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07. il marchio

"Allontanati da mio fratello, ora!"
Iris sussultò, non riusciva a concepire che quella voce graffiante e roca potesse uscire da Morvan. L'uomo emerse dalle ombre, pallido come uno spettro.
Al contrario di quello che le era stato ordinato la ragazza aggrappò al braccio di Ras cercando di porlo dietro di sé, avvertiva la potenza della minaccia del cavaliere Oscuro e non poteva impedirsi di ergersi a protezione del suo tesoro.

Fratello

Quella parola la scuoteva fin nel profondo della sua essenza.
Aveva avvertito una somiglianza ma attraverso il suo potere non aveva compreso.
"Fratello?"

Morvan si avvicinò dapprima con passo furioso per poi bloccarsi, attraversato dalla consapevolezza. Il pallore del suo volto parve attenuarsi mentre i suoi occhi si animavano di nuova luce. Sorrise amaramente e si passò la mano tra i capelli arruffandoli e mostrandola ferita che aveva lentamente iniziato a guarire.

Erano sempre stati l'uno il riflesso dell'altro, prima della caduta venivano considerati l'uno l'immagine speculare dell'altro. Tanto la sua Masah era nera riflettendo l'anima cupa di Morvan, tanto Nykiss era splendente, scaglie d'avorio che riflettevano la bellissima luce del suo adorato Ras. Avevano vissuto in quel perfetto equilibrio, Morvan si era persino illuso di aver scongiurato la sua maledizione, ma poi tutto era finito. Nati assieme a distanza di poco, identici eppure immensamente diversi, in simbiosi. Ma quella ragazza non aveva visto le loro similitudini, non poteva... Non aveva vissuto le loro origini, solo l'esito della caduta.

Morvan si sedette sul bordo del letto, cautamente distante dai due. Deglutì lentamente e i suoi lineamenti si addolcirono.
Osservò il volto scavato, inciso da quel dedalo di segni, le labbra ancora mostravano i segni di quel macabro pasto e nei suoi occhi l'accusa.

"Siamo nati una notte senza stelle, ho emesso il mio primo respiro poco prima di lui, aggrappato a lui..."
Morvan parlava a capo chino, la sua voce ridotta a un flebile sussurro.
Si rivolgeva a Iris ma forse anche a se stesso.
"Non so quando lei ha preso la sua decisione, avevo pochi anni quando mi convocò davanti a lei, quando mia madre mi comunicò di avermi... averci marchiato."
Morvan non era certo di comprendere il perché le stesse raccontando tutto, non lo aveva mai detto a nessuno, forse per questo sentiva di averne bisogno. Di incidere quella ferita infetta e liberare tutto quello che si era tenuto dentro per anni.

"Nostra madre, la Strega della notte, sovrana indiscussa della torre di Cadarn, scrigno della magia del nostro mondo ci aveva maledetto... Mi aveva maledetto... Se avessi amato chiunque altro non fosse lei, se il mio cuore..."

E il mio corpo...

Il respiro di Morvan si bloccò, non riuscì a dar voce a quel pensiero così si prese un momento prima di riprendere a parlare. "... mi aveva scelto, ero suo... Io ho provato, ho tentato di rispettare la sua volontà..."

Lo sguardo di Ras gravava come un macigno.
Ricordava tutte le volte che lo aveva scacciato, che era stato persino crudele con lui.
Rase non aveva mai perso la speranza, era sempre tornato da lui e alla fine la sua luce aveva fatto inesorabilmente breccia. Volare assieme li aveva legati più di qualsiasi cosa e infine si era reso conto di non amare nessuno tanto quanto Ras, lo aveva compreso quando lo aveva ritrovato agonizzante protetto dal corpo senza vita di Nykiss.

"Avrei dovuto essere più forte... Ma ho fallito e la maledizione è calata non solo su Ras ma sul mondo intero. La strega della notte a causa mia ha sigillato le porte della torre, causando la cristallizzazione della realtà... La fuoriuscita dei divoratori di magia, gli striscianti... E sto solo cercando di rimediare... L'artefatto dell'antico drago, il potere Silkhel potrebbe riportare la magia e salvare tutti, ripagando il mio debito... salvare te Ras..."

Morvan tentò di guardare suo fratello, ma la rabbia che lesse in lui lo obbligò ad abbassare nuovamente lo sguardo, mentre il pallore affiorava sulla sua pelle.
Era così debole, così stanco.
La prigione della Strisciante lo obbligava a sacrificare una parte di sé per raggiungere suo fratello, mantenere Ras in vita implicava un pegno di sangue e magia e alla fine di tutto riceveva solo odio, che lo privava di quelle poche forze che gli restavano.

"Non ti ho mai chiesto di imprigionarmi in questa gabbia, di mantenermi in vita privandoti delle tue stesse forze vitali... Di condannare entrambi a questa non vita... E tutto per cosa?"

La voce di Ras colpì Morvan come una frusta, Iris lo vide oscillare fremere con dolore. "Non potevo lasciarti morire, non posso..."
Ma Ras non lo stava ascoltando si protese cupo verso il fratello "Nostra madre mi ha sempre odiato, l'ho sempre saputo, non aveva bisogno di dirlo... I suoi gesti sono stati sufficienti. Non voleva nutrirmi, mi ignorava e. niente che tu abbia fatto avrebbe cambiato le cose... Forse se mi avessi lasciato andare il mondo non avrebbe sofferto, in questo forse hai ragione... Ma non lo sapremo mai. Adesso puoi solo porre rimedio ai tuoi errori. Iris assieme all'antico potrebbe permetterti di riaprire le porte della torre e liberare il nostro mondo da questo inverno di non vita. Ma poi dovrai liberare me e concedermi ciò che ti ho chiesto, devi lasciarmi morire!"




279 Day 08 WritOber 2022 – Prompt – pallore (08/02/2022)

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