10. Danzare nel vento
Il sole iniziava a far capolino oltre l'orizzonte, il mesto ruggito di Silkhel le strappò un sorriso. Osservò quella calda aurora, si strinse tra le braccia appoggiata alle guglie del castello. Era la prima volta che aveva avvertito tanto calore sulla pelle.
Avvertì il delicato tocco della colossale creatura, la sua mente la sfiorava con gentilezza.
"Sì non riesco a concentrarmi e lui lo sa!" sospirò Iris ricercando le oscure ombre nel piazzale. Morvan le aveva insegnato i rudimenti di come approcciarsi alla sua cavalcatura senza mostrare alcuna emozione.
Il fastidio mostrato con la sua amica si era trasformato in cupa apatia.
Iris avrebbe preferito di gran lunga scorgere rabbia sul suo volto, l'indifferenza la feriva. Le aveva proibito di recarsi alla torre di Ras e Iris non era riuscita a trovare il coraggio di contraddirlo.
"Credi che sia stato da lui anche oggi?"
Era riuscita a raggiungere Ras per solo pochi istanti in sogno, lo aveva intravisto immerso in un irraggiungibile sonno. Ogni volta le appariva più stanco e triste e al risveglio il ricordo di quell'unico contatto le lasciava solo malinconia.
Era davvero gelosa del suo maestro? Del legame che aveva con il fratello gemello?
Eppure ormai sapeva quale pegno doveva pagare, ricordare le confessioni di Morvan, vedere in seguito il suo sangue per aprire il varco magico. Stentava a credere che il Re chiedesse al suo capitano, al Cavaliere di Drago, a colui che reggeva sulle sue spalle la sopravvivenza della città di sacrificare tanto.
Era un bieco ricatto, ecco cosa. Mantenere Ras in quella torre, obbligare Morvan a indebolirsi volutamente per assistere il fratello, per mantenerlo in vita.
Era questo il prezzo della tregua con gli esseri che regnavano oltre le loro mura?
La pace per il sangue di Morvan e per il dolore di Ras?
Iris era disgustata, nessun vero Re avrebbe mai assecondato un simile patto.
Rabbrividì quando avvertì il potere di Morvan gravare sulla propria mente, un alone oscuro e pensante come una coperta.
Si arrampicò sulla groppa di Silkhel e planò nell'ampio spiazzo, era l'arena che un tempo veniva usato per l'addestramento dei Cavalieri di Drago. Prima del grande gelo, quando ancora molti draghi vivevano nella città e l'estate non terminava mai.
Malgrado tutto Iris si era sentita a casa nella caserma, con i suoi compagni, con Pilthyl. Morvan aveva molti più giorni di lei, grazie alla lunga vita donatagli dal drago. Una lunga vita da troppo solitaria, un fratello prigioniero e eternamente morente. Iris non riusciva a non provare tenerezza per quel cupo cavaliere.
Anche se quando la squadrava dall'alto con i suoi dardeggianti occhi neri come la notte eterna, le pareva strano aver provato quasi tenerezza per quella creatura antica ed altezzosa.
"Siamo i soli ad usare quest'arena ormai, quindi spetta a noi occuparci degli alloggi dei nostri compagni!"
La voce di Morvan era dura come l'acciaio.
Eppure Iris apprezzava l'impegno che metteva nello spiegarle con pazienza cosa volesse dire essere un vero cavaliere di drago.
Il drago di Morvan aveva scaglie nere e splendenti come ossidiana, era una creatura bella e maestosa eppure, al fianco del suo Silkhel appariva quasi un cucciolo.
Iris chiuse gli occhi e si appoggiò all'ambio corpo del suo drago, Morvan non aveva molto da insegnargli, il suo drago era talmente abituato ad avere un cavaliere che si era adattato a lei come se la avesse sempre portata in groppa.
Morvan stava aiutando lei ad accettare la magia del drago, a superare la paura senza timore. Le ripeteva le indicazioni anche più volte senza perdere mai la pazienza.
Non era affatto come i soldati lo dipingevano.
Impassibile davanti al mondo, duro come le scaglie della sua Masah e arido come il mondo oltre la loro città.
Iris sapeva che nel Cavaliere ci fosse più dell'apparente durezza ma non pesava che potesse essere tanto comprensivo con lei.
Morvan attese che la ragazza scendesse dalla groppa del drago ma quando comprese che non lo avrebbe assecondato, con uno sbuffo la imitò e le fece cenno verso il cielo e poi con un rapido gesto si sollevò in volo con Masah.
Iris rise soddisfatta e lo seguì.
Volare in groppa a un drago era quanto più bello avesse mai fatto.
Danzare tra le nuvole mentre i suoi pensieri e quelli dell'antico drago si mescolavano assieme.
