovato la ragazza al suo fianco, dovevano essere passate ore e alla fine si era addormentata abbracciata a lui. Erano avvolti dai corpi dei loro draghi intrecciati tra loro con fare protettivo.
La stretta di Iris rispecchiava i due draghi.
Un braccio avvolto attorno alle sue spalle, l'altro si protendeva verso la sua nuca e le dita della sua mano si intrecciarono nei suoi capelli.

Si era sorpreso a ricordare con affetto quella stretta, non ricordava di essersi sentito protetto da così tanto, un momento smarrito nei suoi ricordi, quando ancora volava in un caldo cielo terso e Ras gli sorrideva felice in groppa a Nykiss.

Lo sguardo carico di odio che Ras gli aveva rivolto riemerse e ogni spazzo di gioia svanì.
Scosse la testa ricacciando indietro i ricordi e il dolore che ne conseguivano, eppure il calore lasciato dal tocco della magia di Iris, era stata una sensazione strana perché gli lasciava un'incompressibile malinconia. Era come se ricordasse di aver già avvertito quell'energia, ma come poteva essere possibile? La magia che fluiva in lei era quella dell'Antico e in vita sua non aveva mai conosciuto il suo precedente cavaliere, era caduto nell'ombra molte lune prima che lui nascesse, eppure...

Una piuma blu, morbida come la seta gli scivolò sul braccio, non appena lo sfiorò Morvan si raggelò e ogni cenno di calore abbandonò il suo corpo.
Rammentava bene l'ultima volta che una piuma simile aveva sfiorato la sua pelle, quella notte senza stelle, imbevuta del sangue di suo fratello.

Delle mani bianco latte, gli presero il volto tra le mani e due labbra scarlatte sigillarono ogni suo pensiero.
Non appena Morvan tentò di ribellarsi, unghie affilate gli si conficcarono nella carne, il dolore e la sorpresa dischiusero le sue labbra mentre quel bacio si approfondiva il ribrezzo lo attraversava, il gelo gli si insinuava nelle viscere.

Distaccarsi da quella presa gli richiese ogni sua energia, facendo appello al suo profondo legame con Masah.
Per poco non crollò a terra, si portò la mano alla bocca trattenendo a stento la nausea.
Il sangue gli solleticava la lingua, il labbro spaccato dal morso che la donna che si ergeva maestosa davanti a lui.

Aveva lunghi fluenti riccioli neri occhi blu, del colore dei lapislazzuli e labbra carnose tinte di rosso dal sangue del Cavaliere.
Rise ergendosi sopra di lui.
"Perché sei così crudele con me mio amato, hai scordato il nostro piccolo patto? Dimentichi cosa accade se mi rifiuti?"

Morvan si sentiva fremere di rabbia. Sapeva che la donna non si trovasse davvero davanti a lui, quello era solo un miraggio eppure, visto il sangue che scendeva gocciolando sulla pietra, era sufficientemente reale.

Senza attendere una risposta la donna si chinò su di lui e protese le lunghe dita artigliate affondando nei capelli dell'altro e infine afferrandole predatrice il mento, obbligandolo guardarla negli occhi.
"Sai cosa accade se il tuo affetto devia dal giusto percorso, dimentichi che sei mio in ogni tua parte piccolo passerotto?"
Le labbra di Morvan si dischiusero, le parole imprigionate ancora nella sua mente.
Un No stava per essere espresso quando una vampata di calore lo pervase, il potere di Silkhel attraverso Iris lo stava raggiungendo spezzando il contatto mentale.
La donna si ritrasse furente si rigirò su se stessa in un frastornante battito d'ali e in un batter d'occhio al suo posto apparve un pavone lapislazzuli che volò via elegante e fiero, svanendo nella notte.

Morvan la osservò allontanarsi, con quel NO ancora prigioniero sulle sue labbra e quasi non si mosse quando Iris si chinò su di lui.
Morvan si ridestò solo quando il calore del tocco della ragazza si posò sul suo volto.

Sorrise a disagio e pieno di commiserazione per se stesso.
Doveva avere un aspetto pietoso, il volto segnato dai graffi, il labbro spaccato, di certo non era così che lei si immaginava il famoso e fiero Cavaliere Oscuro.
Una bambola, ecco come si sentiva, un giocattolo nelle mani di bambini dispettosi che lo avrebbero rotto senza pensarci troppo.

"Stai bene?"
Avrebbe provato rabbia per la sua debolezza, ma era davvero stufo di tutto, forse persino più di Ras. Non avrebbe certo smesso di lottare ma alle volte si chiedeva cosa lo spingesse a farlo. Per vedere l'odio nello sguardo di suo fratello? Per un popolo che lo additava come mostro nonostante il sangue versato per la loro sicurezza? Per un Re che attraverso uno dei suoi nemici lo teneva in scacco, ricattandolo e dissanguandolo? Perché non riusciva a fermarsi?

Quando le dita di Iris gli sfiorarono il labbro concesse attenzione alla ragazza che lo stava ancora curando, meticolosa e attenda, con sguardo carico di apprensione.
Non riusciva a dare un nome a quel calore, a quell'affetto.
"Stai bene?" chiese nuovamente la ragazza non appena ebbe completato l'opera e lo rimirava con scrupolosa attenzione come a ricercare altre ferite da medicare.

Era quasi commovente per Morvan osservare quei gesti gentili, era così il vero affetto materno?
Non lo sapeva e non poteva esserne certo perché non lo aveva mai provato.

L'uomo deglutì "Non temere, quella era solo un'illusione, era solamente mia madre..."





284 Day 12 WritOber 2022 – Prompt – penna (12/10/2022)

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