Malgrado avesse legato piuttosto bene con Silkhel non sempre i due si comprendevano alla prima e alle volte aveva rischiato di essere sbalzata giù dalla sua cavalcatura in una rapida virata. Mentre ammirava la simbiosi così naturale di Morvan in groppa a Masah. I secoli di convivenza erano evidenti, si muovevano come se fossero un solo essere vivente.
Iris osservò la sagoma scura davanti a lei che si stagliava contro il purpureo cielo.
Si soprese di trovare i movimenti di Masah rallentati, quasi impacciati.
Come se Silkhel avesse avvertito i suoi pensieri, con rapidi battiti d'ala si avvicinò all'altro drago.
Iris si sforzò di scrutare l'altro cavaliere. Rapidamente lo sguardo del suo drago si insinuò in lei e le permise di vedere distintamente il volto dell'altro cavaliere.
Il volto di Morvan era pallido, cereo, espressione dura sofferente.
Iris si sentì in colpa, lui aveva cercato di portare Maah al suo giaciglio e lei, come una bambina, incurante dell'evidente stanchezza dell'altro, lo aveva obbligato a tornare in volo. Eppure aveva intuito che dovesse esser stata dal fratello, donando parte della sua energia vitale per il suo sostenimento.
Ma lei aveva solo lasciato correre i suoi desideri.
Le sensazioni del drago la pervasero e assieme a Silkhel reagì, come un solo essere si mosse e una fiammata avvolse il grosso serpente grigio che si era sollevato avvicinandosi minaccioso verso Morvan.
Iris volò attorno all'altro cavaliere, non si era accorta di aver volato così lontano.
Come potevano quegli esseri avvertire la debolezza del suo compagno?
Lei e Silkhel indicarono a Masah la via di casa, Morvan si era appoggiato alla sua cavalcatura ad occhi chiusi.
Iris cercò di raggiungere la mente dell'altro drago.
"Torniamo indietro" le urlò mentre gli occhi scuri del drago la fissavano con cipiglio di accusa.
Quando atterrarono con un sonoro tonfo nell'arena Iris lo vide, Morvan era svenuto, del sangue colava dal braccio inzuppando la manica.
La ragazza scese rapidamente e, ignorando il ringhio minaccioso di Masah le balzò in groppa.
Il suo cuore accelerò, scostò i capelli dal pallido volto di Morvan, in quel momento le appariva molto simile a Ras, nella debolezza ma soprattutto con orrore intravide l'ombra della morte.
Era colpa sua, lo aveva obbligato ad andare oltre le sue forze, perché l'aveva assecondata?
Cercò con lo sguardo il suo drago e sussurrò in preda al panico "Ti prego, devo poter fare qualcosa?" Doveva la magia dell'antico darle qualcosa che potesse essere d'aiuto per Morvan. Lui si era sacrificato tanto fino a quel momento, da solo, contro un mondo ostile incapace di vederlo davvero o di apprezzarlo.
Iris non ebbe bisogno di una risposta, avvertì il potere del drago invaderle il corpo, le sue dita si fecero strada sotto le pesanti vesti nere, scostò la manica lasciando scorrere le dita, mentre la forza di Silkhel attraverso di lei giungeva all'altro cavaliere.
Si abbandonò alla volontà dell'antico, non senza un po' di timore, ma più della paura il desiderio di aiutare l'uomo che da fin troppo aveva donato se stesso senza avere nulla in cambio se non altro dolore.
La visione la colpì come uno schiaffo.
Stava osservando Morvan e Ras dall'alto, Morvan era scosso dal pianto, stava gridando sul corpo di Ras. Il volto del suo tesoro una maschera di sangue, il respiro a malapena percepibile.
Il dolore la pervadeva come se quello dell'uomo fosse suo.
"Ti prego! Non puoi chiedermi di non amarlo! È mio fratello, è il mio gemello... La sua vita è legata alla mia... Ti supplico!"
Il grido di Morvan la riscosse.
"Ti prego non andare!"
Quando Iris aprì gli occhi si ritrovò avvolta dall'odore di Morvan, era riversa su di lui, i suoi capelli le solleticavano la pelle.
L'odore del drago si mescolava a quello del vento, del ghiaccio e delle foglie cristallizzate.
Morvan si mosse appena, il grosso corpo di Silkhel si avvolse attorno a quello di Masah con dolcezza, quando Iris si mosse Morvan la strinse in una silenziosa supplica, mentre l'eco di quell'urlo riecheggiava nella mente di Iris.
"sono così... stanco..." sussurrò Morvan.
Iris lo abbracciò e rimase rannicchiata in quella stretta e per un momento il mondo attorno a quel caldo bozzolo creato dai draghi smise di esistere.
Day 11 WritOber 2022 – Prompt – aurora (11/10/2022)
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